giovedì 30 marzo 2017

RECENSIONE | “Una ragazza bugiarda” di Ali Land

Cari lettori, oggi, 30 marzo, la Newton Compton pubblica un thriller che ho avuto il piacere di leggere in anteprima. La lettura, inquietante e scioccante, mi ha conquistata subito perché la scrittrice ha voluto sottolineare non solo l’aspetto criminale degli eventi ma anche la psicologia della protagonista. Il romanzo “Una ragazza bugiarda” di  Ali Land, strappato agli altri editori italiani in un’asta infuocata, alla sua uscita ha raccolto consensi entusiastici fino a diventare un vero caso editoriale.

STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 7

Una ragazza bugiarda
Ali Land

Editore: Newton Compton
Pagine: 352
Prezzo: € 9,90
Sinossi
Denunciare la propria madre a soli quindici anni può essere straziante. Dopo quella decisione, la vita di Annie è completamente cambiata. Ora ha un nuovo nome, Milly, e vive insieme alla sua nuova famiglia: Mike, la moglie Saskia e la figlia, Phoebe. Adattarsi ai loro ritmi e alle loro abitudini è molto più complicato di quanto avesse pensato. E il pensiero del processo che si avvicina, nel quale sarà chiamata come testimone, non le dà tregua. Mike, che inizialmente aveva richiesto l’affidamento di Milly sperando di poterla aiutare, è sopraffatto dai suoi impegni di psicoterapeuta. Saskia riesce a malapena a gestire la figlia naturale, e non è in grado di occuparsi anche di quella adottiva. Phoebe ha reagito malissimo all’arrivo di Milly: è sempre di malumore, vorrebbe che se ne andasse e, per rivalsa, comincia a maltrattarla, spalleggiata dalle amiche. Milly si sente isolata e in cerca di sostegno. Avrebbe assoluto bisogno di qualcuno che le desse ascolto: ci sono segreti che riguardano i crimini di sua madre, di cui sa molto di più di quanto non abbia confessato. Eppure nessuno sembra disposto a farlo…

Otto gradini. Altri quattro. La porta sulla destra.

Il parco giochi. È così che lo chiamava.

Dove si facevano giochi malvagi e il vincitore era sempre lo stesso.

Quando non era il mio turno, lei mi faceva guardare.

Un buco nella parete.

E poi mi chiedeva: che cosa hai visto, Annie?

Che cosa hai visto?
La madre di Annie è una serial Killer. Annie è costretta a guardare ciò che succede “nel parco giochi” dove pianti e sangue si mescolano fino alla morte. Come far finire questo incubo? Esiste un’unica possibilità, una sfida inimmaginabile: Annie, a quindici anni, denuncia la propria madre. È la fine di un incubo? No.

Dopo la denuncia la vita di Annie cambia completamente. Ora ha un nuovo nome, Milly, e una nuova famiglia: Mike, la moglie Saskia e la figlia Phoebe. Milly deve adattarsi a nuovi ritmi e abitudini di vita mentre si prepara a testimoniare, in tribunale, contro sua madre.

Il nuovo nido mostra quasi subito i suoi limiti segnati dai conflitti e dalle incomprensioni tra i suoi componenti. Mike, psicoterapeute, è sopraffatto dal suo lavoro. Saskia è in perenne contrasto con la figlia naturale. Phoebe considera Milly un’intrusa colpevole di ricevere, al posto suo, le attenzioni dei due genitori. Milly vede infrangersi la sua speranza di essere adottata da Mike, si sente sola e deve subire i maltrattamenti di Phoebe che fa di tutto per renderle la vita impossibile. Tutto si complica quando inizia il processo, la tensione sale, gli eventi precipitano. Milly vorrebbe rivelare molte più cose sui crimini della madre, vorrebbe qualcuno disposto ad ascoltarla. Eppure nessuno sembra disposto a farlo.

“Good Me Bad Me” è il titolo originario, illuminante per il lettore, di questo thriller psicologico dall’inizio crudele e dallo svolgimento agghiacciante. Io di thriller ne ho letti in gran quantità eppure, questa volta, ho provato un brivido sulla pelle segno di un coinvolgimento totale e profondo. Non c’è un attimo di respiro in questa storia in cui “il detto e il non detto” creano un gioco di allusioni, brevi rivelazioni, dubbi, atroci sospetti.

Fin dalla prima pagina è palese il conflitto interiore di Annie, ama la madre ma non può permetterle di uccidere ancora. Si può provare attrazione e repulsione per la stessa persona?

Bravissima l’autrice a seminare il seme del sospetto nella mente del lettore. Alcuni indizi, abilmente collocati, mi hanno fatto supporre una verità ancor più complessa e orribile. Ho scoperto l’utilità dei segreti gestiti con prudenza, ho visto la stanza degli orrori amorevolmente chiamata, dai carnefici, il “parco giochi”, sono inorridita al pensiero della violenza mischiata a tenerezza. Catene invisibile legano Annie a sua madre.
La mela non cade mai lontano dall’albero.
Annie accusa la madre di orribili delitti, racconta tutto. Quasi tutto.

Ma ogni cosa è andata realmente come raccontato dalla ragazzina?

Lei è spaventata, denunciare la madre non è stato facile. Sente la necessità di ricominciare. Annie si trasforma in Milly, la casa degli orrori si trasforma in una villetta accogliente, il suo desiderio d’amore si trasforma in necessità di amare e di essere amata. Milly, ora, ha un’opportunità. Deve fare del suo meglio per essere una buona persona. Promettere è già un passo avanti anche se il suo cuore le sussurra strane parole.

“Una ragazza bugiarda” è una storia oscura scritta molto bene senza tentennamenti. Le ombre grigie, in cui la verità si perde, rendono inquietante la lettura e mostrano una vigorosa presenza del Male. L’autrice con lucidità e precisione, affonda il bisturi nei mali della società. Bullismo, droghe, violenza familiare, contrasti tra genitori e figli, rendono il romanzo attuale e mostrano la fragilità degli uomini. A volte ci lasciamo distrarre e perdiamo di vista le cose importanti della vita. Crediamo a ciò in cui vogliamo credere, abbiamo una spiegazione per tutto e non ci accorgiamo di essere manipolati. Mentire è una dote innata per alcune persone. Essere buoni? Una possibilità subordinata ad altre scelte. Negare? Una necessità. Confessare? Solo ciò che conviene. L’importante è non farsi prendere, mai!

Leggete questo thriller lasciandovi affascinare da Milly, ma non abbassate mai la guardia in sua presenza.  Soprattutto non promettetele nulla se non siete più che sicuri di mantenere fede alle vostre promesse. 

6 commenti:

  1. oh mamma sembra davvero promettente, almeno a leggere la tua bellissima recensione! mi è venuta proprio voglia di leggerlo.

    RispondiElimina
  2. Un altro thriller che solletica la mia attenzione!!

    RispondiElimina
  3. Diffido molto dai "Grandi thriller" Newton, ma mi fido del tuo parere e ho ricevuto il romanzo a sorpresa in questi giorni. Lo leggerò più volentieri, ora. :)

    RispondiElimina
  4. Ciao Aquila!
    la Newton me l'ha inviato e credevo non sarebbe stata una lettura così "forte", motivo per il quale avevo intenzione di leggerlo al più presto.
    Ma dopo la tua recensione credo lo metterò da parte sino a dopo il parto: per ora meglio leggere qualcosa di più soft!

    RispondiElimina
  5. Ciao! Spero questo libro mi piacerà, dalla tua recensione promette bene e lo inizierò a breve =)

    RispondiElimina
  6. Vi ringrazio :) E' un libro che inquieta ma si legge tutto d'un fiato.

    RispondiElimina