Autore del bestseller “Il sigillo di Caravaggio” (recensione), torna oggi nelle librerie, Luigi De Pascalis con un intenso thriller
storico: “Il Pittore Maledetto”, edito da Newton Compton Editori.
Con abilità lo scrittore trasporta il lettore in una
coinvolgente avventura fra arte, mistero e intrighi. Sangue e passione indicano
il cammino da percorrere intriso di realtà e immaginazione. Un ruolo importante
avranno i personaggi che dovranno lottare con le loro fragilità, con i loro
demoni interiori, contro le ingiustizie e i tradimenti, le guerre e le
indomabili passioni, contro i pregiudizi del tempo che vorrebbero condannare il
protagonista. Il pittore maledetto è il grande Francisco Goya. Attraverso un
coro di voci, leggeremo una straordinaria vicenda specchio della vita del
famoso pittore. La sua quotidianità, i suoi amore, la sua arte sono la materia
prima con cui De Pascalis narra la vita di Goya nei suoi cruciali e drammatici
momenti. Nasce così un romanzo capace di ricreare luci e ombre di un’esistenza
travagliata ma di ineguagliabile fascino.
STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 7
|
Il pittore maledetto
Luigi De Pascalis
Editore: Newton Compton
Editore: Newton Compton
Pagine: 318
Prezzo: € 9,90
Prezzo: € 9,90
Sinossi
1819. Il pittore spagnolo Francisco Goya si è trasferito da poco alla Quinta del sordo, una casa di campagna alla periferia di Madrid, assieme alla giovane amante Leocadia Weiss, e ai figli di lei Guillermo e Rosarito. L'artista, sordo da anni e chiuso in un mondo sempre più cupo, è intossicato dal piombo contenuto nei colori. La malattia comporta incubi, allucinazioni, sbalzi di umore sempre più violenti. Per trovare sollievo al male, inizia a dipingere di notte sulle pareti di casa le sue celebri pitture nere. Una sera Rosarito, che ha sei anni e non sa di essere sua figlia, lo scopre mentre si dedica alle sue ossessioni indossando uno strano cappello con una corona di candele accese. Comincia così tra incubi, violenze domestiche, gesti d'amore e colpi di genio, lo strano rapporto tra l'anziano e famosissimo pittore di corte e la bambina che ha uno straordinario talento per il disegno. L'arte sarà la loro lingua segreta e il loro rifugio. Ma niente, alla fine, sarà come Goya, Rosarito, Leocadia e Guillermo avrebbero voluto.
Non è l’amore che guasta la vita. È la vita che rovina se stessa, in un modo o nell’altro. O forse è che ce ne vorrebbero mille, di vite, per provare tutti i sentimenti di cui un cuore è capace, per fare tutti gli errori possibili e per rimediare a ciascuno di essi in tutte le maniere in cui lo si può fare.
1819. Il pittore spagnolo Francisco Goya si è trasferito da
poco alla Quinta del Sordo, una casa di campagna alla periferia di Madrid. Qui
vive con Leocadia Weiss, sua giovane amante, e con i figli di lei Guillermo e Rosarito.
Vivere con Goya non è facile. L’artista, sordo da anni, è prigioniero di un
mondo cupo che lui stesso ha creato. Il piombo, contenuto nei pigmenti dei
colori, è la causa di un grave avvelenamento che colpisce Goya e la malattia
accentua ancor più le allucinazioni, gli incubi, la violenza del pittore. Di
notte egli sfoga i suoi tormenti trasformandoli nelle figure che dipinge sui
muri di casa. Rosarito, che ha sei anni e non sa di essere sua figlia,
osserva di nascosto il lavoro del grande pittore che di notte indossa uno
strano cappello formato da una corona di candele accese. Il maestro e la
bambina, che ha uno straordinario talento per il disegno, iniziano uno strano
rapporto costellato da momenti di serenità e gioia ma deturpato da incubi,
violenze domestiche, gesti d’amore e colpi di genio. Ad unire padre e figlia
sarà l’amore per l’arte ma il destino, caotico e travolgente, ha seminato
tragici eventi lungo il cammino. Goya, Leocadia e i bambini, percorreranno
sentieri tortuosi non sapendo mai cosa troveranno dietro l’angolo. Come spesso
accade, genialità e tormento procedono insieme nella vita dei grandi artisti.
Nel romanzo conosciamo Goya “Pintor de camera del Rey” e un Goya travolto dalle
proprie angosce e insicurezze. Sullo sfondo si evolvono le vicende politiche e
sociali della Spagna che rendono tutto più complicato. Così conosciamo Goya nel
duplice aspetto di uomo e artista. Egli non fu mai un pittore di corte formale
e accademico. Nei suoi ritratti dei Grandi di Spagna, riuscì a rendere
l’ottusità e la grettezza della famiglia reale, le loro piccole e meschine
volontà, tutto il senso dell’arretratezza che la monarchia spagnola
rappresentava dopo i secoli del suo grande splendore. Nella “Quinta del sordo”,
lungo la riva del fiume Manzanarre, le sue ossessioni si moltiplicarono e
dipingendo le sue paure era come se se ne liberasse. Il pittore dipinse, sui
muri interni della casa, immagini
spaventose e inquietanti che sembravano usciti dai peggior incubi. Sono le
cosiddette “Pinturas Negras”, Pitture Nere, che sembravano assorbire ogni
felicità cancellando la speranza. I temi trattati nelle sue opere mostrano
infatti una visione grottesca dell’umanità, del potere, della violenza tra gli
uomini che sfocia nella guerra, nel dolore dell’esistenza. La pittura di Goya,
non tutta però, mostra inquietudine, oscurità, angoscia, violenza e morte, facendo
del maestro un pittore maledetto inquieto e inquietante. Nei suoi dipinti
prende forma il lato buio dell’essere umano e la pittura diventa dannazione e
salvezza.
“Il Pittore Maledetto” è un romanzo in cui prendono vita i
fantasmi che, per tutta l’esistenza, hanno assillato Goya. Lui, marito
infedele, amante egoista e padre inadeguato, è il testimone di come il venir
meno della ragione possa solo generare mostri, superstizioni, malvagità ed
oppressioni. Il pittore delle mille atrocità di cui si nutre il cuore umano, si
mostra prigioniero dei suoi incubi e dei cattivi presagi.
Le varie voci del romanzo narrano i tormenti, l’arte, il
mistero e la luce delle sue opere. Saremo testimoni di racconti costellati da
ricordi che diventano, per Leocadia, un modo per dimenticare il dolore che
l’assilla dopo la morte di Goya. Il tempo inesorabilmente distrugge tutto in
noi: la bellezza, il corpo, la mente. L’esistenza è fatta anche dalla parte
oscura che è in noi, luogo dell’anima dove si nascondono le paure che gettano
uno sguardo sempre più aspro sul mondo. È affascinante assistere al duplice
essere dell’artista: da una parte c’è la pittura luminosa, ufficiale che vede i
regnanti di Spagna come soggetti, dall’altra la pittura notturna e privata dove
il pessimismo uccide la speranza.
Questa storia non corrisponde del tutto alla realtà,
personaggi reali si confondono con personaggi di fantasia, ma ben descrive il
carattere difficile e burrascoso di Goya. Al suo fianco la giovane Leocadia. Lei
era bella e formosa, con una buona istruzione, di carattere forte. La sua
relazione con Goya non fu sempre idilliaca ma la vita non è mai uguale ai
sogni.
È davvero l’amore che plasma adulti e bambini? L’ amore avuto; l’amore non avuto; l’amore dato fino a mutare anima; l’amore preso e sciupato con indifferenza; l’amore non compreso; l’amore carpito e mai restituito?
Ed è di questo amore che Leocadia narra al figlio Guillermo.
Lei che vede ormai la morte camminare al suo fianco, vuole che il figlio sappia
tutto del passato, dà voce ai suoi ricordi e ai rimorsi, ripercorre la via
della giovinezza, si sofferma sulla bellezza della vita sempre in bilico
vitalità e cupezza, narra del talento e della normalità. Dalle sue parole
scaturiscono nostalgia, tristezza, dolore, solitudine, felicità, rabbia: “i
conti della vita.”
Tra le pagine de “Il Pittore Maledetto” troverete le voci
immaginarie di Leocadia e dell’artista che vi guideranno in un viaggio
emozionante nel mondo di Goya, un personaggio tormentato e maledetto. Il
mistero della sua personalità artistica sarà il cuore del romanzo che vi svelerà un poliedrico, affascinante e
carismatico Francisco José de Goya y Lucientes.
Amore e dovere fanno parte della stessa medaglia, come vita e morte, pianto e riso. E tutto, col tempo, acquista il sapore amarognolo delle occasioni perdute.
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