Grazie a Fazi Editore ho scoperto “Il giardino di
Elizabeth”, un romanzo di ispirazione autobiografica della scrittrice britannica
nota come Elizabeth Von Arnim, pubblicato nella prima edizione in lingua
inglese nel 1898 con lo pseudonimo di Elizabeth, senza cognome. Metafora della
vita, il giardino diventa luogo in cui è possibile trovare equilibrio e pace
interiore, lontano da una società superficiale votata al dio-uomo e alla
donna-sottomessa.
STILE: 7 | STORIA: 8 | COVER: 8
|
Elizabeth von Arnim
Editore: Fazi
Editore: Fazi
Pagine: 180
Prezzo: € 16,50
Prezzo: € 16,50
Sinossi
In fuga dall’opprimente vita di città, l’aristocratica Elizabeth si stabilisce nell’ex convento di proprietà del marito, un luogo isolato e carico di storia in Pomerania. A vivacizzare le giornate della signora ci sono le tre figlie – la bimba di aprile, la bimba di maggio e la bimba di giugno –, le amiche Irais e Minora, ospiti più o meno gradite con le quali intrattiene conversazioni brillanti e conflittuali, sempre in bilico fra solidarietà e rivalità femminile, e poi c’è lui, l’Uomo della collera, «colui che detiene il diritto di manifestarsi quando e come più gli piace». Ma soprattutto c’è il giardino, una vera e propria oasi di cui Elizabeth si innamora perdutamente. Estasiata dalla pace e dalla tranquillità del luogo, trascorre le ore da sola con un libro in mano, immersa nei colori, nei profumi e nei silenzi, cibandosi soltanto di insalata e tè consumati all’ombra dei lillà. Mentre le stagioni si susseguono, Elizabeth ritrova se stessa, i suoi spazi, i suoi ricordi e la sua libertà. Una storia che ha molto di autobiografico narrata da una donna più avanti del suo tempo: una donna di mondo coraggiosa e irriverente che parla a tutte le donne di oggi. Uscito per la prima volta nel 1898 in forma anonima, Il giardino di Elizabeth, primo romanzo di Elizabeth von Arnim, ebbe da subito un successo clamoroso.
7 maggio
Adoro il mio giardino. Ed è proprio in giardino, nella magnificenza del tardo pomeriggio, che sto scrivendo queste pagine, con le zanzare che non mi lasciano in pace e la tentazione di alzare gli occhi per guardare il tripudio delle giovani foglioline lavate dal fresco piovasco di mezz’ora fa. Mi fanno compagnia due gufi, e la loro lunga conversazione mi delizia quanto il canto degli usignoli.
Dopo aver vissuto per cinque anni a Berlino, l’aristocratica
Elizabeth decide di abbandonare la città per stabilirsi in Pomerania, nell’ex
convento di proprietà del marito, il conte Von Arnim. Il luogo solitario
conquista la signora che trascorre le sue giornate con le tre figlie – la bimba
di aprile, la bimba di maggio e la bimba di giugno – e le amiche Irais e
Minora, ospiti più o meno gradite.
Le visite dei parenti non sono mai apprezzate. Il loro andar via è fonte di piacere.
A completare il quadretto familiare c’è lui, il marito,
chiamato da Elizabeth “l’Uomo della Collera”.
Colui che detiene il diritto di manifestarsi quando e come più gli piace.
Ma, soprattutto, c’è il giardino, il grande amore di
Elizabeth in cui trascorre le ore in beata solitudine.
La frenesia di stare sempre con i propri pari, e la paura di essere lasciati soli per poche ore, è per me del tutto incomprensibile. Io sono capace d’intrattenermi benissimo da me stessa per settimane di seguito, senza accorgermi per nulla, se non per la pace che mi pervade, di essere stata sola.
In questa oasi di pace Elizabeth legge, sogna, scrive
circondata dalla bellezza dei fiori e dei colori, immersa nei profumi e nel
silenzio. In lei c’è un’autentica determinazione a voler esser qualcosa di più
di una buona moglie tedesca.
La gente qui intorno è persuasa che io sia, per metterla nei termini più gentili possibili, oltremodo eccentrica; perché si è sparsa la voce che passo la giornata fuori all’aria aperta con un libro, e che occhi mortali ancora non mi hanno visto cucire o cucinare. Ma perché cucinare, quando puoi trovare qualcun altro che cucina per te?
Leggendo questo breve diario autobiografico sono stata
coinvolta con tutti i sensi nella vita della protagonista. La vista per
ammirare le bellezze del giardino. L’olfatto per percepire il profumo dei
fiori. L’udito per ascoltare il cinguettio degli uccelli, lo scroscio della
pioggia, la voce della natura. Il gusto per assaporare il tè, comodamente
seduta all’ombra di un magnifico albero. Il tatto per esser a contatto diretto
con fiori e piante.
Ho condiviso, con Elizabeth, riflessioni e pensieri che, vi
meraviglierà, trovano terreno fertile anche oggi, nella nostra difficile e
complessa società. Elizabeth parla alle donne del nostro presente. Parla del
rispetto dovuto alle donne, considerate dalla legge del tempo “come idiote”.
Descrive una società superficiale schierandosi contro il maschilismo. Non
approva la superficialità delle donne che accettano “la superiorità maschile”.
Non accetta l’esclusione delle donne dalla vita politica, costrette a subire in
silenzio le violenze dell’uomo-padrone. Il diario, ambientato alla fine
dell’800, rende il giardino il fulcro della narrazione, è un luogo sicuro e
lontano dalle cattiverie del mondo. Nella solitudine Elizabeth scopre la
felicità di un’esistenza libera, non deve nascondere il suo amore per i libri,
non deve sopprimere la sua voglia di scrivere. Sicuramente non è facile vivere
il conflitto tra libertà e oppressione, desideri e doveri.
Che risurrezione di bellezza c’è nel mio giardino e di brillante speranza nel mio cuore.
“Il giardino di Elizabeth” è un delizioso diario che ho
letto con vero piacere. Ho apprezzato la scrittura semplice ma incisiva, le
descrizioni della natura che diventano un tutt’uno con le riflessioni della
protagonista. Riflessioni ancor oggi valide a testimonianza di un romanzo
sempre attuale. Un diario coraggioso per l’epoca, un diario che mostra il
coraggio delle donne. Passare dai pensieri ai fatti è ciò che la donna ha
realizzato nella sua lunga risalita verso quella dignità che tutti abbiamo per
nascita.
Ora ho deciso di leggere “La fattoria dei gelsomini”, voglio
conoscere meglio questa scrittrice. Voi avete già letto altre opere di
Elizabeth Von Arnim? Cosa ne pensate? Sono curiosa di conoscere i vostri
pareri.
Non ho letto nulla di lei, ma la trama (e anche il titolo) mi hanno rubato il cuore. Anche per me i giardini sono la mia oasi di pace, grazie alle belle giornate di sole, agli alberi e alla piante riesco quasi sempre a ritrovare la calma.
RispondiEliminaVorrei tanto leggere questo libro.
Se ami la natura non puoi perdere questo romanzo :)
EliminaSento parlare molto di questa scrittrice e in web mi passano davanti agli occhi i suoi romanzi, ma finora non le ho dato spazio. Devo prefiggermi di farlo in quest'anno!!
RispondiEliminaAnch'io non conoscevo quest'autrice, ora ho deciso di leggere altri suoi lavori per approfondire le tematiche trattate con un sorriso e una pugnalata :)
EliminaHo letto anch'io da poco Il giardino di Elizabeth e ne sono rimasta piacevolmente colpita: non mi aspettavo un romanzo tanto delicato e importante per le riflessioni che propone!
RispondiEliminaSono rimasta anch'io piacevolmente sorpresa da questo romanzo. Ora sto leggendo "La fattoria dei gelsomini", un ritratto ironico e profondo dell'aristocrazia inglese e del matrimonio :)
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