giovedì 18 marzo 2021

RECENSIONE | “Una vita da ricostruire” di Brigitte Riebe

Con l’uscita in libreria di “Una vita da ricostruire” di Brigitte Riebe, la Fazi ci propone il primo capitolo della trilogia bestseller “Le sorelle del Ku’damm”, un sincero spaccato della vita nella Berlino del dopoguerra. In primo piano ci sono la storia  della famiglia Thalheim e la ricostruzione di una società decimata  dal secondo conflitto mondiale. Questa lettura è ideale per chi ha amato le saghe di Carmen Korn e dei Cazalet.


STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 8
Una vita da ricostruire
(Le sorelle del Ku’damm Vol. 1)
Brigitte Riebe

Editore: Fazi
Pagine: 463
Prezzo: € 17,50
Sinossi

Berlino, maggio 1945: è l’ora zero. Il vecchio mondo è finito. La città è ridotta a un cumulo di macerie, così come le anime dei suoi abitanti. La villa dei Thalheim, agiata famiglia di commercianti, è stata requisita e il loro negozio di abiti è stato bombardato. Le donne di casa, rimaste sole dopo che gli uomini sono scomparsi in guerra, devono ricominciare tutto da capo. Le tre sorelle Rike, Silvie e Florentine, trascinate dalla determinazione della maggiore, imprenditrice nata, decidono di provare a realizzare un sogno: riaprire l’attività di famiglia, riportare colore nella tetra Berlino del dopoguerra con tessuti sofisticati e abiti alla moda, riuscire a far sì che le berlinesi tornino a sentirsi donne. Riesumate le Singer, le forbici da sarta, i vecchi cartamodelli e le preziose stoffe che Rike aveva saggiamente nascosto insieme al padre, le ragazze si rimboccano le maniche e nel giro di poco le loro creazioni sono sulla bocca di tutti. Ma i tempi nuovi portano nuovi problmi: oscuri segreti inaspettatamente rivelati gettano una luce ingloriosa sull’attività e sulla famiglia, mettendo tutte a dura prova. 


“Berlino, giugno 1932

La cosa  più bella  che abbia mai visto! Sbalordita, Rike afferra la mano del padre. Per un attimo è in imbarazzo, dopotutto è la sua primogenita e ormai da tempo non è più una mocciosa come la sorella e il fratello minori. I gemelli invece si rincorrono a perdifiato sulle scale mobili, Oskar come sempre in testa, Silvie al seguito. Quando la mamma lo richiama, lui non ci pensa proprio a obbedire. Altrimenti a che serve essere il principe ereditario della famiglia? Papà è convinto che un giorno sarà lui, ovviamente, a sostituirlo.”

Siamo a Berlino, nel maggio 1945: è l’ora zero. Il vecchio mondo è finito. La città è ridotta a un cumulo di macerie, così come le anime dei suoi abitanti. La villa dei Thalheim, agiata famiglia di commercianti, è stata requisita e il loro negozio di abiti, inaugurato nel 1932, è stato bombardato. Le donne di casa, rimaste sole dopo che gli uomini sono scomparsi in guerra, devono ricominciare tutto da capo. Le tre sorelle Rike, Silvie e Florentine, trascinate dalla determinazione della maggiore, imprenditrice nata,  decidono di provare a realizzare un sogno: riaprire l’attività di famiglia, riportare, nella cupa Berlino del dopoguerra, i colori di tessuti meravigliosi con cui confezionare abiti alla moda. Le donne devono avere la possibilità di sentirsi di nuovo belle. Leggerete di gelosie, di amori e di storie torbide che riemergono dal passato per complicare ancor di più una situazione già precaria.

È stato coinvolgente poter camminare al fianco delle protagoniste e riesumare  con loro le Singer, le forbici da sarta, i vecchi cartamodelli e le preziose stoffe che Rike aveva nascosto, insieme al padre, prima della guerra. Ho respirato un’aria di nuove idee e progetti per il futuro. Infatti le ragazze si erano date da fare e nel giro di poco le loro creazioni erano diventate il desiderio segreto di molte donne berlinesi. Nulla era facile, la Germania era un enorme campo di macerie. Lo stato nazista non esisteva più e il Paese era occupato dalle truppe americane, sovietiche, inglesi e francesi. La preoccupazione per la sopravvivenza, il mercato nero per l’acquisto di beni di prima necessità, erano importanti per la maggior parte dei tedeschi che avevano perso l’interesse per la politica. In loro convivevano gli incubi del passato, le preoccupazioni del presente e l’insicurezza del futuro. I vincitori avevano deciso di dividere la Germania in varie zone sotto la loro influenza e la rimozione delle macerie era un lavoro ciclopico per un popolo che soffriva la fame e il freddo. Nel dicembre del 1946 Berlino fu colpita da un’ondata di freddo glaciale che durò mesi. Gli alberi del Tiergart venivano utilizzati come legna da ardere. Iniziava la “Guerra fredda” e il processo di Norimberga scuoteva profondamente la coscienza dei tedeschi. In questo contesto storico si evolvono le storie dei componenti della famiglia Thalheim. Anche loro dovranno fare i conti con le preoccupazioni, con la fame e con la svalutazione dei marchi. Una pagnotta costava sul mercato nero fino a 35 marchi. Non si pagava più in denaro ma in sigarette americane. Anche Silvie e Rike andavano in campagna per scambiare con i contadini merce di ogni genere per ottenere burro, zucchero o patate. Attraverso la loro storia rivivremo il blocco di Berlino e la successiva divisione della Germania in due: la Repubblica Federale ad ovest e la Repubblica Democratica ad est.

È questo lo sfondo storico in cui si muovono le sorelle Thalheim. Non si fermeranno davanti a nulla e lavoreranno per ripulire la città dalle macerie, solo così avranno diritto alla tessera degli alimenti. Saranno le “donne delle macerie” e diventeranno un simbolo della ricostruzione.

Rike, la maggiore, aveva un forte senso di responsabilità, era coraggiosa e  intelligente, combattiva, una donna d’affari pronta a scontrarsi con i pregiudizi maschili che volevano le donne relegate in casa.

Silvie conserva, anche dopo la guerra, il suo ottimismo e la fiducia nel prossimo. Era solare, sensuale, spensierata, amava la vita.

Flori, la più piccola, non sembrava cogliere a pieno la gravità della situazione. Amava disegnare.

Questa carneficina fa emergere la parte più brutta di ognuno di noi. E chi ha voglia di guardare nella sua palude interiore?

La guerra aveva portato via ogni bene ai Thalheim, gli uomini della famiglia erano dispersi in guerra e Rike aveva assunto il comando del nucleo famigliare.  

Se non crediamo nel nostro futuro, non ne avremo uno.

Certo che immaginare un futuro quando si è circondati da macerie è davvero difficile, ma non impossibile. Nella mente di Rike prendono forma idee per un nuovo inizio: una nuova collezione di abiti, una sfilata  tra le macerie per le donne che vogliono ancora sentirsi belle. I grandi magazzini Thalheim sarebbero rinati. Il ritorno di Friedrich dalla guerra, segna un momento importante per la famiglia. La vita a Berlino procedeva tra tessere annonarie, carenze di ogni genere e tanti regolamenti e divieti che lasciavano poco spazio alla moda. In famiglia si discuteva su come procedere, le questioni politiche erano fonte di dissapori e le ragazze avevano una visione del mondo che le portava spesso a essere in contrasto con il padre. Come se tutto ciò non bastasse iniziavano a riemergere i segreti di famiglia che avrebbero potuto far crollare i Thalheim come un castello di carte. A tutto ciò aggiungete una misteriosa eredità che vedrà coinvolta Rike.

“Una vita da ricostruire” è un romanzo che vede le donne in prima linea nella ricostruzione del dopoguerra. L’autrice descriva le loro vite senza edulcorare nulla. Non nasconde desideri e sconfitte, illusioni e progetti. Le sofferenze e le delusioni camminano con tutti i personaggi immersi in una società in cui colpevoli e innocenti si confondono. Il punto di forza della storia sta nel descrivere i personaggi in un periodo storico complesso, sottolineando il loro coraggio ma anche la loro vulnerabilità. La “forza” mostra il desiderio di andare avanti ma anche le lacrime e il dolore sono espressione di tenacia. Mettere a nudo le emozioni più profonde, lottare contro antichi pregiudizi e convenzioni, fanno delle tre sorelle delle paladine della ricostruzione.

“Una vita da ricostruire” è un riuscitissimo intreccio tra i grandi avvenimenti storici e le vicende private dei protagonisti. Nel romanzo troverete delle protagoniste, molto diverse l’una dall’altra, unite nell’affrontare il mondo nel bene e nel male. Assisteremo alla metamorfosi di Berlino e vedremo le ragazze Thalheim crescere e cambiare. L’empatia nei loro confronti è forte, accresciuta dal condividere paure, speranze, gelosie, sconfitte e coraggio. Tutti i personaggi sembrano prender vita in questa storia che nasce dal dolore e  insegna tanto. Affezionarmi alla famiglia Thalheim è stato un atto immediato. Se siete increduli come San Tommaso non vi resta che provare per credere. Non ve ne pentirete.

2 commenti:

  1. Purtroppo i Cazalet ancora non li leggo (anche se il pensiero c'è), ma comunque questo romanzo mi attira, anche per il contesto storico, oltre al fatto di essere una saga famigliare.

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  2. Al di là delle dinamiche familiari è proprio il contesto storico che attira, ho scoperto tante cose che non sapevo sul secondo dopoguerra che vede Berlino rasa al suolo. La ricostruzione e la speranza per un futuro migliore sono una dura prova di coraggio sociale.

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