martedì 9 luglio 2019

BLOGTOUR | "La vendetta di Oreste" di Giovanni Ricciardi | I 5 motivi per leggere il romanzo

Buongiorno, cari lettori! Se siete alla ricerca di un buon libro da mettere in valigia prima di partire per le tanto attese vacanze, ho il libro che fa per voi. L’11 luglio arriva nelle librerie “La vendetta di Oreste” di Giovanni Ricciardi, collana Darkside, Fazi Editore. Questa pubblicazione è un giallo particolare che riserva molte sorprese. A condurre l’ennesima indagine è sempre lui, il Commissario Ottavio Ponzetti nato dalla brillante penna di Ricciardi. Non aspettatevi cadaveri e assassini intesi nel modo tradizionale. Ponzetti dovrà compiere un viaggio a ritroso nella memoria di Oreste, esule istriano. Incrocerà un amore spezzato e una storia di vendetta nascosta nella vita segreta di un uomo in fuga, vissuto a cavallo della seconda guerra mondiale.




La vendetta di Oreste
(Le indagini del Commissario Ponzetti #9)
Giovanni Ricciardi
Editore: Fazi
Pagine: 222
Prezzo: € 16,00
Sinossi
Il vecchio Oreste ha un segreto. Poco prima di morire, costretto in un letto d’ospedale, chiede di poter parlare con un amico di famiglia, il commissario Ponzetti. Ma è troppo tardi, e così l’uomo porta via con sé un’oscura verità. Dieci anni dopo, Marco, il figlio di Oreste, invita Ponzetti nell’appartamento dei suoi genitori per mostrargli gli oggetti che ha rinvenuto in una cassaforte e di cui nessuno era al corrente: una pistola risalente alla seconda guerra mondiale e una lettera indirizzata a un misterioso Ulisse da parte di una donna. La scoperta, insieme ad altri dettagli, getta un’ombra sul passato di Oreste, esule istriano giunto a Roma nel 1954, in fuga dalle terre passate alla Jugoslavia all’indomani della guerra e da un clima di intimidazione e violenza.
Da qui parte l’indagine non ufficiale di Ponzetti, che si svolgerà tra Roma, Trieste e la Slovenia, intorno all’enigmatica storia di Oreste: un caso in cui, come sempre, vengono coinvolti il fidato ispettore Iannotta e i familiari del commissario. Una storia che porterà tutti a confrontarsi con il dramma, a lungo taciuto, dell’esodo istriano e dei profughi giuliano-dalmati.



I 5 motivi per leggere il romanzo

Il vecchio Oreste ha un segreto. Poco prima di morire, costretto in un letto di ospedale, chiede al suo vecchio amico Ponzetti, di raggiungerlo. Deve dirgli qualcosa d’importante, ma il Commissario giunge troppo tardi al suo capezzale. Dieci anni dopo Marco, figlio di Oreste, invita Ponzetti nella casa dei suoi genitori per mostrargli il contenuto della cassaforte. Marco ha trovato una pistola, che risale alla seconda guerra mondiale, ancora perfettamente funzionante, e una lettera d’amore indirizzata a un misterioso Ulisse da parte di una donna. Ponzetti inizia una cauta ricerca che lo porterà lontano, nel passato di un esule istriano fuggito nel secondo dopoguerra dalle terre cedute alla Jugoslavia di Tito in un clima di intimidazioni ed esecuzioni sommarie. Cosa ha nascosto, Oreste, per tutta la vita?

In occasione dell’uscita del romanzo, è stato organizzato un blogtour. La mia tappa è dedicata ai 5 buoni motivi per leggere questo libro.

1. Una serie di grande successo. Gli amanti delle serie poliziesche che parlano italiano conoscono e amano la figura del Commissario Ponzetti protagonista di una nutrita serie di gialli. “Chiamatemi pure sbirro. Sono vecchio del mesterie, per queste cose non mi offendo più.” Così si presentava ai lettori il commissario Ottavio Ponzetti in occasione della sua prima indagine: “I gatti lo sapranno.” Ponzetti è un commissario insolito, dal passo stanco e dal pensiero veloce, che al cinismo e agli spari sostituisce l’eroismo di uno sguardo sempre umano e partecipe al dolore delle vicende altrui. Ponzetti è il protagonista di una fortunata serie di romanzi, firmati Giovanni Ricciardi, tra cui “I gatti lo sapranno”, vincitore del premio Belgioioso Giallo 2008; “Il silenzio degli occhi”, finalista al premio Fenice Europa 2012; “Il dono delle lacrime”, candidato al premio Scerbanenco 2014. Ricciardi racconta storie originali macchiate d’ironia, dai finali inattesi e dalla suspense assicurata. L’inchiesta non monopolizza l’intera narrazione ma lascia spazio ai sentimenti, alla famiglia Ponzetti, all’ironia. Colpisce l’umanità di tutti i personaggi che ritroviamo, come novello filo d’Arianna, in ogni libro. Non ci si annoia mai a seguire le indagini del commissario.

2. L’ambientazione. L’indagine non ufficiale di Ponzetti, si svolgerà tra Roma, Trieste e la Slovenia. Un nome, però, mi ha fatto gelare il sangue: l’isola Calva, Goli Otok, uno dei gulag più terribili d’Europa. Per sette lunghi anni, Tito fece rinchiudere, in questa isola della Dalmazia settentrionale, in mezzo all’Adriatico, i suoi oppositori per una rieducazione politica. Quella terra arida divenne teatro di orrori inimmaginabili e dimenticati dalla Storia.

3. La tensione triplica i suoi effetti. Mi piace il personaggio di Ottavio Ponzetti che non fa mistero della sua vita, pubblica e privata, con difetti e pregi che lo rendono simile a noi lettori. L’enigmatica storia di Oreste coinvolgerà anche la famiglia del commissario e il fidato ispettore Iannotta. Ognuno darà il suo contributo per svelare il mistero. Ciò crea una complicità investigativa che porterà i suoi frutti e permette, all’autore, d’innestare varie microstorie sulla trama principale. Questo sottobosco di storie darà la possibilità a Ricciardi di condurci su ben tre livelli di partecipazione emotiva e quindi di tensione. Ho vissuto in prima persona la necessità del protagonista di confidare il suo segreto per poter morire in pace dopo una vita vissuta indossando una maschera. La mia curiosità si è poi accesa grazie alla pistola e alla lettera ritrovate nella cassaforte. Tuttavia il coinvolgimento totale è avvenuto con la lettura degli eventi storici che hanno permesso di ricostruire un puzzle nato dalla fantasia dell’autore ma intriso di verità storica.

4. “La vendetta di Oreste” è un libro storico travestito da giallo. Lo scrittore narra una pagina della nostra Storia attraverso le vicende personali del protagonista Oreste, giunto a Roma nel 1945. Il commissario restituisce a noi lettori un frammento della grande Storia, una pagina drammatica che porterà tutti a confrontarsi con il dramma, a lungo taciuto, dell’esodo istriano e dei profughi giuliano-dalmati. Il dramma delle Foibe e dei campi di concentramento testimoniano una carneficina nata dall’odio politico-ideologico e dalla pulizia etnica voluta da Tito per eliminare dalla futura Jugoslavia i non comunisti e gli italiani.

5. Come avrete compreso dal punto precedente, Il giallo non è più una lettura d’evasione ma diventa un mezzo per informare, per denunciare una situazione storica e sociale del passato. Tra le pagine del libro si respira la passione e il gusto con cui l’autore racconta. Leggendo questo libro è d’obbligo interrogarsi sul senso della vita, sulle azioni degli uomini che hanno caratterizzato la Storia. In un gioco di specchi, di bugie, di omissioni una domanda emerge prepotentemente: “Chi è realmente Oreste?”

Nulla è più spaventoso del rimorso ma giunge, per tutti, il momento in cui bisogna scegliere tra speranza e paura. Ora non vi resta che vestire di giallo la vostra estate e seguire, se volete saperne di più su Oreste e il suo segreto, le altre tappe del blogtour.

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