venerdì 29 agosto 2014

RECENSIONE “Essere Melvin- Tra finzione e realtà” di Vittorio De Agrò

Ciao a tutti, spero che vi stiate divertendo. L’estate fa i capricci: sole, pioggia, sole, grandine, sole,freddo. Solo i nostri cari libri sono un rifugio sicuro! 
Oggi vorrei farvi conoscere un’opera molto particolare nata dall’esigenza di intraprendere una cura dell’anima e della mente. Una scrittura terapeutica per mettere nero su bianco le proprie emozioni, le paure, i fantasmi che affollano la mente. Non sarà una lettura facile ma vi ritroverete completamente coinvolti in questa storia vera, nella storia di chi lotta contro un disagio mentale. Mettetevi comodi, vi presento:


 Essere Melvin- Tra finzione e realtà

Autore: Vittorio De Agrò

Editore: Lulu
Pagine: 420 
Prezzo: € 0,99 ebook -  10,50 cartaceo
Link Utili: Blog / Facebook

Sinossi: Genitori, scuola, amicizie, affetti, impegni tracciano un percorso lungo il quale Melvin, giovane proprietario terriero di origini siciliane, tenta faticosamente di avventurarsi, confliggendo fin da bambino contro aspirazioni e proiezioni familiari che non gli appartengono. Fantasie, strambe millanterie, menzogne, che gli sembrano fin da subito una via di fuga da una realtà avvertita come insostenibile, non fanno che trascinarlo pian piano in una dimensione in cui il mondo concreto e quello immaginario slittano continuamente l'uno nell'altro, producendo senza sosta antitesi inconciliabili nello sviluppo della personalità e delle relazioni affettive con il pur ricco universo femminile che lo circonda. I riti virtuali del web e della comunicazione digitale lo conducono all'ossessiva frequentazione di un forum dedicato ad una starlet di una fiction televisiva, l'Aspirante; tra i due nasce un autentico sentimento le cui conseguenze, tuttavia, finiscono per amplificare la crisi di Melvin fino allo sdoppiamento di sé, in una crescente, e drammatica, deriva psicotica e autodistruttiva a causa della quale egli subisce un trattamento sanitario obbligatorio. Melvin chiederà aiuto allo Splendente, singolare ma lucidissima figura di psichiatra, cui si rivolgerà quando il peso dei ricordi e del senso di colpa per il tradimento dell'altrui fiducia si farà insopportabile, al punto da restringere ulteriormente i già risicati margini della sua sopravvivenza psichica. La memoria, improvvisamente ricomparsa dopo una prolungata amnesia, gli consentirà di recuperare episodi e situazioni – cui il protagonista dà il nome di file - e di illustrarli, con puntualissima dovizia di particolari, al suo terapeuta. Ne nasce una dialettica tra medico e paziente, per molti versi proficua e chiarificatrice, che però non prelude affatto, come ci si potrebbe aspettare, ad un finale prevedibile e consolatorio; giacché non siamo di fronte ad una finzione narrativa, bensì ad un racconto intensamente vissuto sulla propria pelle e a rischio della propria esistenza. Perciò nessuna invenzione, nessun artificio, nessuna ipocrita censura, nessuna remora nel mettersi a nudo e offrire al lettore una testimonianza che un conformistico riserbo preferirebbe seppellire nei sotterranei della rimozione e del pudore.
Melvin è una storia vera. Davvero.




STILE: 8
STORIA: 9
COPERTINA: 8

 "CITAZIONE  Mi gira la testa, ho la nausea, mi sento dentro una bolla d’aria. Ho appena lasciato la campagna in lacrime. Corro nell’unico posto dove posso trovare un po’ di pace e serenità. Fa caldo, nei viali c’è poca gente. Ho comprato delle rose, come sempre. A testa bassa e con il cuore carico di disperazione e d’angoscia arrivo da lui. Guardo la tomba malconcia e desolata e sospiro…Vedo la lapide di papà e sto per piangere. Non so da dove cominciare, papà. Ho fatto un casino. Per favore, perdonami. Non volevo. Non so cosa mi sia successo. Non riesco a capire. Non volevo fare del male a nessuno. Mi vergogno così tanto. Scusami, ho macchiato il tuo nome.
“Essere Melvin” non è un libro facile. E’ un “diario terapeutico” che il protagonista scrive su consiglio del suo psichiatra, lo Splendente, per esternare un disagio mentale, per liberarsi dai “file-ricordi” e distruggerli. E’ un’autobiografia, è storia vera, è una ricerca d’aiuto per sfogare la disperazione, uno specchio in cui riflettersi per cercare la vera natura del proprio essere. Melvin racconta la sua vita, il suo naufragare tra i difficili rapporti con i genitori, la simulazione di una malattia incurabile con relativo falso annuncio della propria morte, amori platonici mai concretizzati in reale passione, l’avventura sul web, l’amore inseguito e contemporaneamente respinto con una giovane diva della fiction. Questo e molto altro vi verrà narrato da Melvin, "bambino di trent’anni precocemente invecchiato con il suo bastone da passeggio", e una forte empatia vi legherà all’autore.

I due grandi problemi di Melvin sono l’affettività con le donne e il rapporto con sé stesso. 
Fin dalla più giovane età, il protagonista, vive un rapporto conflittuale con i suoi genitori. La famiglia vive in Sicilia, Melvin subisce il volere dei genitori: il padre lo vuole affascinante conquistatore di ragazze, la madre lo incita a studiare.

“Cosa esci con i maschi! Stai a casa”

“Come pensi di farti una famiglia se non studi?”

“Sei uno zero non vali nulla”

“Sei anormale. Io ti ho creato e io ti distruggo”

Queste frasi sono il pane quotidiano del giovane Melvin che ha scarsa fiducia in sé stesso, prova un forte senso d’inadeguatezza che lo porterà a raccontare molte bugie. 
Ogni giudizio su di lui è un attacco alle sue certezze, egli odia essere al centro dell’attenzione, l’ansia è sua fedele compagna. La morte del padre, avvenuta a causa di un linfoma, segna un momento importante ed emotivamente coinvolgente per il protagonista. 
Così la famiglia si trasferisce a Roma e Melvin si occupa della loro azienda agricola in Sicilia. Dovrà affrontare anni di disastri naturali con relativi problemi economici, il suo impegno è lodevole ma lui vorrebbe far altro. 
Inizia una vita in cui il malessere dell’animo è protagonista trascinando con sé una mente che non riesce ad affrontare le proprie debolezze. Melvin vive in un limbo sospeso tra realtà e fantasia. Vive in una terra di nessuno dove egli si rifugia quando la solitudine e l’insoddisfazione, per la propria esistenza, diventano insopportabili. Melvin scopre un luogo, il web, dove può celare la propria identità. 
La sua fragilità ne fa un narratore di menzogne per richiamare l’attenzione su di sé. Egli è ostaggio dei ricordi, mescola bugie e verità, proietta le sue paure nella realtà che lo circonda: una realtà che lo vede prigioniero delle sue stesse bugie. 
Esistono due Melvin: uno buono, ingenuo, educato, simpatico e un altro che si dà delle arie, fa il buffone seminando bugie. Per questo viaggio catartico, il protagonista, ha scelto la scrittura per narrare la sua discesa agli inferi della malattia mentale, per tentare una risalita. 
Facile a dirsi, difficile a farsi. Quando la situazione psicofisica precipita, Melvin inizia a sentire “nella sua mente” una Voce, tante Voci terribili. Mel non sa più chi è. 
La Voce lo spinge a comportamenti deliranti in una identità in bilico tra realtà e finzione. E’ il caos della mente.
 "CITAZIONE  Sento una voce dura, secca, senza inflessione che mi dice: “Ora basta giocare Melvin. Ti ho concesso tutto il tempo necessario per salutare la tua famiglia. Ora dobbiamo andare”. Chiedo: “Chi sei tu?”. “Sono…”
Melvin ha toccato il fondo. Io con lui.

Leggendo questa storia vera sono andata incontro a tante metamorfosi. Come lettrice mi sono identificata con il protagonista. L’empatia è intensa. Il coinvolgimento totale. Ho provato quasi timore nel continuare la lettura. Ho avuto timore di ciò che non conoscevo: la malattia mentale.

Non si può rimanere indifferenti leggendo questo libro. La mente del protagonista è teatro di battaglie epocali. Un delirio di colpevolezza lo invade, squarcia il suo essere che si divide tra mondo reale e mondo immaginario. Lo Splendente diventa la bussola di Melvin, colui che lo conduce tra i meandri dei ricordi. Le sedute terapeutiche diventano un laboratorio in cui mente e anima ripercorrono i momenti difficili.

“Sono tornato, dopo aver visto l’inferno e dopo aver sfidato il Nulla”

Con una scrittura dal ritmo serrato, senza respiro o distrazioni, l’autore ci rende partecipi del suo calvario. Le frasi brevi esprimono, in modo quasi tangibile, l’inquietudine, la malinconia, la rabbia, la disperazione. Il mondo di Melvin, fatto di ricordi che provocano forti emozioni, è una lunga via crucis. I ricordi sono le sue “sabbie mobili”, deve uscirne per poter costruire un futuro, per ritrovare la voglia di vivere. Non si sfugge alla realtà: la si affronta! 
Mel deve uscire da tale “prigionia della mente” trovando la cura in sé stesso, cercando il coraggio per mettersi in gioco. Bisogna lasciar andare il passato: la salvezza è nel futuro.
L’ultima pagina del diario porta la data: Acireale, 1° novembre 2012. Con trepidazione ho letto la parte finale dell’autobiografia, ho sorriso nell’apprendere che i veri affetti non muoiono mai. Mi piace pensare che il protagonista abbia abbandonato la maschera di Melvin per riappropriarsi del proprio essere.

Lo ripeto, questo libro richiede impegno e concentrazione nella lettura. E’ un viaggio affascinante nei ricordi, per guardare dentro di sé, per trovare nuove energie vitali, per affrontare il vissuto emotivo.

Essere Melvin” è il romanzo d’esordio di Vittorio De Agrò. Bellissima la copertina di Filippo Moroni. Invito tutti a leggere questo libro: vi renderete conto che questa storia vera “è solo l’inizio”.

Ci sarà il tempo per tutto il resto. In fondo, l’amico Mel è bravo a raccontare storie

17 commenti:

  1. è un genere che mi piace molto e spero di incominciarlo prestissimo!!
    la tua recensione è bella e incoraggiante!!!

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    1. Vedrai, sarà una lettura coinvolgente:)

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    2. Cara Angela la ringrazio per la fiducia. Troppo Onore

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  2. Risposte
    1. E' una lettura che regala forti emozioni affrontando temi importanti di cui non si parla spesso.

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  3. Mi sembra di capire che è un libro non solo impegnativo ma assolutamente universale, nel senso che ognuno di noi è alla ricerca della natura del proprio essere e debba affrontare la dualità che nasce con le aspettative nei nostri confronti o dal modo con cui gli altri ci vedono.

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    1. Caro Renato #EssereMelvin è un viaggio nella memoria e soprattutto un ritorno alla vita dopo una lunga traversata nel deserto. Spero che le mie parole possano dare speranza e fiducia a chi è caduto nel girone dantesco del disagio mentale. Grazie per aver letto la recensione

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    2. Ciao Renato, hai ragione quando sostieni che ognuno di noi deve affrontare la ricerca del proprio essere. Le cose si complicano quando la ricerca parte da un disagio mentale che non si può affrontare da soli. "Essere Melvin" è un'autobiografia che ci porta a riflettere sulla malattia mentale offrendoci una visione d'insieme sia delle manifestazioni del disagio sia della ricerca della terapia.

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    3. Cara Aquila grazie ancora per le tue belle parole. L'augurio che leggendo #EssereMelvin le persone possano comprendere che chi soffre di un disagio mentale non va visto come un marziano, ma come un uomo o una donna che soffre terribilmente.
      Oltre terapia e farmaci servono amore e comprensione. I "pazienti psichiatrici" vanno ascoltati e non isolati. Grazie ancora a tutti.

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    4. Non ho esperienza diretta, ma credo che le malattie mentali amplifichino quella che è la percezione del mondo e di noi stessi, nel presente come nelle memorie, quindi la ricerca è sia più difficile sia più viscerale. In realtà anche chi può definirsi sano è sempre in bilico e si mostra forte e non sofferente con più facilità, ma a volte non arriva a conoscere sé stesso con uguale profondità di chi, ritengo, rinasce dopo la malattia.
      Vittorio appena posso torno qui da Aquila ad attingere dalle sue recensioni spunti per le mie prossime letture, la mente è un grande mistero e per me un argomento molto interessante, non so dirti quando, ma credo proprio che leggerò il tuo libro.

      Ciao,
      Renato

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    5. Caro Renato, la malattia mentale ti cambia la prospettiva su te stesso e sul mondo. Smetti di sentire e provare, diventi uno zombie. é difficile da descrivere. Entri in un girone dantesco, spesso senza uscita,aihme. Grazie per la fiducia. a presto

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  4. Presto lo leggerò anch'io ^-^ La tua recensione è davvero incoraggiante e le citazioni che hai lasciato pure ^^

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    1. Aspetto con molta curiosità la tua recensione. Buona lettura:)

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  5. Ciao!! C'è un premio per te sul mio blog: http://elisaswonderlandofbooks.blogspot.de/2014/08/the-very-inspiring-blogger-award.html

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