venerdì 28 giugno 2024

BLOGTOUR | "Il villaggio perduto" di Camilla Sten | I 5 motivi per leggere il romanzo

"Il villaggio perduto" è il primo romanzo per adulti scritto da Camilla Sten, in uscita per Fazi il 2 luglio . Si tratta di un thriller psicologico con venature horror e brividi assicurati. Perché leggerlo? Per ben 5 motivi che vado a illustrarvi.




Il villaggio perduto
Camilla Sten 

Editore: Fazi
Pagine: 372
Prezzo: € 19,50
Sinossi
Alice Lindstedt è una giovane regista di documentari costretta a barcamenarsi con la precarietà. C’è una storia, nascosta da qualche parte nelle crepe del passato, che la ossessiona da sempre. Nell’estate del 1959 il piccolo villaggio minerario di Silvertjärn è stato teatro di un evento inspiegabile: i suoi novecento abitanti sono svaniti nel nulla, lasciandosi dietro soltanto una città fantasma, il cadavere di una donna lapidata nella piazza del paese e una neonata di pochi giorni abbandonata sui banchi della scuola. Nonostante le indagini e le perlustrazioni a tappeto della polizia, non si è mai trovata alcuna traccia dei residenti, né alcun indizio sul loro destino. La nonna di Alice viveva nel villaggio, e tutta la sua famiglia è scomparsa insieme a loro. Le domande senza risposta sono troppe, e Alice decide di realizzare un documentario per ricostruire ciò che è realmente accaduto. Insieme a una troupe di amici si reca sul posto per i primi sopralluoghi: ben presto capiranno che non sarà così facile tornare indietro.



I 5 motivi per leggere il romanzo

Il male si diffonde come una malattia. Deforma l'anima finché non c'è più nulla da salvare.

1. Perché ci sono tutti gli ingredienti per tenervi incollati alle pagine. La storia ruota attorno a un mistero. Nell'estate del 1959 il piccolo villaggio minerario di Silvertjärn è stato teatro di un evento inspiegabile: i suoi 900 abitanti sono svaniti nel nulla, lasciandosi dietro solo una città fantasma, il cadavere di una donna lapidata e una neonata di pochi giorni abbandonata sui banchi di una scuola. La polizia non ha risolto il mistero e il tempo ha steso un velo pietoso sulla vicenda. Velo che Alice Lindstedt, una giovane regista di documentari, è decisa a squarciare. La nonna di Alice viveva nel villaggio ed è scomparsa con tutta la famiglia. Ossessionata da questa storia, Alice decide di realizzare un documentario per ricostruire ciò che realmente è accaduto. Insieme a una troupe di amici si reca sul posto e la situazione si complica fino a diventare terrificante.

Come e perché sono scomparsi tutti?

2. Perché è il thriller perfetto per l'estate: atmosfere da brivido, ritmo serrato, una tensione crescente. Un caleidoscopio di personaggi che ci guidano in un labirinto di odio, rancore, invidia e vendetta. In un gioco degli specchi prede e cacciatori finiranno per scambiarsi i ruoli, finché nessuno saprà più con certezza da che parte sta e perché. In una città fantasma, dietro le porte delle case abbandonate, per le vie solitarie, si aggirano ombre inquiete che non hanno accettato il loro destino. Bisbigli nella notte, risatine sinistre in lontananza, grida improvvise, sono l'innesco di fatti di sangue. Lo stato emotivo ansiogeno dei protagonisti coinvolge il lettore. È indubbio che nel villaggio sia successo qualcosa di terribile.

Qualcuno ha rapito l'intero villaggio?

3. Perché il romanzo porta in luce le nostre paure nascoste, la crudeltà insita nell'uomo, l'oscurità che  alberga in noi e che dà alla luce un incubo terrificante e angoscioso. Per tutto il libro vi chiederete cosa sia successo, farete supposizioni, metterete in moto la vostra fantasia. Novecento persone non svaniscono nel nulla con un colpo di bacchetta, la magia non vive nel villaggio fantasma. Ma c'è qualcosa di immensamente malvagio che non gioca seguendo le regole della realtà. Qui il terrore non ha volto, né forma, né nome, e questo è quanto di più tremendo si possa immaginare.

4. Perché "Il villaggio perduto" è un romanzo claustrofobico, il passato e il presente si evolvono nel villaggio minerario del Norrland centrale, rimasto inalterato dal 1959. Il perimetro del villaggio delimita i luoghi degli eventi, un tempo sospeso. Anzi tutto il villaggio appare come una capsula del tempo che racconta uno spaccato di vita crudo e brutale come spesso è la realtà. Il gran finale vi sorprenderà.

5. Perché "Il villaggio perduto" regala una lettura ricca di emozioni. Nulla è lasciato al caso. I personaggi, le vicende e i luoghi sono ben definiti. Il romanzo è scritto in maniera scorrevole e l'ambientazione è perfetta per creare la giusta atmosfera e rendere la lettura intrigante. Suspense e mistero, luci e ombre sono ben dosati tanto da tenere in bilico il lettore costretto a camminare sul confine ristretto che separa il probabile dall'impossibile, il vero dal falso.

Camilla Sten è un'autrice svedese. Nata nel 1992 e figlia della famosa scrittrice di gialli Viveca Sten. Scrive storie da quando era ragazzina. "Il villaggio perduto" è il suo primo romanzo per adulti, pubblicato in Italia da Fazi.

Con "Il villaggio perduto" Camilla Sten conduce il lettore in una zona grigia dove l'impossibile diventa realtà, la fragilità è una colpa e nulla è come sembra. L'oscurità che dimora dentro ognuno di noi disegna una spirale maligna che conferisce al romanzo il suo accattivante potere nero.




venerdì 14 giugno 2024

BLOGTOUR | "Il Nido del Pettirosso" di Lorenzo Sartori | I 5 motivi per leggere il romanzo

Il 18 giugno 2024 esce il nuovo romanzo di Lorenzo Sartori, "Il Nido del Pettirosso". Pubblicato da Fazi, nella colonna Darkside, si tratta di un thriller psicologico ambientato tra le montagne del Trentino.

Il romanzo racconta di una famiglia che vive a Milano e che decide di  cambiare totalmente la propria esistenza per andare ad aprire un piccolo albergo di montagna. Tanti bei progetti, tanti sogni e aspettative, ma le cose non andranno come previsto. Si tratta di un thriller appassionante che dovreste leggere per ben 5 motivi.




Il Nido del Pettirosso
Lorenzo Sartori

Editore: Fazi
Pagine: 336
Prezzo: € 18
Sinossi
La scomparsa improvvisa di una ragazza riporta a galla un terribile omicidio avvenuto in passato e mai dimenticato. Ad Alveno, paese di poche anime tra i monti del Trentino, Alice ha lasciato i ricordi più belli e anche i più atroci. Dopo alcuni anni di assenza, sta andando lì con gli amici di sempre. Sono in macchina, diretti al Nido del Pettirosso, l’albergo che i suoi genitori gestivano quando lei era ancora una bambina e che ora sua madre Laura ha deciso di vendere per lasciarsi alle spalle i tragici eventi accaduti nei dintorni. Undici anni prima, infatti, sua sorella Sara era stata ritrovata morta in fondo a un burrone: come siano realmente andate le cose resta un mistero ma la sua famiglia, nel frattempo, è andata in pezzi. L’indomani, Laura riceve una telefonata dalla polizia: l’auto su cui viaggiava Alice è finita in una scarpata; lei e un suo amico si sono allontanati per chiedere aiuto e da quel momento nessuno ha più avuto notizie di loro. Laura si precipita sul posto per seguire le indagini, portate avanti dall’agguerrita ispettrice Valenti. Possibile che la montagna voglia prendersi anche l’unica figlia rimastale? Tutte le paure e i dubbi del passato si riaffacciano come ospiti indesiderati dalle finestre delle stanze ormai vuote del Nido del Pettirosso: che fine ha fatto Alice? La sua scomparsa è legata in qualche modo alla morte di Sara? Riusciranno Laura e l’ispettrice Valenti a ritrovare la ragazza prima che accada di nuovo l’irreparabile?



I 5 motivi per leggere il romanzo

Dopo tre giorni di ricerche, alla fine l'avevano trovata. In fondo a un dirupo, morta. Quello stesso dirupo che Laura adesso sta cercando di raggiungere con il cuore che è ormai una pietra acuminata e a ogni passo le incide il petto da dentro, togliendole fiato più del pendio.

1. Perché la trama crea una fitta ragnatela intrecciando i misteriosi avvenimenti del passato con un presente altrettanto misterioso. Vecchi segreti e nuove paure si rincorrono in un incastro perfetto rivelando una realtà impensabile.

Ad Alveno, paese di poche anime tra i monti del Trentino, Alice ha lasciato i ricordi più belli e anche i più atroci. Dopo alcuni anni di assenza, sta andando lì con gli amici di sempre. Sono in macchina, diretti al Nido del Pettirosso, l'albergo che i suoi genitori gestivano quando lei era ancora una bambina e che ora sua madre Laura ha deciso di vendere per lasciarsi alle spalle i tragici eventi accaduti nei dintorni. Undici anni prima, infatti, sua sorella Sara era stata ritrovata morta in fondo a un burrone. La verità non è mai venuta a galla e la famiglia è andata in pezzi. L'indomani Laura riceve una telefonata dalla polizia: l'auto su cui viaggiava Alice è finita in una scarpata; lei e un suo amico si sono allontanati per chiedere aiuto e da quel momento nessuno ha più avuto notizie di loro. Laura si precipita sul posto per seguire le indagini portate avanti dall'agguerrita ispettrice Valenti. Possibile che la montagna voglia prendersi anche l'unica figlia rimastale?

Tra le cime affilate degli alberi la luna era l'unghia di un predatore. Alice rimase incantata a osservarla... Tremava. Si accorse di essere scalza. A piedi nudi e con una strana veste addosso. Cosa ci faceva di notte in un bosco?

2. Perché è un romanzo potente e coinvolgente, un caso delicato ad alto tasso di suspense. L'autore è bravissimo a evocare inquietudine e paura sullo sfondo del paesaggio montano con i suoi boschi, i torrenti e gli animali selvatici. In tanta bellezza, che fa da cornice a una intricata vicenda umana, riemerge l'orrore del passato e si scrutano i recessi più oscuri dell'animo umano. Avvincente l'architettura narrativa, l'autore prima ci accoglie con un prologo che è un pugno nello stomaco  e ci cattura con tanti piccoli dettagli che rendono la narrazione ancora più vera e inquietante. I personaggi sono il cuore pulsante del romanzo, sono credibili, alcuni sono simpatici, altri determinati e qualcuno è davvero antipatico. La forza e il coraggio delle donne appare determinante, sono donne decise che si sentono incomprese da chi dice di amarle, ma alcune sono anche abilissime manipolatrici. Gli uomini si rivelano  più enigmatici e sfuggenti.

"Mamma", urlò, e fu allora che qualcuno la strinse. L'incubo era finito. Diverse torce illuminarono quell'abbraccio disperato e fu solo quando sua madre si scostò, gli occhi sbarrati, che Alice si accorse delle chiazze di fango e sangue sulla sua veste.

3. Perché è una storia di coraggio, di amore e di legami familiari. Ridare voce ai ricordi è doloroso ma necessario e Laura nasconde la sua vulnerabilità con il coraggio che solo una madre può avere per salvare la propria figlia. Non si può rimanere indifferenti davanti alla trasformazione di Laura che, attraverso i suoi ricordi, ci permette di scoprire cosa è successo nel passato e come ogni componente della famiglia abbia reagito alla morte di Sara. Non si può fuggire dai propri demoni e Laura per salvare Alice dovrà iniziare un viaggio doloroso nel passato. Dovrà ritrovare la speranza per affrontare un'altra esperienza spaventosa tra ricordi angoscianti e fantasmi venuti a tormentarla.

4. Perché è un thriller che intreccia un cold case e una sparizione nel presente, ma affronta anche temi socialmente rilevanti, controversi e provocatori. L'autore dispone tutte le tessere del puzzle per poi incastrarle perfettamente e ti rendi conto che la vera protagonista, nel bene e nel male, è "la maternità". I capitoli sono un gioco crudele che mescola le carte, ognuno reinterpreta gli eventi a seconda delle loro visioni interiori. Qui non troverete una netta distinzione tra vittima e carnefice, ma sarete alla presenza di un vortice ingannevole che scompagina le certezze che il lettore crede di aver accumulato strada facendo.

Leggendo "Il nido del pettirosso" si ha una piacevole sensazione ansiogena, ci si immedesima con Laura. Una madre che non smette di lottare per rendere giustizia alla memoria della figlia e per salvare l'altra figlia, oggi in pericolo. La verità verrà a galla e sarà sorprendente, crudele e inattesa.

5. Perché è un viaggio attraverso le luci e le ombre dell'animo umano in un vortice di emozioni. Esplora temi sempre attuali come il senso di appartenenza e d'integrazione, di giustizia e sguardo al futuro. Interessante leggere le dinamiche familiari che portano a determinate scelte e le conseguenze, che gli eventi, hanno sulla vita dei protagonisti tormentati da rimpianti e rimorsi.

"Il Nido del Pettirosso" mescola mistero, emozioni e realtà. Pone al centro di una serrata narrazione il sacrificio e la paura di perdere una persona amata. I sentieri di montagna sono fantastici ma possono nascondere pericoli mortali.



martedì 11 giugno 2024

RECENSIONE | "Uomini e topi" di John Steinbeck

"Uomini e topi" di John Steinbeck, scrittore statunitense tra i più noti del XX secolo, è un romanzo breve pubblicato in Italia nel 1938 da Bompiani nella celebre traduzione di Cesare Pavese.

Nel 1962 a Steinbech gli fu conferito il Premio Nobel per la letteratura "per le sue scritture realistiche ed immaginative, unendo l'umore sensibile e la percezione sociale acuta."

"Uomini e topi" ha come protagonisti due diseredati, due uomini legati da una profonda amicizia che non accettano l'umiliazione e vivono, anche loro, il sogno americano. Il titolo è tratto da una poesia dello scrittore scozzese settecentesco Robert Burns che parla di come i piani architettati da uomini e topi abbiano spesso un esito negativo. La gioia promessa dal "sogno" si rivela null'altro che dolore e sofferenza. 



Uomini e topi
John Steinbeck

Editore: Bompiani
Pagine: 144
Prezzo: € 12,35
Sinossi

La storia di un'amicizia profonda tra due uomini, due braccianti stagionali in California che condividono un sogno. George Milton si occupa da sempre con ferma dolcezza di Lennie Small, un gigante con il cuore e la mente di un bambino. Il loro progetto, mentre vagano di ranch in ranch, è trovare un posto tutto per loro a Hill Country, dove la terra costa poco: un posto piccolo, giusto qualche acro da coltivare, e poi qualche pollo, maiali, conigli. Ma le loro speranze, come "i migliori progetti predisposti da uomini e topi" (è un verso di Burns), sono destinate a sbriciolarsi. Il ritratto di un'America soffocata dalla crisi e di un'umanità gretta e gelosa nella drammatica rappresentazione di un maestro della letteratura. 





Di' della casa George, supplicò Lennie. Va bene, avremo una casetta e una stanza tutta nostra. Una stufetta di ghisa bella panciuta, e d'inverno la accendiamo e la lasciamo bruciare. Terra non ce ne sarà molta, così non dovremo lavorare troppo. Magari sei, sette ore al giorno. Non dovremo  sollevare l'orzo per undici ore al giorno.

Il romanzo narra la storia tragica e violenta di due braccianti, sono due hobos ossia lavoratori stagionali, che trovano lavoro in un ranch della California. Lennie, un gigante con il cuore e la mente di un bambino, e il saggio George, guida e sostegno dell'amico.

Lennie ha una stazza imponente e una straordinaria forza fisica, è affetto da ritardo mentale e non è in grado di controllare la sua forza. Lui, che il bene non l'ha mai conosciuto, ama accarezzare piccoli animali ma finisce per ucciderli perché non riesce a dosare la sua forza che malvagia non è.

George, punto di riferimento di Lennie, ha un fisico minuto ma è acuto di mente e scaltro. George cerca di proteggere Lennie da se stesso e dagli altri che non comprendono quanto siano inconsapevoli le azioni del gigante.

I due uomini, siamo negli anni trenta in piena Depressione, affrontano insieme le difficoltà della vita e condividono un sogno: acquistare, un giorno, un piccolo pezzo di terra a Hill Country, dove la terra costa poco, dove condurre una vita finalmente serena, vivendo dei frutti della terra, insieme con i tanti animali di cui Lennie sogna di prendersi cura. Da questo sogno, i due uomini, traggono la forza per sopportare la durezza della vita quotidiana. Giunti al ranch, dove hanno trovato lavoro come stagionali, i due protagonisti fanno conoscenza con gli altri personaggi simbolo della sconfitta, del dolore, dell'insoddisfazione e della rabbia.

C'é l'anziano scopino Candy, rimasto monco in seguito a un incidente sul lavoro che teme di essere mandato via dal ranch quando sarà diventato inutile.

Poi c'è Curley, il rissoso figlio del padrone, con sua moglie.

Slim, l'autorevole capo-mulattiere, si rivela un personaggio positivo. Quando il vecchio cane di Candy dev'essere soppresso, gli regala uno dei cuccioli della sua cagna, e fa lo stesso con Lennie, quando sa che quest'ultimo adora gli animali.

Crooks, lo stalliere di colore vittima del pregiudizio, è costretto a  dormire separato dagli altri. Tutti lo evitano. Crooks ha solo la compagnia dei suoi libri.

Un uomo ha bisogno di qualcuno vicino. Un uomo diventa pazzo se non ha nessuno. Non importa chi è, da quanto è con lui. Te lo dico io che a rimanere troppo soli si finisce per impazzire.

E poi c'é lei, la sensuale e superficiale moglie di Curley, satanica tentatrice senza nome, che ha accettato il matrimonio solo per sfuggire alla madre e a una infanzia e giovinezza segnate da incomprensioni e abusi. La donna coltiva il sogno di diventare una star del cinema e si lascia andare in ammiccamenti e sottointesi con tutti i lavoranti della fattoria.

"Uomini e topi" é un piccolo gioiello, un romanzo indimenticabile che mostra l'importanza  dei veri rapporti umani in una vita difficile. È una storia che emoziona e coinvolge, ma il finale lascia sicuramente l'amaro in bocca. I dialoghi si arricchiscono dello slang dei braccianti e tracciano un quadro di sfruttamento e lotte sociali, ingiustizia e sofferenza umana.

"Uomini e topi" è  un omaggio agli umili e oppressi della terra, alla solitudine  e alla perdita. Il sogno americano acquista i contorni di un'illusione. L'ingiustizia sociale ferma il loro cammino versa la terra promessa. Lennie e George sono protagonisti di un'odissea moderna, di una storia che si ripete.

"Sembra strano che un matto come lui e un ometto come voi giriate insieme".

"Non è matto," disse George.

"È duro assai, ma non è un matto. E neanche io sono poi una cima, altrimenti non starei a caricare sacchi per i miei cinquanta e rotti."

Nel romanzo il sogno americano svanisce e al suo posto c'è un mondo di prevaricazione, di disperazione, di uomini invisibili. L'eterno scontro tra classi sociali e la lotta per la sopravvivenza sono il substrato che nutre questo romanzo amaro che rappresenta la metafora della vita. Si sogna la libertà, si anela al paradiso in terra, si brama la felicità. Ma tutto è utopia, scritto sulla sabbia del deserto.

Ai classici nessun voto, brillano di luce propria.