lunedì 4 maggio 2015

RECENSIONE | "L'egoismo del respiro" di Giada Strapparava

Buon inizio settimana cari lettori :)
Dopo il lungo weekend si ricomincia con il trantran quotidiano. Se avete voglia di distrarvi piacevolmente con la lettura allora vi consiglio un bel thriller da leggere tutto d’un fiato: “L’egoismo del respiro” opera prima della giovanissima scrittrice Giada Strapparava, Lettere Animate Editore.


L'egoismo del respiro

Autrice: Giada Strapparava

Genere: Thriller psicologico
Editore: Lettere Animate

Formato: Ebook ( A breve anche cartaceo)
Prezzo: 1,99  €   [amazon]
Pagine: 351  

Sinossi:
Cuoco in una tavola calda a Sacramento, ottimo amico per i colleghi e quasi un figlio per i titolari. Una vita normale e soddisfacente se non fosse per l'innato istinto omicida e un personale senso di giustizia: Colton Miller è un'anima selvaggia, che ama uccidere i peccatori e che si diverte a cercare lo sgomento negli occhi delle sue vittime, decifrandone gli ultimi inutili pensieri; un'ombra tormentata dagli orribili e confusi ricordi d'infanzia, in cui la violenza tocca gli apici dell'inconscio e si mischia all'angoscia più profonda. Ma il passato non è l'unica cosa da cui scappare. C'è qualcos'altro, lì fuori: una minaccia. Un'entità che inizia a tormentarlo; qualcuno disposto a schiacciare chiunque si metta sulla propria strada. In tutto questo chi è la vittima e chi il carnefice? Ma sopratutto, dove finisce l'agonia e inizia il piacere?!


STILE: 7
STORIA: 8
COPERTINA: 8

Prediligo la pioggia. Le gocce rimbalzano sull’asfalto, ricoprendo come lacrime i vetri e rincorrendosi con la più totale indecisione dai palazzi.

Molte volte vorrei essere così: sfuggente e impetuoso, ma mi limito a dar sfogo solo ai miei desideri più intimi e indiscreti.

Colton Miller era il mio nome, avevo trentaquattro anni e mi trovavo a Sacramento.

Sono sieropositivo: ho l’AIDS.

Cambiai identità una volta, forse due. Quel giorno mi chiamavo Colton Miller, il giorno dopo potevo chiamarmi in un altro modo. Mi esaltava il mio “essere nessuno”; mi garantiva la mia totale incolumità. Mi sentivo come una di quelle foglie dorate d’autunno: precipitavo sul terreno umido provocando un soffice rumore, mi lasciavo trasportare dal dolce respiro del vento. Non conoscevo la mia meta e nemmeno la mia origine. Ero costituito per vagare come una foglia nei marciapiedi, nelle strade e nei parchi, aspettando solamente la neve.
Il protagonista di questo viaggio nella psiche umana è Colton Miller: l’uomo dalle tante personalità, con una personale concezione della giustizia. La storia si svolge a Sacramento dove Miller lavora presso una tavola calda. Per tutti egli è un giovane uomo gentile, affidabile, premuroso, un ottimo amico e un lavoratore instancabile. Ma Colton è molto, molto di più: egli è un serial killer che gode nel vedere la paura negli occhi delle sue vittime. E’ un killer segnato da un passato violento che ritorna per tormentarlo e capovolgere i ruoli. Colton si troverà, ben presto, a interpretare un ruolo che non gli è congeniale: da cacciatore diventerà preda. Si preda, perché nella città in cui vive c’è anche un altro serial killer: il Cannibale. Lascio a voi immaginare cosa si cela dietro a tale nome. In siffatto panorama inquietante, chi è la vittima e chi il carnefice? Dove finisce l’angoscia e inizia il piacere?

Ho letto questo thriller avvincente, con molta curiosità perché la voce narrante è quella del serial killer. Scoprire i pensieri di una mente malata è intrigante e affascinante soprattutto perché non si ha subito una visione completa della vita del feroce assassino. 
Colton è un uomo che non ha piena e totale memoria del suo passato. Le brutture che hanno caratterizzato i primi anni della sua vita sono come chiuse in un vaso di Pandora da cui, pian piano, fuoriescono schegge di memoria a comporre un’adolescenza segnata dalla violenza che ha inferto cicatrici profonde nell’animo dell’uomo. Con l’espediente del flashback, la scrittrice ci svela l’infanzia abusata di Colton. Abusi sessuali, violenze psicologiche perpetuate proprio da coloro che avrebbero dovuto proteggerlo e amarlo. Con questo carico d’odio il mite Colon si trasforma in un feroce assassino che non ha pietà per nessuno. Egli vede il “peccato” negli altri, ma la cattiveria e la ferocia degli altri sono insiti anche in lui. L’egoismo, sostiene Colton, caratterizza tutti gli uomini: è l’appagamento dei nostri interessi. Meritano una punizione. Una tremenda e risolutiva punizione: la morte. Il suo folle senso di giustizia lo porta a uccidere coloro che peccano di egoismo fino al giorno in cui i ruoli si ribaltano. Miller, che si sentiva un Dio pronto a punire tutti, da carnefice diventa vittima di un “misterioso individuo”. Il finale al cardiopalma è la perfetta conclusione di questo thriller angosciante e ben calibrato nei suoi aspetti di “luce” e “buio” dell’anima.

“L’egoismo del respiro” è un libro dal titolo che induce alla riflessione. Il respiro identifica la vita, respirare è necessario per sopravvivere. L’egoismo è l’appagamento delle nostre necessità primarie, naturalmente deve essere esercitato in misura contenuta altrimenti diventerebbe una forza distruttrice. L’egoismo è la forza che unisce gli uomini in quella grande avventura che prende il nome di società ma è anche la stessa forza che potrebbe distruggere tutto.

Anche la cover è palesemente un tentativo, ben riuscito, di indirizzare il lettore verso una chiave di lettura precisa. Quelle mani insanguinate, chiuse a pugno, indicano una violenza, un’aggressività che riflette rabbia e ostilità. Indicano un rapporto di odio-amore inteso come disagio psichico e sofferenza nel labirinto della vita.

“L’egoismo del respiro” è un ottimo esordio per Giada Strapparava che ha scritto un thriller serrato e adrenalinico. I personaggi, ben caratterizzati, mostrano il possibile dualismo dell’essere umano. Ci si può mostrare buoni e comprensivi e avere il cuore nero, varcare il confine che separa il bene dal male è un attimo. Nulla potrà cancellare gli abusi subiti, il passato non perdona.

“L’egoismo del respiro” è una lettura intensa, mozzafiato, che rivela l’orrore che si cela sotto l’apparente quiete della vita quotidiana. Spero di leggere ancora thriller a firma Strapparava e mi piace sapere che è una giovane donna l’autrice di un psicothriller emozionante, ricco di colpi di scena, duro nella sua crudeltà.

Nel salutarvi vi riporto una citazione del Marchese de Sade:
“L’egoismo è la più sacra e la più certa tra le leggi della natura.”

2 commenti:

  1. Ciao!
    Devo dire che non è proprio il mio genere,però bellissima recensione**
    Ho scoperto ora il tuo blog,e visto che,come me parli di libri mi sono iscritta con piacere:)

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    1. Ciao MissDafne, benvenuta nel mio blog. Io adoro i libri e in modo particolare i thriller :)

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