lunedì 21 gennaio 2019

RECENSIONE | "Madonna col cappotto di pelliccia" di Sabahattin Ali

Grazie alla Fazi ho scoperto un romanzo breve apparentemente duro ma con un cuore tenero e ricco di passione. Questo scritto mi ha dato modo di entrare in un mondo in cui si ha un forte desiderio di libertà senza imposizione di ruoli, senza divieti, nella certezza che ognuno debba essere se stesso senza menzogne. Il romanzo in questione è “Madonna col cappotto di pelliccia” dello scrittore turco Sabahattin Ali, assassinato nel 1948 probabilmente per le sue idee politiche.

STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 8
Madonna col cappotto di pelliccia
Sabahattin Ali (traduzione di B. La Rosa Salim)

Editore: Fazi
Pagine: 209
Prezzo: € 16,00
Sinossi
Ci sono incontri casuali in grado di segnare un'intera esistenza. E ci sono storie che restano segrete per una vita intera ma poi, una volta raccontate, fanno il giro del mondo. Quando ad Ankara, negli anni Trenta, un giovane conosce sul posto di lavoro Raif Effendi, viso onesto e sguardo assente, è subito colpito dalla sua mediocrità. Man mano che i due entrano in confidenza, questa prima impressione non fa altro che ricevere conferme: schernito ed evitato da tutti sul lavoro, Raif viene maltrattato persino dai suoi familiari. Quale può essere la ragione di vita di una persona simile? Quale, se c'è, il segreto dietro una vita apparentemente inutile? Il taccuino di Effendi, consegnato in punto di morte al collega, contiene le risposte, raccontando una storia tutta nuova: dieci anni prima, un giovane e timido Raif Effendi lascia la provincia turca per imparare un mestiere a Berlino. Visitando un museo, rimane folgorato dal dipinto di una donna che indossa un cappotto di pelliccia, e ne è così affascinato che per diversi giorni torna a contemplare il quadro. Finché una notte incrocia una donna per strada: la stessa donna del dipinto. Maria. Un incontro che gli sconvolgerà la vita.

Tra le persone che mi è capitato di incontrare nel corso della mia esistenza, ce n’è una che mi ha segnato più di ogni altra. Sono trascorsi mesi dagli eventi che mi accingo a raccontarvi, ma non riesco ancora a riprendermi. Appena resto da solo, rivedo il viso onesto di Raif Effendi e quel suo sguardo un po’ assente, ma sempre pronto a salutare con un sorriso chiunque incrociasse sul suo cammino.
Raif Effendi è un uomo noioso e insignificante, timido e dal sorriso insulso. È un traduttore dal tedesco, un impiegato sempre pronto a chinare il capo davanti a ogni ingiustizia. Vive ad Ankara e per la sua numerosa famiglia egli è una presenza irrilevante. Con lui si limitavano solo a parlare di bisogni quotidiani e questioni economiche.
Era una sorta di robot senz’anima che di mattina veniva messo fuori dalla porta con la lista della spesa e di sera doveva tornare con le mani piene.
Per tutti è un uomo senza peso né valore, una nullità. Effendi, però, cela in sé il ricordo di un passato amore, un tempo ormai lontano racchiuso per sempre nel suo cuore. A custodire questi ricordi è un taccuino dalla copertina nera. Un taccuino la cui prima pagina porta la data del 20 giugno 1933. La storia di Raif Effendi inizia con un viaggio. Siamo ad Ankara, in Turchia, e il giovane Raif viene mandato a Berlino dal padre con un compito ben preciso: imparare a fabbricare i saponi profumati da esperti tedeschi. Raif non è molto entusiasta di questo lavoro e visitando una galleria d’arte, rimane affascinato da un quadro che ritrae una giovane donna che indossa un cappotto di pelliccia. Per puro caso Raif incontra Maria Puder, l’autrice del dipinto (è un autoritratto). I due diventano amici poi, nei loro cuori, nasce l’amore. Maria è una donna sicura con idee ben precise. Non vuole essere una donna sottomessa, sempre pronta ad obbedire. Lei vuol liberamente scegliere la sua strada nella vita, camminare da sola, pensare da sola. Non si sarebbe mai sottomessa a un uomo e ciò l’ha condannata a una terribile solitudine perché quando i ragazzi si accorgevano che lei non era una facile preda, preferivano dileguarsi.
È stato così che ho conosciuto l’ambizione e la forza degli uomini. Nessun’altra creatura su questa terra insegue tanto facilmente il successo, nessun’altra creatura è tanto egoista, arrogante, presuntuosa, ma al tempo stesso codarda e indulgente con se stessi, quanto un uomo.
Raif Effendi è un ragazzo, invece, con molti dubbi e paure. Prima di affrontare la vita deve iniziare a conoscere se stesso, scoprire il suo ruolo nel mondo. Per lui Maria diventa una guida, il gusto del proibito che affascina e fa battere il cuore. Se Maria vuole al suo fianco una persona capace di conquistarla senza l’uso della forza, uno che non pretende niente, che non vuole dominarla, né sorttometterla, ebbene lui sarà quell’uomo. Insieme cammineranno fianco a fianco in un rapporto di parità. 

Lui pensa che “Più sono le persone a cui vogliamo bene, più è forte l’amore per la sola persona che amiamo veramente. Quando l’amore si propaga, non si esaurisce.”

Per Maria, invece, “l’amore è qualcosa che trascende ogni logica. Una cosa è amare qualcuno, provare attrazione, un’altra essere consumato, anima e corpo dal desiderio. L’amore è questo desiderio. Una brama irresistibile.”

Sono mesi travolgenti quelli che Maria e Raif vivono insieme a Berlino. Lei detta le regole del loro rapporto, lui obbedisce. Poi, i ruoli si invertiranno a dimostrazione che nella vita nulla è certo fatta eccezione per la morte che ci aspetta tutti a braccia aperte. Però anche il destino, proprio quello che Maria rifuggiva, vuol dire la sua. Agitare le acque è la sua specialità e così un tragico evento richiama Effendi in patria. È l’inizio della fine. Promesse, struggenti promesse poi l’arrivederci, il treno che parte, il destino si compie.

Trovare la felicità e perderla non è cosa rara, vivere nel ricordo di quella felicità è struggevole, malinconico e devastante. Non sapere più nulla della persona amata porta Raif ad accettare una vita di “solitudine dell’anima”. Lui si sposerà, avrà dei figli ma tutti rimarranno fuori dal suo mondo intimo .
Devo nascondere ogni cosa, ogni cosa e, soprattutto, la mia anima, in un luogo dove nessuno potrà trovarla.
Raif nasconde la sua anima, eleva un muro per tenere fuori la vita e sprofondare nella solitudine e nel silenzio. Quando giriamo l’ultima pagina del taccuino-diario di Raif Effendi comprendiamo come tutto il suo mondo e il suo cuore siano rimasti intrappolati in quelle righe vergate con mano carezzevole ma intrise di felicità e malinconia insieme.

“Madonna col cappotto di pelliccia” è un romanzo d’ispirazione autobiografica ispirato dal soggiorno stesso dell’autore a Berlino negli anni Venti. È un romanzo breve, ambientato tra le due guerre, che narra una storia d’amore senza tempo capace di commuovere i lettori di ieri e di oggi con il linguaggio universale dell’amore.

La storia scritta da Sabahattin Ali ha una trama semplice ma coinvolgente. Lo stile fluido descrive con forza la complessità dei sentimenti umani. Dona consistenza ai ricordi e al rimpianto per l’amore perduto. È facile comprendere come l’autore abbia voluto mostrare al lettore le difficoltà nei rapporti umani cesellati da numerosi errori. Bisogna, infatti, guardare sempre oltre le apparenze. Si deve amare e non rimanere mai impietriti “perché ogni passo avanti non fatto ci riporta indietro e i momenti che non ci avvicinano, di fatto, ci allontanano.” Bisogna desiderare e sognare, lottare per ciò in cui crediamo. Non è detto che la vittoria ci aspetti trionfante, anche le sconfitte sono parte della vita. Se i sogni s’infrangono, la memoria corre ad aiutarci trasformando le passioni in ricordi che nessuno può sottrarci. Anche la libertà è una conquista, in ogni tempo, in ogni luogo, nel passato come nel presente, nella Turchia di ieri, nella Turchia di oggi.

6 commenti:

  1. Purtroppo questo è un romanzo che non sono riuscita ad amare quanto avrei voluto. Non sono riuscita a farmi trasportare dalla storia d'amore. Forse l'ho letto nel momento sbagliato. Molto bella la tua recensione :)

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    1. Ti ringrazio :) Mi dispiace, merita una seconda possibilità in futuro.

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  2. Sai farmi interessare a romanzi, come in questo caso, che non avrei mai preso in considerazione. Grazie.

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  3. Di chi è il quardo in copertina ? Boldini ?

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    1. Sembrerebbe di si, prova a chiedere informazioni alla Fazi per la conferma :)

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