giovedì 17 gennaio 2019

RECENSIONE | "Il cadavere del lago" di Danilo Pennone [Review Party]

Carissimi lettori, oggi vorrei parlarvi di un thriller enigmatico e avvincente che ha come protagonista un commissario molto particolare.  Si tratta di un romanzo di Danilo Pennone, “Il cadavere del lago” (Newton Compton Editori). Azioni, sentimenti e buon ritmo rendono questo romanzo una lettura accattivante. È un thriller solido che, pagina dopo pagina, rivela una storia dura e cruenta di scelte sbagliate. Tra segreti e ipocrisie, la verità è destinata ad avere conseguenze devastanti.

STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 7
Il cadavere del lago
Danilo Pennone

Editore: Newton Compton
Pagine: 277
Prezzo: € 9,90
Sinossi
Mario Ventura, commissario sessantenne dai metodi duri, musicista mancato e con una certa dipendenza dall'alcol, è alle prese con un caso difficile: sulle rive del lago di Albano, in un giorno d'inverno freddo e piovoso, viene ritrovato il cadavere di un giovane seminarista irlandese, Eamon McCormac. Il corpo è seminudo e con evidenti segni di soffocamento. Si tratta di omicidio. Le indagini portano gli inquirenti a interessarsi al Seminario Apostolico d'Irlanda, a Castel Gandolfo, un'istituzione che accoglie futuri ecclesiastici di nazionalità irlandese. Non ci vuole molto per scoprire che la condotta di McCormac era tutt'altro che irreprensibile. Il seminarista frequentava infatti un giro di prostituzione. I sospetti cadono subito su un giovane che lavorava proprio nella zona in cui è stato rinvenuto il cadavere e una serie di indizi sembrano confermare la sua colpevolezza. Ma Ventura non intende chiudere il caso prima di essere venuto a capo del mistero che avvolge la vicenda. Perché la verità è molto più lontana di quanto potrebbe sembrare...

La statua della vergine troneggiava in un angolo vicino all’altare. Ventura si fece il segno della croce, quando don Pablo Guzman incensò la bara. Un cuscino di fiori bianchi aveva raccolto l’acqua benedetta schizzata dall’aspersorio. Fuori, una pioggia gelida stava inondando la città da giorni.
Il romanzo, come potete ben notare dall’incipit, inizia con un momento di alta drammaticità: il commissario Ventura sta seppellendo la giovane figlia. Appare subito chiaro che la vita del protagonista non è serena e felice, in lui si agitano sentimenti contrastanti che rendono la sua esistenza un campo minato. Devo dire che Ventura mi è piaciuto fin dalle prime righe con la sua vita travagliata i cui accadimenti affioreranno pian piano nell’evolversi della storia. Ora facciamo un passo indietro, riannodiamo i fili della narrazione e prepariamoci a gustare una storia nera in cui poliziesco, action e drammi familiari sono gli ingredienti ben miscelati per dar vita a un thriller che tratta anche temi sociali di grande attualità.

Mario Ventura è un commissario sessantenne dai metodi duri. Ama la musica classica, suona il pianoforte ma è anche dipendente dall’alcol. In una mattina piovosa, sulle rive del lago di Albano, viene ritrovato il cadavere di un giovane seminarista irlandese. Il ragazzo è stato soffocato e parzialmente denudato. Le prime indagini portano Ventura a bussare alla porta del Seminario Apostolico d’irlanda, a Castel Gandolfo. Senza volerlo il commissario scoperchia un vaso di Pandora che nasconde condotte riprorevoli, prostituzione, abusi e molto altro. La verità sarà difficile da scoprire ma Ventura è determinato a venir a capo del mistero che avvolge la vicenda.

“Il cadavere del lago” è un thriller duro, la cui trama è intrecciata con mano sicura dall’autore che non risparmia, a noi lettori, emozioni e denunce morali sul mondo non solo della Chiesa ma su vari aspetti della società. Mi piace quando un romanzo, il thriller non fa eccezione, diventa un mezzo per denunciare determinate situazioni che infliggono dolore all’umanità. Danilo Pennone ci presenta personaggi ambigui ma affascinanti, il male ha un suo particolare fascino, e ci conduce tra eventi drammatici capaci di coinvolgerci emotivamente. Confesso di aver subito amato il personaggio di Mario Ventura che pian piano si racconta al lettore con Flashback spesso dolci ma intrisi di una malinconia profonda e paralizzante. Il commissario è un uomo che porta in sé il peso di esperienze dolorose e tragiche separazioni.

Ventura è un uomo difficile, per nulla socievole. Fuma i toscanelli, ama la grappa e la musica classica. Vive con il cane Crimbo che lui si ostina a chiamare “giovanotto”. Dopo la morte della moglie e della figlia, si è lasciato imprigionare da una dolorosa solitudine. È spesso arrogante ma fragile, cinico e disarmante. È il bastian contrario di quest’indagine in cui tutti si muovono in punta di piedi. Ventura non ha paura di ascoltare il sordo rumore della verità sempre in bilico tra luci e ombre. Tanti i personaggi, sia buoni che cattivi, sempre in bilico sull’orlo del baratro.

“Il cadavere del lago” è un thriller in cui l’azione si dipana sicura driblando tra cruenti eventi e denuncia sociale. L’autore mostra una forza narrativa in grado di catturare l’attenzione del lettore e fa riflettere il peso che la Giustizia riveste nel romanzo. Il delitto, infatti, nasconde altre amare verità e la Giustizia sembra procedere con difficoltà. Troppi interessi e intrecci rendono difficile il suo cammino.

“Il cadavere del lago” è una storia fatta di scelte, di religioni, di politica e di uomini. 
Un intreccio tra bene e male perché, come scriveva il grande Leonardo Sciascia:

“Occorre che ci sia il diavolo perché l’acqua santa sia santa.”   
(Il cavaliere e la morte)

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