Buongiorno carissimi lettori :)
Non credevo fosse possibile, invece è successo: ho letto un
thriller che mi ha mandata in confusione. La prima parte del romanzo è
coinvolgente, intrigante, emozionante. Poi succede l’irreparabile e a metà romanzo
si ha la metamorfosi: il thriller sfocia nella fantascienza con venature
horror. L’incomprensibile libro a cui mi riferisco è “L’uomo di Primrose Lane” di James Renner, traduzione di
Fabiano Massimi, edito Einaudi.
Autore: James Renner
Editore: Einaudi
Pagine: 504
Prezzo: € 19,50 (cartaceo)
Sinossi: David Neff, giornalista e scrittore, ha pubblicato un libro sulla vita di un serial killer, che è diventato un best seller ma ha lasciato segni profondi nella sua psiche. Da cinque anni non scrive più nulla, e ha bisogno al più presto di una nuova storia che lo appassioni e gli permetta di tornare al successo, uscendo dal vortice di dolore seguito al suicidio della moglie Elizabeth. Si lascia coinvolgere dal caso dell'Uomo di Primrose Lane, un personaggio solitario e avvolto nel mistero, assassinato brutalmente e senza motivi apparenti quattro anni prima. Le sue indagini si trasformano in un'autentica ossessione quando, sul letto dell'uomo, viene ritrovata un'impronta di Elizabeth, segno di un legame che sembra avere le sue origini nel passato e nel grande trauma che ha segnato la vita della moglie di David: il rapimento della sorella gemella, Elaine, svanita senza lasciare tracce e mai più ritrovata.
Era noto perlopiù come l’Uomo di Primrose Lane, anche se a volte i vicini, parlandone alle feste, lo chiamavano eremita, recluso, svitato. Per l’agente di pattuglia Tom Sackett era sempre stato l’Uomo dai mille guanti, dalla bizzarra abitudine di portare guanti di lana anche in pieno luglio.
In pochi dovevano essersi accorti il vecchio indossava guanti diversi ogni volta che metteva piede fuori dalla sua casa in rovina. La maggior parte degli abitanti di West Akron distoglieva gli occhi incrociandolo o attraversava la strada per evitare di passargli accanto. Era strano. E a volte ciò che è strano è anche pericoloso.
David Neff, autore del bestseller “L’apprendista del serial
killer”, vive un periodo drammatico della propria vita: sua moglie Elizabeth si
è suicidata dopo aver dato alla luce il loro bellissimo bambino. Lo scrittore, affetto
da stress post-traumatico, è schiavo dei farmaci che ingabbiano le sue
emozioni. La sua vita sta scivolando via come sabbia tra le dita. La
possibilità di rinascita gli viene offerta dal suo editore che lo sprona a
rituffarsi nel lavoro per ritrovare passione e voglia di vivere. Lo scrittore
si lascerà convincere a scrivere una nuova storia basata sul caso dell’omicidio
dell’uomo di Primrose Lane, l’uomo dai guanti di lana. Il suo cadavere è stato
ritrovato con le dita mozzate e triturate. Ben presto le indagini diventano per
David Neff un’autentica ossessione: in casa dell’uomo assassinato, sul suo
letto, sono state isolate le impronte di Elizabeth. Qual è l’oscuro legame che
lega queste persone? Cosa si nasconde nel passato tormentato di Elizabeth segnato
dal rapimento della sorella gemella Elaine, svanita nel nulla e mai più
ritrovata?
Fin dalle prime pagine di questo romanzo la mia attenzione è
stata catturata da una storia ben narrata e organizzata su più piani temporali.
Il rapimento di Elaine, l’uomo misterioso che salva Elizabeth, le indagini
inconcludenti della polizia, il senso di colpa che affligge la giovane
protagonista. Poi l’arrivo di Neff, l’innamoramento e il matrimonio, per
Elizabeth l’inizio di una nuova vita.
Tutto sembra procedere per il verso
giusto. Sembra.
Quando Neff inizia le indagini per il suo libro tutto cambia.
Il giovane cronista si lascia coinvolgere sempre più dalla personalità malata
dei serial killer, fino a manifestare problemi psichici da stress
post-traumatico. Lo scrittore vive gli omicidi interiorizzando la loro forza
distruttiva, addirittura sente nella sua testa la voce del Killer. Neff
riuscirà a finire il libro, diventerà molto ricco ma perderà la sua anima. Il
suicidio della moglie segna il culmine dell’inferno in cui lo scrittore è
precipitato. Dolore su dolore, come uscirne? Un’altra indagine che il destino
beffardo lega con il dramma di Elizabeth.
Ecco che, pagina dopo pagina, si
verificano salti temporali repentini che conferiscono un ritmo incalzante alla narrazione.
Il gran puzzle della verità prende forma, tanti frammenti, apparentemente non
connessi tra loro, si incastrano alla perfezione facendo combaciare date,
avvenimenti, testimonianze. Fin qui nulla da eccepire, romanzo intrigante e
avvincente.
Poi si verifica un cambiamento, forse inizia una sperimentazione
letteraria che ha creato un romanzo ibrido che ha perso del tutto la propria
identità. Mi spiego: David Neff è talmente assorbito dalle sue indagini da
trasformare la ricerca della verità in un’ ossessione. Non ci sono più limiti:
pur di sapere è disposto a tutto anche all’inverosimile. A questo punto il
romanzo diventa caos. Il thriller lascia il posto alla fantascienza: i viaggi
nel tempo generano una duplice esistenza, in contemporanea, dello stesso
personaggio con età diverse e proveniente da mondi paralleli. Grazie a una
navicella molto particolare, ad una sospensione vitae ingegnosa, alcuni
personaggi attraversano il tempo a ritroso per andar dietro alle ossessioni
personali. Questi piani temporali proiettati in mondi diversi danno vita a un
miscuglio di personaggi che interagiscono con il passato. Il tutto raccontato
in maniera confusa e disorganizzata. Peccato perché la prima parte del romanzo
affascina, la seconda ti dà l’impressione di aver perso il filo del discorso. A
volte succede di perdersi strada facendo, forse Renner voleva sperimentare
qualcosa di cui non era totalmente sicuro. Io non amo molto i viaggi nel tempo
soprattutto quando si inizia a incrociare mondi che vivono un tempo diverso: in
uno l’accaduto si è già realizzato, nell’altro deve ancora verificarsi. Allora
si può intervenire per cambiare l’evolvere dei fatti? Ha una sua logica
lasciare il presente per proiettarsi nel
passato e cercare di deviare ciò che deve accadere nell’evolvere
naturale dell’esistenza? E se questo non è sufficiente, ha senso dal
futuro fare un salto nel passato sapendo
di non poter più tornare nella propria epoca? Aiuto, mi sono nuovamente persa.
Vuol dire che, senza scomodare i viaggi nel tempo, mi limiterò a godere della
prima parte del romanzo non considerando l’epilogo confusionario. I personaggi
sono ben caratterizzati, viene data voce anche ai serial killer con i loro
destini pericolosamente intrecciati, la suspense è notevole, il ritmo serrato rende
piacevolissima la lettura e diventa impossibile staccarsi da quelle pagine che
narrano crimini efferati e misteri a cui vuoi sia data una risposta. Alla prima
parte del romanzo assegno ben quattro piume, alla seconda parte due misere
piume.
Tuttavia sono curiosa di leggere altri romanzi di James
Renner per vedere se ci sono altri thriller che non mutano aspetto strada
facendo. Mi piace ciò che ho letto nei primi capitoli de “L’uomo di Primrose
Lane” e confido in future letture più soddisfacenti sempre a firma Renner.