lunedì 21 novembre 2016

RECENSIONE | "Stanze di famiglia" di Furio Bordon

Buongiorno lettori, oggi voglio parlarvi di un romanzo che ho trovato molto interessante perché parla di alcuni momenti fondamentali dell’esistenza dell’uomo.

Stanze di famiglia
Furio Bordon

Editore: Garzanti | Pagine: 177 | Prezzo: € 18,00

Sinossi: Vicende familiari, certo, ma che ruotano soprattutto intorno al nodo emozionale di vecchiaia e infanzia, le due età della debolezza, gli anni in cui l'individuo è più vulnerabile, più esposto a prevaricazioni, violenze, umiliazioni, in cui la fortuna di essere nati diventa troppo spesso fatica di vivere e amarezza. Ed è combattendo l'amarezza con l'ironia dell'intelligenza che un vecchio professore di lettere, in attesa che il figlio torni dall'ufficio per accompagnarlo in una casa di riposo, conversa con la moglie morta. È un dialogo al tempo stesso amoroso e conflittuale. Come commossa e crudele sarà l'ultima discussione con il figlio. Ritroveremo il vecchio anni dopo, rintanato come ogni pomeriggio nella soffitta della «Villa», intento a sfogliare un vecchio album di fotografie e a esercitare la sua ironia confidandosi con una piantina di basilico e una sedia vuota. A confrontarsi invece con il padre morto è Anna, una psicoterapeuta infantile, nella notte in cui viene a sapere della fuga da casa di un suo assistito, un ragazzo violato da un'infanzia di indifferenza e disamore. Comparirà anche lui, in questa notte, e costringerà Anna a un impietoso, feroce bilancio del proprio vissuto, dominato da quel padre attore famoso e geniale, del cui fascino lei è sempre stata adoratrice e vittima. Nella terza e ultima stanza, un figlio stanco ed esasperato è alle prese con la grottesca demenza della vecchia madre. Ma sarà quella stessa madre, giovane e presente nel ricordo - come giovane e presente è anche il padre scomparso da anni - a suggerirgli in un momento di lucida dolcezza: «Capirai alla fine che con quella povera testa delirante e confusa se n'è andato un mondo...». Nella struttura di questo libro dunque diventano personaggi, agiscono e parlano tra loro i vivi, i morti e i ricordi. Ma anche i rimorsi e i desideri. 



STILE: 8 | STORIA: 8 | COPERTINA: 7


Tre storie. Tre vicende che pongono al centro il mondo emozionale che scaturisce dai rapporti familiari. L’attenzione è rivolta a due età fragili e complesse, in cui l’uomo si mostra più vulnerabile: l’infanzia e la vecchiaia.

Leggendo questo libro mi è parso di essere a teatro per assistere a tre atti unici. Tre stanze che hanno in comune un ventaglio di emozioni che vanno dalla prevaricazione, alla violenza e all’umiliazione. È stato un modo per riflettere perché, come ci insegna Amleto, “nel luogo sospeso tra cielo e terra, esistono più cose di quante la tua filosofia conosca”.

Andiamo con ordine ed esploriamo la prima stanza: “Stanza del padre innocente”.
Non puoi più essere felice, quando invecchi. Entri in una dimensione diversa… come un sogno… o come un altro pianeta. Ci si può anche vivere decentemente, ma la felicità non è prevista. La felicità è tutta nel passato. Tu puoi solo cercare di ricordarla.
Questa prima parte del libro mi ha immediatamente conquistata catapultandomi nella vita di un vecchio professore di lettere che attende il ritorno del figlio dall’ufficio per trasferirsi in una casa di riposo. Nell’attesa conversa con la moglie morta. Struggenti le riflessioni del protagonista sul difficile rapporto con il figlio e sull’ineluttabilità della morte. Il tutto trattato con ironico ottimismo.

La parte centrale del libro è riservata a “Stanza del padre colpevole”.
In una notte scandita dall’amarezza del vivere, Anna, psicoterapeuta infantile, si confronta con il padre morto. Con un dialogo crudele, spesso feroce, Anna e suo padre ripercorrono la loro vita. Lui è stato un attore famoso e geniale. Lei è caduta vittima di quel fascino e ne è stata sempre adoratrice.

L’ultima parte apre il sipario su “La stanza della madre”.
Un figlio stanco ed esasperato si occupa della vecchia madre affetta da demenza. Con lui, nella stanza, c’è il ricordo di quella stessa madre giovane e presente. Per completare il quadro familiare appare anche il padre, scomparso da anni. Con grande dolore verrà presa una decisione che porterà un senso di sollievo e per questo sollievo un senso di colpa.
Capirai che con quella povera testa delirante e confusa se n’è andato un mondo. I tuo genitori, i tuoi nonni, i ricordi di tante vite. Adesso sei rimasto soltanto tu a testimoniare il nostro passaggio. Continua a farlo se puoi. Pensa ogni tanto a quei due ragazzi innamorati che ti hanno messo al mondo contro tutti, e tienili in vita finchè vivi tu
“Stanze di famiglia” è un libro in cui troverete sogni, gioie, amarezze che si intrecciano nel mistero dell’esistenza. I personaggi interagiscono tra loro, alcuni sono vivi, altri sono morti ma in tutti si celano ricordi di una vita, i rimorsi e i desideri. Vivere non è mai stato facile, ogni età ha le sue difficoltà ma un sentimento attraversa in modo trasversale la nostra esistenza: l’amore.

Tra le pagine di quest’opera c’è il bisogno di amare e di essere amati. In ogni stanza, con una scrittura al servizio della sincerità e della quotidianità, assistiamo all’amarezza di una vita che si spegne, al crudele rapporto padre-figlia, alla malattia che sconvolge e tutto travolge. In fondo la vita, nella malinconica visione del libro, ci conduce al cospetto della morte. L’anziano tagliato fuori dal mondo e ricoverato in una casa di riposo in attesa della morte. La psicoterapeuta infantile che, con coraggio e dolore, affronta il padre riparlando del loro torbido rapporto proprio nella notte in cui un suo giovanissimo paziente scompare. Il figlio e la sua vecchia madre che affondano nelle sabbie mobili della demenza.

Tre situazioni che rievocano i dolori e le gioie della vita. Perdersi nei ricordi è anche sacrificare un po’ del nostro presente in nome del passato. È cedere il nostro cuore ascoltando le voci che ti lacerano l’anima. È chiedere amore e ricevere odio. È vivere, è morire. È la vita. È la sacralità della vita.

4 commenti:

  1. L'avevo completamente trascurato. Pare faccia proprio al caso mio, però.
    Lo voglio. :)

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    1. Per chi ama il teatro e ha un'anima sensibile, come te caro Mr Ink, questo romanzo è assolutamente da leggere :)

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  2. Questo libro mi ispira molto e la tua recensione mi fa venire ancora più voglia di leggerlo!!!

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    1. Sono felice di aver proposto un libro che merita di essere letto :)

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