lunedì 15 luglio 2019

RECENSIONE | "Una bambina cattiva" di Zoje Stage

“Una bambina cattiva” è il romanzo d’esordio di Zoje Stage, pubblicato in Italia da Newton Compton Editori. È un thriller originale e inquietante che esplora gli abissi dell’animo umano regalandoci una lettura mozzafiato. Infatti il titolo è tutto un programma. I bambini scherzano, ridono e giocano ma non tutti sono così. Alcuni hanno la capacità di manipolare chi sta intorno a loro, sicuri di volgere la situazione a proprio favore. Si annoiano con facilità e sono alla continua ricerca di emozioni forti con comportamenti aggressivi. Possono esprimere la loro disobbedienza con urla, morsi e attacchi di rabbia. I fattori che possono portare a questo tipo di comportamento sono molteplici: ereditarietà, errori di educazione dei genitori, fattori ambientali, traumi psicologici. Poi, per non farci mancare niente, dobbiamo prendere in considerazione anche il disturbo dissociativo dell’identità. Sono bambini cattivi?

STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 6
Una bambina cattiva
Zoje Stage

Editore: Newton Compton
Pagine: 336
Prezzo: € 9,90
Sinossi
Suzette Jensen è affitta da una malattia debilitante cronica, ma nonostante i rischi decide di portare avanti una gravidanza, perché è quello che desidera davvero nonostante la fragilità del suo corpo. È così che dà alla luce Hannah, felice di poter finalmente avere una famiglia con suo marito Alex. Ma Hannah non è una bambina semplice. Più cresce e più sembra rifiutare il mondo che la circonda. A sette anni impara a leggere e scrivere, ma si ostina a non pronunciare neppure una parola. Ed è così che Suzette smette di mandarla a scuola, sicura di riuscire a gestire meglio la situazione a casa. Ma accade tutt'altro. Hannah diventa più aggressiva ogni giorno. L'unico momento in cui sembra calmarsi è quando suo padre è presente. Agli occhi di Alex, infatti, è il ritratto della brava bambina, semplice-mente precoce rispetto ai suoi coetanei. Ma Suzette sa che c'è molto di più. E sa che sua figlia non la ama, ma cova un odio viscerale nei suoi confronti. Un odio che peggiora di giorno in giorno...


La mamma a volte era una piovra che brandiva una lama affilata con i tentacoli.
E ancora:
Io non sono Hannah, il mio nome è Marie-Anne Dufosset.

MAD, pazza.
Alex e Suzette hanno coronato il loro amore con il matrimonio. Entrambi desiderano una famiglia e quando nasce la loro bambina, Hannah, sono al settimo cielo. La felicità, però, ha vita breve. Hannah, che oggi ha sette anni, non parla. Non ha mai pronunciato una parola e i controlli medici escludono un problema fisico. La bambina e Suzette trascorrono molto tempo insieme, Hannah è riuscita a farsi espellere da tutte le scuole in cui l’hanno mandata. Le cose tra madre e figlia non vanno per il verso giusto. Hannah è una bambina difficile, spesso capricciosa e aggressiva. Ogni giorno che passa diventa sempre più ostile verso la madre mentre adora il padre. In presenza di Alex, Hannah recita il ruolo della brava bambina, un angioletto bisognoso d’affetto per sbloccarsi. Suzette percepisce a pelle l’odio viscerale che Hannah prova nei suoi confronti. Un odio che peggiorerà fino a diventare una vera e propria minaccia.

Passare dall’essere una coppia a essere una famiglia può infrangere i propri sogni. Diventare genitori vuol dire dover affrontare pesanti responsabilità e ciò cambia la relazione tra marito e moglie. Avere poi una figlia come Hannah rende tutto più complicato.  Ci sono angoscia, paura e repressione tra le pagine di questo romanzo. È sicuramente difficile schierarsi con uno dei personaggi che animano la storia, non ci sono angeli e qualche demone si è forse intrufolato in questa famiglia davvero problematica.

Suzette, la madre, si considera la paladina degli errori genitoriali. Si sente costretta, consumata dalle difficoltà quotidiane del fare da madre a Hannah e dalla delusione cronica per il proprio corpo (è affetta dal morbo di Crohn).

Alex, padre in carriera, vede solo ciò che piace a lui: Suzette è una madre perfetta, Hannah è una bambina adorabile. In questa famiglia perfetta non c’è posto per le insinuazioni e le lamentele di Suzette. Non è Hannah a fare cose strane sono gli altri che non la comprendono.

Hannah è una bambina convinta che Suzette voglia sbarazzarsi di lei. Vede la scuola come il luogo in cui la mamma cerca di abbandonarla. Solo il papà le vuol bene e lei non vuole dividerlo con la mamma. Il papà dovrà essere tutto suo, a qualunque costo.

Attraverso flashback, traghettatori del passato nel tempo presente, conosciamo Alex e Suzette. I due giovani si amano e hanno deciso d’intrecciare i loro destini, nella buona e nella cattiva sorte. Quando nasce Hannah, la famiglia si trasforma in uno strano, tragico triangolo di amore filiale, gelosie, legami familiari e passione. L’illusione di famiglia perfetta s’infrange sugli scogli dell’imperfezione. Tutti nuotano nel mare delle colpe. Non pensate a verità nascoste, non ci sono scheletri nell’armadio ma ognuno vuole qualcosa e non è disposto a fare un passo indietro. Una guerra psicologica senza esclusioni di colpi, senza una marcata distinzione tra cacciatore e preda.

“Una bambina cattiva” è un mix tra thriller psicologico e domestic, una storia appassionante fuori dagli schemi. L’autrice affronta con abilità e precisione il delicato tema delle complicate dinamiche dei rapporti di coppia. Il punto di forza di questo romanzo è proprio la perfetta costruzione dei personaggi che danno vita a una famiglia per nulla perfetta. Tutti sono innocenti, tutti sono colpevoli. Per questo la famiglia tiene in pugno il lettore che assiste a un gioco perverso in cui la violenza è una delle carte vincenti. Zoje Stage muove le fila e ci conduce per vie impervie con un crescendo di tensione e un susseguirsi di colpi di scena fino al finale all’altezza delle aspettative. C’è una morale in questa storia? La Cattiva bambina può trasformarsi in una brava bambina? C’erano una volta le illusioni, il re e la regina si erano promessi amore eterno. Poi nacque lei, la principessa. Tutto mutò.

4 commenti:

  1. Meno male che ci sei tu, a gettare luce sui presunti Grandi thriller della Newton Compton. E a dire che questo non va giudicato, no, dalla copertina. :)

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    1. La cover non piace molto neanche a me! La trama invece merita :)

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  2. Le storie in cui i legami famigliari, in particolare quelli meno sani, sono protagonisti, mi attirano molto; lì dove c'è spazio per suspense e psicologia, mi affaccio volentieri :)

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  3. Qui troverai sicuramente tematiche affascinanti :)

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