sabato 16 aprile 2016

RECENSIONE | "La contessa nera" di Rebecca Johns

Buon fine settimana, cari lettori :) Come state?
Ultimamente mi è capitato di leggere un libro basato sulla vita romanzata del più grande serial killer femminile della storia. E’ un romanzo che affascina anche se la violenza non ha mai una giustificazione.

La contessa nera
Rebecca Johns (traduzione di Claudia Marseguerra)

Editore: Garzanti
Pagine: 323  
Prezzo: € 18,60

Sinossi: Ungheria, 1611. L'alba illumina l'imponente castello di Csejthe. Nella torre più alta, una donna completamente vestita di nero è sveglia da ore. Murata viva in una stanza fino alla morte: così ha decretato il conte palatino. Ma la contessa Erzsébet Bàthory non ha nessuna intenzione di accettare supinamente il destino che le viene imposto. Non l'ha mai fatto nella sua vita. Ha solo sei anni quando, nella sua dimora tra i freddi monti della Transilvania, assiste ad atti di violenza indicibili. Neanche quando, appena adolescente, è costretta a sposare l'algido e violento Ferenc Nàdasdy. Un uomo sempre lontano, più interessato alla guerra e alle scorribande che a lei. Erzsébet è sola, la responsabilità dei figli e dell'ordine nel castello di Sàrvàr è tutta sulle sue spalle. Spetta a lei gestire alleanze politiche e lotte di potere. Lotte sanguinose, piene di sotterfugi e tranelli, che fanno emergere la parte più oscura della contessa, un'anima nera. Strane voci iniziano a spargersi sul suo conto. Sparizioni di serve torturate e uccise, nobildonne svanite nel nulla. Chi è davvero la donna imprigionata tra le gelide pietre di Csejthe? È solo vittima di una cospirazione per toglierle il potere? O il male è l'unico modo per Erzsébet di sopravvivere in un mondo dominato dagli uomini?

STILE: 8 | STORIA: 8 | COPERTINA: 9

Ungheria, 1611. L’alba illumina l’imponente castello di Csejthe. Nella torre più alta, una donna completamente vestita di nero è sveglia da ore. Il suo sguardo austero è rivolto verso una feritoia nel muro che mostra solo un piccolo squarcio di cielo. Quello squarcio di cielo è l’unica cosa che scorgerà per il resto della vita. Murata viva in quella stanza fino alla morte: così ha decretato il conte palatino.
A essere murata viva, nella torre del castello, è la contessa Erzsébet Bathory che lotterà, fino alla morte, contro una condanna che lei reputa ingiusta. In tutta la sua vita la contessa era stata una ribelle che amava le folli corse con il suo cavallo e i libri. Ha solo sei anni quando, nella sua dimora in Transilvania, assiste ad atti di indicibile violenza. Appena adolescente, di fronte a quasi cinquemila invitati, sposa Ferenc Nadasdy. Il loro è un matrimonio sancito dall’imperatore, è un affare di stato, l’amore è il grande assente. Ferenc si mostra subito un uomo violento, senza emozioni: è interessato più alla guerra che alla famiglia. Erzsébet è sola nell’occuparsi dei figli e del castello di Sarvar. E’ una donna che deve cercare di sopravvivere in un mondo in cui c’è il culto dell’uomo. Spetta a lei occuparsi di alleanze politiche e lotte di potere a cui lei non può sottrarsi. Non si può mostrare la propria debolezza, bisogna essere spietati. La contessa si mostra all’altezza della situazione dando libero sfogo alla sua anima nera. Bisogna sempre ricordare a tutti chi è la padrona, nessuno può mancarle di rispetto e non subire una punizione.
Sin da quando ero ragazza non avevo mai avuto un attimo di pace con i miei domestici, non un solo giorno in cui non sorgesse qualche problema da risolvere. Avrei fatto qualsiasi cosa per liberarmi di tutti loro, delle loro stupide chiacchiere, della loro insolenza, della loro avidità.
La contessa offriva alle giovani ragazze un lavoro nel castello, ma in tutti quei lunghi anni nessuna se ne era mai mostrata degna.

Nel tempo cominciano a circolare strane voci sul suo conto. Sparizioni di serve torturate e uccise, nobildonne svanite nel nulla, cadaveri ritrovati nel bosco del castello. Qual è la verità?

Quando Ferenc muore in guerra, la situazione si fa ancor più grave.
Una donna senza marito è alla mercé di chiunque, ma altrettanto fragile è una vedova con un figlio piccolo, una vedova rinchiusa in un angolo remoto della casa, un relitto di un’era passata.
La vita di Erzsébet era stata un lungo addio, abbandonata da tutte le persone che l’amavano: i genitori, il marito, i due figli morti, il fratello, le sorelle.

Rabbia, gelosia armano la mano della contessa verso le ragazze colpevoli di pigrizia, avidità, disonestà.

La morte non le fa paura, sarà una cospirazione a toglierle il potere e il pentimento non giungerà mai.


“Madre. Amante. Strega. Assassina.
A volte il male è l’unico modo per difendersi.”

Questa scritta appare sulla cover del libro e sintetizza molto bene il fulcro da cui si sviluppa l’intero romanzo. Il male non ha mai una giustificazione ma posso accettare la sua presenza all’interno di un romanzo che vede una donna crudele vestire i panni della protagonista. “La contessa nera” narra la vita romanzata della vera contessa Bathory. Le vicende prendono spunto dalla vera Erzsébet Bathory, soprannominata la Contessa Dracula o Contessa Sanguinosa, che fu un serial killer ungherese  accusata di aver ucciso più o meno 650 ragazze. La leggenda narra che fin da bambina la contessa mostrava tendenze sadiche. Era dedita alla magia nera, soffriva di attacchi di epilessia e scatti d’ira. Vanitosa e narcisista, passava ore ad ammirare la propria bellezza. Praticava vampirismo e cannibalismo sfogando la sua pazzia su inermi vittime, torturandole e dissanguandole. Il loro sangue era raccolto in una vasca in cui lei si immergeva quotidianamente per preservare il suo corpo dai segni del tempo.

A questa figura, diabolicamente crudele, si ispira la scrittrice per realizzare un romanzo dalla struttura semplice e dal rimo serrato. Cupe atmosfere e forti emozioni sottolineano pagine dense di malinconia e intrise di una violenza crudele narrata senza filtri con una dovizia di particolari che rende la lettura passionale e inquietante. Ho trovato interessante la ricostruzione storica che comprende usi e costumi dell’epoca. Ampio spazio viene dato all’indagine psicologica della protagonista, della sua anima nera. La contessa appare come una donna seducente e terribile anche se fragile e ribelle. La storia evolve su due piani temporali, presente e passato. Le molte sequenze descrittive non sono mai noiose. La voce narrante è la stessa contessa che, prigioniera nella torre, scrive delle lettere al figlio ripercorrendo la sua esistenza.

“La contessa nera” è un romanzo che ho apprezzato, conquistata da una cover che coniuga alla perfezione mistero e inquietudine. La lettura è veloce, le torture vengono descritte con dovizia di particolari e la protagonista appare una donna violenta cresciuta nella violenza e sposata a un uomo violento. La contessa è un personaggio che affascina, sola e tradita reagisce nell’unico modo che conosce, con  violenza.

Padrona spietata, assassina crudele, emana un fascino a cui è difficile resistere. Un romanzo che avvince in un groviglio di dolore e smarrimento, crudeltà e potere, ingiustizie e sangue. Una donna dalla vasta istruzione, con opinioni originali, intelligente e perfida. Una donna che si è proclamata innocente fino all’ultimo, stremata per la malattia e la prigionia. Eppure mi si è successo, durante la lettura, di commuovermi per lei, per la sua solitudine, per i suoi sogni infranti. Mi sono rattristata per quelle povere ragazze uccise. C’è un grido di disperazione tra le pagine di questo libro, una ribellione che travolge la mente e sfiora la follia. E’ una sentenza di morte scritta con il sangue innocente di centinaia di vittime. E’ una crudele finzione intrecciata a una ancor più crudele realtà.
Non ho fatto nulla che non mi spettasse per diritto di sangue e di titolo, né al conte  palatino né a nessun altro. Erzsébet Bathory, vedova di Ferenc Nadasdy, figlia della più antica e nobile casata d’Ungheria, non è una strega, una pazza, un’assassina o una criminale. E non ha nessuna intenzione di accettare supinamente il suo destino.

12 commenti:

  1. Devo ammettere che sarei tentata di dargli una possibilità... però non so, ho paura che per me sia un po' troppo >.<
    Son contenta però di vedere che a te è piaciuto :3

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    1. Questo romanzo è molto particolare, efferato ma bello :)

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  2. Ho letto questo libro subito dopo l'uscita, catturata dalla trama e dall'inquietante cover. Mi era piaciuto tantissimo, l'ho sempre consigliato ai miei amici. È ancora tutt'oggi uno dei miei libri preferiti!!

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    1. Sono stata attratta anche io dalla cover e sicuramente ricorderò questo libro nel tempo :)

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  3. La figura di Erzsebet Bathory mi ha sempre affascinata (i Cradle of Filth le dedicarono un intero album, "cruelty and the Beast") così spietata ma anche così sola... Sicuramente mi procurerò il libro, la tua recensione mi fa ben sperare!!! ❤️

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  4. Mi sa che mi sono appena innamorata . . . WL, subito! ♥
    Bellissima recensione :D

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  5. Ho acquistato e letto questo libro molti anni fa.
    La storia di Erzsebet mi aveva affascinato.. volevo capire cosa ci fosse nella mente contorta di una simile donna.
    Ricordo che il romanzo mi piaque molto, ma mi lasciò anche l'amaro in bocca... mancava qualcosa alla storia, o forse ero solo io che volevo credere che in realtà fosse una donna buona, e che le sue sadiche abitudini fossero tutte una superstizione.
    Tutt'ora credo che farsi un bagno nel sangue fosse un'abitudine puramente inventata nel corso degli anni, ma resta sempre il fatto che fosse una donna dal cuore nero.
    Una contessa nera, appunto.
    In ogni caso devo dire che la tua recensione è stata ineccepibile: descrittiva al punto giusto e tremendamente coinvolgente.
    Leggerla mi ha fatto pentire di aver regalato il libro a un mercatino dell'usato perchè non avevo più posto sugli scaffali per i libri :(

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    1. Ti ringrazio per il complimento ^-^
      Che peccato :( Pensa positivamente, hai dato ad un'altra persona la possibilità di conoscere questa storia :)

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  6. è un libro che ho in digitale e che attirò la mia attenzione appena uscito devo decidermi a leggerlo, potrebbe piacermi ^_^

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