Cari lettori, ultimamente ho acquistato molti libri e il mio borsellino
piange singhiozzando. Tuttavia vi chiedo: si può andare in libreria, trovare
un libro a 1,90 euro e non comprarlo? No, non si può! Così sorda alle proteste del
mio amato-odiato borsellino ho acquistato “La Compagnia della Morte” di Alfredo Colitto, edito Piemme
che lancia la formula “Scopri L’autore”.
La compagnia della morte
Autore: Alfredo Colitto
Editore: PIEMME
Pagine: 148
Prezzo: € 1,90 (cartaceo)
Sinossi:
Napoli, 14 agosto 1655. Il caldo torrido del pomeriggio non dà pace alle vie affollate della città, ma il pittore Sebastiano Filieri non può restarsene tra le fresche mura della cappella di Palazzo Agliaro, dove sta dipingendo un ciclo di affreschi. Lo attende un compito difficile: dire addio a Maria, la sorella di sua moglie Angela, l’ultimo affetto che gli resta della sua famiglia decimata. Mentre Sebastiano è al suo capezzale, la donna pronuncia poche parole: un delirio, all’apparenza, ma a lui rivelano una verità che cercava da anni. La verità sulla morte di Angela. Quelle parole lo riportano ai tragici giorni della rivolta di Masaniello, quando era entrato nella Compagnia della Morte, una società segreta di pittori che durante la notte cercavano e assalivano i soldati spagnoli nelle vie di Napoli, per testimoniare con la spada che la loro città mai si sarebbe rassegnata al dominio straniero. Ma una notte, di ritorno da una missione, Sebastiano aveva trovato la moglie e la figlia crudelmente assassinate, da una persona che ormai era già morta. Distrutto dal dolore, aveva lasciato la Compagnia. Ora, però, accanto a Maria, morente, comprende che il colpevole è un altro, e che la vendetta è ancora possibile.
STILE: 8
STORIA: 7
COPERTINA: 7
Napoli, 14 agosto 1655
Seduto su una poltrona con lo schienale rigido e il cuscino imbottito, tra il letto e la finestra, Sebastiano Filieri ansimò come se fosse lui quello in fin di vita, e non sua cognata Maria. Le parole che lei aveva appena pronunciato, nel delirio della febbre che se la stava portando via, lo avevano colpito come pugni allo stomaco, riaprendo una ferita che per otto anni si era sforzato di considerare guarita. Ma non era guarita affatto. In fondo lo aveva sempre saputo.
Sebastiano Filieri, pittore spadaccino, è al capezzale di
Maria, sorella di sua moglie Angela, l’ultimo affetto che gli resta della sua
famiglia decimata. Maria rivela l’atroce verità sulla morte di Angela
riportando Sebastiano, con la memoria,
indietro nel tempo. Erano i giorni della rivolta di Masaniello, Sebastiano era
entrato nella Compagnia della Morte, una società segreta composta da pittori
che si ribellavano, con la spada, al dominio spagnolo nella loro bella Napoli.
Ma una notte Sebastiano aveva trovato sua moglie e la figlia crudelmente
assassinate. Egli credeva che l’autore dei delitti fosse già morto. Annientato
dal dolore, aveva lasciato la Compagnia dedicandosi solo alla sua arte. Dopo 8
anni la verità era stata rivelata. L’assassino era ancora in vita. La vendetta
poteva aver inizio.
Dopo aver letto, con vivo interesse, questo libro, mi sono
documentata sull’autore scoprendo che Alfredo Colitto è uno tra i migliori
interpreti del thriller storico in Italia.
Per un’amante del genere thriller, come amo definirmi, è stato bello
scoprire un autore che non conoscevo. Il suo romanzo storico mescola abilmente
una vicenda immaginaria con un momento storico preciso, la Napoli di metà
Seicento, dando vita a una ricostruzione della situazione politico-sociale del
popolo napoletano. Infatti le vicende di Sebastiano Filieri si intrecciano con
le grandi vicende del popolo sottomesso e sono direttamente influenzate da
esse. Nella Napoli del 1647 inizia la storia di Sebastiano e della sua
famiglia. Il pittore spadaccino è un uomo buono, leale, coraggioso che ama la
sua città e la vorrebbe libera dal giogo straniero. Con lui vivremo emozioni
continue in un turbinio di amori, tradimenti, odio, vendetta, generosità.
Attorno al nostro protagonista ruotano tanti personaggi che rappresentano la
passione, l’intrigo, la fedeltà, l’eroismo. Insieme danno vita a un racconto
appassionante che lega verità storica e fantasia. La lettura accattivante
proietta il lettore nell’epoca narrata. Vi ritroverete con Masaniello a
partecipare alla sua rivolta popolare contro la tirannia straniera, tirerete di
spada con Sebastiano, tramerete con Ugo Mantovani e Lucrezia la giovane moglie del padre di
Sebastiano, vivrete tante avventure in 148 pagine.
Ho letto il romanzo in un batter d’ali grazie a uno stile
scorrevole, un ritmo serrato, suspence, personaggi con una buona indagine psicologica. Si comprende
subito l’ottimo lavoro di documentazione. Lo scrittore appare a suo agio
nell’epoca storica descritta e riesce a trasmettere in modo chiaro le
motivazioni che spingono i personaggi ad agire in un modo piuttosto che un
altro.
Le ambientazioni sono descritte nell’evolversi della storia, non ci sono
lunghe descrizioni e i dialoghi rendono fluida la lettura. Tuttavia questo
libro ha la pecca di finire in un momento in cui la storia si evolve prendendo
vie inaspettate. Infatti “La Compagnia della Morte” è il prequel di un romanzo
più corposo in cui ritroveremo Sebastiano Filieri, perso nel suo dolore,
dedicarsi completamente alla sua pittura. Ma una ragazza potrebbe riportarlo a
combattere per la sua patria. Nuovi amori? Un pericoloso segreto? Lo sapremo solo
leggendo “Peste” il nuovo libro di Alfredo Colitto.