giovedì 11 aprile 2024

RECENSIONE | "Ci vediamo in agosto" di Gabriel Garcia Marquez

"Ci vediamo in agosto" (Mondadori, a cura di Cristobal Pera, traduzione di Bruno Arpaia) è un romanzo inedito di uno degli scrittori più amati: il colombiano Gabriel Garcia Marquez, premio Nobel per la Letteratura nel 1982, scomparso dieci anni fa. Il romanzo, rimasto incompiuto, è una profonda riflessione sull'amore e sul desiderio che non hanno età.


STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 7
Ci vediamo in agosto
Gabriel Garcia Marquez

Editore: Mondadori
Pagine: 120
Prezzo: € 17,50
Sinossi

Si sentì maliziosa, allegra, capace di tutto, e imbellita dalla mescolanza sacra della musica con il gin. Pensava che l’uomo del tavolo di fronte non l’avesse vista, però lo sorprese a osservarla quando lo guardò per la seconda volta. Lui arrossì. Lei sostenne il suo sguardo mentre lui controllava l’orologio da tasca con la catenina. Ogni anno, il 16 agosto, Ana Magdalena Bach – quasi cinquant’anni di età e una trentina scarsa di soddisfacente vita matrimoniale – raggiunge l’isola dei Caraibi dove è sepolta sua madre. Il traghetto, il taxi, un mazzo di gladioli e l’hotel: questo rituale esercita su di lei un irresistibile invito a trasformarsi – una volta all’anno - in un’altra donna, a esplorare la propria sensualità e a sondare la paura che silenziosa cova nel suo cuore. Lo stile inconfondibile di Márquez risplende in Ci vediamo in agosto, romanzo musicalissimo di variazioni sul tema che è nello stesso tempo un inno alla libertà, un omaggio alla femminilità, una riflessione sul mistero dell’amore e dei rimpianti.





Lei respirò. Aveva sognato ora dopo ora quel nuovo sedici agosto, e la lezione non ammetteva dubbi: era assurdo aspettare un anno intero per sottomettere il resto della vita alla casualità di una notte. Stabilì che la sua prima avventura gliela aveva messa a portata di mano un caso fortunato, però l'aveva scelta lei, mentre nella seconda era stata scelta.

Ana Magdalena Bach è una donna tranquilla, felicemente sposata, che vive nella routine, "il proprio profumo amaro".

La donna da ventisette anni era unita in un affiatato matrimonio con un uomo che amava e che l'amava, e con il quale si era sposata senza finire la facoltà di Arti e Lettere, ancora vergine e senza fidanzamenti precedenti.

Ma ogni anno, il 16 agosto, va nell'isola dei Caraibi in cui è sepolta sua madre e lì si trasforma in una donna diversa da quella che è nel resto dell'anno. Per una notte Ana si sente desiderabile e libera di desiderare. Ogni anno il rituale si ripete: il traghetto, il taxi, lo stesso albergo, un mazzo di gladioli da portare sulla tomba della madre. La sera diventa, per Ana, il tempo della trasformazione in vista di una notte per esplorare la propria sensualità e per sondare la paura che silenziosa cova nel suo cuore. Ogni anno un amante diverso, un'avventura rigeneratrice, una sfida al destino.

Si sentì maliziosa, allegra, capace di tutto, e imbellita dalla mescolanza sacra della musica con il gin. Pensava che l'uomo del tavolo di fronte non l'avesse vista, però lo sorprese a osservarla quando lo guardò per la seconda volta. Lui arrossì. Lei sostenne il suo sguardo mentre lui controllava l'orologio da tasca con catenina.

"Ci vediamo in agosto" è un racconto lungo pubblicato per volere dei figli dello scrittore, che aveva chiesto di non farlo. "Con un atto di tradimento, abbiamo deciso di anteporre il piacere dei suoi lettori a tutte le altre considerazioni. Se loro lo apprezzeranno, è possibile che Gabo ci perdoni. Noi ci contiamo."

L'autore l'ha scritto mentre combatteva con la perdita della memoria. Infatti Garcia Marquez aveva seri problemi cognitivi che cancellavano i suoi ricordi, i pensieri e il significato delle parole. Diceva Marquez: "La memoria è allo stesso tempo la mia materia prima e il mio strumento. Senza di lei non c'è nulla."

Ana Magdalena Bach nasce da uno sforzo creativo, è un'ombra che diventa corpo e conquista la nostra attenzione con il suo pellegrinaggio annuale alla tomba della madre. Dalla cima del cimitero si ammira la vista del mondo ed è qui che Ana si sente vicina alla madre, le parla e le confida ogni cosa "in quell'unico luogo solitario dove non poteva sentirsi sola."

La sera, nel bar dell'albergo, avviene la trasformazione: la donna tranquilla diventa audace, indipendente, trasgressiva.

La mattina dopo Ana riprende il traghetto per tornare a casa celando nel suo cuore un cambiamento che non la lascerà più. Le farà compagnia nell'attesa della prossima estate, del nuovo viaggio, del nuovo uomo, della nuova sé che non deve nascondere i suoi desideri. Ana è vissuta immersa nella sua felicità convenzionale, ora riemerge liberando quella parte di sé che si nascondeva ai suoi occhi. Vuol sentirsi ancora desiderabile, vuol provare i fremiti del desiderio e della paura, della speranza e della vulnerabilità, nell'eterno gioco della seduzione.

Con le prime canicole di luglio le cominciò in petto un fremito di farfalle che non le avrebbe dato tregua finchè non fosse tornata sull'isola. Fu un mese lungo, allungato ancor di più dall'incertezza.

Ogni agosto, per una notte, lei cancella marito e figli, apre a un nuovo rituale: conquistare uno sconosciuto per poi abbandonarlo all'alba. Questo è per lei libertà, libertà di essere se stessa, libertà di non dover reprimere nulla, libertà. Ma in questa libertà Ana è malinconicamente sola con i suoi sogni e i suoi rimpianti. Eppure c'è un uomo  che la umilierà e ciò diventerà per la donna la sua segreta ossessione. Lascio a voi il piacere di scoprire cosa succede durante queste "seduzioni".

"Ci vediamo in agosto" è una fuga dalla realtà, un tocco fugace di umanità, l'esplorazione della sensualità che sfida il trascorrere del tempo, è desiderio e seduzione unite al brivido della trasgressione. I temi di Garcia Marquez sono tutti presenti: la solitudine, il trascorrere del tempo, l'amore e le sue difficoltà, il destino, la musica, la prostituzione. Il finale, se così possiamo chiamarlo, vede Ana compiere un'azione su cui, noi lettori, dobbiamo riflettere per interpretarla secondo il nostro sentire.

Leggere "Ci vediamo in agosto" è stata una bella emozione, in poche pagine ho ritrovato, seppur non fulgente, il suo linguaggio poetico, lo stile accattivante, le ambientazioni. Il genio di Garcia Marquez si intravede anche tra la nebbia della sua malattia. Si percepisce chiaramente ciò che l'autore voleva trasmettere: l'amore e la passione non hanno età.

Gabriel Garcia Marquez è scomparso il 17 aprile 2014 ma ha conquistato, grazie ai suoi scritti, l'immortalità. "Cent'anni di solitudine" e "L'amore ai tempi del colera" sono i fratelli maggiori del romanzo minore e imperfetto "Ci vediamo in agosto", una gran bella famiglia!

giovedì 28 marzo 2024

RECENSIONE | "Il mistero del dipinto scomparso" di Iacopo Cellini [BookTour]

Dal 26 marzo potrete trovare in libreria “Il mistero del dipinto scomparso”, un giallo enigma che porta la firma di Iacopo Cellini, autore del bestseller “Il gioco di Andromeda” e “L’enigma dello Zodiaco”, tutti editi da Newton Compton.

STILE: 7 | STORIA: 8 | COVER: 7
Il mistero del dipinto scomparso
Iacopo Cellini

Editore: Newton Compton
Pagine: 192
Prezzo: € 3,90
Sinossi

Sperduto tra i borghi dell’Umbria, isolato in cima a una collina, si trova il castello della nobile casata dei Montefalco: un’imponente costruzione tardomedievale perennemente avvolta dalla nebbia. Al suo interno è custodito un quadro che è da generazioni oggetto di discordia: un’antica tradizione familiare, infatti, vuole che esso non debba mai lasciare il castello e che chiunque ne sia il possessore diventi anche il padrone della rocca. Il vecchio Guido Montefalco, l’attuale proprietario, è ormai in fin di vita, e l’erede designato dovrebbe essere Filippo, il maggiore dei suoi tre nipoti. Ma una sera d’estate il giovane Leandro, figlio di Filippo, scopre che qualcuno sta tramando per rubare il dipinto. I sospettati sono molti, ma il colpevole è uno solo. Il ragazzo è intenzionato a smascherarlo e impedirgli di portare a termine il suo diabolico piano. Ma per riuscirci dovrà spingersi nelle zone più inaccessibili del castello, raccogliere indizi e superare molte prove ed enigmi… Siete pronti ad aiutarlo?



“Il mistero del dipinto scomparso” è una storia ambientata nel 1994 e lo si può considerare come il prequel di un romanzo più corposo che uscirà quest’estate. Gli enigmi sono i personaggi principali di questa avventura che si svolge nel castello Montefalco e per scoprire il colpevole sarà necessario risolverli raccogliendo i vari indizi sparsi per il romanzo.

La storia si compone di due parti. Nella prima parte faremo la conoscenza di un borgo dell’Umbria, isolato in cima a una collina. Qui si trova il castello della nobile casata dei Montefalco, un0imponente costruzione tardo medievale sempre avvolta dalla nebbia. Al suo interno è custodito un quadro che è da generazioni oggetto di discordia. La tradizione vuole che il quadro non debba mai lasciare il castello e che chiunque ne sia il possessore diventi anche il padrone della rocca. Il vecchio Guido Montefalco, l’attuale proprietario, è ormai in fin di vita, e l’erede designato dovrebbe essere Filippo, il maggiore dei suoi tre nipoti. Ma una sera d’estate il giovane Leandro, figlio di Filippo, scopre che qualcuno sta tramando per rubare il dipinto ed è intenzionato a smascherarlo. Ma se i sospettati sono molti, il colpevole è uno solo. Un piano diabolico sta per essere messo in atto. Leandro dovrà affrontare molte prove, raccogliere indizi, risolvere enigmi ed esplorare le zone più inaccessibili del castello.

La seconda parte è tutta dedicata alla soluzione del mistero e qui entra in scena il lettore che viene chiamato a interagire direttamente con le indagini. Con “Il mistero del dipinto scomparso” potrete dare libero sfogo all’investigatore che è in voi. Io mi sono divertita molto a esplorare le stanze del castello, scegliendo l’ordine in cui leggere i capitoli e raccogliendo i vari indizi. Al centro del mistero si erge il grande dipinto “Il castello della nebbia” che raffigura il maniero dei Montefalco avvolto dalla nebbia ma attenzione… il quadro nasconde un segreto. Leandro e Isabella, sua cugina, sono gli “investigatori cartacei”. Isabella è la mente, si trova a suo agio nella grande biblioteca del maniero, Leandro è il braccio, si trova più a suo agio nell’azione, nella ricerca pratica degli indizi. Nella ricerca i ragazzi dovranno decifrare simboli, rispolverare il loro latino e muoversi con estrema cautela perché i pericoli sono ovunque.

La storia scorre veloce, è tutta indagine e divertimento. Cellini trasforma una storia in gioco e ci invita a esplorare, ad osservare tutto con attenzione per riuscire ad incastrare il colpevole. Quindi se ami investigare mettiti alla prova, sfodera le tue abilità e aiuta Leandro e Isabella a risolvere il mistero.




mercoledì 27 marzo 2024

BLOGTOUR | "La collana" di Matt Witten | I5 moviti per leggere il romanzo

Dal 26 marzo in libreria una nuova appassionante uscita Darkside per Fazi: “La collana” di Matt Witten. Si tratta di un thriller mozzafiato, ambientato nella provincia americana. È la storia di un dubbio. È un viaggio nella memoria, nelle tortuosità di un passato fatto di luci e ombre. Di cose non dette. Di cose non viste. Un agghiacciante sospetto che si insinua nella mente della protagonista. “La collana” è la corsa contro il tempo di una madre alla ricerca della verità, è il suo viaggio disperato verso il braccio della morte per evitare un secondo omicidio. Ecco quindi i miei 5 buoni motivi per leggere il romanzo.




La collana
Matt Witten

Editore: Fazi
Pagine: 324
Prezzo: € 18,50
Sinossi
La vita di Susan Lentigo, cameriera cinquantenne di provincia, si è fermata il giorno in cui sua figlia Amy, di soli sette anni, è stata rapita all’uscita di scuola e brutalmente uccisa in un bosco del Vermont. Sono passati ormai vent’anni ed è finalmente giunta l’ora della resa dei conti: dallo Stato di New York, Susan intraprende un viaggio verso il North Dakota per assistere all’esecuzione dell’assassino. Durante il lungo tragitto, però, mentre la donna riflette sulla morte della figlia, affiorano alla sua mente nuovi, scioccanti dettagli e la vicenda comincia ad assumere contorni diversi: Susan inizia a sospettare che il presunto colpevole sia in realtà innocente e che il mostro che ha ucciso Amy sia ancora libero. Non ha tempo da perdere, deve mettere insieme i pezzi mancanti dell’omicidio, costi quel che costi. Ad affiancarla nell’impresa, due improbabili alleati: un’adolescente cinica e ribelle e il poliziotto in pensione che ha condotto le indagini vent’anni prima. Ma le lancette dell’orologio avanzano inesorabili. Riuscirà a scoprire la verità prima che sia troppo tardi?



I 5 motivi per leggere il romanzo

1. Perchè la trama è appassionante, intrigante, sorprendente. È il viaggio di una madre che, dopo vent’anni, è ancora alla ricerca della verità. La vita di Susan Lentigo, cameriera cinquantenne di provincia, si è fermata il giorno in cui sua figlia Amy, di soli sette anni, è stata rapita all’uscita di scuola e brutalmente uccisa in un bosco del Vermont. Sono passati ormai vent’anni ed è finalmente giunta l’ora della resa dei conti: dallo Stato di New York, Susan intraprende un viaggio verso il North Dakota per assistere all’esecuzione dell’assassino. Durante il viaggio Susan sarà oggetto di mille disavventure e imprevisti. I chilometri da percorrere sono molti e la donna troverà il coraggio per dar voce a questi sospetti che l’hanno sempre tormentata. Scioccanti dettagli riaffiorano dalla sua memoria e forse il Mostro potrebbe essere innocente mentre il vero assassino che ha ucciso Amy è ancora libero. La collana di perline che Amy aveva al collo quando è stata uccisa sarà la chiave per risolvere questo intrigato crimine. Ad aiutare Susan ci saranno un’adolescente cinica e ribelle e il poliziotto in pensione che aveva condotto le indagini.

2. Perchè la trama affonda le sue radici in un fatto di cronaca realmente accaduto. Matt Witten aveva letto un articolo sul “Post-Star” di Glens Falls, in cui si raccontava di una donna di una cittadina nella parte settentrionale dello Stato di New York, che aveva bisogno di soldi per organizzare il viaggio per assistere all’esecuzione dell’uomo reo di aver violentato e ucciso la sua giovane figlia. La donna aveva organizzato una raccolta fondi in un bar del posto. L’autore fu colpito non solo dalla morte tragica ma anche dalle gravi difficoltà economiche della donna. Lo spunto per scrivere il romanzo “La collana” è proprio in questo doloroso evento. Dopo la stesura del romanzo, l’autore viene a conoscenza di un fatto ancora più sorprendente: in Idaho una donna di nome Carol Dodge ha continuato per anni a indagare per scoprire il vero assassino che aveva violentato e ucciso sua figlia, sforzi premiati con l’arresto del colpevole. La vita imita l’arte.

3. Perchè “La collana” non è solo la storia di una vicenda drammatica ma è anche una storia che parla della vita alle pendici dei monti Adirondack. Questa zona nell’entroterra impervio dello Stato di New York non è certamente un Eden. Vive una situazione difficile a causa della chiusura delle fabbriche e il turismo non è stato sufficiente a mantener viva l’economia del luogo. Eppure i suoi abitanti non si sono rassegnati ma reagiscono continuando a metter su famiglia e lavorando per un futuro migliore. Sono persone semplici, dal gran cuore, si divertono con poco: qualche birra, hamburger ben cotti, vecchie melodie country sulle quali ballare.

4. Perché in questa crociata per la giustizia si muovono personaggi complessi. Sono ambigui ma hanno una fisionomia ben precisa. Susan è una madre devastata dal dolore e perseguitata dalla sfortuna. L’angoscia e la sua insicurezza sono palpabili. Per lei tutto si è fermato il giorno dell’uccisione della sua piccola Amy. Per vent’anni ha vissuto nel limbo dell’attesa dell’esecuzione. Ora cerca la verità, qualunque essa sia, qualunque sia il prezzo da pagare. Danny, marito di Susan e padre di Amy, è riuscito a rifarsi una vita. Vive in un’altra città insieme ad una nuova moglie e due figli. Kyra, la ragazza ribelle, l’agente in pensione Robert Pappas, il barista Mike, rappresentano un’umanità pronta a tendere una mano per aiutare chi è in difficoltà. Tutti i personaggi interpretano alla perfezione il proprio ruolo in un crescendo di tensione e sospetto. Ci inducono a esplorare rapporti umani che avremmo preferito non vedere. Al loro cospetto le certezze si riducono in frammenti che a tratti lacerano la pelle, ti fanno percepire il dolore della perdita, ti fanno intravedere l’orlo del baratro. Il tempo sembra essersi alleato con il male e scorre senza tregua condannando, forse, un innocente.

5. Perchè se amate la serie televisiva Dr House – Medical Division, se vi intriga Law & Order e vi affascina Supernatural, sappiate che è stato Matt Witten a scriverle e le sue sceneggiature sono state nominate per un Emmy e due Edgard Award.  “La collana” è stato tradotto in sette lingue e i diritti cinematografici del romanzo sono stati opzionati da Appian Way, la casa di produzione di Leonardo DiCaprio.

“La collana” è un thriller abilmente narrato in cui si nasconde un feroce assassino. Molti i sospettati, gli elementi si incastrano perfettamente grazie anche al calore e all’umanità di alcuni personaggi. Susan Lentigo riuscirà a ottenere giustizia per sua figlia? Non vi resta che leggere il romanzo per scoprirlo.



giovedì 7 marzo 2024

RECENSIONE | "Il castello delle congiure" di Davide Cossu [Review Party]

Dopo il successo ottenuto con “Il quinto sigillo”, vincitore del premio Selezione Bancarella 2023, Davide Cossu torna il libreria con “Il castello delle congiure”. Entrambi pubblicati da Newton Compton i romanzi hanno come protagonista Leon Battista Alberti, coadiuvato nelle indagini dal raffinato e dotto teologo Tommaso Parentucelli. Questa volta la coppia di investigatori dovrà far luce su un delitto dal movente oscuro che riporta alla luce antichi segreti della famiglia d’Este.


STILE: 8 | STORIA: 7 | COVER: 7
Il castello delle congiure
Davide Cossu

Editore: Newton Compton
Pagine: 224
Prezzo: € 9.90
Sinossi

Ferrara, autunno 1442. Leon Battista Alberti è invitato a corte per partecipare, in qualità di giudice, a un concorso indetto dal marchese Leonello d’Este: al vincitore sarà commissionato un monumento in onore del suo defunto padre, Niccolò III. Nel frattempo, approfittando dell’antica amicizia che li lega, il marchese incarica Leon Battista di indagare su un fatto spinoso che sta turbando la città: la giovane Laura Pendaglia, erede del cittadino più ricco di Ferrara e promessa sposa di Folco Bonacossi, ha deciso di rinunciare alle nozze e rifugiarsi in convento per farsi monaca. Mentre Leon Battista cerca di orientarsi tra giochi di potere e trame ordite dalle famiglie dei mancati sposi, il giovane Folco muore in circostanze che rimandano alle pagine dei romanzi d’amor cortese. Con l’aiuto dei suoi fidati compagni, il dotto Parentucelli e l’avventuriero de’ Conti, e di Margherita, un’audace e bellissima nobildonna, l’Alberti, in una giostra di amori, tradimenti e rivelazioni inaspettate, tenta di far chiarezza sulla scia di sangue che macchia la corte di Ferrara. Una traccia che conduce a una tragedia confinata nel passato oscuro degli Este, la cui ombra minaccia il potere di Leonello e la sorte stessa del suo casato.





S’aspettavano di celebrare un matrimonio, ma temo che dovranno accontentarsi di un funerale.

Ferrara, autunno 1442. Leon Battista Alberti è invitato a corte per partecipare, in qualità di giudice, a un concorso indetto dal marchese Leonello d’Este: al vincitore sarà commissionato un monumento in onore del suo defunto padre, Niccolò III. Nel frattempo il marchese incarica Leon Battista di indagare su un fatto spinoso che sta turbando la città: la giovane Laura Pendaglia, erede del cittadino più ricco di Ferrara e promessa sposa di Folco Bonacossi, ha deciso di rinunciare alle nozze e rifugiarsi in convento per farsi monaca. Leon Battista, con l’aiuto dei suoi fidati compagni, il dotto Parentucelli e l’avventuriero de’ Conti, tenterà di far chiarezza in una spirale di amori, tradimenti e rivelazioni inaspettate. Una lunga scia di sangue, il giovane Folco muore in circostanze che rimandano ai romanzi d’amor cortese, macchierà la città travolta da giochi di potere e trame ordite dalle famiglie dei mancati sposi. Ad aiutare Leon Battista c’è anche Margherita, un’audace e bellissima nobildonna. Le tracce conducono a una tragedia confinata nel passato oscuro degli Este, la cui ombra minaccia il potere di Leonello e la sorte del suo casato.

“Il castello delle congiure” è un bel giallo storico in cui fanno la loro apparizione nomi famosi, luoghi e famiglie che hanno ricoperto un ruolo storico importante. La trama, assolutamente chiusa e quindi apprezzabile senza aver letto il precedente “Quinto sigillo”, è un intreccio di amore e morte, inganni e misteri. L’amore appare sotto una luce nuova, è un vento di passione che porta un destino doloroso. Tra i personaggi si creano dinamiche profonde che si capiranno man mano che i misteri verranno svelati. In un’epoca in cui il matrimonio è considerato un affare, è facile veder nascere attrazioni al di fuori del talamo nuziale. L’adulterio, comunque, è sempre una trasgressione e i peccati si ereditano per poi trasformarsi in odio e vendetta. 

In questa fitta ragnatela di pericoli si muove Leon Battista Alberti, un uomo erudito che, sempre in modo diplomatico, ama sottrarsi agli schemi rigidi di comportamento. Alberti è un uomo complesso, ha mille interessi e non poche contraddizioni. Per lui la realtà non è mai come appare e ciò scatena un turbinio di dubbi, ansie e imperfezioni che lo rendono un personaggio carismatico. Leon Battista è appassionato del cultura e amante del sapere, non si sottomette ai potenti ed è ben consapevole della debolezza dell’animo umano.

“Il castello delle congiure” è un romanzo in bilico tra amore e morte, cinismo e vendetta. Sicuramente un buon romanzo, narrato con passione, che contiene in sé molte anime: il racconto di un vortice d’inganni, il mistero di più omicidi e il percorso travagliato di un’indagine ricca di colpi di scena. Desideri e ossessioni richiudono gli uomini in una gabbia, le congiure fanno sanguinare ferite ancora aperte e i sospetti affollano le pagine di questo coinvolgente romanzo. 

Anche l’amore è una grande congiura, una splendida luce che nasconde un’ombra intenta a far finta di essere qualcosa che non è. Leon Battista Alberti è pronto a svelare le congiure del castello. A noi lettori non resta che seguire le sue orme camminando per le vie di questo romanzo che ha il sapore di un viaggio a ritroso nel tempo. Un viaggio che crea una realtà affascinante, dove nascono vendette e sogni utopistici, azioni coraggiose e torbidi delitti. Davide Cossu ci offre questo viaggio seducente e non accettarlo sarebbe un peccato!




giovedì 29 febbraio 2024

BLOGTOUR | "Tutto brucia" di Juan Gomez-Jurado | L'universo Regina Rossa

Il 27 febbraio è una data che ha segnato il ritorno nelle librerie di Juan Gòmez-Jurado con “Tutto brucia”, edito da Fazi nella traduzione di Elisa Tramontin. Si tratta di una nuova geniale trilogia mozzafiato che appartiene all’universo “Regina Rossa”.

Ma le sorprese non finiscono qui. La nuova edizione di “Regina Rossa”, il primo volume della serie, uscirà martedì 20 febbraio, giusto in tempo per (ri)leggerlo prima dell’arrivo dell’omonima serie TV Amazon Prime Video tratta dal romanzo, in uscita il 29 febbraio! A dare il volto ai due protagonisti, Antonia Scott e Jon Gutiérrez, troviamo rispettivamente Vicky Luengo e Hovik Keuchkerian, quest’ultimo reso celebre in tutto il mondo dal ruolo di Bogotà nella serie “La casa di carta”. Koldo Serra è il regista, insieme a Julian de Tavira. Gli episodi prodotti sono sette, nessuna attesa fra gli uni e gli altri. Se non avete ancora conosciuto Antonia Scott, la protagonista della serie, è arrivato il momento!




Tutto brucia
Juan Gomez-Jurado

Editore: Fazi
Pagine: 504
Prezzo: € 20,00
Sinossi
Questa è la storia di tre donne che hanno perso tutto. Anche la paura. Ecco perché sono così pericolose.
Aura Reyes, la mente: fino a poco tempo fa era una dirigente di successo, proprietaria di una lussuosa villa e madre di due figlie me-ra-vi-glio-se (così, scandendo bene le sillabe). Ora la attende una pena detentiva per frode su larga scala e riciclaggio di denaro.
Mari Paz Celeiro, il braccio: una gallega tenace, in grado di piantare cime di rapa e arruolarsi nel corpo d’élite della Legine. Temprata da tante battaglie, da cinque anni attraversa un periodo difficile (in pratica, vive nella sua auto).
Sere Quijano, l’hacker: ingegnera informatica e strega del caos. Le sue capacità tecnologiche sono inversamente proporzionali all’efficacia della sua magia. Ha un’enorme virtù: crede ciecamente in tutto ciò che fa.
Questa è la storia di una vendetta impossibile, senza alcun margine di successo.
Questa è la storia di tre donne che osano fare ciò che tutti noi osiamo solo immaginare.
Qualcosa di incredibile sta per accadere. E nulla sarà mai più come prima.
Sono sempre gli stessi a vincere. È ora di cambiare le regole.



Universo Regina Rossa

Esploriamo insieme il ricco universo di questa trilogia che domina le classifiche spagnole da anni.

La fortunata serie “Regina Rossa”, ambientata nei meandri più oscuri di Madrid, è composta da tre romanzi:

1 "Regina Rossa". Con un QI di 242, Antonia Scott è ufficialmente la persona più intelligente sulla Terra. Ciò l’ha resa la “Regina Rossa” di un progetto di polizia segreto e sperimentale. Ma quello che sembrava un dono si è rivelato essere una maledizione e Antonia ha finito per perdere tutto. Quando il figlio di un potente magnate viene trovato assassinato e la figlia dell’uomo più ricco di Spagna viene rapita,  Antonia viene richiamata in azione per risolvere il caso. Per affiancare la protagonista il suo capo Mentor, sceglie Jon Gutiérrez, un poliziotto basco il cui cattivo carattere lo ha portato a un soffio dall’esser cacciato dalla polizia.  Giocando al gatto e al topo, Jon e Antonia scoprono di irritarsi a vicenda tanto quanto si ammirano e completano. La chimica tra i due protagonisti ha un ruolo cruciale nell’indagine.

2 "Lupa Nera". Antonia Scott e Jon Gutiérrez indagano sulla scomparsa di Lola Moreno, moglie di Yuri Voronin, tesoriere di un clan mafioso. Ma entra in scena l’ineffabile Lupa Nera, pericolosissima sicaria. Antonia Scott, sempre alle prese con i suoi demoni, dovrà affrontare una terribile nemica.

3 "Re Bianco" segna  la conclusione della trilogia e narra l’ultima corsa contro il tempo di Antonia Scott. Il suo nemico numero uno le manda un biglietto: “Spero che tu non ti sia già dimenticata di me. Giochiamo?” Antonia sa che questa partita è quasi impossibile da vincere. Ma a lei non piace perdere. È il momento della resa dei conti, dello scontro faccia a faccia con il suo nemico. E sarà uno scontro spietato, un ballo diabolico a un ritmo forsennato, una crudele caccia al tesoro costellata di trappole mortali. I fili, come sempre verranno mossi dall’alto: la regina è la figura più potente della scacchiera, ma non deve mai dimenticare che c’è sempre qualcuno dietro le sue mosse. Anche questo, però, è tutto da vedere.


L’universo di Regina Rossa si arricchisce con due prequel:

“Il paziente”. La figlia del dottor Evans è scomparsa. Il chirurgo è vittima di un ricatto: se il suo prossimo paziente uscirà vivo dalla sala operatoria, la sua bambina morirà. E il suo prossimo paziente non è un uomo qualunque: è il presidente degli Stati Uniti. Il primo libro dell’universo di Regina Rossa svela il passato dell’enigmatico signor White, il grande antagonista di Antonia Scott.

“Cicatrice”. Simon Sax è un ragazzo fortunato: a soli trent’anni sta per diventare miliardario. Eppure si sente solo. Finché non conosce l’ucraina Irina, il cui volto è segnato da un’enigmatica cicatrice. Innamorarsi di lei è solo il primo di una serie di errori. “Cicatrice” è il secondo libro dell’universo di Regina Rossa, un thriller irresistibile in cui i lettori ritroveranno uno dei personaggi più misteriosi della serie:«Chi è davvero Irina?»

Tutti i libri che gravitano nell’Universo Regina Rossa, si possono leggere separatamente. Tuttavia, insieme i romanzi raccontano una storia con intrecci coinvolgenti.


Con “Tutto brucia” parte un nuovo ciclo, una nuova avventura mozzafiato in cui faranno capolino alcune vecchie conoscenze dei lettori di Regina Rossa come la moglie di Jaume e la commissaria Romeo. Troveremo anche tre nuove protagoniste disperate e pronte a sfidare il sistema.

É la storia di una vendetta impossibile, senza alcun margine di successo.

È la storia di tre donne che hanno perso tutto, non hanno più paura di nulla e sono molto pericolose.

É la storia di tre donne che osano fare ciò che tutti noi osiamo solo immaginare.

Qualcosa di incredibile sta per accadere e nulla sarà mai più come prima.

Tre donne.

Aura Reyes, la mente: fino a poco tempo fa era una dirigente di successo, proprietaria di una lussuosa villa e madre di due figlie me-ra-vi-glio-se. Ora la attende una pena detentiva per frode su larga scala e riciclaggio di denaro.

Mary Paz Celeiro, il braccio: una gallega tenace, arruolatasi nel corpo d’élite della Legione. Temprata da tante battaglie, da cinque anni attraversa un periodo difficile (in pratica, vive nella sua auto).

Sere Quijano, l’hacker: ingegnera informatica e strega del caos. Le sue capacità tecnologiche sono inversamente proporzionali all’efficacia della sua magia. Ha un’enorme virtù: crede ciecamente in tutto quello che fa.

Quindi, se non l’avete ancora fatto, vi consiglio di esplorare l’universo di Regina Rossa, ne rimarrete conquistati. Se poi alle parole vorrete aggiungere anche le immagini allora non vi resta che accedere, dal 29 febbraio, ad Amazon Prime per godervi la serie televisiva tratta dalle indagini di Antonia Scott. Attenzione, può provocare dipendenza!

 


martedì 13 febbraio 2024

RECENSIONE | "L'educazione delle farfalle" di Donato Carrisi

Donato Carrisi è uno scrittore, sceneggiatore, giornalista e regista italiano, autore di numerosi bestseller a livello internazionale. La sua ultima pubblicazione è un thriller coinvolgente, “L’educazione delle farfalle” (Longanesi), dalla trama ricca di suspense in perfetto stile Carrisi.

 Quando scoprirai la verità sarà troppo tardi per fuggire da questa storia.


STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 7
L'educazione delle farfalle
Donato Carrisi

Editore: Longanesi
Pagine: 432
Prezzo: € 23,00
Sinossi

La casa di legno brucia nel cuore della notte. Lingue di fuoco illuminano la vallata fra le montagne. Nel silenzio della neve che cade si sente solo il ruggito del fuoco. E quando la casa di legno crolla, restano soltanto i sussurri impauriti di chi è riuscito a fuggire in tempo.

Ma qualcosa non è come dovrebbe essere. I conti non tornano. E il destino si rivela terribilmente crudele nei confronti di una madre: Serena.

Se c’è una parola con cui Serena non avrebbe mai pensato di identificarsi è proprio la parola «madre».

Lei è lo «squalo biondo», una broker agguerrita e di successo nel mondo dell’alta finanza. Lei è padrona del suo destino, e nessuno è suo padrone.

Ma dopo l’incendio allo chalet tutto cambia, e Serena inizia a precipitare nel peggiore dei sogni. E se l’istinto materno che lei ha sempre negato fosse più forte del fuoco, del destino, di qualsiasi cosa nell’universo?

E se davvero ci accorgessimo di amare profondamente qualcuno soltanto quando ci appare perduto per sempre?

Questo non è semplicemente l’ultimo capolavoro di Donato Carrisi. Perché Serena non è un personaggio come gli altri, e questa non è una storia come le altre. Questo è un viaggio inarrestabile alla scoperta degli angoli più oscuri del nostro cuore e delle nostre paure, al termine del quale il nostro modo di vedere il mondo, semplicemente, non sarà più lo stesso.





C’erano vari modi per reagire alla perdita di un figlio. C’era chi si faceva travolgere dalla sofferenza. Chi invece iniziava una battaglia rabbiosa e insensata col resto del mondo. E chi si rassegnava a trascorrere il resto dell’esistenza con un ospite silenzioso, invisibile agli altri, che ti pedina ovunque e non ti lascia mai solo, perché il suo unico scopo è impedirti di dimenticare.

La casa di legno brucia nel cuore della notte. Lingue di fuoco illuminano la vallata fra le montagne e quando la casa crolla restano soltanto i sussurri impauriti di chi è riuscito a fuggire in tempo. Ma qualcosa non è come dovrebbe essere e il destino si rivela terribilmente crudele nei confronti di una madre: Serena.

Per Serena è difficile identificarsi con la parola “madre”. Lei è lo “squalo biondo”, una broker agguerrita e di successo nel mondo dell’alta finanza.

Era a capo di un dipartimento strategico per gli investimenti ad alto rischio ed elevato rendimento di una banca d’affari, ed era diventata sfacciatamente ricca come i suoi clienti. Nell’ambiente la chiamavano “lo squalo biondo”, la rispettavano e la temevano. Ma, solitamente, gli squali biondi non potevano permettersi nemmeno la più piccola defaillance.

Serena è padrona del suo destino, e nessuno è suo padrone. Dopo l’incendio allo Chalet, tutto cambia, e Serena inizia a precipitare in un incubo senza fine. E se l’istinto materno che lei ha sempre negato fosse più forte del fuoco, del destino, di qualsiasi cosa nell’universo? E se davvero ci accorgessimo di amare profondamente qualcuno soltanto quando ci appare perduto per sempre?

L’autore narra il percorso di una donna che si trova a gestire con efficienza una gravidanza non prevista. Serena impara ad amare la figlia quando la bambina sparisce tra le fiamme dell’incendio dello chalet in cui si trovava in vacanza con altre undici bambine, nella località sciistica di Vion. Le tutor salveranno undici bambini su dodici. Aurora è l’unica dispersa.

 In mezzo al piccolo inferno, una fila di piedini scalzi immersi nella neve fresca.

Aurora ha sei anni, questo è il nome della figlia di Serena, è una bellissima bambina che la madre ha posto al centro di una rete di persone che si prendono cura di lei secondo una routine consolidata. Le due protagoniste vivono al diciannovesimo piano di un grattacielo milanese assistite da personale di servizio, babysitter, autisti, portieri e segretari. Per Aurora sono zii e nonni che non ha mai conosciuto. Serena è anaffettiva, completamente assorbita dal suo lavoro, dall’ambizione professionale, votata a un’idea di perfezione che non ammette trasgressioni o deviazioni da un programma già fissato.

I libri sono come le persone. A volte non sono come appaiono. A volte custodiscono segreti.

“L’educazione delle farfalle” è un romanzo che si legge tutto d’un fiato e trasmette una sensazione d’inquietudine che non ti lascia andare. La protagonista subisce una metamorfosi guidandoci in un viaggio alla scoperta del nostro lato oscuro dove vivono le nostre paure, anzi la paura più grande di tutte: perdere un figlio. Carrisi mette a nudo la psicologia dei personaggi, il male che è in loro, le passioni, la forza dell’amore che tutto può. Serena intraprende un percorso di dubbi e incertezze alla ricerca di una verità che non verrà svelata se non all’ultima pagina. Carrisi narra il tempo dell’attesa, l’angoscia insopportabile, l’analisi spietata di se stessi. Prendere consapevolezza di ciò che si è non è facile, non è immediato. Inizialmente siamo tutti bruchi ma diventeremo farfalle?

Il tema della genitorialità è un tema nuovo nei romanzi di Carrisi. L’autore lo scompone in mille parti che vanno dal rifiuto della maternità al legame indissolubile; dall’anaffettività, quasi una barriera innalzata da persone fragili, alla  non accettazione della perdita e al senso di colpa. Serena, nella sua indagine, è guidata dai sentimenti che prova: rabbia, rimpianto, smarrimento, senso di colpa Il suo dolore si trasforma in una ricerca continua di risposte. Serena vuole guardare nell’abisso e istintivamente sa cosa fare. Proprio come le farfalle che sanno già, quando nascono, cosa devono fare. Ma non si tratta solo di istinto: ciò che facciamo si riflette nelle generazioni successive. A tal proposito nel libro si parla anche dell’effetto farfalla analizzato dal matematico Edward Lorenz che nel 1972 tenne una conferenza intitolata “Può il batter d’ali di una farfalla in Brasile provocare un tornado in Texas?” tra tutte le cose c’è un collegamento. Ciò che noi facciamo si riflette nel nostro futuro e nel futuro degli altri.

In questo contesto vanno collocate e interpretate le trasformazioni di Serena che inizialmente non è molto simpatica. In un romanzo tendiamo sempre a tracciare una linea di demarcazione: da una parte i buoni, dall’altra i cattivi. Carrisi mischia le carte e i suoi personaggi sembrano ciò che non sono. Ciò provoca curiosità nei lettori e come si può smettere di leggere quando hai davanti una donna, che scopre in sé il coraggio di una leonessa, che non vuol essere madre e che poi madre lo diventa; oppure quando all’orizzonte compare un piromane i cui ordigni incendiari profumano di biscotti; o quando compare sulla scena il rilegatore di libri perduti?

Serena si trasforma, nel suo personale abisso cerca la speranza e il perdono.

Il modo migliore per punire un desiderio egoistico è esaudirlo quando ormai è troppo tardi.

Serena è una donna in conflitto con sé stessa e con la società che impone alle donne determinati ruoli. Serena è la madre glaciale chiusa inizialmente nel suo bozzolo di cui si libera durante gli anni trascorsi a cercare la verità sull’incendio. Aurora è svanita nel nulla, Aurora che la sera dell’incendio indossava due ali da farfalla fatte di tulle per partecipare alla festa per la fine della vacanza. Aurora che disegna la madre come una supereroina. E da quel fuoco che divora lo chalet, serena rinasce. Abbandona il mantello del non-amore e trova in sé la forza per superare ogni ostacolo. Serena continuerà a cercare Aurora, non si arrenderà mai.

Il fuoco devastatore si congeda dal proprio pubblico con un’ultima, crudele meraviglia. Nel cielo stellato sale una miriade di scintille dorate.

La farfalla è ammirata da tutti, si posa di fiore in fiore, ha vita breve ma è felice. Nel silenzio ecco un cavaliere che prende tra le sue mani le farfalle che ardono e le trasforma in vita, in amore, in sogni ammalianti come lo sguardo di una bimba che si sente al sicuro tra le braccia della sua mamma. Tuttavia con Carrisi tutto e il contrario di tutto è possibile. Quando Serena troverà la risposta che cerca, nulla sarà più come prima.

Carrisi affascina, coinvolge, ipnotizza, con i suoi romanzi che costruiscono, intorno ai lettori, labirinti e stillicidi di rivelazioni. “L’educazione delle farfalle” è un thriller psicologico originale e appassionante che conferma la bravura di Carrisi, maestro del thriller. Non sempre al male si può dare un volto, un nome. Certi orrori non sono roba da mostri ma sono perpetuati da essere umani. Stanare le ombre invisibili che si trovano al centro dell’abisso è cosa giusta. Carrisi è il mio cavaliere che con coraggio guarda nell’abisso per poterlo raccontare e abbatte il confine tra bene e male.

mercoledì 31 gennaio 2024

RECENSIONE | "Il delitto della montagna" di Chicca Maralfa [Review Party]

“Il delitto della montagna” è un giallo firmato dalla scrittrice e giornalista pugliese Chicca Maralfa, edito da Newton Compton Editori. In commercio dal 26 gennaio 2024, il romanzo è ambientato in una piccola cittadina di montagna dove avvengono tre morti misteriose. Sarà un’indagine complicata per Gaetano Ravidà, ma le sue abilità investigative assicureranno i colpevoli alla giustizia.


STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 7
Il delitto della montagna
Chiara Maralfa

Editore: Newton Compton
Pagine: 288
Prezzo: € 12,90
Sinossi

Due anni dopo il trasferimento ad Asiago, dove comanda la locale stazione dei carabinieri, il luogotenente barese Gaetano Ravidà comincia ad abituarsi alla sua nuova vita. Sull’altopiano vicentino, teatro delle più sanguinose battaglie della Grande Guerra e funestato di recente dalla tempesta Vaia, è alle prese con reati ambientali: un paio di cave di marmo, dismesse da tempo, vengono utilizzate come deposito illegale. Proprio fra quelle pareti di roccia, Ravidà e i suoi uomini trovano, oltre ai rifiuti pericolosi, il cadavere mummificato di un uomo. Mentre si cerca di risalire all’identità della vittima, altre due persone muoiono in circostanze misteriose e apparentemente scollegate tra loro, gettando la piccola comunità nello sgomento. Grazie alle testimonianze, incrociando varie fonti e indagando senza sosta, Ravidà e i suoi collaboratori cominciano a sospettare legami e connessioni tra le vittime e i pericolosi tentacoli della mala del Brenta. Durante i giorni della merla, con il paesaggio ammantato di neve, il luogotenente e la sua squadra dovranno riuscire a superare la coltre di apparente calma e silenzio nel periodo più freddo dell’anno per trovare in fretta la verità.





Si chiese ancora una volta, cosa ci facesse quel cadavere mummificato nella casa. Cosa c’entrava Ernesto Costa, se davvero era lui, con i rifiuti pericolosi e la mala del Brenta? Dov’era la correlazione?

Due anni dopo il trasferimento ad Asiago, dove comanda la locale stazione dei carabinieri, il luogotenente Gaetano Ravidà, nativo di Bari e innamorato del mare, comincia ad abituarsi e ad apprezzare la sua nuova vita. Sull’altopiano vicentino, teatro delle più sanguinose battaglie della Grande Guerra e funestato di recente dalla tempesta Vaia, è alle prese con reati ambientali: alcune cave di marmo, dismesse da tempo, vengono utilizzate come deposito illegale. Proprio fra quelle pareti di roccia, Ravidà e i suoi uomini trovano, oltre ai rifiuti pericolosi, il cadavere mummificato di un uomo. Mentre si cerca di risalire all’identità della vittima, la piccola comunità è segnata dalla morte di altre due persone. Indagando senza sosta Ravidà e i suoi collaboratori cominciano a sospettare legami tra le vittime e la mala del Brenta. 

Nei giorni della merla, con il paesaggio ammantato di neve, il nostro simpaticissimo luogotenente dovrà risolvere un caso intricato di omicidi, sospetti e verità taciute. Sotto la coltre di apparente calma e silenzio, il fuoco della criminalità è ben vivo e continua ad ardere. 

“Il delitto della montagna” è la seconda indagine di Gaetano Ravidà, la prima è stata “Lo strano caso delle sorelle Bedin”, un vecchio delitto mai risolto. 

Pur non avendo letto il primo giallo non ho trovato alcuna difficoltà a immergermi nelle vicende narrate e il luogotenente Ravidà mi è stato subito simpatico. Capitolo dopo capitolo ho scoperto che lo stimatissimo investigatore dell’Arma, dopo il fallimento del suo matrimonio, ha lasciato la Puglia per trasferirsi al nord. Dal mare alla montagna per dare una svolta alla propria vita. 

Nella figura simbolica della pernice bianca, che più volte fa capolino nella storia come guida onirica di Ravidà, l’autrice rende omaggio a Mario Rigoni Stern, uno dei più importanti scrittori italiani. Rigoni Stern era legatissimo alla sua terra natale, l’Altopiano di Asiago, dalla quale si allontano solo durante il periodo in cui servì come militare durante la seconda guerra mondiale. è stato un narratore sensibile verso il mondo della natura e della montagna, profeta della consapevolezza ecologica. 

“Il delitto della montagna” è una storia avvincente, ricca di temi importanti, scomposta in tanti frammenti. A Ravidà e alla sua squadra il compito di rimettere i tasselli al loro posto per ricomporre un puzzle specchio di fatti distanti nel tempo e di legami personali. 

È molto interessante leggere la descrizione dettagliata dei luoghi, conoscere la cultura locale e cimentarsi con l’interpretazione del dialetto veneto. La narrazione fluida e i colpi di scena tengono vivo l’interesse dei lettori. Tuttavia l’indagine non è l’unico filone narrativo, in parallelo scorrono informazioni sulla vita privata del simpatico luogotenente. Ravidà, separato dalla moglie, lontano da Agnese e Monica, le sue figlie, vive ad Asiago una storia clandestina col medico legale Maria Antonietta Malerba. Ravidà ama la musica dei The National e nasconde la sua fragilità indossando una corazza per non soffrire. Deciso sul lavoro, vacillante nella vita privata, Ravidà è un caleidoscopio di tratti caratteriali. 

L’operazione che dà il via alle indagini viene chiamata, dallo stesso Ravidà, “Terra di nessuno”. Questo termine richiama la Grande Guerra, in cui Ravidà ha perso il nonno Gaetano, fante della Brigata Trapani. 

Un sacrificio – dice il luogotenente – che mi ha insegnato il dovere della memoria.

Infatti l’Altopiano dei Sette Comuni, conosciuto anche col nome di Altopiano di Asiago, è stato teatro di sanguinose battaglie in cui hanno perso la vita tanti giovani. 

L’intero Altopiano, che un tempo si trovava al confine tra l’Impero austro-ungarico e il Regno d’Italia, fu direttamente interessato dagli eventi della guerra e interi paesi vennero completamenti rasi al suolo. La popolazione fu costretta ad abbandonare le proprie case e alla fine delle ostilità, quasi tutti i paesi, i boschi, i prati e i pascoli dell’altopiano erano completamenti distrutti e la ricostruzione progredì lentamente. 

Quindi la grande Storia si intreccia con fatti di cronaca, cuore nero del romanzo, facendo riaffiorare dal passato eventi storici che non devono cadere nell’oblio. 

Grazie al romanzo della scrittrice Maralfa ho scoperto l’esistenza “dei recuperanti” di residuati bellici. Il recuperante partiva da casa armato di piccone e vagava per prati, pascoli e boschi alla ricerca di mazzuoli, stampi da mina, filo spinato e granate inesplose. Di fronte a resti umani si segnalava invece il punto ai militari che procedevano al recupero dei resti della salma. 

Mi piace scoprire di un romanzo la sua molteplice natura: momento di svago e racconto come veicolo della memoria, tramite per porre sempre attenzione a temi importanti come il tema ambientale e sguardo accattivante sulla bellezza del rapporto diretto fra uomo e natura. 

“Il delitto della montagna” è un giallo dalla trama originale che mi ha permesso di conoscere luoghi ed eventi storici che non conoscevo. Ho provato grande empatia per il luogotenente Ravidà e le sua vicenda personale. Ho provato commozione per la tragica storia del nonno morto proprio sull’Altopiano Asiago. 

Il romanzo di Chicca Maralfa è un libro che si legge con piacere regalando momenti di svago e di riflessione per una storia in cui si respira aria di montagna, aria di neve, aria di sangue, aria di Storia.



martedì 30 gennaio 2024

RECENSIONE | "Nella stanza dell'imperatore" di Sonia Aggio

Dopo il brillante esordio con Magnificat (recensione), Sonia Aggio torna dal 30 gennaio in libreria con il romanzo “Nella stanza dell’imperatore”, edito da Fazi nella collana Le strade. Si tratta di un romanzo storico sulla vita dell’Imperatore bizantino Giovanni Zimisce, condottiero dal grande coraggio.

STILE: 7 | STORIA: 8 | COVER: 7
Nella stanza dell'imperatore
Sonia Aggio

Editore: Fazi
Pagine: 300
Prezzo: € 18,00
Sinossi

Giovanni Zimisce, cresciuto con gli zii materni, i Foca, è diventato con il tempo un valoroso condottiero e combatte con coraggio per l’Impero bizantino accanto a Niceforo, il generale più brillante della sua epoca, e a Leone Foca. La guerra è tutto ciò che gli rimane: sua moglie è morta di parto e i parenti del padre, i Curcuas, lo considerano un traditore. Quando ormai sembra che Giovanni non abbia più altro scopo se non combattere al fianco dei Foca, tre streghe gli profetizzano che diventerà imperatore. Ma come è possibile, visto che sul trono ora siede Niceforo, il suo mentore, l’uomo che l’ha cresciuto e per cui darebbe la vita? Quando proprio Niceforo gli volterà le spalle e l’affascinante Teofano busserà alla sua porta, Zimisce dovrà decidere che cosa fare in futuro: restare fedele all’imperatore, assecondando i principi con cui è cresciuto, o prenderne il posto, accettando definitivamente il suo destino?



Zimisce è ancora al suo posto, come una sentinella, ma al suo fianco è apparsa una donna vestita di nero. Zimisce la guarda venire avanti. Si ferma davanti a lui – capelli grigio ferro, piedi scalzi, occhi celesti incassati in un reticolo di rughe – e dice: “Salve, Zimisce, tu che sarai strategos degli Anatolici. Salve, tu che sarai domestikos d’Oriente. Salve, tu che un giorno sarai basileus ton Romaion. Alzati, Zimisce. Il tuo destino ti attende altrove. Alzati.

Giovanni Zimisce, cresciuto con gli zii materni, i Foca, è diventato un valoroso condottiero e combatte per l’Impero bizantino accanto a Niceforo, il generale più brillante della sua epoca, e a Leone Foca. La guerra è tutto ciò che gli rimane, infatti sua moglie è morta di parto e i parenti del padre, i Curcuas, lo considerano un traditore. Quando ormai sembra che Giovanni non abbia più altro scopo se non combattere al fianco dei Foca, tre streghe gli profetizzano che diventerà imperatore. Ma come è possibile, visto che sul trono ora siede Niceforo, l’uomo che l’ha cresciuto e per cui darebbe la vita? Quando proprio Niceforo gli volterà le spalle e l’affascinante Teofano busserà alla sua porta, Zimisce dovrà decidere che cosa fare in futuro: restare fedele all’imperatore o prenderne il posto, accettando così il suo destino?

La storia bizantina è sicuramente complessa e affascinante, ma con molti lati oscuri. L’autrice ha cercato un compromesso tra verità storica e materia letteraria. Nasce così un romanzo avvincente che ripercorre le vicende di un uomo che, partendo da semplice soldato, riuscì a conquistare inaspettatamente la corona.

Luce e buio si alternano sul suo volto mentre lei si allontana, più gatto che donna, sguardo bramoso e distante. La prima volta non eri pronto ad ascoltare, ma oggi lo sei. Sei pronto, Zimisce. Il tuo destino ti attende.

“Nella stanza dell’Imperatore” è un invito guardare nella Storia che non conosciamo, è un portale d’accesso per un viaggio avventuroso ricco di intrighi, amori e terribili inganni, speranza e vendetta. Con uno stile ricercato, la scrittrice traccia il ritratto di una generazione che deve spogliarsi del passato per affrontare una vita nuova con paure e angosce. La sua prosa così vivida ci permette di entrare nelle stanze del palazzo imperiale dove si decide la vita o la morte di chiunque ostacoli l’ascesa al potere.

L’ambientazione ha il volto segreto delle città d’Oriente che si mostrano ai lettori scoprendo la loro bellezza e la loro ferocia. I personaggi, quasi tutti uomini, sono tratteggiati con luci e ombre. Zimisce avrà le mani sporche di sangue. La basilissa Teofano, moglie di Niceforo e amante di Zimisce, si mostrerà nelle sue vesti di creatura malvagia e lussuriosa. Su tutti aleggeranno sogni di guerra e di potenza suggellati con patti redatti da abili tessitori di trame. La parabola di Zimisce, in piena età medievale, mette in evidenza quanto l’ambizione renda fragili i sentimenti, come la passione porti al delitto, a complotti tramati nell’ombra. Il vaso di pandora della Storia non è avaro di misfatti che spesso assumono i toni del “giallo”. É sicuramente intrigante leggere  la storia di questo imperatore bizantino e ancora più affascinante è scoprire ciò che gli uomini sono capaci di fare per realizzare le proprie aspirazioni.

“Nella stanza dell’imperatore” la grande Storia si intreccia con le storie quotidiane, gli usi e i costumi, la mentalità, la vita in generale. Il romanzo mescola la realtà alla finzione, con combattimenti e battaglie, ma anche con scene in cui viene messo in risalto il sentimento dei protagonisti. Anche dietro a un grande imperatore si celano paure e debolezze. Giovanni Zimisce era prima di tutto un uomo autore e vittima di intrighi di potere e conquista.

“Nella stanza dell’imperatore” è un romanzo che traccia un affascinante percorso di avventure cesellate da sentimenti, ma è anche un intreccio di desideri, conquiste, congiure e senso del destino.

martedì 23 gennaio 2024

RECENSIONE | "Il Carosello delle Curiosità" di Amiee Gibbs

È in libreria dal 23 gennaio 2024 “Il Carosello delle Curiosità” il romanzo d’esordio di Amiee Gibbs, edito da Fazi nella traduzione di Sabina Terziani. L’intrigante mondo del Carosello, spettacolo itinerante che impiega artisti con abilità insolite, fa da cornice a una storia che ci trasporta in un mondo in cui la magia non è solo un’illusione e la vita è pericolosamente simile alla morte.


STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 7
Il Carosello delle Curiosità
Amiee Gibbs (traduzione Sabina Terziani)

Editore: Fazi
Pagine: 456
Prezzo: € 18,50
Sinossi

Dopo sette anni passati a girare il mondo, il Carosello delle Curiosità torna in Inghilterra; gli artisti della compagnia di Aurelius e Pretorius sono pronti a stupire il pubblico dell’Athenaeum, un vecchio carcere trasformato in teatro che sorge in uno dei quartieri più malfamati e poveri di Londra. Sul palco si esibiranno l’acrobata albina, i gemelli siamesi, la ballerina minuta e il piccolo suonatore di violino dal corpo coperto di peli. Ma l’esibizione più attesa è sempre quella dell’imprendibile Harlequin e del domatore di fiamme, Lucien. All’altro capo della città, Charlotte, orfana e di umili origini, per qualche misteriosa ragione viene accolta da Mr e Mrs Rose nella loro sfarzosa villa; quando i due coniugi muoiono la ragazza si ritrova alla mercé di Odilon, il figlio, nominato suo tutore, che la ricopre di attenzioni indesiderate. Inoltre Charlotte è gravemente malata e secondo i migliori medici d’Inghilterra per lei non esiste alcuna cura. L’unica speranza è rivolgersi ad Aurelius: corre voce, infatti, che lui possieda il dono di restituire fortuna e salute. Per guarire, Charlotte dovrà quindi trascorrere un periodo all’Athenaeum, dove troverà conforto e comprensione nell’affascinante Lucien. Ma riuscirà davvero a tornare quella di una volta? E quale sarà il prezzo da pagare?





Pochi sapevano che la magia era reale. Persino i professionisti di lungo corso la liquidavano considerandola alla stregua dei trucchi con le carte, della capacità di distrarre l’attenzione, dei giochi di destrezza, credendola un intrattenimento volto a ottenere denaro e prestigio. In fondo il trucco principale di un mago è farti credere cose in cui lui stesso sovente non crede.

La speranza ha un prezzo? Cosa siamo disposti a fare per poter esaudire i nostri desideri? La coscienza mortale ha dei limiti? 

Nella Londra vittoriana, dove gli spettacoli itineranti rappresentano l’apice dell’intrattenimento, non c’è biglietto più ambito del “Carosello delle Curiosità” di Ashe e Pretorius. Dopo sette anni passati a girare il mondo, la compagnia di Aurelius e Pretorius è pronta a stupire il pubblico dell’Athenaeum, un vecchio carcere trasformato in teatro che sorge in uno dei quartieri più malfamati e poveri di Londra. L’élite londinese affronta con coraggio le pericolose strade di Southwark per vedere lo spettacolo. Sul palco si esibiranno l’acrobata albina, i gemelli siamesi, la ballerina minuta e il piccolo suonatore di violino dal corpo coperto di peli. L’esibizione più attesa è sempre quella dell’imprendibile Harlequin e di Lucien, l’uomo capace di creare e domare il fuoco. Ma il vero spettacolo non è visibile a tutti. Si mormora che Aurelius Ashe, il proprietario, sia più di un mago e che, al giusto prezzo, possa realizzare qualsiasi desiderio. 

All’altro capo della città sorge la Decimus House, la residenza della ricca famiglia Rose. Qui vive Charlotte, orfana di umili origini, accolta dai coniugi Rose nella loro sfarzosa villa. Quando i due benefattori muoiono la ragazza si ritrova alla mercé di Odilon, il figlio, nominato suo tutore, che la ricopre di attenzioni indesiderate. Purtroppo Charlotte è gravemente malata e secondo i migliori medici d’Inghilterra per lei non esiste alcuna cura. L’unica speranza è rivolgersi ad Aurelius e ai suoi poteri. Charlotte ha una possibilità di salvezza ma quale sarà il prezzo da pagare? 

La trama dai toni gotici innesca sentimenti e desideri di scoperta nel lettore. La storia narrata è coinvolgente, ricca di descrizioni, con personaggi misteriosi. Tutti i componenti del Carosello sono talentuosi ma sono costretti a difendersi dalla cattiveria umana. Sono definiti mostri e scherzi della natura. Vengono disprezzati fuori dal teatro ma osannati quando si esibiscono sul palcoscenico. A proteggerli c’è Aurelius Ashe che ha formato con loro una grande famiglia dove regna amore, rispetto e onore. Dita è “la madre del gruppo” sempre pronta a consolare, coccolare, a prendersi cura dei suoi “figli”, diversi nell’aspetto ma non nella sensibilità: i gemelli siamesi con il fegato in comune, acrobati sorprendenti; il giocoliere capace di svanire davanti agli occhi del pubblico; una ballerina talmente piccola da sembrare una bambola; un bambino virtuoso del violino ma con il corpo interamente ricoperto da lunghi peli, un ragazzo che può fare cose straordinarie con il fuoco ma ha un cuore meccanico. 

Le dinamiche che si instaurano tra questi personaggi ci portano a percorrere percorsi emotivi segnati dalla sofferenza, dall’abbandono, dai sensi di colpa, dai soprusi e dalle violenze, dall’ossessione. All’interno del Carosello si sviluppano legami di lealtà e sostegno reciproco, ma ci sono anche orribili segreti che Odilon Rose, malvagio e crudele, minaccia di rivelare. 

 Odilon è un personaggio che non suscita certamente le simpatie dei lettori: è un uomo ossessionato dal possedere oggetti e persone. Infatti considera Charlotte come una sua proprietà ed è ben deciso a sottrarre la sua protetta dall’abbraccio della morte. Ma quale sarà il prezzo da pagare? La posta in gioco diventa più alta quando Lucien si ritrova attratto da Charlotte e lei da lui. 

“Il Carosello delle Curiosità” è un romanzo che intrappola il lettore negli ingranaggi di una storia narrata con abilità. È una storia magica e oscura, l’evoluzione è inizialmente più lenta e prepara il terreno a eventi ricchi di suspense e curiosità. L’ambientazione storica, la Londra del 1880, è perfetta per questo romanzo perché è ricca di atmosfera, pericoli, magie e patti diabolici. Tutto appare e scompare, si mostra e si cela con inquietudine. Se siete pronti accomodatevi in platea, smorziamo le luci e attenti, lo spettacolo sta per iniziare.