lunedì 14 novembre 2016

RECENSIONE | "Fine turno" di Stephen King

Buon inizio settimana, amati lettori :) Dopo “Mr. Mercedes” e “Chi perde paga”, ho finalmente letto il capitolo conclusivo della trilogia poliziesca di King. Si tratta del thriller “Fine Turno” in cui il poliziotto in pensione Bill Hodges pone la parola fine alla sua sfida con il serial killer Mr. Mercedes. Prima di esporvi il mio pensiero vorrei dirvi che “Fine Turno” è dedicato da King a Thomas Harris che tutti ricorderete come il creatore di Hannibal Lecter. Il serial killer Mr. Mercedes e Hannibal hanno molto in comune a partire dalla loro capacità di esercitare un malefico controllo sulle menti. 

Fine Turno
Stephen King (traduzione di G. Arduino)

      Trilogia di Mr. Mercedes       
#1 Mr. Mercedes [recensione]
#2 Chi perde paga [recensione]
#3 Fine turno

Editore: Sperling & Kupfer
Pagine: 477
Prezzo: 19,90

Sinossi: In un gelido lunedì di gennaio, Bill Hodges si è alzato presto per andare dal medico. Il dolore lo assilla da un po' e ha deciso di sapere da dove viene. Ma evidentemente non è ancora arrivato il momento: mentre aspetta pazientemente il suo turno, infatti, Bill riceve la telefonata di un vecchio collega che chiede il suo aiuto, e quello della socia Holly Gibney. Ha pensato a loro perché l'apparente caso di omicidio-suicidio che si è trovato per le mani ha qualcosa di sconvolgente: le due vittime sono Martine Stover e sua madre. Martine era rimasta completamente paralizzata nel massacro della Mercedes del 2009. Il killer, Brady Hartsfield, sembra voler finire il lavoro iniziato sette anni prima dalla camera 217 dell'ospedale dove tutti pensavano che sopravvivesse in stato vegetativo. Mentre invece la diabolica mente dell'Assassino della Mercedes non solo è vigile, ma ha acquisito poteri inimmaginabili, tanto distruttivi da mettere in pericolo l'intera città. Ancora una volta, Bill Hodges e Holly Gibney devono trovare un modo per fermare il mostro dotato di forza sovrannaturale. E a Hodges non basteranno l'intelligenza e il cuore. In gioco, c'è la sua anima.

STILE: 9 | STORIA: 8 | COPERTINA: 8
Non c’è niente di meglio di quello che non puoi vedere.
Non molto tempo fa ho letto “Mr. Mercedes”, il primo romanzo hard boiled in cui realismo e violenza vanno a braccetto. Ho conosciuto il folle Brady Hartsfield e il duro Bill Hodges. Sono inorridita per le gesta del primo e ho tifato per la vittoria del secondo. Dopo una breve pausa la lettura è continuata con “Chi perde paga” in cui il detective Hodges, con i suoi aiutanti Holly Gibney e Jerome Robinson, si muove in una storia che tocca il tema del potere della letteratura sulla vita di ogni giorno. Oggi, “Fine turno”, è il thriller del duello finale, dello scontro epocale tra Brady e Hodges. È la fine dei giochi, ci sarà un vincitore e un perdente, ma la strada sarà lunga e seminata di morte.

Nella camera 217 dell’ospedale qualcuno si è risvegliato. È un essere malvagio. È Brady Hartsfield. È  intrappolato in un corpo inerme ma con la mente vigile dotata di un potere distruttivo capace di mettere in pericolo l’intera città. Brady ha un vecchio conto da pareggiare, sette anni sono tanti ma il suo odio è cresciuto in maniera esponenziale, con Hodges. Per fermare il mostro dotato di poteri sovrannaturali, il detective dovrà essere pronto a tutto.

“Fine Turno” è il racconto di una sfida ad armi impari, il soprannaturale contro la razionalità. Io mi sono ritrovata a leggere un romanzo matrioska in cui gli avvenimenti si incastravano alla perfezione come un guscio che sembra vuoto ma vuoto non è. Nei primi dieci capitoli si evolve la nuova storia con un occhio all’antefatto, poi si alza il sipario sull’evento tanto atteso: il ritorno di Brady, il risveglio della sua diabolica mente, il risveglio della sua sete di vendetta. Hodges è il solito duro, al suo fianco ritroviamo Holly e Jerome. Insieme indagheranno non opponendosi alla realtà dei fatti solo perché punta in una direzione che a loro non piace. Omicidi travestiti da suicidi hanno un nome in comune: Brady.
Certa gente sperpera distratta ciò che altri venderebbero l’anima per avere: un corpo sano e privo di dolore. E perché si comporta così? Perché è troppo cieca, troppo segnata dall’esistenza o troppo egocentrica per superare con lo sguardo il buio dell’orizzonte in attesa dell’alba. Che non smette mai di sorgere, a patto di continuare a respirare.
A lettura inoltrata mi sono resa conto di avere davanti agli occhi una girandola di temi: le facoltà telecinetiche, i farmaci sperimentali, le pillole di veleno elettronico, i ragazzi depressi. La tecnologia appare come un’arma che infierisce sulla fragilità umana. Ed è proprio sulla fragilità che il male si abbatte e miete le sue vittime.

Su un terreno disseminato di trappole si muove Hodges consapevole che ad attenderlo c’è lui, Mr. Mercedes. Scoprire la verità non sarà un gioco. Diffidate degli sconosciuti che vi fanno dei regali. Lasciate perdere i solitari, non indugiate sulle schermate in cui compaiono i pesciolini colorati. Diffidate.

Diffidate di tutti ma lasciatevi condurre verso le inquiete frontiere di questa storia che mi ha regalato momenti d’incredulità e rabbia e raccapriccio. Il finale, pur anticipato nel titolo, mi ha congedata lasciandomi un gran vuoto dentro. Io tendo a familiarizzare con i personaggi, amo i loro pregi e le loro debolezze, anche i cattivi mi sono spesso simpatici perché esprimono una parte della realtà in cui viviamo. Come la morte che King descrive nei suoi romanzi affidandole un ruolo truce e imprevedibile. In “Fine Turno” la morte violenta si affianca alla morte vista con un ruolo naturale. Dalle pagine del romanzo, però, si alza una richiesta d’aiuto per i molti giovani che non riescono a vedere il bello della vita e si arrendono pensando a un’esistenza senza un domani, senza sogni né desideri.

I pregi di questo romanzo sono tanti. L’ architettura della storia gode di personaggi e avvenimenti coinvolgenti, spesso alzando gli occhi dal libro mi è parso di vedere l’interno della stanza 217 e di percepire il male che vi si respirava. Il sovrannaturale ha reso ancor più avvincente il romanzo scritto con fluidità che inizia con un tragico avvenimento locale e pian piano si amplifica fino a toccare temi importanti della nostra società. King crea, nel romanzo, un mondo perfettamente funzionante in cui i personaggi si muovono a loro agio ed è facile seguirli nei loro spostamenti, ragionare e riflettere sulle scelte da fare vien naturale anche se siamo al di fuori della storia.

I difetti sono mie fisime, piccoli desideri che mi porto dentro da lettrice appassionata. Mi sarebbe piaciuto un Brady ancor più cattivo, più machiavellico nel male e un filino d’horror per un finale inatteso e sconvolgente. In alcuni capitoli lo scrittore si dilunga un po’ troppo nei dettegli tecnologici e ciò mi ha reso spesso impaziente di ritornare all’azione degli avvenimenti. Mi piace la paura che nasce da ciò che non conosco quindi non amo particolarmente le lunghe descrizioni.

Piccolezze, leggere King è sempre un piacere anche se, questa volta, ho dormito sonni tranquilli. Almeno fino al prossimo libro firmato dal Re.

Curiosità
La Sonar produrrà una miniserie TV tratta dalla trilogia del detective Hodges. Diretta da Jack Bender, il regista di Lost e The Dome, vedrà il carismatico Brendan Gleeson nei panni del detective Kermit “Bill” Hodges. L’uscita è prevista per il 2018.

4 commenti:

  1. vorrei reimmergermi in king; magari provo a leggere il primo libro di questa trilogia ;)

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    1. Il primo libro della trilogia mi è piaciuto molto, spero che la trilogia piaccia anche a te :)

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  2. Non.Vedo.L'ora.Di.Leggerlo *^* Non sapevo però della mini serie tv, che bella notizia!

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    1. Buona lettura ^-^ Anche io sono curiosa di vedere la mini serie.

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