venerdì 24 marzo 2023

BLOGTOUR | "Il caso Morel" di Rubem Fonseca | Recensione in anteprima

Dal 28 marzo troverete nelle librerie “Il caso Morel” (Fazi Editore) di Rubem Fonseca, il noir letterario di un ex poliziotto diventato un grande della letteratura brasiliana. Pubblicato nel 1973, “Il caso Morel”  è il suo romanzo d’esordio. Si tratta di un noir a tinte forti ambientato a Rio de Janeiro, sempre in bilico tra la parte di società benestante di Copacabana e un’attrazione irresistibile per la decadenza dei bassifondi.



STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 7
Il caso Morel
Rubem Fonseca

Editore: Fazi
Pagine: 196
Prezzo: € 18,00
Sinossi

Vilela, ex commissario diventato scrittore di gialli, incontra in prigione Paul Morel, artista incarcerato con l’accusa di avere assassinato barbaramente una delle sue amanti, il cui cadavere è stato ritrovato su una spiaggia di Rio de Janeiro. È stato Morel a chiedere di vedere Vilela, per fargli leggere dei brani di un manoscritto in cui racconta la sua vita e (chissà?) la verità sull’omicidio. L’ex commissario, che è in crisi creativa, accetta di leggere il libro, sempre più intrigato dall’ambiente descritto dall’artista: da una parte il gran mondo carioca tra il perverso e il gaudente, fatto di orge in grandi appartamenti lussuosi a Copacabana e di piccole angherie borghesi; dall’altra un sottobosco di prostitute, delinquenti e immigrati dalle zone povere del Brasile. Procedendo nella lettura, a Vilela viene voglia di indagare sul delitto. A poco a poco, i nomi dei personaggi vengono sostituiti da quelli reali, le scene del libro si sovrappongono a quelle della vita vera, Vilela a Morel, i romanzi ai diari, fino alla risoluzione dell’enigma… O forse era la fine del romanzo?





Ho il sospetto che l’universo non sia solo più strambo di quanto immaginiamo, ma più strambo anche di quanto sapremmo immaginare. 

Con uno stile diretto, duro, l’autore racconta una storia all’interno di un’altra storia, mescolando menzogna e verità, con vari riferimenti a se stesso e al mondo dei personaggi puntellati da una pluralità di discorsi. Sono voci di periferia, inquiete, che diventano il tramite per esprimere il gusto amaro della vita. I personaggi mostrano il loro lato peggiore, vivono ai margini della società in un presente fatto di prostitute, assassini, vite defraudate dei propri sogni, povera gente. È una società, quella descritta da Fonseca, in cui prevale la violenza in tutti gli strati sociali. Al centro della trama c’è l’artista d’avanguardia Paul Morel che viene arrestato con l’accusa di aver ucciso barbaramente una delle sue amanti. Vilela, ex commissario diventato scrittore di gialli, incontra in prigione Paul Morel. È stato Morel a chiedere di vedere Vilela, per fargli leggere dei brani di un manoscritto in cui racconta la sua vita e (forse) la verità sull’omicidio. L’ex commissario, che è in crisi creativa, accetta di leggere le bozze del libro, sempre più intrigato dall’ambiente descritto dall’artista: da una parte il gran mondo carioca tra il perverso e il gaudente, fatto di orge in grandi appartamenti lussuosi a Copacabana, dall’altra un sottobosco di prostitute, delinquenti e immigrati delle zone povere del Brasile. Leggendo i capitoli scritti da Morel, a Vilela vien voglia  di indagare sul delitto. Pian piano l’Ex commissario riesce a trovare i veri nomi dei personaggi del romanzo a cui Morel sta dando vita e si crea un ponte tra finzione e realtà. Le scene del libro si sovrappongono a quelle della vita reale, Vilela a Morel, i romanzi ai diari, fino alla risoluzione dell’enigma… O forse era la fine del romanzo?

In “Il caso Morel” c’è crudeltà e poesia, sesso e violenza, mistero e determinazione, riflessioni sull’arte e sulla funzione stessa della letteratura. La trama è costruita con flashback e anticipazioni, che donano alla narrazione un nuovo modo di vedere il tempo e lo spazio.

I personaggi hanno più personalità strettamente intrecciate tanto che è impossibile distinguerle in un quadro narrativo in cui c’è una frase ricorrente:

Non dobbiamo temere nulla. A parte le parole.

Frammenti di memoria compongono un racconto intriso di violenza in cui si muovono personaggi problematici. La narrativa  non concede alibi alla società esposta con pessimismo nei dialoghi tra Vilela e Morel. Entrambi conducono una vita trasgressiva riflettendo le trasgressioni della parte più oscura della società. In loro c’è l’istinto di conservazione e il desiderio di distruzione che diventano inchiostro nero con cui scrivere due piani narrativi entrambi necessari per esplorare gli abissi della degradazione umana. L’indagine poliziesca del romanzo si trasforma in una gigantesca ragnatela che intrappola tutti i personaggi. Non c’è alcuna via di scampo e Morel narra la sua vita vissuta in modo frenetico e distruttivo. Ossessionato dal sesso, Morel mette in opera un esperimento: vuol abitare insieme a tante donne per creare una famiglia fatta di legami che non fossero filo spinato.

Come se fossimo una famiglia, ma una famiglia di tipo diverso, che non esiste ancora, i cui membri siano tutti liberi, i cui legami siano non di protezione ma di amore.

Per poi aggiungere:

 Che discorso pieno di stronzate.

Una delle donne che Morel diceva di amare viene trovata morta e si scopre, durante l’indagine, che la vittima teneva un diario in cui raccontava i dettagli della sua relazione con Morel.

Morel semina il suo cinismo ovunque e sprofonda nelle sabbie mobili della sua nevrosi accompagnato da donne che esprimono apertamente e aggressivamente la loro sessualità.

Noi umani alberghiamo in noi, continuamente alimentati, i semi della nostra distruzione. Abbiamo bisogno di amare come di odiare. Di distruggere, ma anche di creare e di proteggere.

“Il caso Morel” è una fucina di temi trattati: la violenza, il sesso, l’arte, la droga e il rapporto dell’uomo con la società.

Il rapporto tra Morel e l’arte è una delle colonne portanti del romanzo. L’artista non vede nell’arte un mezzo per far soldi, per arricchirsi, ma vede la libertà della creazione artistica. Libertà che si riflette anche nel sesso dove piacere e dolore sono due facce della stessa medaglia. Accade, però, che una sua opera viene premiata alla Biennale d’Arte. Lui che dall’arte non vuole profitto, finisce per guadagnare proprio grazie a una sua opera. Contraddizioni che creano poli magnetici per la verità e la menzogna. Così come Morel e Vilela offrono punti di vista opposti sul romanzo che nasce, sull’omicidio, sul colpevole e sui limiti del desiderio. Entrambi sono funamboli sul confine tra realtà e delirio e rappresentano l’apparente dualismo del romanzo. Due anime che si sovrappongono.

“Il caso Morel” è un romanzo che si offre a più interpretazioni lasciate alla sensibilità del lettore. La società brasiliana mostra il suo volto senza trucco. L’emarginazione dei più poveri e le ingiustizie sociali fanno da contraltare all’ambientazione che rispecchia la collettività. A volte i luoghi in cui gli eventi evolvono sono case misere, disordinate e oscure. Oppure ci ritroviamo in luoghi violenti, come le carceri, e in luoghi dove l’empatia umana è stata bandita, come negli ospedali. Poi ecco lo splendore di luoghi piacevoli come belle case, ristoranti famosi, hotel di lusso.

Alla molteplicità dei luoghi segue l’ambiguità dei personaggi che si mostrano bugiardi e nascondono la verità. Sarà compito del lettore sbrogliare la matassa dell’enigmaticità. Cosa è vero e cosa non lo è? Cosa è reale e cosa non lo è? La lettura è anche interpretazione in questo viaggio narrativo tra citazioni letterarie e opere di artisti nel campo della pittura, della filosofia, della scultura e della psicologia. Se poi conoscete più lingue avrete una possibilità in più per apprezzare questo romanzo che presenta frammenti scritti in francese e inglese.

“Il caso Morel” è un  libro non facile da leggere ma, proprio per questo, è coinvolgente ed affilato come un bisturi che incide il tessuto sociale. Se volete uscire dalla vostra comfort zone questo libro ve ne offre la possibilità con un romanzo conciso, brutale e acido. Un intreccio narrativo creativo e convincente. Quindi lasciatevi coinvolgere da Rubem Fonseca in una storia pericolosa, in una concatenazione di dubbi ma con una profonda attenzione alle disuguaglianze sociali. In altre parole, leggete Rubem Fonseca, sarà   un’esperienza molto interessante.



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