lunedì 27 marzo 2017

RECENSIONE | "Mindhunter" di John Douglas e Mark Olshaker

Buon inizio settimana, carissimi lettori. Oggi vorrei proporvi la lettura di una biografia che arriva a toccare le corde più intime dell’anima umana. Si tratta di “Mindhunter” di John Douglas con Mark Olshaker, prefazione di Donato Carrisi, edito Longanesi.

Mindhunter
John Douglas e Mark Olshaker (traduzione di M.B. Piccioli)

Editore: Longanesi
Pagine: 380
Prezzo: € 18,60
Sinossi
C'è un solo modo per riuscire a dare la caccia ai serial killer in attività: comprendere come pensano, capirne i ragionamenti per quanto contorti, perversi e letali possano essere, e anticiparne così le mosse. Ma c'è un solo modo per entrare nella mente di un serial killer: parlare con i suoi «colleghi» e predecessori. Questa è stata l'intuizione di John Douglas, l'uomo che ha inventato il Criminal Profiling dell'FBI e che, per farlo, ha dovuto confrontarsi con le più atroci menti criminali del suo tempo. Per anni, John Douglas ha interrogato in carcere gli assassini e gli stupratori seriali, indagandone le ossessioni e le perversioni, fronteggiando in prima persona l'orrore e l'orgoglio di questi mostri, per poter dare la caccia ad altri mostri. Infinite conversazioni con uomini come Charles Man-son. il più famigerato serial killer della storia. Con John Wayne Gacy, l'uomo che, vestito da clown, uccideva senza pietà. Con James Earl Ray, sicario di Martin Luther King... Questa è la storia vera e agghiacciante di un uomo che non ha avuto paura di affrontare il Male nella sua peggior incarnazione contemporanea, pagando anche un alto prezzo personale. Ed è per questo che la vita e la carriera di John Douglas sono la «bibbia» non ufficiale di tutti gli scrittori e gli sceneggiatori che hanno riscritto il concetto di «crime fiction» così come oggi lo conosciamo e amiamo.

Non c’erano altre spiegazioni possibili, dato che ero nudo e legato. Una lama mi lacerava le membra causandomi un dolore intollerabile. Non c’era orifizio del mio corpo che non fosse stato violato. In gola mi era stato infilato qualcosa che mi soffocava, causandomi conati di vomito. Oggetti appuntiti mi erano stati infilati nel pene e nel retto e avevo la sensazione che mi stessero squartando. Ero fradicio di sudore. Poi finalmente capii cosa mi stava accadendo: mi torturavano a morte tutti gli assassini, gli stupratori e i molestatori di bambini che avevo mandato in carcere. Adesso ero io la vittima e non avevo modo di reagire.
Lettura difficile che ha messo a dura prova le mie emozioni perché una cosa è leggere thriller sapendo che sono frutto della fantasia umana e un’altra è leggere le atrocità di cui gli uomini sono realmente capaci. Ma, come potete immaginare, non amo sottrarmi alle sfide e questo libro è stato un banco di prova. Per me che sono una fan di “Criminal Minds”, leggere “Mindhunter” è stato come assistere ad un’avvincente, spesso agghiacciante, caccia al killer.

Per catturare un serial killer bisogna entrare nella sua mente, capire i suoi pensieri, sezionare i suoi ragionamenti perversi e letali. Bisogna anticiparne le mosse. Per far ciò è necessario parlare con altri killer già in prigione. Da questa convinzione è iniziato il lavoro di John Douglas, l’uomo che ha inventato il Criminal Profiling dell’FBI. Per anni Douglas ha interrogato in carcere assassini stupratori seriali, ha studiato le loro ossessioni e perversioni, guardando negli occhi il Male per cercare di fermare altri mostri. Nel libro troverete riferimenti a uomini come Charles Mason, il più famigerato serial killer della storia, a John Wayne Gacy, l’uomo che, travestito da clown, uccideva senza pietà.

John Douglas narra la sua vita dedicata allo studio e alla cattura dei serial killer. Davanti a un crimine orrendo nasce spontanea la domanda: “Che genere di persona può aver commesso una simile azione?”

Il lavoro di analisi si propone di dare una risposta a questo quesito sottolineando la necessità di dover entrare nella mente del soggetto ignoto per poter comprendere il suo modus operandi.
Per capire l’artista, dovete studiarne l’opera.
L’analisi si basa su tre interrogativi diversi. Cosa è successo? Perché è successo proprio in quel modo? Chi può aver commesso questo specifico reato?

Per giungere a un possibile profilo del killer bisogna analizzare la scena del crimine andando oltre le apparenze ed entrando nel buio della violenza senza perdersi nei suoi oscuri meandri. John Douglas racconta, nel libro, le sue esperienze narrando alcune indagini condotte in prima persona. Non vi saranno risparmiati i dettagli più aberranti dei crimini. Scoprirete come i killer amino manipolare e dominare le loro vittime sentendosi padroni delle loro vite. Godono nel scegliere il modo in cui uccidere e metterlo in pratica è come dar vita alle loro oscure fantasie.

È una lotta continua, per un killer preso tanti rimangono liberi. Il Male potrà mai essere sconfitto?
Il drago non vince sempre e noi facciamo tutto il possibile perché le sue vittorie siano sempre meno frequenti. Ma il male che rappresenta, e che io ho affrontato nel corso di tutta la mia carriera, non se ne andrà.
Affrontare il Male richiede impegno, dedizione, un coinvolgimento totale, non si riesce a “staccare dal lavoro”. Le atrocità viste annullano ogni cosa, si è felici solo quando si riesce a catturare un mostro pur sapendo che si è vinta una battaglia e non la guerra. La vita lavorativa dei profiler mina, quindi, anche la loro vita privata ripercuotendosi sulla loro salute. Stress, problemi famigliari e coniugali, il lavoro vissuto come una missione, la forza per affrontare le atrocità, rendono tutto difficile. Si arriva al punto da sottovalutare ogni piccolo incidente domestico, ogni disavventura, perché nulla può paragonarsi a ciò che hanno patito le vittime.

Ho letto questa biografia con molto interesse apprezzando l’intreccio tra vita personale dell’autore e la cronistoria di avvenimenti delittuosi. Non conoscevo la genesi del lavoro di analisi pur sospettando l’alto prezzo emozionale pagato dai profiler. Casi, strategie processuali, testimonianze arricchiscono questo libro. La prefazione di Carrisi, breve ed efficace, ci aiuta ad affrontare una lettura non facile che consiglio a coloro che amano la criminologia e non temono di guardare il male negli occhi. 
Vi saluto ricordandovi ciò che ha scritto Amy Tan:
Vedrai cosa sia il potere quando avrai la paura di qualcuno nelle tue mani e gliela mostrerai.

Curiosità: La storia di Douglas arriverà ad Ottobre anche su Netflix con una serie televisiva di dieci episodi prodotta da David Fincher e Charlize Theron. Ecco il trailer:

Nessun commento:

Posta un commento