domenica 27 aprile 2014

RECENSIONE "Il segreto della libreria sempre aperta" di Robin Sloan


Ciao ragazzi, oggi vorrei parlarvi di un libro che ha raccolto giudizi più che positivi dalla critica.
“Irresistibile” NEWSWEEK; 
“Delizioso” The Washington Post;
“Il mix è affascinante, la trama difficilmente inquadrabile in un genere, il risultato felice” Il Mattino;
“Un’avventura surreale, una detective story esistenziale e un armadio delle meraviglie che ti lascia senza fiato” NEWSDAY.
Così, curiosa come sono, ho ceduto al fascino di questi commenti e, complice una copertina intrigante, ho acquistato:
“Il segreto della libreria sempre aperta” 
di Sloan Robin edito Corbaccio.


Autore: Robin Sloan
Genere: Romanzo
Editore: Corbaccio
Pagine: 306 p.
Prezzo: € 16,40 Cartaceo
€ 9,99 Ebook

Trama: La crisi ha centrifugato Clay Jannon fuori dalla sua vita di rampante web designer di San Francisco, e la sua innata curiosità, la sua abilità ad arrampicarsi come una scimmia su per le scale, nonché una fortuita coincidenza l'hanno fatto atterrare sulla soglia di una strana libreria, dove viene immediatamente assunto per il turno... di notte. Ma dopo pochi giorni di lavoro, Clay si rende conto che la libreria è assai più bizzarra di quanto non gli fosse sembrato all'inizio. I clienti sono pochi, ma tornano in continuazione e soprattutto non comprano mai nulla: si limitano a consultare e prendere in prestito antichi volumi collocati su scaffali quasi irraggiungibili. È evidente che il negozio è solo una copertura per qualche attività misteriosa... Clay si butta a capofitto nell'analisi degli strani comportamenti degli avventori e coinvolge in questa ricerca tutti i suoi amici più o meno nerd, più o meno di successo, fra cui una bellissima ragazza, geniaccio di Google... E quando alla fine si decide a confidarsi con il proprietario della libreria, il signor Penumbra, scoprirà che il mistero va ben oltre i confini angusti del negozio in cui lavora... Fra codici misteriosi, società segrete, pergamene antiche e motori di ricerca, Robin Sloan ha cesellato un romanzo d'amore e d'avventura sui libri che lancia una sfida alla nostra curiosità, al nostro desiderio di un'esperienza nuova ed elettrizzante. Un viaggio in quell'universo magico che è una libreria.




STILE: 6
STORIA: 6
COPERTINA: 7



 

 “Spinsi la porta a vetri del negozio. Una campanella tintinnò cristallina sopra la mia testa mentre entravo con circospezione. All’interno: immaginate la forma e le dimensioni di una normale libreria, ma adagiata su una parete. Quel posto era spaventosamente stretto e vertiginosamente alto, con gli scaffali che arrivano fino al soffitto. Tre piani di volumi e forse anche di più…I ripiani si confondevano con le ombre, sembrando proseguire all’infinito.”
Clay Jannon, web designer di San Francisco, a causa della crisi perde il posto di lavoro. Un giorno il destino guida i passi del giovane davanti alla vetrina di una libreria in cui è posto un cartello con la scritta:”Cercasi commesso. Turno di notte. Competenze specifiche. Buoni incentivi”. Clay riesce ad ottenere l’incarico di commesso. Ci sono però delle regole, elencate dal sig. Penumbra, proprietario della libreria, che Clay deve rigorosamente rispettare. Sono tre regole molto rigide.
1) Devi essere sempre qui dalle dieci di sera alle sei del mattino, con la massima puntualità.   Non è concesso alcun ritardo. Non puoi uscire in anticipo.
2) Non ti è permesso sfogliare, leggere o esaminare in altro modo i volumi sulle scaffalature. Ti devi limitare a cercarli e consegnarli ai membri, punto e basta.
3) Devi registrare con precisione ogni prestito. La data e l’ora. L’aspetto del cliente. Il suo umore. Il modo in cui richiede il libro. Se sembra ferito o dolorante. Se ha un rametto di rosmarino infilato nel cappello. E così via.
Così Clay trova un lavoro ma diventa parte attiva di un mistero le cui radici affondano nel passato. In questa libreria accadono cose strane: i clienti sono pochi, sempre gli stessi, non comprano mai nulla, si limitano a prendere in prestito o consultare dei libri antichi collocati su scaffali altissimi. Ben presto il giovane e i suoi amici nerd, si troveranno coinvolti nella ricerca di codici per decriptare un misterioso messaggio che indica come trovare l’immortalità. Una società segreta, la Costola Intatta, e i suoi adepti, cercano da circa 500 anni, questa chiave per decifrare il Codex Vitae di Aldo Manuzio.  Riusciranno i giovani nerd nell’impresa?
Questo romanzo, scritto con un linguaggio da programmatore informatico, non mi ha convinta del tutto. La storia ha un ritmo lento, il mistero non coinvolge, non c’è suspense. I personaggi sono tutti funzionali alla risoluzione di un mistero che la Confraternita cerca di risolvere da secoli. 
Forse non ho ben compreso lo spirito del libro ma, sinceramente, mi aspettavo di più. Ben venga il rapporto tra passato e presente, tra antichi tomi e moderni ebook, tra il mondo classico legato ai libri e il mondo virtuale con i social network pronti a interagire con tutti. Tuttavia non c’è feeling in questa storia, ogni pagina contiene continui riferimenti a Google, ai libri elettronici, al mondo di Twitter. Si comprende subito che lo scrittore ama le nuove tecnologie, appartiene a una generazione moderna e computerizzata. Io amo i racconti in cui è la “parola” ad essere protagonista, mi piace esser sedotta dal suo fascino, amo diventare parte attiva di un racconto provando sensazioni e confrontandomi con un modo di comunicare autentico, personale senza condizionamenti esterni. Le parole esprimono la nostra personalità, il modo in cui le usiamo mostrano il nostro modo di percepire il mondo, reale o immaginario, mostrano il nostro “essere”. Il linguaggio tecnico, parte integrante della nostra realtà, lo riservo a delle aree lavorative ben precise. Nei libri voglio trovare un giusto equilibrio tra modernità e sensibilità. Voglio capire ciò che leggo, ho bisogno di esser coccolato da chi scrive per riconoscere quel carisma particolare che permette allo scrittore di brillare nei suoi scritti.

Tuttavia questo libro ha un pregio: Aldo Manuzio.
Tra la fine del XV secolo e l’inizio del XVI secolo, viveva, a Venezia, Aldo Manuzio. Egli  era umanista e uomo di cultura ed è considerato il primo editore in senso moderno. Dopo aver introdotto tecniche tipografiche, oggi  ancora in uso, Manuzio iniziò a contraddistinguere i suoi prodotti cartacei con un marchio i cui simboli riconducevano al motto “Festina Lente”.


Questo motto era presente sulle monete romane del I secolo. Manuzio ne interpretò il significato adattandolo alla sua attività: procedere con l’editoria miscelando in modo ottimale “urgenza e pazienza” doti fondamentali per comunicare bene con un nuovo strumento. Occorre infatti, la solidità dell’ancora e la velocità del delfino: bisogna percorrere una nuova strada per la diffusione dei libri, senza indugi ma con cautela.
Sicuramente questo libro è l’esempio di un bestseller annunciato, giornalisti e testate importanti ne hanno decretato il successo esaltandone i personaggi, la trama, il mistero. Forse, proprio per questo le aspettative erano alte o “Non era il libro giusto al momento giusto”. Sicuramente consiglio questo libro a chi ama la tecnologia e il suo linguaggio, io ritorno tra i miei vecchi libri cartacei sicura di trovare un mondo immaginario ma accarezzato da una miriade di sentimenti. Senza indugi, ma con cautela, è bene guardare al futuro ma io, nel passato cartaceo, ci sto assai bene! Festina Lente a voi tutti.

6 commenti:

  1. Io l'ho letto tanto tempo fa e mi era piaciuto, anche se non avevo apprezzato il linguaggio troppo tecnico riguardo le componenti informatiche, però la storia non mi era dispiaciuta.

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    1. Ciao Christy, hai ragione la storia non è male ma il mistero mi sembra evanescente. Tuttavia la lettura non è stata così male, peccato per i troppi riferimenti al mondo "delle nuove tecnologie"

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  2. Ciao!Sono tornata!
    Eccomi qui a leggere questa recensione e, devo dire, che sono un pò incuriosita.

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  3. Bentornata cara:) I pareri, su questo libro, sono discordanti. Alcuni lo amano, altri non l'hanno apprezzato per nulla, io rimango nel mezzo "romanzo carino" per trascorrere qualche ora piacevole nella "Libreria sempre aperta".

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  4. Be' questo libro mi aveva incuriosita a suo tempo ma poi gli ho preferito altri romanzi... anche io amo perdermi in mezzo alle parole cara aquila reale quindi, forse, non è stato un caso che alla fine lo abbia messo da parte ^^

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    1. Ciao Jerry, a volte noi lettori abbiamo un sesto senso. Forse, anche per te, non era il libro giusto al momento giusto:)

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