lunedì 9 settembre 2019

RECENSIONE | "Per chi è la notte" di Aldo Simeone

Tra le ultime novità in casa Fazi, vorrei segnalarvi “Per chi è la notte”, esordio letterario di Aldo Simeone, in libreria dal 5 settembre.

È un romanzo duro e dolce, affascinante e suggestivo che racconta il dramma della guerra visto attraverso gli occhi candidi e coraggiosi dei bambini. La guerra non ha mai avuto pietà per nessuno, il dolore e la violenza albergano nei cuori di pietra che usano la forza e le armi invece del dialogo e del buon senso. Ed è durante l’occupazione nazista, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, in un piccolo paesino sui monti della Garfagnana che questa storia ha inizio. Conosceremo uomini e donne alle prese con la dura realtà, ma sarà un bambino a conquistare il nostro cuore. A sue spese imparerà che crescere vuol dire fare delle scelte, abbandonare i sogni e guardare in faccia la realtà rendendosi conto che le leggende popolari e la fantasia non sono più un filtro per lenire i risvolti dolorosi dell’esistenza.

STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 7
Per chi è la notte
Aldo Simeone

Editore: Fazi
Pagine: 280
Prezzo: € 16,00
Sinossi
Mentre la seconda guerra mondiale si avvia verso la fase più cruenta, tra i monti della Garfagnana c'è un paese che sembra rimasto escluso dalla Storia e in cui la vita è scandita da antiche leggende. Per gli abitanti di Bosconero è più forte il divieto di entrare nel bosco del timore della guerra e delle terribili notizie che arrivano dal fronte. In paese si racconta che tra gli alberi si nascondano inquietanti creature: gli streghi, spiriti che, dopo il tramonto, si aggirano con un cero in mano, il loro indice che arde e non si consuma, in un'infinita processione. Chi sono? Qual è la risposta alla loro oscura domanda: «Per chi è la notte?». Francesco, di undici anni, vive con la madre, malinconica e distaccata, e con la nonna che nutre le sue fantasie con i racconti popolari. Il ragazzino non ha amici e vive isolato perché, secondo le dicerie paesane, è figlio di un disertore. Ma quel marchio infame non è la sua unica vergogna. Ancora più inconfessabile è il richiamo del bosco, nonostante la paura di ciò che in esso si annida. All'arrivo dei nazisti, e dopo l'apparizione di strane luci nel fitto degli alberi, sarà Tommaso, un ragazzino dagli occhi verdi e dai capelli rossi, giunto misteriosamente da solo in fuga dalla città, a convincere Francesco a violare quell'estremo confine, oltre il quale bisogna scegliere da che parte stare. 






Non esiste perdita che non lasci una traccia: anche l’assenza è qualcosa, una cavità dentro cui il tempo si adagia creando l’impronta di un fossile, un calco come i gessi di Pompei.
Mentre sulla Terra imperversava la seconda guerra mondiale, tra i monti della Garfagnana c’era un paese che sembrava vivere in una bolla creata da antiche leggende. Infatti  dopo il crepuscolo tutte le finestre di Bosconero si chiudevano per non vedere. Il bosco si accendeva di luci e lunghe processioni si muovevano tra gli alberi, erano gli streghi. Se incontravano un uomo, dopo il calar del sole, gli chiedevano: “Per chi è la notte?” Non rispondere nel modo giusto voleva dire non far più ritorno a casa e nessuno conosceva la risposta. Solo i custodi potevano entrare nel bosco di notte.

A Bosconero vive Francesco, Pacifico è il suo secondo nome, un ragazzino di 11 anni. Divide una semplice abitazione con la madre, donna malinconica e distaccata, e con la nonna la cui saggezza popolare vive nelle storie che lei racconta. Il ragazzino non ha amici perché nel paese lo indicano come figlio di un disertore. In lui, come tutte le cose proibite, il bosco esercita un fascino irresistibile. Un giorno a Francesco si avvicina Secondo, di provata fede fascista, il cui padre è in prigione.
 Che colpa c’abbiamo noi se siamo figli di babbi sbagliati?
Bosconero, però, come altri paesi di Garfagnana dimenticati da Dio, era diventato un luogo strategico con l’arrivo dei tedeschi e nel fitto degli alberi, le strane luci aumentarono. Intanto Francesco conosce Tommaso, un ragazzino dagli occhi verdi e dai capelli rossi. Era fuggito da solo dalla città e ora, molto probabilmente, aveva trovato rifugio nella canonica di Don Dante, il parroco del paese che, si mormorava, desse rifugio agli ebrei. Francesco e Tommaso diventano amici e insieme violeranno l’estremo confine del bosco segnando l’inizio della necessità di dover fare delle scelte. Un giuramento di sangue sancisce la loro amicizia.
Se uno sta male, l’altro lo sente; se uno è in pericolo, l’altro lo sa. E non si libera, finché non salva l’amico.
Insieme comprenderanno che nelle paure bisogna guardarci dentro, che in ogni paura c’è la speranza, che la paura si combatte con il coraggio e la determinazione per non lasciarsi travolgere dalle ombre generate dal mondo degli adulti e dagli orrori della guerra.

“Per chi è la notte” è un romanzo d’esordio travolgente e dal fascino innegabile che coinvolge generando un’attesa fatta di segreti e ricordi. È un libro in cui dolcezza e durezza si combinano in una lieve danza malinconica. È un libro sulla perdita delle persone care, sul dolore che uccide giorno dopo giorno, sulle parole non dette, sulle carezze mai ricevute e sulla disperata necessità di amare ed essere amati. Tra le righe del romanzo si nasconde la tragedia della guerra. Leggerlo vuol dire provare intensi sentimenti che ti portano indietro nel tempo dove le inquietudini segnano i volti. Ognuno ha un dolore a cui sopravvivere. Ma la notte non è mai totalmente buia, tra gli affanni filtra una flebile luce capace di far germogliare il seme dell’amicizia. La giovane piantina dovrà farsi strada tra esitazioni, desideri, vendette e solidarietà. Dovrà munirsi di un gran coraggio per sfidare il cuore nero delle truppe naziste e guardare a un futuro migliore in cui il mondo è di tutti e di nessuno.

Con penna sensibile e malinconica, Aldo Simeone ci conduce sui sentieri della Storia non per narrare le grandi gesta degli uomini ma per affrontare un viaggio doveroso a cui nessuno può sottrarsi. Il passaggio dall’adolescenza all’età adulta non è qualcosa che accade per magia, è una scelta. Oltrepassare la linea d’ombra vuol dire trovare la propria identità e affrontare la vita tenendo a mente l’irrequietezza di quegli anni confusi prima dell’età adulta. Un romanzo può aiutare in questo difficile passaggio? Sì, “Per chi è la notte” può.

7 commenti:

  1. Finito qualche giorno fa.
    Bello, evocativo, emozionante, ma i salti avanti del finale non mi sono proprio andati giù. L'ho trovato troppo frettoloso, con troppe cose lasciate irrisolte.

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    1. In effetti il finale è un bel salto nel tempo ma il cuore del romanzo è stato davvero emozionante :)

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  2. Un romanzo che sa regalare emozioni e coinvolgimento... interessante, prendo nota!

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    1. La guerra vista con gli occhi dei bambini è sempre un tema che coinvolge così come la violenza umana e la voglia di nascondere l'amara realtà sotto una luce da favola :)

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  3. La scelta di un bambino come protagonista fa sì che il racconto, oltre che essere una potente storia di formazione, assuma una prospettiva quasi straniata che rende particolarmente dura la verità storica. Sono contenta di aver letto anche il tuo parere su questo romanzo. :)

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    1. Ai bambini la guerra dovrebbe essere sconosciuta, dovrebbe sparire dal vocabolario dell'uomo. Se ciò si realizzasse sarebbe una dimostrazione che il dolore e le violenze dei conflitti passati hanno davvero parlato al cuore degli uomini. Purtroppo non è così e buie pagine di Storia ci attendono.

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  4. Appena finito una bella lettura o meglio come dici tu un ottimo esordio. Non mi è dispiaciuto tenero e duro allo stesso tempo.

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