Cari lettori, in questi giorni così complicati stare a
casa è la decisione più saggia da prendere per tutelare la salute di tutti
noi. Tra le mura domestiche possiamo trascorrere piacevolmente qualche ora
leggendo un libro. La lettura è, per me, un raggio di sole in questa situazione
cupa che, sono sicura, riusciremo a superare nel migliore dei modi. In attesa
che ciò accada, vi propongo un romanzo storico dal fascino antico. “L’enigma
dell’ultimo Templare” è un libro di Daniele Salerno, pubblicato da Newton
Compton. L’ordine dei Templari non ha mai smesso di affascinare il mondo e non
scomparvero del tutto ma ancor oggi si celano agli occhi di molti. Quindi se
volete vivere una bella avventura a ritroso nel tempo tra reliquie e società
segrete, potere ecclesiastico e cavalieri dal bianco mantello, tra roghi e
maledizioni, allora non indugiate perché l’ultimo mistero dell’ordine sta per
essere svelato.
STILE: 8 | STORIA: 7 | COVER: 6
|
L'enigma dell'ultimo Templare
Daniele Salerno
Editore: Newton Compton
Editore: Newton Compton
Pagine: 352
Prezzo: € 9,90
Prezzo: € 9,90
Sinossi
1127. Nove cavalieri raggiungono l’abbazia di Clairvaux. Papa Onorio ii ha appena riconosciuto l’Ordine dei Templari, nato in Terrasanta a protezione dei pellegrini. I cavalieri che lo hanno fondato vogliono capire se si possa uccidere in nome di Cristo. Il frate Bernardo di Chiaravalle, raffinato teologo, li rassicura: non si tratta di omicidio, ma di malicidio.
1314. A Parigi due templari vengono arsi vivi alla presenza di re Filippo IV il Bello e di papa Clemente V. Sono Jacques de Molay, gran maestro dell’Ordine, e Goeffrey de Charney, accusati di eresia, idolatria e sodomia. Prima di morire Jacques de Molay lancia il suo anatema.
Giorni nostri. Il maresciallo dei carabinieri Giacomo Mola e il suo aiutante, l’appuntato Goffredo Chiarni, entrano in contatto con tre nobiluomini che vogliono affidare loro un compito della massima importanza: impedire a ogni costo che si compia la profezia di Jacques de Molay.
1314. A Parigi due templari vengono arsi vivi alla presenza di re Filippo IV il Bello e di papa Clemente V. Sono Jacques de Molay, gran maestro dell’Ordine, e Goeffrey de Charney, accusati di eresia, idolatria e sodomia. Prima di morire Jacques de Molay lancia il suo anatema.
Giorni nostri. Il maresciallo dei carabinieri Giacomo Mola e il suo aiutante, l’appuntato Goffredo Chiarni, entrano in contatto con tre nobiluomini che vogliono affidare loro un compito della massima importanza: impedire a ogni costo che si compia la profezia di Jacques de Molay.
“Non nobis Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam.”“Non a noi, Signore, non a noi, ma al Tuo nome dai gloria.”
Il momento storico è il 1127. Papa Onorio II ha appena
riconosciuto l’Ordine dei Templari, nato in
Terrasanta a protezione dei pellegrini. Nove cavalieri, i fondatori
dell’Ordine, raggiungono l’abazia di Clairvaux per chiedere al frate Bernardo
di Chiaravalle, raffinato teologo, se è giusto uccidere in nome di Cristo. Il
frate li rassicura, per lui non si tratta di omicidio, ma di malicidio, la giusta
eliminazione del male.
1314. Alla presenza di re Filippo IV il Bello e di papa Clemente V, due templari vengono condannati al rogo accusati di eresia, idolatria e sodomia. Sono Jacques de Molay, Gran Maestro dell’Ordine e Goeffrey de Charney. Prima di morire il Gran Maestro dell’Ordine lancia il suo anatema.
Giorni nostri. Il maresciallo dei carabinieri Giacomo Mola e il suo aiutante, l’appuntato Goffredo Chiarni, ricevono, da tre nobiluomini, un compito della massima importanza: impedire a ogni costo che si compia la profezia dell’ultimo templare.
Santità, maestà, io vi maledico per quello che state facendo. Voi sarete dannati in eterno quali autori della più terribile empietà. Per libera scelta uccidete degli innocenti, ma entro breve tempo dovrete rispondere al Signore delle vostre perfide azioni. Dio vendicherà la nostra morte… Io vi MA-LE-DI-CO.
I Templari erano un Ordine Cavalleresco Monastico che
influenzò la Storia Medioevale. Erano monaci guerrieri che pronunciavano tre
voti: obbedienza, povertà e castità. Erano frati guerrieri sempre pronti a
usare le armi, senza pietà, contro il nemico.
Uccidevano stringendo la spada in una mano e il crocefisso nell’altra. Quando affondavano la lama per trafiggere il corpo del nemico gridavano Deus vult, Dio lo vuole.
L’avidità di un re e la debolezza di un Papa ne decretarono
la fine.
“Deus vult!” ma è
proprio così? Si poteva ammazzare nel nome del Signore e poi essere assolti con
un Pater Noster? Poteva un cristiano ammazzare senza misericordia e andare in
Paradiso?
Bernardo di Chiaravalle teorizzava che l’uccisione di un
infedele, di un eretico, di un pagano, non doveva esser considerato come un
omicidio, ma come un “malicidio”, ovvero l’estirpazione del male. Il malicidio
puniva i nemici della fede e salvava l’anima di chi uccideva.
“L’enigma dell’ultimo Templare” è un romanzo che procede su
due livelli narrativi: uno storico e l’altro ambientato ai giorni nostri. La
storia narrata può sembrare assurda ma tutti sappiamo che spesso la verità
indossa la maschera dell’immaginazione.
I Templari non si sono mai estinti, ma continuano ad agire
nell’ombra, nascosti, determinati ad ottenere vendetta e potere. La storia
narrata ci propone un progetto ambizioso e pericoloso. Un progetto che prende
forma pian piano seguendo un iter che ci porterà al cospetto delle reliquie
della cristianità. In compagnia del Gatto e la Volpe, due personaggi davvero
emblematici, ci avvicineremo alla Sacra Sindone a Torino, poi andremo a Orvieto
dove è conservata la Sacra Spina prelevata dalla corona di Cristo, quindi al
Sudario di Oviedo, in Spagna, e infine a Notre-Dame de Paris dove è custodita
la Sacra Corona di Spine di Gesù. Perché questo pellegrinaggio da una reliquia
all’altra, perché tanto interesse per le microscopiche tracce ematiche presenti
sulla superficie di questi oggetti sacri? Cosa sperano di realizzare, con
l’aiuto della scienza, i componenti del vertice dei Templari?
Naturalmente non vi svelo nulla, sappiate, però, di essere
in presenza di una storia quasi vera e non è detto che quel “quasi” non possa
volar via perché “nihil difficile volenti”. Nulla è arduo per colui che vuole.
Chi cerca, non smette di cercare, finché non avrà trovato. Quando avrà trovato, si turberà, si meraviglierà e regnerà su tutte le cose.
“L’enigma dell’ultimo Templare” è una storia incredibile
alla ricerca di una verità molto pericolosa. La trama evolve tra serietà e
umorismo, sguardi al passato e omicidi ai giorni nostri. Il lettore viene
trascinato in un viaggio emotivo molto intenso e avrà come compagni di viaggio
uomini dalle sfrenate ambizioni. La serietà ha le fattezze del maresciallo dei
carabinieri Giacomo Mola, chiamato il
Prete. Buon cattolico, serve la Repubblica Italiana con orgoglio e verrà coinvolto
in un vero e proprio misterioso rompicapo. Il concatenarsi degli eventi sarà
scandito da un ritmo sempre più incalzante, da numerosi colpi di scena piazzati
con maestria dallo scrittore. Danile
Salerno riesce a trasmettere al lettore tutta la diffidenza, il disagio, la
determinazione che prova il suo personaggio quando si troverà a combattere una
terrificante malvagità. Al suo fianco l’anima ilare del romanzo, l’appuntato
Goffredo Chiarni. Questo personaggio, nelle battute, ricorda l’agente Catarella
dei romanzi polizieschi di Andrea Camilleri. Chiarni ci permette di sorridere,
è “un omino partenopeo capace di una colossale ingenuità, immersa in un mare di
assoluta fedeltà.”
Il Prete dovrà, quindi, fermare il male. Verrà coinvolto in
una vicenda che ben presto si tingerà di rosso e avrà la netta sensazione di
essere stato catapultato in una situazione sconvolgente in cui il gatto gioca
con il topo.
“L’enigma dell’ultimo Templare” è una pericolosa partita a
scacchi con la Morte. A nessuno è concessa la pur minima distrazione. Tra
menzogne e inganni le forze oscure si manifestano fuori e dentro le gerarchie
ecclesiastiche. Le regole della vita e della morte vengono alterate e il
romanzo ci proietta in una storia intrigante e sorprendente dove religione e
scienza si uniscono in un gioco di ossessioni, sfide, possibilità
affascinanti,arditi progetti e scellerate ambizioni. I cavalieri dal bianco
mantello continuano ad affascinare con i loro segreti e rimarranno, per sempre,
uno dei più straordinari enigmi della Storia.
l'ordine dei templari mi ha sempre affascinato moltissimo!
RispondiEliminaMolto avvincente, bravo, scritto molto bene
RispondiEliminaHi thanks for sharingg this
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