lunedì 15 gennaio 2018

RECENSIONE | "L'alienista" di Caleb Carr

A volte sento la necessità di leggere un romanzo diverso dal genere che preferisco. Chi mi segue sa che adoro i thriller, serial killer e omicidi mi affascinano, tuttavia, non so come ne perché, finisco sempre per acquistare libri che si rivelano storie nere. È come percepire un richiamo a cui non posso e non voglio resistere. Quindi, con l’idea del cambiamento, mi sono ritrovata tra le mani un romanzo che mi ha incuriosita per la cover e per il titolo. Naturalmente si è rivelato un thriller storico molto originale.

STILE: 8 | STORIA: 9 | COVER: 8
L'alienista
Caleb Carr (traduzione di A. Biavasco e V. Guani)

Editore: Newton Compton
Pagine: 475
Prezzo: € 10,00
Sinossi
New York 1896. Il reporter John Schuyler Moore riceve la chiamata inaspettata di Laszlo Kreizler - psicologo e "alienista" -, un suo amico di vecchio corso. Il dottore lo prega di raggiungerlo al più presto per assistere al ritrovamento di un cadavere. Il corpo è stato orrendamente mutilato e poi abbandonato nelle vicinanze di un ponte ancora in costruzione. La vista di quel macabro spettacolo fa nascere nei due amici un proposito ambizioso: è possibile creare il profilo psicologico di un assassino basandosi sui dettagli dei suoi delitti? In un'epoca in cui la società considera i criminali geneticamente predisposti, il giornalista e il dottore dovranno fare i conti con poliziotti corrotti, gangster senza scrupoli é varia umanità. Scopriranno, a loro spese, che cercare di infilarsi nella mente contorta di un assassino può significare trovarsi di fronte all'orrore di un passato mai cancellato. Un passato pronto a tornare a galla di nuovo, per uccidere ancora.

Fu allora che lo vidi…

La sfortunata creatura aveva i polsi legati dietro la schiena e le ginocchia piegate in maniera tale che il viso poggiava contro la passerella di acciaio. Di calzoni o scarpe non vi era traccia; soltanto un calzino penzolava patetico da un piede. Ma quello che non gli era stato fatto…

Il viso non sembrava contuso né livido, ma al posto degli occhi restavano solo orbite cavernose e sanguinolente. Dalla bocca spuntava un brandello di carne di incerta provenienza. Sulla gola vi era un enorme squarcio e l’addome era solcato da tagli incrociati che lasciavano intravedere gli organi interni. La mano destra era stata tranciata di netto. I genitali erano stati mutilati e inseriti fra le mascelle. Anche le natiche erano state asportate, con tagli netti e profondi.
Con questa descrizione orripilante ci accoglie la città di New York nel 1896. Eppure, vi sembrerà strano, il fascino di questa storia non nasce dagli omicidi o dalle indagini per fermare uno spietato serial killer ma scaturisce da tutto ciò che ruota intorno alla nascita di un modello investigativo inimmaginabile per l’epoca e per le teorie rivoluzionare di colui che tutti chiamavano l’Alienista.
Fino al ventesimo secolo coloro ch soffrivano di disturbi mentali venivano definiti “alienati”, e non solo dal resto della società degli omini, bensì dalla loro stessa natura. Gli esperti che studiavano le patologie mentali erano dunque noti con il nome di alienisti.
New York, 1896. Un misterioso serial killer terrorizza la città uccidendo giovani travestiti e mutilandone i cadaveri. Il commissario Theodore Roosevelt comprende subito che per risolvere il caso bisogna mettere da parte i soliti sistemi. Quindi si rivolge a un giornalista e a un discusso alienista. John,il giornalista, e Laszlo, pioniere nell’applicare i principi della psicologia all’analisi criminologica, iniziano le indagini con un proposito molto ambizioso: partendo dai dettagli dei suoi delitti  è possibile creare il profilo psicologico dell’assassino? Il dottor Laszlo Kreizler, mal visto dal mondo accademico che considera i criminali geneticamente predisposti, organizza un team investigativo composto anche da Sara, una fra le prime donne poliziotto, e i due fratelli ebrei Marcus e Lucius, appassionati delle nuove tecniche investigative. A rendere tutto più complicato concorreranno poliziotti corrotti e gangster senza scrupoli. Delitto dopo delitto appare evidente la mente contorta dell’assassino che mostra, con la sua violenza, l’orrore di un passato mai dimenticato.

Secondo le rivoluzionarie teorie di Kreizler, i mostri iniziano a formarsi nei giorni della loro primissima infanzia, sicuramente nel periodo della loro fanciullezza.
Le risposte fornite nei momenti cruciali della vita non sono mai del tutto spontanee, ma costituiscono la materializzazione di anni di esperienza contestuale, di modelli di comportamento destinati, prima o poi, a dominare la nostra vita.
È stato davvero affascinante scoprire gli albori di teorie che sarebbero, in tempi futuri, universalmente accettate.  La ricerca del serial killer mette in evidenza il lavoro incessante delle menti dei detective. L’indagine diventa un percorso affascinante, costellato di dubbi e supposizioni, senza alcun aiuto tecnologico. Pensate che, all’epoca dei fatti, la ricerca delle impronte digitali era un sistema appena nato.

“L’Alienista”non è una lettura adrenalinica. Scritto in modo ineccepibile, il romanzo ha molteplici punti di forza. L’ambientazione, New York di fine ‘800, è ben ricostruita con dovizia di particolari. Mostra una società corrotta portando alla luce abusi di potere e fragilità umane. Richiama l’attenzione sulle minoranze costrette a vivere nell’ombra. Pone il problema dei manicomi criminali. Dà voce all’emancipazione femminile e mostra il coraggio di tanti uomini, fra cui Theodore Roosevelt che diventerà presidente degli Stati Uniti d’America, pronti a lottare affinché la giustizia trionfi.

La ricostruzione storica, i processi degenerativi nel fanciullo incoraggiati  da un ambiente familiare imperfetto, gli albori delle scienze criminologiche, la descrizione della genesi del mostro, sono tasselli di un mosaico che non è un punto d’arrivo ma rappresenta un importante punto di partenza nell’innesco di nuove tecnologie e dinamiche comportamentali.

“L’Alienista” è un romanzo avvincente che richiede una lettura senza fretta. In alcuni punti il ritmo rallenta a favore d’interessanti descrizioni. Mentre leggete non rapportatevi ai personaggi con tutto il nostro sapere moderno. Cancellate dalla vostra mente modus operandi e profiler, computer e ricerche ultraveloci, ricchi schedari.

Il dottor Kreizler è un pioniere dell’analisi comportamentale, farà errori ma saprà migliorarsi. La rivoluzione nell’indagine è iniziata, nessuno potrà fermarla. Sarà un cammino lungo e difficile, più cose scopri e meno ne sai. Affascinante.

Nell’attesa di vedere su Netflix la serie tratta dal romanzo di Caleb Carr, invito tutti a leggere “L’Alienista”. Il male non deve trovarci impreparati.

5 commenti:

  1. Attendo con ansia la serie, il romanzo, letto anni fa, mi è piaciuto tanto e non l'ho mai dimenticato. Ottima recensione di un libro assolutamente da non perdere!

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  2. Non conoscevo questo romanzo, che per genere mi piace,quindi potrebbe interessarmi, mi pare di capire che ci sia una bella tensione narrativa ;)

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    1. La tensione narrativa è palpabile in ogni pagina del romanzo intrecciandosi con un'ambientazione che conquista :)

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  3. Non conoscevo neanche la serie tv, ma dopo la tua recensione vorrei vederla. Naturalmente vorrei leggere anche il libro!

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