sabato 3 dicembre 2016

RECENSIONE | “La donna della cabina numero 10” di Ruth Ware

Buongiorno carissimi lettori :) Questo fine settimana vorrei parlarvi de “La donna della cabina numero 10” (Ruth Ware – Corbaccio), un thriller che non mi ha convinta del tutto.

La donna della cabina numero 10
Ruth Ware (traduzione di V. Galassi)

Editore: Corbaccio | Pagine: 368 | Prezzo: € 16,90

Sinossi: Doveva essere la crociera perfetta. Le luci del grande Nord su uno yacht di lusso, l'Aurora Borealis, in compagnia di pochi e selezionatissimi ospiti. Un'ottima opportunità professionale per la giornalista Lo Blackwood, incaricata di sostituire il suo capo e ben felice di trovare sollievo dallo choc provocato da un tentativo di furto subito nella sua casa di Londra. Ma la crociera si trasforma ben presto in un incubo atroce... Durante la prima notte di viaggio, Lo assiste a quello che ha tutta l'aria di essere un omicidio, proprio nella cabina accanto alla sua, la numero 10. Non solo nessuno le crede, ma la ragazza che dice di aver incontrato nella stessa cabina sembra non essere mai esistita: non è a bordo, nessuno la conosce, e le tracce lasciate dalla sua misteriosa presenza svaniscono l'una dopo l'altra. Bloccata sulla barca e sempre più isolata nella sua ricerca, Lo cade in preda al terrore. Sta forse impazzendo? Oppure è intrappolata in mezzo all'oceano, unica testimone di un delitto e in balia di uno spietato assassino?

STILE: 7 | STORIA: 7 | COPERTINA: 7

Nel sogno la ragazza stava sprofondando sempre più giù, molto al di sotto del frastuono delle onde e delle strida dei gabbiani, dentro gli abissi freddi e cupi del Mare del Nord. I suoi occhi allegri erano bianchi e gonfi d’acqua salmastra, la pelle chiara raggrinzita e i vestiti, stracciati dagli scogli aguzzi, ormai disintegrati.
Una crociera perfetta, su una nave di lusso, per osservare l’Aurora Boreale, si trasforma in un atroce incubo per la giornalista Lo Blackwood. Durante la prima notte di viaggio Lo assiste a quello che lei crede essere un omicidio. L’atto violento avviene proprio nella cabina accanto alla sua, la numero 10. Nessuno, però, le crede. Ogni possibile traccia del delitto svanisce nel nulla. La giornalista è intrappolata in mezzo al mare, si sente inquieta e le minacce non tardano ad arrivare. Lo è alla mercé di uno spietato assassino che nessuno fermerà perché nessuno crede che esista.

“La donna della cabina numero 10” è il secondo romanzo, dopo “L’invito” (Recensione), scritto da Ruth Ware e pubblicato in Italia. I due romanzi hanno dei punti in comune che ho trovato piacevoli e interessanti. In entrambi i lavori c’è una donna in pericolo e le ambientazioni sono parte intrigante del tessuto narrativo. Nel primo libro l’azione si svolge in una villa isolata in un bosco. Nel secondo saliamo su una nave da crociera e, una volta salpati, siamo tutti in balia di un possibile quanto fantomatico assassino. L’ambiente chiuso, il numero esiguo dei personaggi, la difficoltà di dimostrare l’avvenuto atto violento, mi ha fatto pensare ai gialli di Agatha Christie. Lo è un personaggio con più ombre che luci. Una forte depressione ha caratterizzato il suo passato, ora prende antidepressivi, non disdegna l’alcol, soffre di crisi di panico ed è reduce da un furto in casa in cui si è sfiorata la tragedia.
Tutti abbiamo dei demoni dentro di noi, voci che ci sussurrano che non valiamo niente, che se non otteniamo quella promozione o non superiamo brillantemente quell’altro esame riveleremo al mondo che razza di esseri inutili siamo in realtà. Magari è vero. Forse è solo che i miei demoni parlano a voce più alta.
Sulla nave la giornalista denuncia il sospetto omicidio ma nessuno le crede. Questo la porta a sentirsi isolata, in balia dei suoi sospetti che si riversano un po’ su tutti i passeggeri. La narrazione ha un buon ritmo, anche se non mi sono piaciute le interruzioni nell’evoluzione della storia per inserire messaggi di posta elettronica o sul social network. Coinvolgente, invece, l’isolamento della nave durante la navigazione, non c’è alcuna possibilità di contatto con la terraferma e questo contribuisce a creare un’ulteriore situazione di pericolo. Ed è proprio nel pericolo che Lo assume dei comportamenti improbabili, arriva a dubitare della sua sanità mentale vedendo un colpevole in ogni persona presente sulla nave. Tessera dopo tessera il puzzle dell’intricata vicenda si ricompone fino a giungere al gran finale che propone un nuovo mistero al posto di quello appena svelato.

Il fulcro del romanzo è ciò che non appare, le mezze verità, le tracce di una presenza che svaniscono una dopo l’altra, il terrore che pian piano s’insinua nella mente e nel cuore di Lo, la sua indagine che sfocia in una misteriosa complicità. Ho letto questo romanzo trascorrendo ore piacevoli ma senza provare un coinvolgimento totale. Mi aspettavo una storia diversa giocata su un complotto più audace con retroscena di dolore assoluto.

“La donna della cabina numero 10” è comunque un thriller che può regalare momenti di tensione e anche qualche sorriso. Una lettura piacevole ma non indimenticabile.

13 commenti:

  1. Ciao, questo romanzo mi intriga parecchio, l'avevo già visto ma me lo hai fatto ricordare con la tua recensione ;-)

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  2. Ho letto L'invito ed è stato piacevole, ma non d'impatto. Ero curiosa per questa nuova opera, perché comunque lo stile dell'autrice mi era piaciuto molto, ma cerco letture che lascino veramente il segno, quindi non fa per me (:

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  3. Ho notato questo libro in libreria e mi aveva intrigato parecchio. Sono concenta di leggere che ti è piaciuto, lo inserirò sicuramente tra i desideri natalizi ;)

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  4. questo libro era tra quelli che avevo segnalato qualche tempo fa sul mio blog e mi riprometto di leggerlo perché mi sembra molto interessante. dopo la tua recensione ne sono ancora più incuriosita

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  5. Bello certo, ma alla fine chi manda i soldi a Lo e perché?

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  6. Non so se e partito il commento. Il libro mi è piaciuto abbastanza ma non accetto il finale: chi è perché ha mandato i soldi a Lo?

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    1. ...è quello che vorrei sapere anche io.....

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  7. Ma ... alla fine, chi è l'assassino?

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  8. Dopo qualche pagina, ho buttato questo obbrobrio. Non merita neppure di finire nella carta straccia! Non voglio sprecare nemmeno più una parola.

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