“I Cospiratori di Venezia” di Alex Connor (Newton Compton), è il secondo libro di una serie avvincente iniziata con “I Lupi di Venezia”. Per chi ha letto “I Lupi di Venezia” (recensione), chi non l’ha fatto è gentilmente invitato a colmare questa lacuna, è giunto il momento di far ritorno tra le calli della Serenissima dove i Lupi di Venezia sono di nuovo a caccia.
STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 7 |
Editore: Newton Compton
Prezzo: € 9,90
Ho due vite sulla coscienza. Fardelli che non pesano come dovrebbero. Erano passati due anni da quando Ira Tabat era stato giustiziato per l’omicidio di sua sorella. Un omicidio che non aveva commesso. Un omicidio per il quale ero stato io a permettere che venisse condannato. Da allora il suo fantasma si era unito a quello di mia madre e si scambiavano ruolo nei sogni che turbavano il mio riposo, le rare volte in cui riuscivo a chiudere occhio.
Nel primo libro di questa serie avevamo lasciato Marco Giannetti, assistente di bottega del celebre Tintoretto, in preda a cupi pensieri. Deve fare i conti con le conseguenze delle proprie azioni. Corrotto dallo scrittore Pietro Aretino, che lo ricatta piegandolo al suo volere, il giovane Marco è ormai odiato dagli ebrei del ghetto che lo incolpano di un crimine atroce. Giannetti, col passar del tempo, si rende conto che la sua immensa ricchezza rappresenta un pericolo per la sua vita. Il rimorso lo tormenta mentre una serie di brutali delitti sconvolge la città. Tra le vittime del misterioso assassino c’è la figlia dello speziale olandese Nathaniel der Witt, che non riesce a darsi pace per la sua morte e decide di indagare per scoprire la verità. La sua indagine lo porterà a conoscere personaggi come Tintoretto; ma anche Adamo Baptista, una spia; il mercante francese Lauret e la donna più desiderata di Venezia, Caterina Zucca.
Nella Venezia del XVI secolo, tra i canali della Serenissima, qualcuno tesse oscure trame, manipolando i destini di persone innocenti: sono i Lupi di Venezia.
“I Cospiratori di Venezia” è un romanzo dal fascino senza tempo che trasporta il lettore in una città bellissima e pericolosa dove uomini avidi e ambiziosi tessono le loro trappole. Qui prosperano inganni, cattiveria e perversione. Tutti nascondono il loro vero volto e si prodigano in una girandola di alleanze e di spie che indugiano nell’ombra.
Facciamo un passo indietro, giusto per riprendere il filo narrativo, e ritroviamo una città dai mille segreti. La dura vita di bottegai, prostitute, schiavi ed ebrei del ghetto, contrasta con l’abbagliante ricchezza della città lagunare. Ovunque regnano corruzione e tradimento mentre i “lupi” hanno vita facile e fiutano le migliori opportunità per acquisire sempre più potere. Sono uomini senza alcuna pietà, crudeli, astuti e immorali, pronti a condannare a crudeli destini, ignare pedine coinvolte nelle loro oscure trame.
In questo secondo volume, che ho atteso con vero interesse, ritroviamo i personaggi che hanno animato l’inizio di una storia che ha molte voci ma poche certezze. Una colonna del male è senz’altro il poeta Pietro Aretino. La sua abilità nell’estorcere informazioni e l’esperienza nello scoprire i segreti altrui, lo avevano reso l’uomo più pericoloso di Venezia. Alla sua corte incontreremo la pericolosa cortigiana Tita Boldini e Adamo Baptista, un uomo senz’anima con una nomea terrificante.
La storia intreccia i destini di questi personaggi e l’autrice crea un mix di relazioni che fanno viaggiare il lettore sull’onda delle emozioni. Pian piano si svelano alcuni misteri ma la caccia ai “lupi” è ben lontana dalla conclusione.
I Lupi di Venezia esistono davvero. Non avete potere contro di loro, non potete difendervi. Dio non vi aiuterà.
Ad aggiungere ancora più mistero compare un messaggio in codice, un enigma che agita gli spiriti maligni della città:
Un uomo come una donna non inganna nessuno.
In quattro a rufolare in un trogolo di frutta marcia: avanti Cristo, la coda d’oca del Diavolo, dove l’acqua è sangue.
Lascio ai protagonisti del romanzo l’arduo compito di sciogliere l’enigma nella consapevolezza che il cuore nero della storia è ancora ben celato e lungi dall’essere scoperto. La verità ha mille facce, ognuno la plasma a suo piacimento mescolando le carte del destino.
“I Cospiratori di Venezia” è un thriller storico ricco di eventi che vede molti personaggi diventare marionette tra le mani di uomini malvagi. Tuttavia anche le marionette possono avere un istinto di ribellione, desiderare la vendetta per liberarsi dal cappio del ricatto. Servo e padrone si scambieranno i ruoli e tutto diventerà possibile in una città che vive un periodo d’angoscia con le famiglie in preda al panico, misteriosi omicidi, corpi mutilati ritrovati nei canali o sotto i ponti. La paura si annida ovunque e la ferocia diventa un’arma crudele ma efficace.
Alex Connor ci propone l’immagine di una città in cui scorre la linfa vitale del commercio, ma deturpata da molti vizi come il traffico dei corpi, la cupidigia, la passione per il potere. L’innocenza è merce rara e non rappresenta uno scudo per sfuggire alle ingiustizie.
La storia è sospesa tra la dura realtà e la fantasia emotiva dell’arte. I quadri del Tintoretto, così come le opere di Tiziano, avranno un ruolo importante negli eventi. È stato intrigante leggere della rivalità tra questi due artisti, scoprire il modo in cui preparavano i modellini per i loro dipinti e le tecniche usate per rendere i colori brillanti e dalle sfumature particolari.
Alex Connor è una scrittrice che riesce a coinvolgere il lettore con i suoi romanzi, è capace di incrociare la vita dei personaggi intrecciandole in una fitta ragnatela modellando la verità in base agli eventi.
“I Cospiratori di Venezia” è un thriller storico che ci permette di entrare in un mondo vario e cosmopolita in cui si muovono uomini e donne senza scrupoli. Tutti lottano per un futuro migliore secondo i propri principi. Per alcuni significa uccidere e mettere in scena ogni orripilante mezzo per ottenere ciò che si vuole. Per altri è un rialzare la testa, un voler sfuggire al proprio passato oltrepassando quell’illusorio confine tra il bene e il male. La ricerca della verità, però, s’interrompe sul più bello. Il romanzo chiude il sipario con i protagonisti che si fermano, immobili nel tempo, come pedine in attesa delle prossime mosse. La storia dei Lupi di Venezia non è ancora finita. Il meglio deve ancora arrivare.
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