“Ai sopravvissuti spareremo
ancora”, già menzione al Premio Calvino, è il romanzo d’esordio di Claudio
Lagomarsini, Fazi Editore. In libreria dal 23 gennaio, il romanzo è in vendita
promozionale a 10 euro fino al 29 febbraio. Un motivo in più per dare
un’opportunità a questo giovane scrittore che, usando le parole come pennellate
forti e decise, ci offre il ritratto di una società destinata a scomparire. Scopriremo
una provincia, quella sul confine tra Toscana e Liguria in cui l’autore è
cresciuto, contraddittoria e affascinante. Le certezze granitiche degli adulti
si specchiano nelle insicurezze degli adolescenti e fanno della famiglia un
nido infelice. La provincia italiana, dalle molteplici personalità, era
dominata dalla presunta superiorità maschile che tutto sa. Anche le donne,
quando riescono a sottrarsi al dominio maschile, mostrano di poter plasmare la
realtà con indifferenza per i sentimenti altrui. Le vittime si trasformano in
carnefici e la realtà implode crudele.
STILE: 7 | STORIA: 8 | COVER: 6
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Claudio Lagomarsini
Editore: Fazi
Editore: Fazi
Pagine: 206
Prezzo: € 10,00
Prezzo: € 10,00
Sinossi
Una "tragedia della porta accanto" dai toni alti e trasfigurati. Il ritratto lucido e impietoso di un mondo al tramonto visto con gli occhi di un ragazzo, impotente di fronte alla realtà in cui si trova a vivere. Un giovane è costretto a tornare nel paese d'origine per vendere la casa di famiglia: è un ritorno doloroso così come lo è il ritrovamento di cinque quaderni scritti molti anni prima dal fratello maggiore Marcello. Leggendoli per la prima volta, il ragazzo, ormai uomo, ripensa all'estate del 2002 quando i due fratelli vivevano ancora insieme, con la madre e il compagno della donna, soprannominato Wayne. La loro casa era stretta tra quella della nonna materna e quella di un uomo, soprannominato il Tordo. Nei quaderni, Marcello racconta molte cose di quell'estate: le cene all'aperto, le discussioni furibonde tra il Tordo e Wayne, la relazione amorosa tra la nonna e il Tordo, il rapporto conflittuale tra la madre e la nonna. Fra i vari episodi riportati nel diario, uno in particolare sarà quello che scatenerà la serie di eventi che porteranno all'inaspettato e drammatico epilogo.
Di tanti che eravamo siamo rimasti in pochi. È toccato a me, alla fine, prendere l’aereo, passare nove ore tra due sconosciuti e noleggiare un’auto da guidare stordito di sonno, per venire qui. C’è da vendere la casa, e la ragazza dell’agenzia dice che il momento è propizio.
Un giovane uomo è costretto a tornare nel paese d’origine
per vendere la casa di famiglia. È questo il compito assegnato al giovane
protagonista del romanzo, un compito che risveglia dolorosi ricordi legati a
un’estate ormai lontana nel tempo.
L’estate della mia terza superiore, stavo tutto il giorno al mare. Non ho ricordi precisi, distinti. Mi resta in mente, come un video mandato al fast forward, una lunga sequenza di sbornie, scherzi, pallonate, gavettoni, uscite con gli amici, baci con troppa saliva e sigarette fumate dietro alle cabine del Bagno Universo.
Aggirarsi tra le stanze vuote e scegliere cosa tenere e cosa
buttar via, non è facile. In lui cresce il disagio e l’irritazione. Tuttavia
eccolo lì il passato racchiuso in cinque quaderni, impacchettati in una
scatola, scritti da Marcello, il fratello minore scomparso molti anni prima. La
voce di Marcello si fa guida e mentore di un romanzo da lui scritto ma rimasto
incompiuto. Un romanzo che ha lo stesso titolo dell’opera di Lagomarsini. I
quaderni diventano, così, il filo d’Arianna che ci permetterà di ripercorrere i
meandri di famiglie in cui regnava una mentalità arcaica e maschilista. Un
mondo patriarcale in cui la quotidianità è scandita da litigi, cene in cortile
e comportamenti retrogradi. La famiglia diventa un potenziale nucleo
distruttivo. Si può vivere insieme ed essere dei perfetti estranei. Grazie ai
quaderni i ricordi si ripresentano più vivi che mai. Tanti i personaggi che
animano questi ricordi. Vi sono la madre e il suo secondo compagno Wayne così
soprannominato perché ama i western. Uomo ignorante e superficiale, ha
un’opinione su tutto soprattutto su ciò che non sa. Il vicino di casa, il
Tordo, che subisce una rapina. Lui ha ottant'anni e non nasconde il suo
disprezzo per la moglie paralitica e sorda. Subisce da anni, il fascino della
nonna di Marcello. Donna cinica fa della seduzione un gioco pericoloso. Vivremo
situazioni innaturali e goffe, descritte con crudele semplicità ma complesse
nei rapporti di causa ed effetto che ne scaturiscono. Conosceremo Marcello, un
adolescente depresso, scontento, nevrotico. È “saccente, antipatico e
rancoroso.” Forse è il suo modo per manifestare la solitudine e lo spaesamento.
Voleva solo essere ascoltato! Tutti però erano indaffarati nelle loro
quotidianità, nessuno l’ascoltava. Si sentiva fuori posto. Innamorato di una compagna
di scuola che non ricambia i suoi sentimenti e lo cerca solo per copiare i
compiti, deve affrontare le prese in giro dei compagni che lo deridono per un
suo difetto fisico. Con più leggerezza vive il Salice, fratello minore di
Marcello, soprannominato così perché è facile al pianto. Ascolteremo anche la
sua voce narrare, in modo diverso gli stessi eventi descritti da Marcello. Il
tutto è scandito da cene all’aperto che vedono tutti riuniti. Il Tordo racconta
del suo passato fatto di trasgressioni e di tradimenti. La nonna ricorda un
mondo arcaico, tradizionale e patriarcale. Si delinea così un microcosmo in cui
si muovono personaggi legati da affetti famigliari e da strane amicizie. Su
tutti regnano alcune regole. La prima è sicuramente salvare le apparenze e far
finta di non vedere ciò che non piace. Inquietudine, tracotanza, pulsioni
elementari, mancanza di ragionevolezza sono alla base del vivere quotidiano. Il
difficile rapporto con i genitori, le vicende del vicino che s’intrecciano con
quelle del protagonista, creano un filo narrativo fatto di ombre e scoppi d’odio,
della stupidità di alcune prese di posizione, della spietatezza con cui gli
adulti deridono gli infermi.
La casa diventa centro di ogni nevrosi, luogo di rifugio ma
anche di morte. Il male invisibile aleggia nelle parole, nei gesti, nella
solitudine. Essere aggressivi è un pregio ma per Marcello tutto ciò si scontra
con il suo sensibile mondo interiore.
Nel libro è palpabile una tensione emotiva che sgorga dai
quaderni di Marcello. Ogni quaderno è un blocco narrativo che contiene tanti
racconti che racchiudono l’essenza e gli ideali dei narratori, uomini-padroni
che fanno valere la loro superiorità (leggi stupidità) in ogni modo. Il ragazzo
non è a suo agio in questo mondo, si sente diverso e annega in un mare di
contraddizioni e indifferenza.
“Ai sopravvissuti spareremo ancora” è un’opera densa che
offre molti spunti di riflessione. Attraverso la narrazione di singoli eventi,
l’autore mostra la provincia con i suoi pregi e difetti. Mostra un mondo in cui
la sensibilità e la timidezza non sono ben accette, un mondo cupo segnato dalla
violenza silente ma presente, dal litigio permanente, dalla superiorità del
maschio. Il finale inaspettato manderà in frantumi quel mondo ma i frammenti resteranno
lì, nel vialetto della casa di Marcello e del Salice. Frammenti che
testimoniano come quell’universo ancora non sia del tutto scomparso. Non resta
quindi che fuggir via da quella casa, dal vialetto maledetto, dai frammenti che
riflettono la luce accecante di una realtà da cui non si può far altro che
fuggire. In un modo o nell’altro, si fugge. Il mondo migliore, in cui tutti
vorremmo vivere, è nella nostra mente, nel nostro cuore. A noi renderlo reale.
Tutti troppo belli questi Fazi.
RispondiEliminaPeccato per la copertina...
Condivido il tuo parere, peccato per la cover ma il contenuto è davvero notevole :)
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