giovedì 4 aprile 2019

RECENSIONE | "I provinciali" di Jonathan Dee

È da oggi in libreria “I provinciali” di Jonathan Dee, traduzione dall’inglese di Stefano Bortolussi, Fazi Editore. L’autore ci mostra un ritratto al vetriolo dell’America di Trump dando vita a un romanzo capace di far sorridere e al tempo stesso riflettere sulla società di questo grande Paese in cui il risentimento e i disinganni hanno mostrato il lato oscuro del sogno americano.

STILE: 8 | STORIA: 9 | COVER: 7
I provinciali
Jonathan Dee (traduzione di S. Bortolussi)

Editore: Fazi
Pagine: 440
Prezzo: € 20,00 
Sinossi
Howland, Massachusetts. Mark Firth è un imprenditore edile con grandi ambizioni ma scarsa competenza negli affari, tanto da aver affidato tutti i suoi risparmi a un truffatore; lo sa bene sua moglie Karen, preoccupata per l’istruzione della figlia: sarebbe davvero oltraggioso per lei se la piccola dovesse ritrovarsi nei pericolosi bassifondi della scuola pubblica. Il fratello di Mark, nonché suo eterno rivale, è un agente immobiliare che ha mollato la precedente fidanzata sull’altare e ha una relazione con la telefonista della sua agenzia. C’è poi Candace, la sorella, che è insegnante alla scuola pubblica locale e coltiva una storia clandestina con il padre di una delle sue allieve… Gli abitanti della cittadina sono tutti accomunati dalla diffidenza nei confronti dei turisti della domenica, abitanti della grande metropoli che possono permettersi una seconda casa in provincia: gente disposta a spendere cinque dollari per un pomodoro, perché ignora il valore di un pomodoro quanto quello di cinque dollari. Sarà proprio uno di loro a far precipitare il fragile equilibrio della comunità. In seguito all’Undici Settembre, infatti, il broker newyorkese Philip Hadi, sapendo grazie a “fonti riservate” che New York non è più un posto sicuro, decide di traslocare a Howland insieme a moglie e figlia. Arriverà a tentare la carriera nella politica locale, suscitando idolatria in alcuni e odio feroce in altri…



Quando avrebbero smesso, tutti quanti, e ripreso a comportarsi come se non ci fosse nessuno che li guardava? Erano tutti ancora vivi. Erano ancora le stesse, brutte persone che erano sempre state. Avrebbero dimenticato quei momenti, perché la gente fa così, dimentica quello che prova. Tutti ridiventano animali. Tutti ridiventano selvaggi.
Howland, Massachusetts. Mark Firth è un imprenditore edile con grandi ambizioni ma scarsa competenza negli affari. Ha perso un bel po’ di denaro affidando i suoi risparmi a un truffatore e sua moglie Karen è preoccupata per il futuro della loro figlia. Sarebbe oltraggioso per lei lasciare la dorata scuola privata per ritrovarsi nei bassi fondi della scuola pubblica. Il fratello di Mark è un agente immobiliare mentre Candace, la sorella, è insegnante alla scuola pubblica locale e ha una relazione clandestina con il padre di una delle sue allieve. Gli abitanti di Howland sono tutti molto diffidenti versi i ricchi turisti della domenica che poi acquistano in zona una seconda casa per le vacanze. Il turismo è la maggior fonte di guadagno per la cittadina ma si rivela anche fonte di perplessità  e sospetto. È gente, si sussurra, disposta a spendere cinque dollari per un pomodoro, perché ignora il valore di un pomodoro quanto quello di cinque dollari. A mettere alla prova il fragile equilibrio della comunità, sarà il broker newyorkese Philip Hadi. Dopo l’attentato dell’11 settembre, New York non è più un posto sicuro e il miliardario Hadi, insieme alla sua famiglia, decide di traslocare a Howland. Arriverà a tentare la carriera nella politica locale, suscitando ammirazione sconfinata in alcuni e odio in altri.

In questo romanzo vengono affrontati temi universali che ancora ci appartengono come il rapporto dell’individuo con la famiglia, con la propria città, con l’altro sesso, con il mondo del lavoro e della politica. Gli attentati dell’11 settembre hanno sconvolto e mutato i destini di molti. Anche nel piccolo mondo chiuso della provincia arriva quest’onda di cambiamento rappresentata dal miliardario Hadi. Egli considera la cittadina come un nuovo territorio da colonizzare facendosi eleggere sindaco, rinunciando al suo stipendio, diminuendo le tasse e aiutando, con soldi suoi, le imprese locali in difficoltà. Fa anche installare due telecamere alle estremità della via principale in nome di una maggiore sicurezza e poco importa se limitano la libertà dei cittadini.

Per Mark, Hadi è una guida, un uomo saggio e discreto. Di opinione opposta è invece Gerry che considera il miliardario come un uomo potente che fa ciò che vuole.

Così per alcuni Hadi è un benefattore, per altri è un uomo pronto a esercitare un’influenza determinante sulla vita politica e sociale. Egli ha un modo tutto suo di far politica e spesso trova il modo di raggirare le regole sempre, naturalmente, per il bene della comunità.
Se si lascia che tutti votino su tutto, si ottengono solo rovinosi compromessi e mezze misure.
Sulla crisi economica e sul senso di perenne insicurezza, Hadi costruisce la sua tela aspettando la fine dell’emergenza attentati perché tutto rientri nella normalità e la vita ritorni a scorrere tra meschinità, frustrazioni e impazienze. C’è la voglia, negli abitanti di Howland, di migliorare la propria esistenza per diventare uomini e donne di successo. Pensare in grande non è sbagliato ma bisogna esser pronti ad accettare le conseguenze che la scalata al potere ha in serbo per noi.

Con penna affilata Jonathan Dee, già finalista al premio Pulitzer con “I privilegiati”, ci presenta numerosi personaggi che hanno tutti una storia da raccontare. Oltre a Mark, interessato a far soldi, troviamo sua sorella Candace che si ritrova a doversi occupare dei suoi anziani genitori senza l’aiuto dei fratelli. Poi c’è il padre di Mark e Candice, arrabbiato con la moglie perché sta invecchiando e per la sua demenza senile. Questi sono solo alcune delle storie narrate e sapientemente mescolate insieme. Tutti i personaggi presentano una psicologia complessa e nutrono sentimenti di insoddisfazione, rabbia, delusione. Per loro il sogno americano è diventato un incubo. Aver duramente lavorato non garantisce più il successo. Hadi appare come il salvatore della cittadina, qualcuno in cui sperare. I suoi soldi trasformano la cittadina in un paradiso terrestre ma a quale prezzo.  Per trasformarsi da cittadini, attivi e partecipi, in sudditi basta un attimo.

“I provinciali” è una storia a tratti malinconica, a tratti divertente, narrata con una prosa pacata e raffinata. Lo scrittore non esprime alcun giudizio morale. Egli descrive l’universo-provincia con lo sguardo rivolto all’intera società. Attraverso il duro lavoro, la determinazione, il coraggio è possibile raggiungere un migliore tenore di vita. Questo vale per tutti gli uomini ma l’attenzione deve sempre rimanere vigile. Se ci dicono di cercare i nostri nemici oltreconfine e oltreoceano, è più probabile, la storia insegna, che i nemici siano sotto il nostro naso. Non bisogna chinare il capo e affidarsi a un Santo protettore in veste di politico. Così come dobbiamo sempre mettere la faccia in ciò che facciamo e pensiamo. Non bisogna essere grandi pensatori per rendersi conto che pochi uomini si espongono in prima persona. Internet nasconde l’identità e così ci si sente liberi di esprimere le proprie idee senza timore. Ma nel mondo reale come ci comportiamo? Abbiamo paura di perdere il nostro “status” e votiamo di conseguenza consegnando il nostro futuro e il futuro del nostro Paese in mani non sicure. Mai crogiolarsi nella mancanza di soluzione ai nostri problemi. Siamo noi gli artefici del nostro futuro.

“Chiedere giustizia ai potenti era un errore tattico. Nel farlo rinunciavi alla sola arma a tua disposizione: privarli del potere di dire no.”

8 commenti:

  1. Tu e le tue recensioni... Un guaio!

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    1. Anche le tue recensioni sono un "guaio" per me, ma è così bello allungare la lista dei libri da leggere!

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  2. Mi intriga! Ho in libreria anche I privilegiati e penso lo inizierò in questi giorni, tanto per farmi un'idea dello stile dell'autore. Recensione come sempre chiarissima :)

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    1. Io non ho letto "I privilegiati", aspetto la tua recensione con vivo interesse :)

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  3. Caspita. Già mi attirava la copertina, adesso anche la tua recensione! Mannaggia...

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  4. Questo l'avevo notato, è in lista *_*
    Un romanzo americano nel vero senso del termine, mi pare ;)

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    1. Sì, un ritratto della società americana in questo periodo così difficile e tragico. Un saluto :)

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