Carissimi lettori, ieri ho concluso la lettura di un romanzo
che mi ha coinvolta in un turbine di emozioni scaturite da una scrittura
incisiva e poetica che da voce al dolore nato dal male.
Il mondo è un posto pericoloso, non a causa di quelli che compiono azioni malvagie, ma a causa di coloro che stanno a guardare senza fare niente. (Albert Einstein)
Il libro, oggetto della mia recensione, è “Caterina” di
Vincenzo Zonno per la collana Ombre di Watson edizioni.
STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 8
|
Vincenzo Zonno
Editore: Watson
Editore: Watson
Pagine: 152
Prezzo: € 14,00
Prezzo: € 14,00
Sinossi
Cat è un'adolescente che, dopo aver perso prematuramente la madre, vive e lavora nel piccolo circo itinerante gestito dal patrigno. Sogna di diventare una funambola, ma la realtà è dura e avara di soddisfazioni. L'uomo che dirige la compagnia e che dovrebbe farle da padre è severo e autoritario, così come il resto degli artisti che provano invidia o indifferenza. Quando il circo si stabilisce in una foresta isolata dal più vicino centro urbano iniziano ad accadere eventi misteriosi. La natura che li circonda sembra nascondere segreti al limite dell'illusione, in un continuo vortice onirico, sempre a metà tra il sogno spettrale e la realtà, tra l'allucinazione e la macabra certezza di essere osservati. Qualcosa di oscuro si muove tra le ombre del tempo.
Attraverso un minuscolo vetro non più giovanissimo e corrotto in tutta la propria circonferenza, l’anima selvaggia della natura entrò giusto un paio di minuti e osservò questo esile e nuovo mondo. E si stupì di ciò che vide.
Con queste parole ricche di promesse inquietanti, lo
scrittore ci accoglie in un mondo affascinante e profondamente pervaso da un
freddo sentimento di morte. Tra sogno e realtà il romanzo presenta varie chiavi
di lettura ma sicuramente seduce il lettore con un abbraccio dall’intensa emozione affettiva.
Cat era una ragazzina orfana di madre. Viveva e lavorava nel
piccolo circo itinerante gestito dal patrigno “Boris il Bulgaro”, un uomo
arrogante e violento. Per lei mai una parola gentile, tutti la consideravano
pura manovalanza. Eppure Cat sognava un numero da funambola sulla corda
elastica. Sognava un rapporto diverso con gli artisti del circo che provavano,
per lei, solo invidia o indifferenza. Conosceremo gli acrobati Boris e Ivan,
Tania e i suoi barboncini ammaestrati, Tony lanciatore di coltelli e il Bulgaro
con i suoi burattini. Saremo spettatori del circo e della sua magia fatta di
luci e ombre, sorrisi e tristezza, gioia e dolore.
Quando il circo si stabilisce in una foresta isolata,
iniziano ad accadere eventi misteriosi. La natura che li circonda sembra
nascondere segreti al limite dell’illusione che innescano un vortice onirico
sospeso tra il sogno spettrale e la realtà. Dal passato giungono voci straziate
dal dolore e il circo non regalerà più sogni ma “qualcosa” trasformerà
l’incanto in un terribile incubo.
Cat è un’adolescente dal passato avvolto nel mistero,
custodisce nella sua mente violenze mai narrate camminando in equilibrio sul
filo della follia. Nel romanzo il mondo si capovolge, i carnefici diventano
prede e la vendetta si maschera da giustizia. In una luccicante metafora ho
interpretato il romanzo come una resa dei conti sul territorio della follia.
Riflettete un attimo e pensate quante volte, noi tutti, ci siamo comportati da
burattini mossi da fila invisibili che plasmano le nostre azioni e sfregiano la
nostra anima. Capita di volger lo sguardo altrove davanti all’ingiustizia. Non
vedere, non sentire e non parlare! La realtà allora si capovolge e Vincenzo
Zonno (se non lo avete già fatto leggete “Non è un vento amico”, romanzo
storico prima opera dell’autore) non fa sconti a nessuno e ci presenta le
conseguenze delle nostre azioni creando un romanzo dove il confine tra sogno e
realtà si confonde fino a naufragare nell’orrore. Tra le pagine del libro respirerete la paura,
in un crescendo di tensione emotiva, con forme che appaiono dal nulla e nel
nulla svaniscono. In un mondo ostile Cat ha subito particolari attenzioni che
le hanno lacerato l’anima. Le molestie di ieri diventano i moventi di oggi!
Quando è il buio a comandare, chiunque può essere il mostro, chiunque la vittima.
Prestate molta attenzione alla cover del libro realizzata da
Vincenzo Pratticò. Il potere evocativo di questa immagine mi ha coinvolta
subito pensando a viaggi onirici e riflettendo sulla figura del cigno nero.
La mia anima è un battello incantato che come ogni cigno addormentato fluttua sulle onde d’argento del tuo canto. (Percy Bysshe Shelly)
Così come il cigno nero è una nascita rara anche la natura
può sfuggire ai modelli che tutti conosciamo. L’uomo ama il tangibile, ciò che
può toccare e vedere. Teme, invece, ogni cosa che sfugge al suo controllo. Per
me Cat è un cigno nero tra tanti cigni bianchi. Vedete la nostra conoscenza è
fragile perché la realtà non è il bianco assoluto, dobbiamo accettare
l’eccezione del cigno nero. Cat è un’eccezione! Rappresenta l’incertezza del
ruolo, ciò che non si conosce ha sicuramente più fascino di ciò che si sa. Cat
è fascino!
Il finale di questo intenso thriller psicologico è davvero
enigmatico. Cat intraprenderà un lungo viaggio verso un’isola misteriosa. La
ragazzina appare prigioniera della sua follia ma i confini, si sa, non limitano
ma liberano l’anima. Ora lasciate che il cigno nero si rifletta nei vostri
occhi. Lasciate che il flusso di profonde emozioni conquisti la vostra
razionalità e accomodatevi, al circo della vita lo spettacolo sta per iniziare.
Condivido ogni parola, è un libro che ti trascina in una grande allucinazione, non distingui il reale dal sogno. la protagonista mi ha suscitato tristezza e tenerezza insieme...
RispondiEliminaSì, Cat è disarmante nella sua fragilità. Nel mondo capovolto, però, la verità potrà danzare libera e io non posso che subire il fascino della danza vendicatrice :)
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