16 marzo 1978 – 9 maggio 1978
Cari lettori, quarant’anni fa avveniva uno degli episodi più
tragici nella storia della Repubblica: il rapimento e l’uccisione di Moro.
Nonostante i numerosi processi, le interviste dei protagonisti, una serie
infinita di libri e numerose sedute delle Commissioni Parlamentari, non è mai
stata fatta piena luce sull’evento che sconvolse la classe politica italiana.
Alessandro Bongiorni in “Strani Eroi”, edito Frassinelli,
prende spunto dalla stagione del terrorismo italiano per raccontare i suoi anni
Settanta. Egli, all’epoca del rapimento Moro, non era ancora nato. Racconta
quindi intrecciando realtà e finzione. I
luoghi, le persone e i fatti si mescolano diventando “materiale narrativo”
senza alcun fine di spiegare, svelare o giudicare.
STILE: 8 | STORIA: 9 | COVER: 7
|
Alessandro Bongiorni
Editore: frassinelli
Editore: frassinelli
Pagine: 398
Prezzo: € 18,90
Prezzo: € 18,90
Sinossi
L'Italia è ormai da molti anni dilaniata dalla violenza terrorista, che il 16 marzo 1978 raggiunge il suo culmine in una strada secondaria di Roma, via Fani, dove un commando delle Brigate Rosse rapisce il presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro, e massacra i cinque uomini della sua scorta. È l'episodio più drammatico della storia dell'Italia repubblicana. Sono momenti terribili. Passa perciò in secondo piano quello che accade due giorni dopo, il 18 marzo, a Milano, ossia l'assassinio di due ragazzi, Fausto Tinelli e Lorenzo «Iaio» Iannucci, uccisi a colpi di pistola vicino al centro sociale Leoncavallo. I due ragazzi stavano andando a casa di Tinelli, lì vicino, al numero 9 di via Monte Nevoso. Nessuno sa che dall'altra parte di via Monte Nevoso, a sette metri di distanza dalla camera di Fausto, al civico 8, c'è un covo delle Brigate Rosse. Forse, però, sarebbe meglio dire quasi nessuno. Uno scenario drammatico e oscuro, in cui si muovono i protagonisti di questo noir serrato, spietato, a tratti travolgente. Il colonnello dei carabinieri Antonio Ruiu è un sardo silenzioso, efficiente e cattivo, caratteristiche che lo hanno fatto diventare persona di fiducia del ministro dell'Interno Cossiga. Cinzia è la protetta di un potente faccendiere, un maniaco del controllo che ha costruito la sua carriera spiando dalla serratura. E per ottenere informazioni riservate non c'è niente di meglio di una donna bellissima, sensuale e senza scrupoli. Carlo Peres, invece, le informazioni le cerca perché fa il giornalista a Milano, e si trova coinvolto nell'inchiesta sull'omicidio di Fausto e Iaio. E Peres è un bastardo vero, uno che le verità di comodo le sente puzzare da molto lontano. Ma questo, in quegli anni, non è detto che sia un vantaggio. Eccoli, gli «strani eroi» protagonisti di questo romanzo, tre personaggi pieni di passione e desiderio, di contraddizioni e paure, i cui destini finiranno per intrecciarsi nel grande, tragico imbroglio che è l'Italia degli anni Settanta, dove niente è mai quello che sembra.
Questo è un romanzo in cui si narra di fatti realmente accaduti, di altri che non sono accaduti e di altri ancora che sarebbero potuti accadere; in cui si incontrano persone che c’erano, persone che non c’erano e persone che avrebbero potuto esserci.
Ricordati: puoi morire da uomo libero o vivere da persona intelligente. A te la scelta.
Alle 9.02 del mattino del 16 aprile 1978, in via Fani
all’incrocio con via Stresa, a Roma, un commando delle Brigate Rosse rapisce
Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, e uccide i cinque componenti
della scorta. Moro si stava recando in Parlamento per votare la fiducia al
nuovo governo, presieduto da Andreotti, e appoggiato dai comunisti. Lo statista
italiano rimase prigioniero dei brigatisti per ben 55 giorni. L’Italia visse
con angoscia quel periodo mentre gran parte del mondo politico non volle negoziare
con i terroristi, nessuna concessione per liberare Aldo Moro. Il 9 maggio una
telefonata del brigatista Valerio Morucci, avvertì che il cadavere dello
statista pugliese si trovava nel Bagagliaio di una Renault 4 parcheggiata in
via Caetani.
“Strani Eroi” prende spunto da questo drammatico episodio
per sondare le molte zone oscure di quei terribili giorni: errori, bugie, omissioni e verità nascoste.
Nelle stanze del potere si decide della vita di un uomo, del destino di una
Nazione.
In questi terribili momenti passa in secondo piano l’assassinio,
a Milano, di due ragazzi, Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, uccisi a colpi di pistola vicino al
centro sociale Leoncavallo, due giorni dopo il rapimento del professore.
Nessuno sa che a pochissima distanza da casa di Tinelli, c’è un covo delle
Brigate Rosse. Forse, però, sarebbe meglio dire quasi nessuno sapeva.
In questo scenario drammatico, con poche luci e tante ombre,
si muovono i personaggi di questo noir spietato e travolgente in cui si respira
un’aria di tensione, complotto e poteri forti. Strani eroi pieni di passioni e
di contraddizioni, i cui destini s’intrecciano nel tragico imbroglio che è
l’Italia degli anni Settanta.
Conosciamoli questi strani eroi tra finzione e realtà.
Il colonnello dei carabinieri Antonio Ruiu, uomo efficiente
e duro, persona di fiducia del ministro dell’Interno Cossiga. Anima nera
dell’UCIGOS, non si fida di nessuno. Nella sua cassaforte conserva documenti
compromettenti. “Non si sa mai” è il suo credo, la sua polizza sulla vita.
Cinzia, protetta da un potente faccendiere, è una donna
bellissima, sensuale e senza scrupoli. Un passato di studio dalle suore e un
presente da cacciatrice di uomini per conto dell’Uomo Potente. Tra le lenzuola
è più facile carpire informazioni riservate.
Carlo Peres, invece, fa il giornalista a Milano e indaga
sull’omicidio di Fausto e Iaio. Sguscia
tra le verità di comodo, è un vero bastardo, un segugio che quando fiutava una
notizia non la molla mai.
Mauro Brutto, giornalista veramente esistito, indaga anche
lui sull’omicidio dei due ragazzi. Verrà travolto e ucciso, pochi mesi dopo
l’inizio dell’indagine, da una macchina in una strada buia poco distante dalla
sede dell’Unità dove lavorava.
Con un ritmo serrato e un linguaggio attuale, “Strani eroi”
racconta la Storia senza voler spiegare i fatti. Lo scrittore non ha risposte
per le tante domande inevase. Un gran groviglio di inganni per nascondere la
verità! Il romanzo si legge con vivo interesse ed è avvincente entrare in un
mondo dove si proteggono i cattivi e si condannano i giudici, dove
l’ingiustizia vince la virtù della giustizia, il prepotente sconfigge il
rispettoso.
La lettura di questo noir è l’occasione per riprendere
contatto con quei drammatici 55 giorni e per scoprire, nei personaggi
descritti, un groviglio di antichi segreti e di ambigue presenze. La cronaca
passata rivive con il suo bagaglio di vicenda complessa e noi, ricordando il
nostro passato guardiamo non solo “al domani, ma al dopo domani.”
In questi 40 anni di verità mancante restano le parole
ricche d’emozioni che Moro, consapevole della propria fine, scrisse nella sua
ultima lettera all’amata moglie Noretta:
Ricordami a tutti i parenti ed amici con immenso affetto ed a te e tutti un caldissimo abbraccio pegno di un amore eterno. Vorrei capire, con i miei piccoli occhi mortali, come ci si vedrà dopo. Se ci fosse luce, sarebbe bellissimo. Amore mio, sentimi sempre con te e tienimi stretto.
Poco amo questi romanzi così politici, così storici, ma al solito sai attirare la mia attenzione. ;)
RispondiEliminaLa Storia offre sempre pagine su cui riflettere e il nostro Paese offre tanti momenti che coinvolgono. Se leggerai questo romanzo potrai apprezzare le mille sfumatura di una Storia con la S maiuscola :)
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