"Il fratello" (Einaudi) è un thriller scritto da Jo Nesbo, il maestro del crime scandinavo. Si tratta di una storia di famiglia per nulla rassicurante: due fratelli, un piccolo villaggio norvegese, una vita di oscuri segreti. Per Stephen King, "Il fratello", è animato da "una tensione fortissima ed è davvero originale. Un libro speciale da tutti i punti di vista."
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![]() STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 7 |
Pagine: 648
«Siamo una famiglia. E dobbiamo restare uniti perché non abbiamo nessun altro. Amici, fidanzate, vicini, compaesani, lo Stato. Non sono che un’illusione e non valgono un cazzo il giorno in cui ti ritrovi veramente nel bisogno. Allora saremo noi contro loro, Roy. Noi contro tutti quanti gli altri». Sono anni che Roy gestisce una stazione di servizio in un paesino tra le montagne, su al Nord, facendo una vita tranquilla e ritirata. Carl, il fratello minore, se ne è andato da tempo in Minnesota dove è diventato imprenditore e da allora di lui non è arrivato che l’eco del suo successo. Ma ora che Carl è inaspettatamente tornato con il grandioso progetto di costruire un hotel e trasformare il paese in una località turistica, Roy si trova di nuovo a doverlo difendere dall’ostilità e dai sospetti degli altri. Come quando erano ragazzi, Roy cerca di proteggere Carl, ma suo malgrado si ritrova risucchiato in un passato che sperava sepolto per sempre.

Siamo una famiglia. E dobbiamo restare uniti perché non abbiamo nessun altro. Amici, fidanzate, vicini, compaesani, lo Stato. Non sono che un'illusione e non valgono un cazzo il giorno in cui ti ritrovi veramente nel bisogno. Allora saremo noi contro tutti, Roy. Noi contro tutti quanti gli altri.
"Noi contro tutti" è il mantra dei fratelli Roy e Carl Opgard rimasti orfani di entrambi i genitori morti sulla strada di casa, precipitando con la macchina nello strapiombo all'altezza della curva delle Capre.
Roy vive da solo e gestisce una stazione di servizio in un paesino tra le montagne, su al Nord della Norvegia, facendo una vita tranquilla e ritirata. È un uomo taciturno, burbero, che ama il suo lavoro da meccanico.
Carl era mio fratello. Ed era proprio questo il problema. O i problemi. Più precisamente: uno dei problemi era che lo amavo. L'altro, che aveva ereditato gli stessi geni che avevo ereditato io.
Carl, l'adorato fratello minore, se n'era andato da tempo in Minnesota dove era diventato imprenditore e da allora di lui non era arrivato che l'eco del suo successo. Al paese tutti lo ricordavano come un ragazzo bello e brillante, cinico e ambizioso.
Ma ora che Carl, insieme alla carismatica moglie, è inaspettatamente tornato con il grandioso progetto di costruire un hotel-spa d'alta quota e trasformare il paese in una località turistica, Roy si trova di nuovo a doverlo difendere dall'ostilità, dai rancori, dai sospetti e dall'invidia degli altri. Come quando erano ragazzi, Roy cerca di proteggere Carl, ma suo malgrado si ritrova risucchiato in un passato che sperava sepolto per sempre. Cosa sia successo lo scoprirete strada facendo. Tanti i ricordi, le mezze verità, i pettegolezzi che provocano dolore e rabbia.
Noi amanti del thriller lo sappiamo bene, il passato non è mai dove credi di averlo lasciato. I fantasmi sono sempre pronti a riaffiorare portando con sé le menzogne, i segreti, i tradimenti celati dietro la rassicurante facciata della vita familiare. La famiglia è al di sopra di tutto e tutti, ma è anche un laccio di seta che uccide.
Perché non c'è posto dove l'approvazione sia importante come a casa, il luogo dove ti senti incompreso in tutto e per tutto.
Una malvagità interiore. La ragione per cui il dolore di farsi del male è minore della gioia di poter trascinare a fondo con sé altre persone.
A dispetto di una prima parte più lenta e tranquilla, la malvagità ruba la scena nella seconda parte del romanzo per non lasciarla più. Emerge il profondo legame morboso che lega i due fratelli resi ancor più "uniti" da scelte morali sbagliate. Si affonda insieme o si rischia e si vince insieme.
"Il fratello" è il primo capitolo di una saga centrata sui fratelli diabolici Roy e Carl Opgard, affaristi senza scrupoli che esplora la psiche umana e le debolezze di una società chiusa e isolata. Il tutto è contornato da un numero sempre crescente di cadaveri. Il lettore verrà trasportato lungo tornanti pericolosi, dove i freni spesso non funzionano, e avrà sempre la percezione della tragedia imminente.
Il libro è un concentrato di suspense e noir norvegese, una storia cupa ma deliziosa. È ipnotico il contrasto tra il quieto narrare e gli orrori che si verificano. Roy, la voce narrante, è un maestro delle strategie di sopravvivenza che si muove nell'intricata rete di legami che tutti i personaggi hanno tra loro. Il suo amore per il fratello minore diventa una sfida continua e i loro rapporti.
Ho letto con vero piacere le 600 pagine del libro apprezzando sempre più la letteratura nordica. Bellissima l'ambientazione gelida e affascinante che contribuisce a creare un'atmosfera cupa, sperduta e isolata come la pompa di benzina in mezzo alla neve della copertina.
Mi sono lasciata trasportare da un viaggio vertiginoso tra le montagne, dai dialoghi rapidi, dalla sorprendente rivelazione della vera natura del rapporto tra i fratelli. A chi credere? Al burbero Roy o all'affascinante Carl? Essi emanano un'energia macabra eppur vitale che affonda le radici nell'adolescenza perduta.
Tu e io, Roy, siamo soli al mondo. Tutti gli altri che crediamo di amare o che ci amano sono miraggi nel deserto. Tu e io, invece siamo una cosa sola. Siamo fratelli. Due fratelli in un deserto. Se crepa uno, crepa anche l'altro. Sì, e la morte non ci separa. Ci unisce.
A un certo punto mi sono ritrovata a fare il tifo per "il buono", non vi dirò chi sia ma è facile scoprirlo, ma che, a ben pensarci, buono non è. Buono e cattivo, giusto e sbagliato, morale e immorale, diventano bluff all'interno di questa storia che vede i legami di sangue trasformarsi in veleno. Eppure sfuggire a quei legami è impossibile. La famiglia è una salvezza ma anche una maledizione. Insieme per uccidere. Insieme per nascondere le loro colpe. Insieme per arricchirsi. Sempre vicini, coinvolti, intrecciati nell'agonia della scelta e della colpa.
La famiglia è l'unico principio. E giusto e sbagliato dipendono da quella, tutto il resto è secondario.
Nesbo propone con "Il fratello" una storia che nasce da forti legami che si riveleranno talmente opprimenti da superare ogni scrupolo morale. La storia risulta a tratti un po' inverosimile, non ci sono indagini per gli incidenti che si verificano tutti nello stesso luogo, con le stesse modalità e con la medesima regia occulta. Interessante vedere come l'autore nel romanzo ci propone il volto nascosto della Norvegia che tutti consideriamo un modello di efficienza ed emancipazione. Gli uomini, nel privato, covano rabbia e insoddisfazione. Le zone più oscure vengono illuminate e il romanzo diventa una lettura inarrestabile. L'autore offre una prospettiva diversa sulla criminalità che non segue i binari già tracciati. Il seme del male germoglia nel cuore della famiglia, le colpe crescono anno dopo anno e i sensi di colpa sono direttamente proporzionali agli eventi.
A noi lettori l'arduo e intrigante compito di ascoltare ciò che ogni personaggio ha da dire. Inizialmente mi sono chiesta a chi facesse riferimento "il fratello" del titolo. Al maggiore o al minore? Inizia così l'analisi psicologica dei personaggi e l'autore è geniale nell'introdurre spesso nuove svolte narrative rese ancor più gradevoli da un black humor che induce il lettore a ragionare su temi difficili. Potere, protezione, controllo, violenza e morte, sono i pilastri dell'esistenza dei due fratelli che vogliono essere ricordati nella loro piccola comunità.
Pian piano si ha la ricostruzione di un itinerario narrativo che svela eventi del passato e le loro conseguenze nel presente. Nel corso di questa gestazione narrativa incontreremo strati sovrapposti di odio e di amore. I fratelli sono inaffidabili, in precario equilibrio tra desideri e coscienza. Coscienza che ben presto verrà messa a tacere. Tornare indietro, per cambiare il corso degli eventi, non si può e si deve andare avanti portando nel cuore una forza devastatrice, un tornado di sentimenti. Le menzogne, le ipocrisie, gli egoismi, le vessazioni subite, sono voci capaci di forgiare destini, sirene adagiate su scogli di cattiveria, bellezza e inganno insieme. Scriveva Sue Townsend:
I miei segreti oscuri sono potenzialmente letali. Sacche di infelicità congelate nel passato che continuano a crescere.
Poiché al male non c'è mai fine, l'epilogo de "Il fratello" ci proietta verso il secondo capitolo della saga Opcard. Il libro è già in libreria con il titolo "La famiglia" (Einaudi). Quindi arrivederci a Os e attenti alla Curva delle Capre!