sabato 28 marzo 2015

RECENSIONE | " Il cardellino" di Donna Tartt

Buongiorno a voi, cari lettori :) 
Vediamo se siete lettori attenti e con buona memoria.

1992 “Dio di Illusioni”
2002 “Il piccolo amico”
2013 “Il Cardellino” premio Pulitzer per la Letteratura 2014

Leggendo queste date, balzi temporali di 10 anni, e i relativi titoli, a quale scrittore/scrittrice va il vostro pensiero? Bene, vi vedo sorridere e mi pare di udire un’unica voce corale che mi risponde: Donna Tartt! Bravissimi, avete ragione. Io non avevo letto nulla di questa scrittrice e ho deciso di colmare questo vuoto leggendo l’ultimo lavoro letterario dell’autrice: “Il Cardellino” di Donna Tartt, edito Rizzoli. E’ stata una lettura lenta, a tratti difficile, ma alla fine sono riuscita a terminare questo libro composto da ben 892 pagine.



Il cardellino

Autrice: Donna Tartt

Editore: Rizzoli
Pagine: 892
Prezzo: € 20,00 (cartaceo)

Sinossi: 
Figlio di una madre devota e di un padre inaffidabile, Theo Decker sopravvive, appena tredicenne, all'attentato terroristico che in un istante manda in pezzi la sua vita. Solo a New-York, senza parenti né un posto dove stare, viene accolto dalla ricca famiglia di un suo compagno di scuola. A disagio nella sua nuova casa di Park Avenue, isolato dagli amici e tormentato dall'acuta nostalgia nei confronti della madre, Theo si aggrappa alla cosa che più di ogni altra ha il potere di fargliela sentire vicina: un piccolo quadro dal fascino singolare che, a distanza di anni, lo porterà ad addentrarsi negli ambienti pericolosi della criminalità internazionale. Nel frattempo, Theo cresce, diventa un uomo, si innamora e impara a scivolare con disinvoltura dai salotti più chic della città al polveroso labirinto del negozio di antichità in cui lavora. Finché, preda di una pulsione autodistruttiva impossibile da controllare, si troverà coinvolto in una rischiosa partita dove la posta in gioco è il suo talismano, il piccolo quadro raffigurante un cardellino che forse rappresenta l'innocenza perduta e la bellezza che, sola, può salvare il mondo.


http://i.imgur.com/ye3Q8bo.png

STILE: 7 | STORIA: 7 | COPERTINA: 7

Quand’ero ancora ad Amsterdam, per la prima volta dopo anni sognai mia madre. Ero rimasto confinato nella mia stanza d’albergo per più di una settimana, terrorizzato all’idea di chiamare chicchessia o di mettere il naso fuori, il cuore che fremeva e sussultava anche al più innocuo dei rumori: il campanello dell’ascensore, l’andirivieni del carrello del minibar, persino i campanili delle chiese che scandivano le ore, de Westertoren, Krijtberg, un clangore dai contorni vagamente oscuri, come i presagi di sventura delle fiabe.
Figlio di una madre devota e di un padre inaffidabile, Theo Decker sopravvive, appena tredicenne, all’attentato terroristico che in un istante manda in pezzi la sua vita. Inizia così per Theo, una vita di solitudine e dolore che lo vedrà inizialmente ospite di una ricca famiglia di New York, poi verrà portato dal padre a Las Vegas, ritornerà nella città natale per poi, ormai adulto, trovarsi coinvolto con la criminalità internazionale che lo costringerà a fughe vertiginose lungo i canali di Amsterdam. 
Theo sarà, per tutta la vita, legato al ricordo della madre e tale nostalgia assumerà le fattezze di una piccola opera d’arte, Il Cardellino dipinto da Carel Fabritius nel 1654, che rappresenterà la bellezza dell’arte e dell’anima di chi vede le brutture della vita ma sa che la bellezza è l’unico elemento che sopravvive a ogni dolore.

Theo è prigioniero del proprio passato, è una “vittima vivente” della propria storia, si sente in colpa per la morte della madre e si renderà conto, ben presto, dell’effimero che caratterizza i rapporti umani. 
Il nostro protagonista vivrà per un po’ con il padre, un uomo perdente su tutta la linea, e conoscerà Boris, l’amico disonesto che ha una voce con sfumature da Conte Dracula. Sia il padre che Boris non sono esempi edificanti per Theo: il primo è un attore fallito dedito alle scommesse e pronto a tutto per un tornaconto personale. Boris è un giovane poco incline a seguire la legge, anzi è un mascalzone che guiderà Theo tra alcol e droghe. Una vita che si mostra ben presto colma di solitudine, amarezza, rimpianto, è ciò che Theo subisce negli anni. Questo romanzo di formazione ci mostra un ragazzo che si auto-distrugge con la droga, l’alcol, le truffe i raggiri. E’un personaggio che non riesce a vivere, legato al dolore per la perdita della madre. Così come il cardellino del dipinto sembra poter spiccare il volo ma realmente non può perché incatenato al trespolo, così Theo lascia che la vita gli scivoli addosso senza mai diventare artefice del proprio destino. Egli lascia sempre agli altri la facoltà di decidere del suo futuro, è un “vorrei ma non posso” che caratterizza la sua esistenza. Anche quando al suo fianco compare Hobie, uomo onesto e gentile proprietario di un negozio di antiquariato dove si respira l’amore per i veri valori della vita, Theo non saprà cogliere la possibilità di cambiamento che gli viene offerta. 

Con un realismo duro, a volte crudele, Theo narra la sua vita attraverso un lungo flashback. Sicuramente il romanzo è ben scritto, minuziose descrizioni rallentano il ritmo della lettura che, in alcuni passaggi, si mostra pesante e poco coinvolgente. I personaggi non hanno fatto breccia nel mio cuore, empatia zero. Bella la prima parte, confuse le ultime pagine dove Theo afferma che:
Nessuno mi convincerà mai che la vita è una sorpresa stupenda e appagante. Perché questa è la verità: la vita è una catastrofe […] Per me - e continuerò a ripeterlo ostinatamente finché vivrò, finché cadrò sulla mia nichilistica e ingrata faccia e sarò troppo debole per ripeterlo un’ultima volta: meglio non nascere, che nascere in questa fogna.
Alcune pagine dopo si legge:
E sento di avere qualcosa di molto serio e urgente da dirti, mio inesistente lettore, e sento che devo dirtelo immediatamente come se ci trovassimo nella stessa stanza. Che la vita- qualunque cosa sia – è breve. Che il destino è crudele ma forse non casuale.
All’interno di queste riflessioni di Theo emerge il concetto che, anche con le sue brutture, la vita merita di essere vissuta. In tutto questo dolore la bellezza dell’arte è l’unica ancora di salvezza. L’arte si sottrae alla Morte e vive dell’amore dei suoi ammiratori che così saranno anche loro parte dell’immortalità con cui l’Arte vince il trascorrere del tempo, sconfigge ogni dolore e rende possibile “vivere”. Questo romanzo contiene tante storie, molti temi vengono trattati e le relazioni umane sono viste sempre nella dualità dell’essere e non essere, della luce e delle ombre, dell’amore e del non-amore. Una dualità che porta a vedere la vita nella sua fragilità a testimonianza che basta un attimo per distruggere tutto. Ciò che sarebbe potuto essere si disintegra, svanisce sotto le macerie di un’esplosione o di una qualunque tragedia generata dall’uomo. 

11 commenti:

  1. Bellissima recensione come sempre *-* complimenti!
    Questo come "Dio di illusioni" sono due libri che ho sempre voluto leggere, ma non mi sono mai convinta ad acquistare. Ho letto pareri molto positivi e altri come il tuo, diciamo più neutrale "così e così". Visto la mole del libro non so se lo leggerò mai, ma sicuramente questo non sarebbe il periodo più adatto per me, visto i mille impegni, non riuscirei a seguire bene il filo della storia. Però magari in futuro mi convinco, perché sono curiosa di conoscere Theo.

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    1. "Dio di Illusioni" è un libro che attende da tempo nella mia libreria. Credo che sia una lettura completamente diversa rispetto a "Il cardellino". I pareri, come sempre, sono contrastanti. Tuttavia sono curiosa anch'io di leggere i due romanzi della Tartt che completano il suo lavoro letterario :)

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  2. non ho mai letto nulla di quest'autrice!devo provare, magari con questo ;) come sempre, le tue recensioni sono sempre chiare ed esaustive!!! ;) buon weekend

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    1. Nei mesi passati ho letto molti articoli e interviste che avevano come soggetto la scrittrice Donna Tartt, vincitrice del premio Pulitzer 2014. La curiosità mi ha spinta a leggere "Il cardellino" . Non mi spaventano i libri con un gran numero di pagine, se la lettura è fluida ben venga il romanzo corposo. Non so se anche gli altri romanzi della Tartt sono così voluminosi ma spero in una lettura più avvincente :)

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  3. Devo dirti che lo ho visto mille volte in libreria,ma non mi ispira proprio..

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    1. La libreria è il mio "mondo delle meraviglie". A volte capita di trovare libri ben pubblicizzati ma che non attirano la nostra attenzione :)

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  4. Bellissima recensione complimenti!!! *-*
    Il cardellino e Dio di illusioni mi sono stati regalati qualche mese fa e mi attirano moltissimo, soprattutto il secondo da cui vorrei partire per conoscere la Tartt e ultimamente ho recuperato anche il suo primo libro ma vedremo un po' come andrà a finire!Per ora, grazie per la tua opinione! ^^

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    1. Quando leggerai "Dio di illusioni" seguirò con interesse il tuo parere. In molti affermano che sia molto più coinvolgente de "Il cardellino". Non ci resta che leggere :)

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  5. Cara consorella, ho letto l'estratto gratuito e l'ho trovato molto lento. Non so se lo acquisterò per la lettura integrale... Che la Dea ti benedica, Anonima Strega

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  6. Si, cara Anonima Strega, il ritmo lento è una costante del libro. Buona domenica :)

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