giovedì 20 ottobre 2016

RECENSIONE | "La sposa scomparsa" di Rosa Teruzzi

Carissimi lettori, spesso la vita ci riserva delle sorprese non del tutto piacevoli. Per poter andare avanti, senza rimanere prigionieri del passato, bisogna avere il coraggio di voltar pagina e ricominciare. Ognuno di noi decide come vivere la propria vita con un miscuglio di gioie e dolori. Quando pensi di aver raggiunto un traguardo ecco che scopri una nuova sfida, andare avanti vuol dire non aver paura di nulla. Andare avanti, vivere nel presente per proiettarsi nel futuro. Rimanere prigionieri del passato vuol dire far appassire il fiore della vita. Facile a dirsi, difficile a farsi. La recensione odierna riguarda un romanzo in cui tre donne affrontano la vita in modo diverso. Tre donne, tre generazioni che si incontrano e scontrano dando vita a una storia che si legge col sorriso sulle labbra e nel cuore un profondo dolore.

La sposa scomparsa
Rosa Teruzzi

Editore: Sonzogno 
Pagine: 171 
Prezzo: € 14,00

Sinossi: Dentro Milano esistono tante città, e quasi inavvertitamente si passa dall'una all'altra. C'è poi chi sceglie le zone di confine, come i Navigli, a cavallo tra i locali della movida e il quartiere popolare del Giambellino. Proprio da quelle parti Libera - quarantasei anni portati magnificamente - ha trasformato un vecchio casello ferroviario in una casa-bottega, dove si mantiene creando bouquet di nozze.
È lì che vive con la figlia Vittoria, giovane agente di polizia, un po' bacchettona, e la settantenne madre Iole, hippie esuberante, seguace dell'amore libero. In una piovosa giornata di luglio, alla loro porta bussa una donna vestita di nero: indossa un lutto antico per la figlia misteriosamente scomparsa e cerca giustizia. Il caso risale a tanti anni prima e, poiché è rimasto a lungo senza risposta, è stato archiviato. Eppure la vecchia signora non si dà per vinta: all'epoca alcune piste, dice, sono state trascurate, e se si è spinta fino a quel casello è perché spera che la signorina poliziotta possa fare riaprire l'inchiesta. Vittoria, irrigidita nella sua divisa, è piuttosto riluttante, ma sia Libera che Iole hanno molte buone ragioni per gettarsi a capofitto nell'impresa.  

STILE: 8 | STORIA: 8 | COPERTINA: 7

La realtà è che sua figlia è scomparsa da trent’anni ed è sicuramente morta. Ma non riusciremo mai a trovare il suo corpo perché chi l’ha uccisa l’ha fatta franca, anche se lei non vuole rassegnarsi.
L’enigma di questo romanzo è tutto nelle due righe che avete appena letto. A prima vista può sembrare un enigma giallo ma è molto, molto di più.

Milano, zona dei Navigli. Libera, quarantasei anni ben portati, vive in un vecchio casello ferroviario che ha trasformato in una casa bottega. Crea bouquet di nozze. Libera vive con la figlia Vittoria e la madre Iole, hippie esuberante, sostenitrice dell’amore libero. Un giorno alla loro porta si presenta una donna vestita di nero: la sua unica figlia è misteriosamente scomparsa e lei non si rassegna perché il caso è stato archiviato. La donna non si dà per vinta, secondo lei la polizia ha trascurato alcune piste e spera che Vittoria, poliziotta determinata, possa far riaprire il caso. Libera e sua madre Iole riescono a far finta di nulla davanti al dolore della donna in nero e si gettano a capofitto nell’impresa diventando novelle investigatrici. Il loro impegno porterà alla scoperta di una verità crudele e inaspettata.

“La sposa scomparsa” è un romanzo brioso dalla doppia personalità che pone al centro della scena non tanto l’atto criminale quanto la personalità delle tre donne e il loro modo di affrontare la vita. Il lato “serio” della vicenda è rappresentato dal dolore per la perdita di una persona cara.  Dolore che condiziona le scelte e  rende prigionieri di ciò che non si sa. Poi c’è il lato giocoso e gioviale della vita che, nel romanzo, risponde al nome di Iole.

Andiamo con ordine e conosciamo le protagoniste di questo giallo al femminile.

Libera è una donna in perenne lotta con il suo passato. Suo marito Saverio, agente scelto, era stato ucciso molti anni addietro. Il colpevole non era mai stato identificato. Libera aveva rinunciato a scoprire la verità sulla morte del marito accontentandosi delle spiegazioni ufficiali.  Aveva incorniciato le foto del marito e conservato i suoi vestiti nell’armadio. Ciò aveva eretto un muro di freddezza tra lei e la figlia Vittoria che aveva scelto di diventare poliziotta conservando nel cuore un intenso desiderio di vendetta. Tra le due donne regna sovrana lei, Iole. Donna libertina e svampita, ha quasi settant’anni, segue il suo istinto vivendo le proprie emozioni senza alcun imbarazzo.

Io mi sono divertita tantissimo a leggere i dialoghi e le riflessioni con Iole protagonista. Resistere al suo contagioso amore per la vita è impossibile così come è difficile far luce nel cuore di Vittoria. In lei c’è l’ostinata necessità di scoprire chi ha ucciso suo padre e ciò la rende rigida, determinata ma ne segna anche la fragilità. Non tutto ci è dato sapere della sua vita e ciò ne aumenta il fascino.

Accanto a queste protagoniste c’è la donna in nero, la signora Minardi, madre di Carmen, la sposa scomparsa. Per lei non ci sarà pace finché tutta la verità non verrà alla luce. Determinazione è il suo motto, costi quel che costi.

Ora, qualcuno si starà chiedendo che fine abbiano fatto i personaggi maschili. La loro presenza è discreta, sempre in funzione delle signore, danno il loro contributo alla storia senza mai diventarne protagonisti assoluti. Affascinante il ritratto di nonno Spartaco, il ferroviere che non c’è più ma che continua a vivere nel ricordo delle sue donne.

La lettura di questo giallo mi ha fatto riflettere sull’umana solidarietà che si crea tra le protagoniste fatta eccezione per Vittoria che mostra di aver messo sotto naftalina i suoi sentimenti. Ed è lei il mio personaggio preferito ricco di ombre e luci, con un carattere duro, apparentemente rigida perché bloccata nel suo ruolo di vendicatrice per la morte del padre. Porta sempre con sé la pistola d’ordinanza, scudo e arma della sua fragilità.

“La sposa scomparsa” è una lettura avvincente, si legge in poche ore e lascia il desiderio di conoscere più a fondo i protagonisti. Tra un presunto femminicidio, ricatti pericolosi, chiacchiere dei pentiti, si giungerà a un’amara verità. Belle le descrizioni della magnifica Milano, anima inquieta del romanzo. Il finale mi ha colto di sorpresa, mi stavo divertendo un mondo con Iole ed ero curiosa di scoprire se Libera avrebbe trovato il coraggio per aprire la gabbia del ricordo in cui si era rifugiata. Naturalmente ci ha pensato Vittoria a riportarmi con i piedi per terra facendomi intravedere la possibilità di un’altra futura indagine. C’è un altro Cold Case archiviato e dimenticato a cui la giovane poliziotta vuol dare voce con tutto il suo cuore.

Ho già letto, della stessa autrice, il romanzo “Il prezzo della bellezza”. Vi lascio il link della recensione nel caso in cui siate curiosi di saperne di più. Alla scrittrice Rosa Teruzzi chiedo di non farci attendere molto per poter leggere ancora di Vittoria, Libera e Iole. Ho appena finito la lettura della loro prima avventura e già mi mancano :)

14 commenti:

  1. Ciao! Ho letto questo libro e mi ha convinta, tanto anche. Lo stile dell'autrice mi piace, la storia c'è e i personaggi sono azzeccati. Anche io non vedo l'ora di leggere il seguito. Adesso vado a leggere la recensione che hai postato "Il prezzo della bellezza"
    Grazie e a presto!

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    1. Una scrittura fresca e briosa per raccontare storie delicate dai temi importanti :)

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  2. come ti avevo anticipato ho qualche dubbio su questo libro. ma per rendere per benino il mio pensiero devo metterlo nero su bianco. il mio personaggio preferito è sicuramente Iole l'ho adorata! :D

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  3. Sono felice sia piaciuto anche a te, Aquila! :) Mi unisco al tuo appello: vogliamo ritrovare presto nonna Iole! Un abbraccio

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  4. Questo romanzo non mi convinceva, ma leggo tante belle recensioni che penso che dovrò ricredermi!

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    1. Prova a leggerlo e poi fammi sapere il tuo pensiero :)

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  5. Ciao Aquila, sto leggendo adesso questo libro e scorre molto piacevolmente, nonna Iole, poi, un mito, ho letto che il finale è aperto per una eventuale continuazione...

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    1. Assolutamente sì, ci sono molti casi irrisolti, non solo di matrice criminale, che aspettano una soluzione :)

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  6. Ciao Aquila!!
    Questo è un libro di cui ho sentito SOLO parlare più che bene!
    Leggere la tua recensione mi da la conferma "ufficiale" di un'esperta in materia, che sia una lettura irrinunciabile!
    Grazie! Un abbraccio! :)

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  7. Ma che bello questo libro! Oltretutto è ambientato nei luoghi dove sono nata e cresciuta, non posso assolutamente perdermelo! Grazie per avermelo fatto scoprire

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    1. Prego, non mi resta che augurarti una buona lettura :)

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