Carissimi lettori, oggi vorrei proporvi un romanzo
dolorosamente attuale. Una storia d’amore in cui la natura umana, poliedrica e
misteriosa, si muove tra inevitabili ambiguità e scelte drammatiche.
STILE: 8 | STORIA: 9 | COVER: 7
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Una storia nera
Antonella Lattanzi
Editore: Mondadori
Editore: Mondadori
Pagine: 249
Prezzo: € 18,00
Prezzo: € 18,00
Sinossi
Roma, 7 agosto 2012. Il giorno dopo la festa di compleanno della figlia minore, Vito Semeraro scompare nel nulla. Vito si è separato da qualche tempo dalla moglie Carla. Ma la piccola Mara il giorno del suo terzo compleanno si sveglia chiedendo del papà. Carla, per farla felice, lo invita a cena. In realtà, anche lei in fondo ha voglia di rivedere Vito. Sono stati insieme per tutta la vita, da quando lei era una bambina, sono stati l'uno per l'altra il grande amore, l'unico, lo saranno per sempre. Vito però era anche un marito geloso, violento, capace di picchiarla per un sorriso al tabaccaio, per un vestito troppo corto. "Può mai davvero finire un amore così? anche così tremendo, anche così triste." A due anni dal divorzio, la famiglia per una sera è di nuovo unita: Vito, Carla, Mara e i due figli più grandi, Nicola e Rosa. I regali, la torta, lo spumante: la festa va sorprendentemente liscia. Ma, nelle ore successive, di Vito si perdono le tracce. Carla e i ragazzi lo cercano disperatamente; e non sono gli unici, perché Vito da anni ha un'altra donna e un'altra quasi figlia, una famiglia clandestina che da sempre relega in secondo piano. Ma ha anche dei colleghi che lo stimano e, soprattutto, una sorella e un padre potenti, giù a Massafra, in Puglia, i cui amici si mobilitano per scoprire la verità a modo loro. Sarà però la polizia a trovarla, una verità. E alla giustizia verrà affidato il compito di accertarla. Ma in questi casi può davvero esistere una sola, chiara, univoca verità?
Giuro che ti ammazzo Carla, ti sgozzo come un porco, e ammazzo pure i nostri figli – quante volte Carla l’aveva sentito dire dal suo ex marito. Giuro che ti ammazzo se ti vedo sorridere al tabaccaio che ti vende i biglietti della metro. Giuro che ti ammazzo se metti un vestito, o una gonna, per uscire. Giuro che ti ammazzo se hai un’amica, se vedi tuo fratello, se parli con i tuoi genitori. Poco prima del divorzio, Vito di notte chiudeva Carla a chiave in camera da letto. E la mattina, prima di andare a lavorare, la chiudeva a chiave in una parte della casa.
Roma, 7 agosto 2012. Dopo aver festeggiato il compleanno
della figlia minore, Vito Semeraro scompare nel nulla. Vito si è separato dalla
moglie Carla, ma per amore della piccola Mara, decidono di festeggiare il suo
terzo compleanno insieme. Carla ha voglia di rivedere Vito, il suo grande
amore, l’unico. Vito però si lascia vincere dalla gelosia, diventa violento, la
picchia per poi, un attimo dopo, ricoprirla di baci e attenzioni.
Può mai davvero finire un amore così? Anche così tremendo, anche così triste.
Vito, Carla, Mara e i due figli più grandi, Nicola e Rosa,
sono l’emblema di un amore malato che diventa ossessione. Quando Vito scompare,
tutti lo cercano. Carla e i ragazzi invece di essere felici per essersi
liberati di un uomo così violento, sono disperati. A condividere la loro
disperazione c’è anche un’altra donna e un’altra quasi figlia, la famiglia
clandestina che Vito aveva da anni. Lo cercano i suoi colleghi di lavoro, gli
amici e, soprattutto, la sua potente famiglia d’origine, giù a Massafra, in
Puglia. La verità arriverà grazie alle indagini della polizia. Ma fate
attenzione, perché non esiste una sola chiara e inequivocabile verità.
Ti ammazzo come un porco, e ammazzo pure i nostri figli, ma quei figli per fortuna non li aveva mai toccati.
Vito riservava le violenze solo su Carla che, anche dopo il
divorzio, non riesce a spezzare il filo di sottomissione che la lega all’ex
marito.
“Chi mi protegge, ora?” Vito le manca e nella sua mente le
violenze svaniscono per lasciare il posto al Vito buono e premuroso. Nell’uomo
convivono due personalità, una violenta e carica di rabbia, l’altra generosa e
premurosa. Per gli amici è una persona rispettabile, onesta, pronta ad aiutare
tutti. Oltrepassata la soglia di casa, Vito si trasforma e la sua insicurezza
esplode nelle violenze di cui è succube la moglie. Carla appare come una donna
mite, incapace di vivere da sola, incapace di ribellarsi alle botte del marito.
La scomparsa di Vito segna la svolta del romanzo verso “il nero” del titolo. Io
mi sarei aspettata un giubilo generale, invece tutti si disperano e collaborano
alla ricerca del buon mostro.
La verità non è cristallina, subisce una profonda
trasformazione perché profondi sono i motivi che la nutrono. L’amore di una
vita che si trasforma in mostro. Le violenze che diventano pane quotidiano. Le
notti insonni. Lo strazio dei figli. La presenza di un’altra donna convinta di
non essere tanto amata perché Vito non la picchia. Un baratro in cui è facile
precipitare perdendo la luce della ragione. Forse, la ragione, sta, ben
nascosta, nella mente di Carla e dei suoi figli. Ma se vi aspettate un’evoluzione
della storia a rigor di logica, andrete incontro a una gran delusione.
Ricordate, la verità non è unica. Mai.
“Una storia nera” è un romanzo dalle mille anime: giallo,
noir, storia d’amore. Un romanzo in cui ho molto apprezzato il ritmo incalzante
che svela i segreti custoditi dai personaggi. Mi è piaciuto il modo in cui,
dosando alla perfezione i tempi, l’autrice svela la psicologia dei personaggi. La
tensione rimane viva nella narrazione alternata del passato e del presente. I
luoghi e il tempo si uniscono in una comunione di emozioni creando il substrato
che nutrirà il futuro dei protagonisti. Massafra, il passato che lega tradizione
e famiglia, si proietta nell’Urbe, fulcro del presente. Tutti i personaggi
camminano sul labile confine che divide il bene dal male. Vito e Carla; i loro
figli Mara, Nicola, Rosa; i parenti giù a Massafra; Milena, l’amante che tutti
conoscono; tutti hanno in sé mille sfaccettature. Non totalmente buoni, non
totalmente cattivi. Ambigui. Tutti
legati da un amore malato diventato ossessione. Tutti fragili e
prigionieri delle loro sofferenze. Mai liberi, mai felici.
La psicologia dei personaggi si riflette nella storia
assumendo le sembianze del caldo torrido dell’Urbe. La natura crea atmosfere
cupe che ben rappresentano la sensazione di chiusura, di prigionia dei
protagonisti alla ricerca del senso dell’esistenza e dell’accettazione della
vita. Una ricerca dura e difficile che porterà a un finale non ben definito.
Ogni lettore può immaginare, secondo la propria sensibilità, ciò che succederà.
Io, conclusa la lettura, mi sono posta alcune domande. Cosa faranno dopo i
personaggi? Saranno in grado di disegnare un futuro migliore? Riusciranno a
liberare la loro anima imprigionata per respirare un po’ di felicità? Rimarranno
succubi delle loro emozioni? “Una storia nera” non è un punto d’arrivo ma
l’inizio di una profonda riflessione.
Questo noir è tra le mie prossime letture *_*
RispondiEliminaNe leggo molto bene e molto male, senza vie di mezzo.
RispondiEliminaDato che sono curioso, mi fiderò del tuo parere. :)
Interessante il tuo punto di vista su questo romanzo che io non sono proprio riuscita ad apprezzare! bella recensione.
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