lunedì 25 febbraio 2019

RECENSIONE | "L'altro convento" di Stefania Durbano

Avevano messo la parola di Dio a servizio delle necessità umane. Molti uomini avevano bisogno di loro. Molti uomini.
“L’Altro Convento” romanzo d’esordio della piemontese Stefania Durbano, edito dalla casa editrice Bookabook, è una storia camaleontica in cui niente è quello che sembra. Già il titolo intriga e si fa foriero di misteri che, come tessere di un puzzle,  costruiscono un disegno diabolico molto umano e per nulla divino. Ogni persona è un enigma. “Il bene e il male, il peccato e l’innocenza, attraversano il mondo tenendosi per mano”, scriveva Oscar Wilde e il filo evanescente che li divide si può facilmente rompere mescolando ogni cosa in un mistero in cui è facile perdersi.

Spesso nella vita ci sono eventi negativi che bussano alla nostra porta cambiandoci per sempre. Noi possiamo scappare o affrontarli con coraggio e determinazione. Qualunque cosa si faccia, però, si ha solo la possibilità di scegliere se agire nel bene o nel male. Le cose si complicano quando il nostro “io” si perde nel labirinto dell’anima e non ritrova più la retta via.

STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 8
L'altro convento
Stefania Durbano

Editore: bookabook
Pagine: 251
Prezzo: € 15,00
Sinossi
Il santuario di Belmonte è un luogo di pace, di quiete. Tra le sue mura secolari si trova un convento dove le suore ospitano donne in difficoltà. Un giorno bussa alla loro porta Delia, una ragazza dalla vita complessa: ha alle spalle un aborto, è senza soldi e famiglia. L'incontro con suor Maria, don Piero e le altre figure del convento apre uno spiraglio nel buio della sua esistenza. Tristezza e disperazione sembrano trovare sollievo nell'accoglienza che le viene riservata, ma in Delia nascono una serie di dubbi: perché la sua compagna di stanza è sofferente? Cosa si nasconde dietro il volto sfregiato di don Piero? E, soprattutto, perché suor Maria insiste per farle rispettare determinate regole? Domande che porteranno a risposte impreviste, in un luogo dove niente è quello che sembra.



Non esiste donna che non sia in grado di sopravvivere al dolore. Non esiste donna che non sia in grado di fare propria una situazione sfavorevole e cambiarle aspetto. Qualche volta il nuovo aspetto è un abito da monaca, qualche volta un dolce. Dopo un po’ di tempo il dolore diventa simile al godimento, e servire Dio o gli uomini sembra l’unica cosa possibile. Siamo tutte serve. Non esiste donna che non sia in grado di sopravvivere al dolore, che si chiami Delia o Maria poco importa.
Nel Convento Delle Grazie, Santuario di Belmonte, suor Maria e don Piero ospitano donne in difficoltà. Un giorno bussa alla loro porta Delia, una ragazza bellissima dal passato travagliato. Lei è disperata: ha alle spalle un aborto, è senza soldi e la sua famiglia l’ha allontanata. Per Delia il convento diventa un faro nel buio della sua esistenza. Suor Maria l’accoglie a braccia aperte, come “una madre”, pronta a darle tutto l’aiuto possibile. Forse per le donne in difficoltà, come Delia, è possibile sperare in un futuro diverso dove faccia capolino la felicità. Cambiar vita è possibile? Ben presto la speranza nel cuore di Delia si trasforma in tristezza, disperazione e rassegnazione. Cosa accade realmente tra le mura del convento? Perché don Piero ha il volto sfregiato e suor Maria insiste per far rispettare determinate regole? Chi sono “i benefattori” e cosa si cela “nell’altro convento”? Domande che porteranno a risposte inaspettate, la chiave della verità è ben nascosta!
Cosa avrebbe fatto Delia adesso? Avrebbe capito che lui le voleva bene e voleva il suo bene? Avrebbe smesso di farsi domande alle quali non ci sono risposte? Don Piero ne dubitava, quella ragazza aveva una strana voglia di vita negli occhi.
“L’Altro Convento” è un noir magnetico e travolgente, con personaggi carismatici nella loro folle durezza. Non vi nascondo che inizialmente ho faticato ad accettare il comportamento dei protagonisti perché penso che ognuno di noi ha sempre la possibilità di scelta. Poi mi sono lasciata guidare dagli eventi che hanno svelato un mondo di sopprusi non solo materiali ma anche psicologici. Alcune persone hanno il potere di piegare al proprio volere la volontà di persone fragili segnate da una profonda insicurezza e disperatamente sole.  Ho compreso che, nelle difficoltà, ognuno di noi si costruisce la propria prigione intorno. Le sbarre son fatte di paura, vergogna, angoscia, dolore e solitudine. Se siamo noi per primi a non aver fiducia in noi stessi, come potremo affrontare il mondo. Abbiamo sempre un’alternativa? Se noi non crediamo di meritare la felicità ci sarà facile naufragare in un mare di rassegnazione dove i mostri ci aspettano senza alcuna pietà. Di orchi cattivi c’è ne sono molti in questa storia, sopravvivono grazie all’omertà dei religiosi e si nutrono delle nostre paure. Il convento dovrebbe essere il luogo dell’incontro con Dio, anche se nel romanzo Dio è un po’ distratto. È vero che l’uomo sceglie come comportarsi in piena libertà ma è davvero impossibile leggere ciò che accade nell’altro convento e non provar rabbia. Per fortuna, poi, il muro di omertà inizia a sgretolarsi. Sarà la divina Provvidenza? Io so solo che l’autrice è stata bravissima nel far germogliare il seme dell’inaspettato dando vita a un romanzo caratterizzato dall’effetto sorpresa. Entrerete in un gioco di perversioni e sottomissioni. Le ferite dell’anima ci rendono deboli, la vita ci segna in modo irreversibile e ci spinge verso un mondo al contrario. Dove dovrebbero esserci pace, sicurezza, amore e gioia, ci sono invece tentazioni, passioni, amori malati e follia. La manipolazione indossa i panni “del far del bene”. La realtà diventa un gioco di magia: scompare l’amore per il prossimo e appare l’abuso. La ragione svanisce uccisa dalla follia di uomini che si sdoppiano, richiamando alla mente dottor Jekyll e Mister Hyde, forse per rendere sopportabile la loro realtà di persone buone e corrette.

“L’Altro Convento” è la storia di lupi atroci che si nascondono dietro visi angelici, è la storia di burattinai che manovrano bellissime marionette. Chi taglierà i fili? Non vi resta che leggere questo intenso noir dalla trama coinvolgente e dal finale sorprendentemente tragico.  

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