giovedì 22 febbraio 2018

RECENSIONE | “Lo chiamavano Gladiatore” di Andrea Frediani e Massimo Lugli [Review Party]

Cosa accade quando due autori bestseller decidono di lavorare insieme fondendo in un unico romanzo il genere storico e il thriller? Nasce una storia epica che affascina con luci e ombre di un lontano passato che si proiettano nel nostro presente. Una storia che vi permetterà di entrare nel Colosseo per assistere a uno spettacolo straordinario, la “Naumachia”, e vi riserverà un posto in prima fila per essere spettatori, nel nostro presente, ai combattimenti clandestini.

STILE: 8 | STORIA: 9 | COVER: 6
Lo chiamavano Gladiatore
Andrea Frediani e Massimo Lugli

Editore: Newton Compton
Pagine: 379
Prezzo: € 10,00
Sinossi
Roma, I secolo d.C., sotto l'imperatore Tito. Aurelio fa fallire l'impresa che gli ha lasciato il padre e, minacciato dagli strozzini, è costretto a farsi schiavo per i troppi debiti. Finisce così in una scuola di gladiatori: ha talento nell'arena, ma deve fronteggiare la rivalità dei compagni. Un aiuto gli arriva da Clovia, una donna senza scrupoli che, grazie a un misterioso unguento, ha trovato il modo per potenziare le doti atletiche dei combattenti su cui scommette... Roma, giorni nostri. Valerio si è innamorato di una prostituta ed è determinato a liberarla dai suoi protettori. Da quando è finito sul lastrico, rovinato dal suo socio in affari, però, non ha più un soldo e l'unica sua fonte di guadagno sono i combattimenti clandestini di arti marziali. Per sopravvivere in quel mondo spietato, sarà costretto a ricorrere a soluzioni più estreme... E questo, per quanto strano possa apparire, legherà il destino di Valerio a quello di Aurelio, vissuto duemila anni prima. Per entrambi i combattenti, dietro l'angolo si nasconde l'insidia che potrebbe distruggere le loro vite.


Una Roma violenta, spietata, crudele.
Due combattenti forti, determinati, disperati.
Due millenni li separano, il destino li unisce.
Roma, I secolo d.C., sotto l’imperatore Tito.
Aurelio Cecina, uomo libero, non riesce a salvare il patrimonio di famiglia. Investimenti sbagliati lo gettano tra le mani degli strozzini che pur di riavere i propri soldi sono pronti a tutto. Per sfuggire a questa drammatica situazione Aurelio rinuncia alla sua libertà e firma un contratto che lo vedrà Gladiatore per due anni. Nell’arena Aurelio mostra talento ma deve fronteggiare la rivalità dei compagni. Subisce insulti, scherzi e umiliazioni. Un aiuto gli arriva da Clovia, donna senza scrupoli che, grazie a una misteriosa pozione, ha trovato il modo per potenziare le doti atletiche dei combattenti su cui scommettere.

Roma, giorni nostri.
Valerio Mattei, finito sul lastrico a causa del suo socio in affari, non ha più un soldo. A tormentarlo ci pensano i tanti creditori, la sua ex moglie, gli avvocati, il padrone di casa. A complicare di più la sua vita già nel caos giunge inaspettato l’amore. Valerio si innamora di una prostituta e decide di liberarla dai suoi protettori. Per far ciò servono tanti soldi che Valerio non ha. Così accetta di partecipare a combattimenti clandestini di arti marziali. Sopravvivere, in quel mondo violento e crudele, non sarà facile. Valerio sarà costretto a ricorrere a soluzioni estreme.

I destini di Aurelio, Gladiatore, e Valerio,esperto di karate kyoshin kai, sono legati e nascondono un’insidia che potrebbe distruggere le loro vite.

“Lo chiamavano Gladiatore” è un intenso romanzo con due anime che rapiscono il lettore permettendogli di vivere due epoche lontane eppur simili. Ieri come oggi ritroviamo le stesse tematiche che condizionano la vita degli uomini. Investimenti sbagliati, la rabbia verso tutti, la voglia di redenzione, il desiderio di una vita migliore, scelte sbagliate, amori traditori. Questa duplice visione di eventi lontani nel tempo mi ha permesso di apprezzare due scrittori che hanno caratterizzato la loro scrittura trasmettendo l’amore e la precisione per il loro lavoro. La parte storica del romanzo mi ha conquistata per la ricchezza di particolari, per la descrizione del mondo e del codice d’onore nell’arena dei gladiatori. Mi sono sentita partecipe, anche se a debita distanza, dei combattimenti e soprattutto ho assistito ai primi spettacoli, Neumachie, che ricreavano una delle più famose battaglie della storia: uno scontro tra le flotte corcirese e corinzia,preludio della Guerra del Peloponneso tra Sparta e Atene. Ho conosciuto personaggi forti e senza scrupoli come Clovia capace di somministrare strane pozioni ai combattenti per renderli più potenti e più sicure le sue scommesse.

Nel presente sono evidenti i temi che affliggono la nostra società: i problemi economici, l’economia illegale e sommesse, le schiave dall’est Europa rese prostitute, l’uso di droghe, l’illusione dei soldi facili. Sono entrata, doverosamente in punta di piedi, nel mondo dei combattimenti clandestini dove non esistono regole se non il guadagno di pochi e la rovina di molti. La discesa all’inferno di Valerio è stata lenta ma costante. Una caduta senza paracadute con l’illusione di poter salvare la donna amata. Una volta entrati nella spirale della violenza uscirne è quasi impossibile. Sicuramente la speranza è l’ultima a morire, ci si raccontano bugie, si cercano scorciatoie e persino un’antica pozione magica di due millenni prima può rappresentare un’ancora di salvezza.

Ieri come oggi l’uomo sembra aver imparato poco o nulla, in balia delle proprie debolezze finisce per fare scelte sempre più sbagliate. La cronaca di ieri ci mostra Gladiatori accecati dalla violenza nella Roma Imperiale dove al pubblico venivano offerti spettacoli in cui doveva scorrere del sangue per il divertimento di tutti. Oggi la cronaca ci mostra ancora la violenza dei combattimenti clandestini, gli allenamenti preparatori alla lotta, l’uso di sostanze per acuire i riflessi e resistere alla fatica e al dolore. L’uomo e i suoi errori, le sue debolezze, la fragilità dell’esistenza, la mancanza di morale rendono la storia, narrata da Frediani e Lugli, attuale e ricca di spunti di riflessione. Il gladiatore di ieri e il moderno karateka sono le due facce della stessa medaglia. La cronaca di ieri si rispecchia nel presente. I destini di Valerio e Aurelio stringono in un abbraccio i destini di coloro che cedono al lato oscuro presente in tutti noi.

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