giovedì 2 maggio 2019

RECENSIONE | "Canta, spirito, canta" di Jesmyn Ward

Ho amato “Salvare le ossa” e ho atteso con trepidazione il secondo volume della serie della trilogia di Bois Sauvage. Oggi l’attesa è finita, Jesmyn Ward torna nelle librerie con “Canta, spirito, canta”, traduzione di Monica Pareschi, per NN Editore. Così mi son comodamente seduta sul mio divano, pronta a rimettermi in viaggio verso Bois Sauvage, Mississippi. Ho portato con me il ricordo struggente del primo romanzo che dava voce a un gruppo di ragazzini nei giorni precedenti l’arrivo dell’uragano Katrina. Ho ripreso in mano il primo libro e ho ritrovato la frase citata nel finale:
Legherò i pezzi di vetro e mattone con lo spago e appenderò i frammenti sopra il letto, in modo che brillino nel buio e raccontino la storia di Katrina.
È in questo momento, come scrive la traduttrice Monica Pareschi, che i protagonisti di “Salvare le ossa” passano il testimone ai protagonisti di “Canta, spirito, canta. La furia della natura, infatti, cede il posto alla furia dell’uomo e in un canto di preghiera si erge la voce degli emarginati in un Paese segnato dalla ferita della schiavitù. Una ferita ancora sanguinante che lacera la carne con le catene del dolore che vola via sulle ali del tempo.

Scriveva Khalil Gibran: “La vita senza libertà, è come un corpo senza lo spirito.” Spiriti che fluttuano tra di noi, che trasformano il loro dolore in canto. Un canto dolce e disperato, un canto triste e pieno di speranza, un canto che è quasi un lamento e diventa un grido e poi un urlo. Un canto per poter tornare a casa. Finalmente a casa.

STILE: 9 | STORIA: 9 | COVER: 9
Canta, spirito, canta
(Trilogia di Bois Sauvage #2)
Jesmyn Ward (Traduzione di M. Pareschi)

Editore: NN Editore
Pagine: 320
Prezzo: € 18,00
Sinossi
Jojo ha tredici anni, e cerca di capire cosa vuol dire diventare un uomo. Vive con la madre Leonie, la sorellina Kayla e il nonno Pop, che si prende cura di loro e della nonna Mam, in fin di vita. Leonie è una presenza incostante nella vita della sua famiglia. È una donna in perenne conflitto con gli altri e con se stessa, vorrebbe essere una madre migliore ma non riesce a mettere i figli al di sopra dei suoi bisogni. Quando Michael, il padre di Jojo e Kayla, esce di prigione, Leonie parte con i figli per andarlo a prendere. E così Jojo deve staccarsi dai nonni, dalla loro presenza sicura e dai loro racconti, che parlano di una natura animata di spiriti e di un passato di sangue. E mentre Mam si spegne, gli spiriti attendono, aggrappati alla promessa di una pace che solo la famiglia riunita può dare.


Quando racconta, la sua voce è come una mano tesa che mi accarezza la schiena, e posso schivare la paura di non riuscire mai a stare a testa alta come lui, a essere sicuro di me come Pop è di se stesso. Allora rimango lì a sudare, incollato alla sedia della cucina, che adesso è così calda per la capra che bolle, così calda che le finestre sono appannate, e il mondo intero sta tutto in questa stanza dove siamo io e Pop.
Jojo è un ragazzino di 13 anni, e cerca di capire cosa vuol dire diventare uomo. Vive con la madre Leonie, la sorellina Kayla e il nonno Pop, che si prende cura di loro e della nonna Mam, in fin di vita. Leonie è una madre spesso assente, non riesce a mettere i figli al di sopra dei suoi bisogni. Quando Michael, il padre di Jojo e Kayla, esce di prigione, Leonie decide di andarlo a prendere portando con sé i bambini. Per Jojo, lasciare i nonni vuol dire staccarsi dalla loro presenza rassicurante e dai loro racconti che parlano di una natura animata di spiriti e di un passato di sangue. Mentre Mam dice addio alla vita, gli spiriti attendono sperando in una promessa di pace, in un ritorno a casa che solo la famiglia riunita può dare.

“Canta, spirito, canta” è un romanzo che sussurra alle ombre, che guarda nelle profondità dell’animo umano e coglie l’essenza dei legami,  dei vincoli di sangue, delle verità taciute, dei racconti iniziati e mai finiti. È una storia che si scaglia sulla coscienza del lettore e ne imprigiona il cuore cullandolo con nenie dolci e crudeli. Sì, il mondo si prende gioco dei vivi e li tormenta dal principio alla fine.

È così che il mondo ripaga Mam. Lei ha fatto sempre del bene, la vita le ha regalato il cancro, “un serpente che le strisciava lungo le ossa.” Al suo fianco c’è Pop, colonna della famiglia, un nonno che si occupa dei nipoti e cerca di guidarli lungo il sentiero dell’esistenza. Il cammino però è tutto in salita, ogni passo è reso difficoltoso dal peso delle catene che imprigionano l’animo dell’uomo e lo trascinano giù verso un passato di morte che canta il suo nome. La sua rabbia è chiusa nel suo cuore e attende l’arrivo della tempesta da cui sgorgherà la verità. Verità anelata da spiriti che si palesano al fianco dei più giovani componenti della famiglia e che “vivono” quando le strisce di meth vengono sniffate da Leonie regalandole la visione di Given, il giovane fratello morto in circostanze poco chiare. Leonie, tre sillabe piene di delusione. Leonie che ha in sé tanta rabbia e permette alla droga di aprirle le porte del baratro.

Jojo e Kayla sono “ciascuno la luce dell’altro”, il loro rapporto è unico e speciale. Jojo è il tronco che dà riparo a Kayla, è la sua forza, la sua speranza. Intorno a loro la vita non è facile, hanno una mamma incapace di liberare l’amore che ha in sé e hanno un papà Bianco allontanato dai suoi genitori Bianchi perché ama la Nera Leonie. Bianchi e Neri. Così, mentre i Neri ricordano le terribili catene, i Bianchi sono schiavi dei loro pregiudizi. Sicuramente non si può fuggire da ciò che è nella nostra testa e in loro non ci sarà pentimento, non ci sarà cambiamento. L’odio scorre nelle vene dei Bianchi e non c’è pace. La schiavitù ha però tanti aspetti: si è schiavi della fame, dell’amore, del desiderio, dei sogni. Si è schiavi dei ricordi, si è schiavi di una morte brutale e orribile, tanto che nemmeno Dio ce la fa a guardare. Allora il rumore delle catene si trasforma in canto, lo spirito cerca la pace come un assetato cerca l’acqua. È un canto di parole al contrario, un vento che scompiglia le acque, è una buca nella nuda terra, è una mano che stritola il cuore.

“Canta, spirito, canta” è un romanzo che ipnotizza e conquista con una storia struggente in cui la rabbia e l’odio per questo mondo lottano con l’amore per la vita. La Morte striscia silenziosa, lascia che gli uomini la guardino in faccia e sorride perché la vita, a volte, ferisce più della stessa morte. Non privatevi del piacere di leggere questo libro. Potrete rifugiarvi sotto una coperta di sogni, dissetarvi alla fonte della vita, accarezzare chi non c’è più e volare seguendo “l’Uccello a squame, che con tutti gli spiriti ha spiccato il volo su un’onda di vento, così da tornare, finalmente, a casa.”

4 commenti:

  1. Non mi arriva! Postino, ti odio. 😭

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    1. L'attesa sarà ricompensata da una lettura strepitosa :)

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  2. anch'io ho letto con molto coinvolgimento il primo libro della trilogia, e spero di leggere presto questo, anche perchè sto leggendo i primi pareri sul romanzo e ne sono ancor di più attratta *_*

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    1. Tornare a Bois Sauvage sarà sicuramente emozionante e travolgente :)

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