venerdì 4 settembre 2020

RECENSIONE | "Lo scarafaggio" di Ian McEwan

Lo scrittore inglese Ian McEwan, nel suo romanzo breve “Lo scarafaggio” (Einaudi), prende spunto dalla realtà e dal mondo politico per parlare di Brexit e del populismo di chi la governa. Lo fa rifacendosi, in modo evidente, all’idea di Kafka. Nel romanzo, però, la metamorfosi è al contrario. Jim Sams, nella vita precedente, era uno scarafaggio. Tutti lo ignoravano o disprezzavano. Una mattina si sveglia dotato di due piedi e due mani, non è più una blatta. Nella sua nuova incarnazione è un uomo, è  l’uomo più potente d’Inghilterra, il primo ministro inglese.


STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 8
Lo scarafaggio
Ian McEwan (traduzione di Susanna Basso)

Editore: Einaudi
Prezzo: € 16,00
Pagine: 120
Sinossi

Jim Sams ha subíto una metamorfosi. Nella vita precedente era uno scarafaggio, ignorato o disprezzato. Ora, nella sua nuova incarnazione come primo ministro, è l'uomo piú potente d'Inghilterra. Niente può ostacolarlo, tanto meno le regole della democrazia parlamentare, nel portare a termine la sua missione: fare la volontà del popolo e condurre il paese alla rovina. Qualunque riferimento a fatti realmente accaduti e persone realmente esistenti non sembra da escludere.


Ian McEwan, scrive del presente, di ciò che vede e la realtà diventa protagonista del suo libro. Inverte l’incipit del romanzo di Kafka e ci presenta uno scarafaggio che, ignaro del suo destino, la sera sguscia sotto il portone del Parlamento di Westminster. Supera le canaline gonfie di pioggia e si avvia verso Whitehall. Al mattino si risveglia in un letto nientemeno che al numero 10 di Downing Street, si chiama Jim Sams. Ha i capelli biondo rossicci, “lo sguardo a tratti fisso del cane lupo, a tratti del burlone” dell’attuale primo ministro inglese.

Ora è un uomo importante. Dopo un primo comprensibile disorientamento, l’insetto, con il tenace istinto di sopravvivenza che lo caratterizza, cerca di adattarsi alla sua nuova esistenza.

Quella mattina Jim Sams, un tipo perspicace ma niente affatto profondo, si svegliò da sogni inquieti per ritrovarsi trasformato in una creatura immane.

La blatta, che ora chiameremo affettuosamente “Jim”, comprende di avere un ruolo importante nella vita politica del Paese e indossa magnificamente i panni del Premier. Intorno a lui c’è una schiera di fratelli e sorelle pronta a soddisfare ogni suo desiderio, in lui nasce il sospetto di non essere l’unico metamorfizzato. La giornata da premier inizia con una riunione di Gabinetto, il Disegno di legge inversionista potrebbe essere sabotato dagli avversari sul piede di guerra. Occorre intervenire sostenendo e blindando la politica dell’inversionismo.

La vita pubblica contemporanea era un arsenale metaforico di armi dagli obiettivi inediti, trappole, frecce avvelenate e mine antiuomo in attesa di qualsiasi passo falso.

Jim prende sempre più sicurezza nel ruolo di premier e scopre di avere importanti conoscenze in ambito politico ed economico. In fondo non si sente poi tanto solo perché è sempre più convinto che il Governo inglese sia composto da scarafaggi mutati nel corpo dei ministri. Nessuno, però, lasciava trasparire la sua natura blattoidea.

Uniti dallo stesso coraggio indomabile e dalla voglia di vincere. Sostenuti da valori semplici ed emozionanti come il sangue e il suolo. Nobilitati da un obiettivo che si elevava oltre la mera ragionevolezza, spingendoli ad abbracciare un ideale mistico di nazione, un concetto non meno semplice e semplicemente buono e vero di una fede religiosa.

 Al parlamento si discute di Inversionismo, un’assurda politica d’inversione dei flussi monetari. Jim è grande sostenitore di questa politica che vede i lavoratori pagare i datori di lavoro, i clienti vengono pagati dai negozi per i loro acquisti ed è severamente proibito accumulare e conservare il denaro.

Questo manipolo di temerari era pronto per affrontare un periodo di lacrime e sangue per ottenere “il dono sacro di una profonda autostima.” Era finalmente giunto il momento per allontanarsi dall’Unione Europea mettendo fine alla schiavitù. L’inversionismo avrebbe salvato l’Inghilterra da una terribile rovina. Il lavoro non è un diritto, occorre pagarlo. I soldi in banca verranno tassati con alti tassi d’interesse negativi, l’intero sistema economico doveva invertire la sua rotta.

Il 25 dicembre viene scelto come il Giorno dell’inversionismo, il fatidico I-Day, con negozi tutti chiusi. Si stamperà moneta e inizierà una nuova era. Tuttavia tutto questo trionfalismo, che inorgogliva Jim Sams, non era condiviso da tutti. Bisognava giocare sporco per mettere a tacere i nemici. Chi si opponeva non capiva che quella era l’unica strada per unire, rafforzare e rendere grande il Paese. L’economia britannica si preparava ad essere la più ricca e fiorente economia del continente europeo. Ogni altra politica andava spazzata via e la democrazia sarebbe rifiorita. Per riuscire nel suo intento al premier-blatta non resta che trovare dei sostenitori e così si rivolge ad Archie Tupper, presidente degli Stati Uniti. Jim scopre il potere di un tweet prendendo esempio da Tupper, un uomo irresponsabile ma potentissimo, che usa Twitter per influenzare la società. A Tupper, ogni riferimento all’attuale presidente americano è del tutto casuale, piace la politica del premier inglese e ne diventa un sostenitore. Così Sams si convince che anche Tupper sia uno scarafaggio e durante una telefonata gli chiede:

 Anche tu un tempo avevi sei zampe?

Naturalmente il Presidente non risponde. Appare evidente, quindi, la forza dei media che possono orientare i pensieri della popolazione pubblicando notizie false sui propri avversari, inventando storie e facendo a pezzi la loro credibilità. Tupper e Sams insieme avrebbero rivoluzionato il mondo ma il presidente americano non è famoso per mantenere la parola data. Cambia idea facilmente ma Sams ha imparato la lezione: occorre far credere che ciò che tu vuoi sia la volontà del popolo. Tutti noi conosciamo un certo modo di far politica che in realtà è un gioco di specchi. Il premier inglese è a favore dell’Inversionismo perché è il popolo a volerlo. È a favore della Brexit perché sono gli inglesi a volerla. È il popolo che è convinto che lasciando l’Unione Europea, l’Inghilterra tornerà ad essere una nazione potente padrona del suo futuro. Ciò che si vuol far credere alle persone è ben diverso da ciò che è in realtà. Interessi economici e politici muovono mani invisibili di arditi burattinai. I governi, tutti nessuno escluso, sono creature fragili e uomini-scarafaggio sono pronti a condurli alla rovina.

“Lo scarafaggio” è una satira, ma è anche una presa in giro. Si sorride leggendo le avventure del premier e si riflette osservando un mondo sottosopra.

Il populismo -scrive McEwan nella postfazione- ignaro della sua stessa ignoranza, tra farfugliamenti di sangue e suolo, assurdi principi nativistici e drammatica indifferenza al problema dei cambiamenti climatici, potrebbe in futuro evocare altri mostri, alcuni dei quali assai più violenti e nefasti della Brexit. Ma in ciascuna declinazione del mostro, a prosperare sarà sempre lo spirito dello scarafaggio. Tanto vale che impariamo a conoscerla bene, questa creatura, se vogliamo sconfiggerla. E io confido che ci riusciremo.

L’intelligenza dell’ironia rende questo romanzo una lettura davvero piacevole e interessante. È davvero divertente entrare nella mente della blatta-premier, conoscere i suoi pensieri e osservare il suo adattamento al comportamento umano. Lo spirito dello scarafaggio, ossia il populismo esaltato, può sembrare assurdo ma è un modo per affrontare temi contemporanei. Leggerete di un mondo parallelo nato dalla Brexit, basato sull’inversionismo e vi ritroverete a pensare che la satira politica nasconde una parte di verità. Le blatte semineranno la loro politica al rovescio e aspetteranno fiduciosi la rovina del Paese. Lo squallore e la sporcizia che deriveranno da questa rovina, daranno origine a un mondo in cui gli scarafaggi potranno vivere beatamente.

Frattanto, se la ragione non apre gli occhi e non si decide a riprendere il sopravvento, potremmo doverci affidare al conforto della risata.

5 commenti:

  1. Mi piace McEwan, e questa sembra una lettura interessante 🤗🤗

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    1. Sì, lettura interessante che descrive le problematiche della nostra economia e della politica :)

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  2. io non ho amato Metamorfosi di Kafka (ehm... a dire il vero, non amo neppure un suo libro, ahimè) ma per curiosità leggerei questo, mi intriga l'idea di base, dello scarafaggio che diventa uomo e quindi premier :-D
    chissà, magari un po' mi riconcilia con Franz ^_-

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    1. Ciao Angela, in comune i due romanzi hanno solo l'incipit come palcoscenico di una trasformazione del protagonista. Io penso che il romanzo di McEwan possa piacerti. Per far pace con Franz dovresti accettare le sue tematiche e i suoi incubi opprimenti ma un altro tentativo potresti farlo leggendo magari "Il processo" o "Lettera al padre". Un saluto :)

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    2. aquila, ho letto Il processo, amerika, La metamorfosi e il castello... Che vuoi che ti dica, mi dà un senso di oppressione e claustrofobia che non riesco a farmi andar bene, ma pazienza, lui resta un caposaldo della letteratura e io lo rispetto eh :-D
      chissà, potrei tentare con Lettera al padre!

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