"Il secondo piano" (Ponte alle Grazie) è un romanzo di Ritanna Armeni, giornalista e scrittrice.
Il romanzo racconta la storia surreale e coraggiosa di sette suore francescane in un convento di periferia, in via Poggio Moiano poco distante dalla via Salaria, durante l'ultimo anno di guerra a Roma. Un giorno un gruppo di sette persone bussò al loro portone.
STILE: 9 | STORIA: 8 | COVER: 8 |
Pagine: 288
Ci mandano le maestre pie Filippini di via delle Botteghe Oscure. Hanno detto che ci potete aiutare. Che potete ospitarci. Abitavamo in via Reginella nel Ghetto; questa notte... sono arrivati, volevano prenderci... siamo scappati... Possiamo entrare?
Tra loro un uomo anziano, una donna non più giovane, un ragazzo con l'espressione di leggera spavalderia sul viso, una ragazza, una coppia più giovane, una ragazzina impaurita, un bambino che si stringeva all'uomo.
I tedeschi, a un passo dalla sconfitta, stringono la città in una morsa sempre più spietata, gli alleati stentano ad arrivare. I romani combattono pagando con il sangue ogni atto di ribellione, in una città devastata dalla fame, dalle bombe e dalla paura. Gli ebrei sono perseguitati, deportati, uccisi. Suor Ignazia e le sue sorelle si trovano nella surreale situazione di ospitare contemporaneamente un'infermeria tedesca al piano terra e tre famiglie ebree, sfuggite miracolosamente al rastrellamento del Ghetto, al secondo piano.
A separarli solo una scala e l'audacia mite di chi non esita a mettersi in gioco fino in fondo.
Le suore mostreranno solidarietà, coraggio e resistenza in un periodo così difficile. Mentre in Vaticano si tratta in segreto la resa nazista e il pontefice sceglie, più o meno apertamente, la via della cautela, i luoghi sacri si aprono ad accogliere - sfidando le regole e perfino alcuni comandamenti - chi ne ha bisogno.
I tedeschi al piano terra, gli ebrei al secondo piano. Due rampe di scale, pochi metri. In mezzo ci siamo noi. Dio ci aiuti.
"Il secondo piano" è una storia di ebrei, di suore, di coraggio e carità. Una vicenda pressoché sconosciuta, fa bene al cuore sentir parlare di sorellanza e coraggio, di forza e creatività, di gioia e di paura. Una storia sorprendente che valica i confini del proprio credo. Le suore hanno messo a rischio la loro vita per salvare quella di chi professava un'altra religione.
L'accoglienza dei perseguitati è, per noi che ci siamo consacrate, l'unica strada da percorrere.
È racchiuso tra queste virgolette il cuore del romanzo, il messaggio che si eleva, forte e chiaro, dalle sue pagine.
A quel portone, che separa il mondo del convento, riservato allo spirito, dal mondo profano, busseranno molte persone in cerca di aiuto. Non tutti però sono in fuga.
Conosceremo Remo, il sacrestano, che simpatizzava per i tedeschi e aveva nostalgia del Duce. Lui non riusciva a capire come si potesse andare contro i fascisti. Il suo non era un pensiero fondato sulla critica razionale.
A quel portone busseranno poi altre cinque persone in cerca di un rifugio. Tutti sono accolti.
Poi arriveranno due ufficiali tedeschi con l'ordine di requisire dei locali per sistemarvi un'infermeria per i loro feriti leggeri o convalescenti. A loro, Madre Ignazia, metterà a disposizione il piano terra. Il suo consenso passa attraverso l'accettazione del pericolo.
Al convento busserà anche padre Giacomo, il cappellano, che avrà il compito di rincuorare le suore dinanzi ai loro timori.
Le suore francescane e la Madre superiora erano tormentate dal pensiero di peccare accogliendo gli ebrei nel convento. Avrebbero desiderato un cenno positivo, al loro operato, da parte della Santa Sede.
Sono confusa, scrive la Madre superiora nel suo diario, cerco una chiarezza che non riesco a trovare. Forse il sacrificio che mi viene richiesto è proprio questo: agire con prudenza, preservare il convento, difendere i perseguitati, assumendomene tutta la responsabilità, senza chiedere, senza pretendere certezze e protezioni.
In una quotidianità scandita dalla preghiera ma anche dai timori, dall'incertezza, ogni piccola cosa assume un gran valore. Come la marmellata che suor Lina spalmava sul pane (era la sua razione che metteva da parte durante il pranzo) per la merenda del piccolo Lele.
Sono quasi morta di vergogna. Ogni giorno - scrive nel suo diario la giovane religiosa - mettevo la mia fetta di pane da parte, credevo di passare inosservata. Ma oggi alla fine del pranzo madre Ignazia mi si è avvicinata con la sua porzione, e poi suor Emilia con la sua.
Il fatto stesso di riuscire a sfamare quotidianamente tutte quelle persone, rubando ai nazisti un po' di derrate, era già un miracolo perché in città non si trovava più niente.
"Il secondo piano" è una storia appassionante e di grande umanità. Inoltre si affronta anche un tema a lungo dibattuto sul ruolo che le istituzioni cattoliche hanno svolto durante l'occupazione di Roma da parte dei nazisti.
Ritanna Armeni dà voce a una vicenda straordinaria, poco nota, che riguarda le donne. A far da cornice alla storia sono riportati in corsivo eventi storici come l'eccidio delle Fosse Ardeatine, i continui rastrellamenti nei ghetti ebraici e l'arrivo ad Auschwitz degli ebrei catturati, la violenza dei nazisti verso i partigiani, gli antifascisti e verso chiunque prestasse aiuto agli ebrei, il silenzio del Vaticano che non si schierò mai apertamente contro i tedeschi, pur creando una rete clandestina di sostegno in favore dei perseguitati. E ancora la resistenza tedesca sulla linea Gustav, lo sbarco ad Anzio nel gennaio del '44, l'attentato di via Rasella.
Sicuramente queste donne scelsero liberamente da che parte stare e misero in atto una resistenza ai tedeschi, diversa da quella compiuta dai partigiani, ma non meno eroica. Senza clamore le suore hanno condotto una resistenza basata sull'amore per il prossimo. Una resistenza che non è stata intralciata dal Vaticano, ma della quale si sono assunte tutta la responsabilità.
Vengono così a cadere tutti i luoghi comuni, i pregiudizi, gli stereotipi culturali verso le suore. Considerate donne sottomesse e fragili, le suore si rivelano autonome e libere di pensare e agire. Le loro azioni sono guidate non da un sentimento di eroismo, ma dalla volontà di adempiere al compito al quale hanno dedicato la loro vita. Ascoltano il loro cuore.
"Il secondo piano" esplora anche temi delicati come la rinuncia alla maternità e il rapporto con le gerarchie ecclesiastiche. Rispetto alla Storia, raccontata dagli uomini, le donne sono spesso in secondo piano. Nell'ora più buia della Storia, la Carità ha illuminato le stanze di tanti monasteri. Ha creato ponti di solidarietà. Ha confortato chi viveva nella disperazione. Ognuno, a modo suo, ha contribuito a riportare l'umanità fuori da quel baratro in cui era miseramente caduta.
Oggi il "mai più" inizia a vacillare. Non dimentichiamo. Diventiamo tutti custodi della Memoria e ogni sacrificio non sarà stato vano.
Ciao Aquila, non conosco il romanzo, ma me lo segno perchè mi interessa molto!
RispondiEliminaCiao Ariel, il romanzo è interessante anche perché mette in luce una pagina di Storia caduta nell'oblio. Un abbraccio :)
EliminaOltre al contesto storico, mi attirano l' ambientazione religiosa e l' atmosfera di incertezza che inevitabilmente riempie le mura del convento in circostanze drammatiche come quelle narrate.
RispondiEliminaGrazie per la tua profonda recensione, è un titolo per me da tenere presente.
Un abbraccio 😙
Ciao Angela, i monasteri hanno svolto un ruolo molto importante durante la guerra ed è sorprendente vedere come le religiose riescono a proteggere gli ebrei anche a costo della loro vita. Un abbraccio :)
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