lunedì 29 dicembre 2014

RECENSIONE "I Dissidenti" di Sara Zelda

Cari lettori eccomi con una nuova recensione :)
Si tratta di un romanzo complesso ma affascinante che si presenta con varie chiavi di lettura. 
Io l’ho letto con molto interesse ed è con vero piacere che vi presento
I Dissidenti di Sara Zelda 
Romanzo auto pubblicato di cui l’autrice ha curato tutti gli aspetti editoriali, 
oltre a quelli relativi al lavoro di scrittore.


I Dissidenti

Autrice: Sara Zelda 
Nata il 24 luglio 1980 nel Chianti fiorentino, Sara Mazzini vive a Monaco di Baviera. Il suo nome d’arte è un omaggio a Zelda Fitzgerald, scrittrice, pittrice e ballerina, nonché moglie del celebre scrittore Francis Scott Fitzgerald. Dopo una formazione in psicologia e pedagogia ha iniziato a interessarsi di storia, religione, mitologia ed esoterismo. Il suo più grande campo di interesse rimangono tuttavia le cosiddette controculture - o underground - delle quali individua il motore primario nella musica punk, hardcore e metalcore. Tra il 2002 e il 2003 ha collaborato con il settimanale Metropoli e attualmente cura i blog La Baviera Corallina (labavieracorallina.wordpress.com) e A Room With A Review (zeldasroom.wordpress.com). Con Narcissus Self Publishing ha pubblicato la raccolta di racconti brevi Cronache Dalla Fine Del Mondo (2013) e il romanzo I Dissidenti (2014).

Pagine:  470
Prezzo: €   3,99

Sinossi: In un presente parallelo il mondo che conosciamo è agitato da una guerra tanto invisibile quanto spietata.  
Madena, detta Mad, è una giovane donna che vive sospesa tra la ricerca di risposte a continue e pressanti domande e i bisogni di una famiglia ingombrante, composta dalla madre, la zia e il fratellino di sei anni. È un’era di anticonformismo a tutti i costi, in cui il nemico da combattere si identifica inevitabilmente con una comunità di individui ordinari che vive secondo valori tradizionali come il lavoro manuale, e rifiutando la celebrità. La ricerca di Mad la condurrà tra le rovine di un vecchio manicomio, da cui i Dissidenti si oppongono allo spirito del tempo con le loro stesse vite. Ma il destino ha già installato in questo luogo anche un oscuro personaggio, e l’inevitabile approfondirsi del rapporto con Mad farà emergere incubi ancestrali dal fondo della loro coscienza, portando alla luce un antico mistero.



STILE: 9
STORIA: 8
COPERTINA: 8


 “CITAZIONE  Buio. Nei miei ricordi è sempre buio. Non so cosa darei per sapere se ho mai conosciuto un vero giorno di sole… Durante la notte sogno di rientrare in possesso di antiche istantanee perdute: registrazioni di momenti che in realtà non ho vissuto. Molto più spesso sogno una cella, buia. Soltanto fredda pietra e una finestrella sbarrata, posizionata troppo in alto per riuscire a vedervi attraverso nient’altro che una grande luna piena, solcata dallo strazio dei crateri. C’è una donna, nella cella, ed è poco più che un’ombra. I suoi polsi, logorati dall’attrito delle corde, ne conservano le forme. Una scorza dura e nera si è formata sulle piante dei suoi piedi. Le unghie spezzate si gonfiano di schegge sanguinanti, retaggio di inutili scavi.
Madena, giovane donna di trent’anni, intraprende un viaggio spirituale alla ricerca del suo vero “io” , alla ricerca di un’identità nascosta nel retaggio di un’anima inquieta, tormentata da squarci di vite vissute.
“Cosa faresti se un giorno scoprissi che i ricordi che hai non sono tuoi?”

Madena tra Roma, Firenze, Milano percorre le vie di una ricerca esistenziale che la porterà a Volterra tra le braccia di una comunità “I Dissidenti” fondata da Syd Duncan.
La comunità lavora per migliorare il futuro del mondo e sottrarlo a un regime di conformismo.
Questa comunità ha sede negli edifici che un tempo ospitavano un frenocomio: Il San Girolamo di Volterra.  Ben presto, per Mad, inizia un’esperienza che la porterà a ricongiungersi con un passato misterioso.

Che questo romanzo sia molto particolare lo si evince subito guardando la cover con cui si presenta a noi lettori. Potete osservare una donna di spalle, volto non visibile, che ha, sulla spalla, un tatuaggio che rappresenta un serpente. La donna senza identità o dalle molteplici identità, ha i capelli rossi e se guardate con attenzione noterete, sulla sua pelle, l’immagine di un luogo misterioso.
Quando ho visto questa copertina ho pensato che quell’immagine celasse un significato profondo e misterioso. Misteriosa è stata, per me, la lettura delle prime pagine del romanzo: non riuscivo a capire a quale genere appartenesse il romanzo. Visioni oniriche, frasi complesse con ampio respiro, mi hanno tratta in confusione. Ma io adoro le sfide e ho deciso di accostarmi in modo diverso alla lettura di questo romanzo. Così ho liberato la mente da ogni preconcetto e ho iniziato a leggere con molta attenzione lasciandomi guidare dalle sensazioni che ogni pagina offriva. E’ stato bellissimo.

Inizio subito col dirvi che in questo romanzo troverete tantissimi personaggi, ognuno con il proprio vissuto, che si muovono su un palcoscenico realizzato con strali di fantasia, incursioni di realtà, tutto in un mare di riflessioni.

Troveremo Madena, il significato del suo nome è “torre”;
Gino, “l’uomo del camion”, che vive nei pressi di un autogrill;
Baldo che combatte contro il suo “male oscuro”;
Fede, l’uomo che vende “ideali”;
E tanti altri…

Molteplici storie ruotano attorno a Mad.
Storie che hanno un filo conduttore: la riflessione sulla nostra società, sul nostro “io”, sull’uomo:
 “CITAZIONE  Il Ventesimo secolo ha preteso di racchiudere tutte le battaglie dentro un’unica guerra e le ha dato, a seconda del contesto, dei nomi diversi. La logica è sempre la stessa: estirpare l’individualità dalle persone per confonderle in una massa. Le masse sono alienanti per chi vi vive all’interno e pericolose per chi invece resta fuori, in quanto annientano ogni forma di pensiero originale e hanno la furia cieca di un bulldozer.
Il romanzo si evolve in un continuo rapporto tra il mondo dentro la comunità autogestita e il mondo fuori.  Tra i  Dissidenti c’è un continuo scambio di opinioni che creano un bel panorama di riflessione.

L’autrice semina concetti politici, religiosi, filosofici arricchendo una narrazione che non è mai noiosa.

All’interno della comunità conosceremo un nuovo modo di vivere, un ritorno alla semplicità del vivere insieme. Ogni persona ha un compito, tutti collaborano alla sopravvivenza della comunità dove la tecnologia è quasi del tutto bandita. Il telefonino si può usare solo per un’ora al giorno, la televisione è un momento di aggregazione serale.
Entrare in questa comunità vuol dire iniziare una nuova esistenza che porterà a dei radicali cambiamenti. Pilastri di questi cambiamenti sono la religione, la mitologia norrena è una chiave d’interpretazione del romanzo, la musica, veicolo dei nostri sentimenti, la politica, con l’influenza dell’America sulla nostra società.

I personaggi non sono chiusi in bozzoli sociali, ma evolvono.
Anche Mad subisce delle trasformazioni sia fisiche, cambia il colore dei capelli e irrobustisce il fisico con esercizi quotidiani, sia interiori, sia di pensiero.
Anche l’amore è importante. Mad ama uomini diversi che rappresentano momenti diversi della sua vita. Importante è Loki il Funestatore, un personaggio particolare che non ama il cambiamento.
Mad ama Loki. Sono due forme opposte di esistenza: il cambiamento e la staticità.
Ci può essere un futuro per loro, per opposti che si attraggono ma che non riescono a fondersi?

Quando ho letto “Cronache dalla fine del mondo”, primo lavoro letterario dell’autrice, ho scritto nella mia recensione:
…nella contrapposizione c’è la forza del cambiamento.

E’ come se Sara Zelda avesse realizzato il continuum della sua prima opera per dare voce al cambiamento che Mad realizza muovendosi tra opposti sentimenti e incarnando un’eroina moderna ma riflessa in un passato che racchiude le radici della sua essenza.

La narrazione, fitta e complessa, mette al centro della storia un luogo che mi ha affascinata: l’ex manicomio di Volterra, Il San Girolamo.
Tra le sue stanze, un tempo luogo di indicibili sofferenze, rivivono le storie di un tempo. E’ come se le mura del manicomio trasudino il dolore e l’orrore dei malati di mente, la solitudine e le loro speranze affidate a semplici lettere che i pazienti scrivevano ai parenti.
Lettere mai spedite. Solitudini mai colmate. Ieri come oggi.
In questo luogo, un inferno sulla terra, tutto ha un collegamento con il passato. Anche i graffiti sono testimonianza di esistenze travagliate.
Nel romanzo, infatti, viene menzionato il graffito di Nannetti Oreste Fernando l’uomo che trascorse la sua vita nel manicomio di Volterra cercando di dare un senso alla sua vita e al mondo.

Con una prosa intensa che affascina, l’autrice narra di un viaggio spirituale iniziato in un lontano passato e che si conclude in un presente onirico a chiusura di un cerchio: il cerchio della vita.
Fa da sfondo a tale viaggio la guerra, presenza costante che condiziona la vita di tutti, forse simbolo di una continua lotta che l’uomo sostiene con se stesso alla ricerca della propria identità spirituale e sociale.

Consiglio questo libro a tutti coloro che vogliono immergersi in profonde emozioni, riflessioni.
Sara, scrittrice di talento, ha dato vita a un romanzo che coinvolge e appassiona. In un continuo confrontarsi tra realtà e immaginazione, si intrecciano storie antiche e nuove in un cammino spirituale e religioso alla riscoperta delle origini. A voi il compito di distinguere il sogno dalla sua proiezione onirica in una pseudo realtà.

Buona lettura.

2 commenti:

  1. mi sembra un libro dalle tematiche varie e anche profonde
    non lo conoscevo!! me lo segno!!
    ciao!! :=)))

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  2. La ricerca di se stessi in un contesto molto particolare è sicuramente un viaggio esistenziale che prelude al cambiamento e alla crescita. Sono sicura che sentiremo ancora parlare, in modo positivo, di questo romanzo ben scritto e avvincente. Un caro saluto:)

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