giovedì 30 gennaio 2020

RECENSIONE | "Il Pittore Maledetto" di Luigi De Pascalis

Autore del bestseller “Il sigillo di Caravaggio” (recensione), torna oggi nelle librerie, Luigi De Pascalis con un intenso thriller storico: “Il Pittore Maledetto”, edito da Newton Compton Editori.

Con abilità lo scrittore trasporta il lettore in una coinvolgente avventura fra arte, mistero e intrighi. Sangue e passione indicano il cammino da percorrere intriso di realtà e immaginazione. Un ruolo importante avranno i personaggi che dovranno lottare con le loro fragilità, con i loro demoni interiori, contro le ingiustizie e i tradimenti, le guerre e le indomabili passioni, contro i pregiudizi del tempo che vorrebbero condannare il protagonista. Il pittore maledetto è il grande Francisco Goya. Attraverso un coro di voci, leggeremo una straordinaria vicenda specchio della vita del famoso pittore. La sua quotidianità, i suoi amore, la sua arte sono la materia prima con cui De Pascalis narra la vita di Goya nei suoi cruciali e drammatici momenti. Nasce così un romanzo capace di ricreare luci e ombre di un’esistenza travagliata ma di ineguagliabile fascino.

STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 7
Il pittore maledetto
Luigi De Pascalis

Editore: Newton Compton
Pagine: 318
Prezzo: € 9,90
Sinossi
1819. Il pittore spagnolo Francisco Goya si è trasferito da poco alla Quinta del sordo, una casa di campagna alla periferia di Madrid, assieme alla giovane amante Leocadia Weiss, e ai figli di lei Guillermo e Rosarito. L'artista, sordo da anni e chiuso in un mondo sempre più cupo, è intossicato dal piombo contenuto nei colori. La malattia comporta incubi, allucinazioni, sbalzi di umore sempre più violenti. Per trovare sollievo al male, inizia a dipingere di notte sulle pareti di casa le sue celebri pitture nere. Una sera Rosarito, che ha sei anni e non sa di essere sua figlia, lo scopre mentre si dedica alle sue ossessioni indossando uno strano cappello con una corona di candele accese. Comincia così tra incubi, violenze domestiche, gesti d'amore e colpi di genio, lo strano rapporto tra l'anziano e famosissimo pittore di corte e la bambina che ha uno straordinario talento per il disegno. L'arte sarà la loro lingua segreta e il loro rifugio. Ma niente, alla fine, sarà come Goya, Rosarito, Leocadia e Guillermo avrebbero voluto.



Non è l’amore che guasta la vita. È la vita che rovina se stessa, in un modo o nell’altro. O forse è che ce ne vorrebbero mille, di vite, per provare tutti i sentimenti di cui un cuore è capace, per fare tutti gli errori possibili e per rimediare a ciascuno di essi in tutte le maniere in cui lo si può fare.
1819. Il pittore spagnolo Francisco Goya si è trasferito da poco alla Quinta del Sordo, una casa di campagna alla periferia di Madrid. Qui vive con Leocadia Weiss, sua giovane amante, e con i figli di lei Guillermo e Rosarito. Vivere con Goya non è facile. L’artista, sordo da anni, è prigioniero di un mondo cupo che lui stesso ha creato. Il piombo, contenuto nei pigmenti dei colori, è la causa di un grave avvelenamento che colpisce Goya e la malattia accentua ancor più le allucinazioni, gli incubi, la violenza del pittore. Di notte egli sfoga i suoi tormenti trasformandoli nelle figure che dipinge sui muri di casa. Rosarito, che ha sei anni e non sa di essere sua figlia, osserva di nascosto il lavoro del grande pittore che di notte indossa uno strano cappello formato da una corona di candele accese. Il maestro e la bambina, che ha uno straordinario talento per il disegno, iniziano uno strano rapporto costellato da momenti di serenità e gioia ma deturpato da incubi, violenze domestiche, gesti d’amore e colpi di genio. Ad unire padre e figlia sarà l’amore per l’arte ma il destino, caotico e travolgente, ha seminato tragici eventi lungo il cammino. Goya, Leocadia e i bambini, percorreranno sentieri tortuosi non sapendo mai cosa troveranno dietro l’angolo. Come spesso accade, genialità e tormento procedono insieme nella vita dei grandi artisti. Nel romanzo conosciamo Goya “Pintor de camera del Rey” e un Goya travolto dalle proprie angosce e insicurezze. Sullo sfondo si evolvono le vicende politiche e sociali della Spagna che rendono tutto più complicato. Così conosciamo Goya nel duplice aspetto di uomo e artista. Egli non fu mai un pittore di corte formale e accademico. Nei suoi ritratti dei Grandi di Spagna, riuscì a rendere l’ottusità e la grettezza della famiglia reale, le loro piccole e meschine volontà, tutto il senso dell’arretratezza che la monarchia spagnola rappresentava dopo i secoli del suo grande splendore. Nella “Quinta del sordo”, lungo la riva del fiume Manzanarre, le sue ossessioni si moltiplicarono e dipingendo le sue paure era come se se ne liberasse. Il pittore dipinse, sui muri interni  della casa, immagini spaventose e inquietanti che sembravano usciti dai peggior incubi. Sono le cosiddette “Pinturas Negras”, Pitture Nere, che sembravano assorbire ogni felicità cancellando la speranza. I temi trattati nelle sue opere mostrano infatti una visione grottesca dell’umanità, del potere, della violenza tra gli uomini che sfocia nella guerra, nel dolore dell’esistenza. La pittura di Goya, non tutta però, mostra inquietudine, oscurità, angoscia, violenza e morte, facendo del maestro un pittore maledetto inquieto e inquietante. Nei suoi dipinti prende forma il lato buio dell’essere umano e la pittura diventa dannazione e salvezza.

“Il Pittore Maledetto” è un romanzo in cui prendono vita i fantasmi che, per tutta l’esistenza, hanno assillato Goya. Lui, marito infedele, amante egoista e padre inadeguato, è il testimone di come il venir meno della ragione possa solo generare mostri, superstizioni, malvagità ed oppressioni. Il pittore delle mille atrocità di cui si nutre il cuore umano, si mostra prigioniero dei suoi incubi e dei cattivi presagi.

Le varie voci del romanzo narrano i tormenti, l’arte, il mistero e la luce delle sue opere. Saremo testimoni di racconti costellati da ricordi che diventano, per Leocadia, un modo per dimenticare il dolore che l’assilla dopo la morte di Goya. Il tempo inesorabilmente distrugge tutto in noi: la bellezza, il corpo, la mente. L’esistenza è fatta anche dalla parte oscura che è in noi, luogo dell’anima dove si nascondono le paure che gettano uno sguardo sempre più aspro sul mondo. È affascinante assistere al duplice essere dell’artista: da una parte c’è la pittura luminosa, ufficiale che vede i regnanti di Spagna come soggetti, dall’altra la pittura notturna e privata dove il pessimismo uccide la speranza.

Questa storia non corrisponde del tutto alla realtà, personaggi reali si confondono con personaggi di fantasia, ma ben descrive il carattere difficile e burrascoso di Goya. Al suo fianco la giovane Leocadia. Lei era bella e formosa, con una buona istruzione, di carattere forte. La sua relazione con Goya non fu sempre idilliaca ma la vita non è mai uguale ai sogni.
È davvero l’amore che plasma adulti e bambini? L’ amore avuto; l’amore non avuto; l’amore dato fino a mutare anima; l’amore preso e sciupato con indifferenza; l’amore non compreso; l’amore carpito e mai restituito?
Ed è di questo amore che Leocadia narra al figlio Guillermo. Lei che vede ormai la morte camminare al suo fianco, vuole che il figlio sappia tutto del passato, dà voce ai suoi ricordi e ai rimorsi, ripercorre la via della giovinezza, si sofferma sulla bellezza della vita sempre in bilico vitalità e cupezza, narra del talento e della normalità. Dalle sue parole scaturiscono nostalgia, tristezza, dolore, solitudine, felicità, rabbia: “i conti della vita.”

Tra le pagine de “Il Pittore Maledetto” troverete le voci immaginarie di Leocadia e dell’artista che vi guideranno in un viaggio emozionante nel mondo di Goya, un personaggio tormentato e maledetto. Il mistero della sua personalità artistica sarà il cuore del romanzo  che vi svelerà un poliedrico, affascinante e carismatico Francisco José de Goya y Lucientes.
Amore e dovere fanno parte della stessa medaglia, come vita e morte, pianto e riso. E tutto, col tempo, acquista il sapore amarognolo delle occasioni perdute.

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