martedì 28 luglio 2020

RECENSIONE | "Sei sospetti per un delitto" di Raffaele Malavasi

Raffaele Malavasi, geniale autore di “Tre cadaveri” e “Due brutali delitti”, torna in libreria con “Sei sospetti per un delitto”. Il nuovo, appassionante thriller è ambientato a Genova e segna il ritorno dell’ex poliziotto Goffredo Spada, protagonista di tutti i precedenti romanzi di Malavasi editi dalla Newton Compton.

“Sei sospetti per un delitto” sonda i lati oscuri della vita e si mostra anche come uno strumento di denuncia sociale. La mia attenzione è stata subito attratta non tanto dall’evento criminale quanto dalle relazioni sociali e umane, dai personaggi e dalla difficoltà del vivere. I protagonisti, le persone, diventano il fulcro del romanzo. Genova è il perfetto sfondo per questa storia perché offre una grande ricchezza di scenari andando dal centro storico al porto, dai palazzi alti ai vicoli stretti che sembrano svanire nel mare. Nel romanzo non troverete miracoli ma una flebile luce di speranza. Si può iniziare proprio da quella flebile luce, un passo alla volta verso il futuro.


STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 6
Sei sospetti per un delitto
Raffaele Malavasi

Editore: Newton Compton
Pagine: 448
Prezzo: € 9,90
Sinossi
Mentre la folla defluisce dal salone nautico di Genova, un fuoristrada invade il sottopassaggio pedonale di accesso al polo fieristico e investe decine di persone. Quando cessa la sua corsa, due uomini escono dall'abitacolo e, armati di coltelli, lasciano dietro di sé una scia di morte. A fine giornata si contano sette vittime e ventotto feriti. Tra questi un poliziotto, casualmente presente durante l'azione terroristica, colpito mentre tentava di salvare due bambini. Si tratta di Riccardo Giustini, il collaboratore più alto in grado nella squadra coordinata dall'ispettore Gabriele Manzi. Sono passati due mesi dalla tragedia, quando alla squadra di Manzi viene segnalata la sparizione di Nino Barbieri, un giovane convertito all'Islam che in passato è stato indagato per il suo coinvolgimento nella causa fondamentalista. L'ispettore Manzi avrà ancora bisogno dell'aiuto dell'ex poliziotto Goffredo-Red Spada e della giornalista Orietta Costa per ritrovare Nino, prima che una nuova ondata di terrore si abbatta su Genova.

Poi, all’improvviso, succede. Diverse file davanti a lui il vociare si fa schiamazzo, lo schiamazzo si fa urlo. L’andatura della folla forzatamente ordinata è colta dallo scompiglio… E di colpo compaiono il parabrezza e i fari rotondi di un fuoristrada che avanza nella sua direzione. Si fa avanti con sobbalzi e sbandate. Sobbalza sui corpi. Sbanda per liberare le ruote da chi è rimasto sotto, o forse per mietere nella sua furia distruttiva il raccolto più vasto che può.
Il romanzo si apre con un epilogo davvero coinvolgente. Mentre la folla defluisce dal salone nautico di Genova, un fuoristrada investe, a folle velocità, decine di persone. A un tratto la macchina si ferma e due uomini escono dall’abitacolo. Sono armati di machete e continuano a uccidere senza alcuna pietà. Tra i feriti c’è un poliziotto, casualmente presente durante l’azione terroristica, colpito nel tentativo di salvare due bambini. Si tratta di Riccardo Giustini, un collaboratore dell’ispettore Gabriele Manzi. Due mesi dopo l’attentato, alla squadra di Manzi viene segnalata la scomparsa di Nino Barbieri, un giovane convertito all’Islam e già indagato per il suo coinvolgimento nella causa fondamentalista. A coadiuvare le indagini dell’ispettore Manzi ci son l’ex poliziotto Goffredo-Red Spada e la giornalista Orietta Costa. Occorre agire in fretta, ritrovare Nino e impedire che una nuova ondata di terrore sconvolga la città.

La strage al Salone nautico viene rivendicata dal misterioso gruppo dei Combattenti di Dio e si sospetta sia solo un primo passo verso una nuova stagione di terrore prona a dilaniare l’intera città di Genova. Per porre un freno a quest’onda distruttiva, entrano in scena tre personaggi in grado di rendere più avvincente e intrigante la storia. Ve li presento con piacere.

L’ispettore Gabriele Manzi è a capo di una squadra di uomini decisi e risoluti. Non ama sottostare ai dictat dei suoi superiori. Non emette condanne se non supportate da un attento esame delle prove e non si lascia deviare dalle apparenze.

Orietta Costa è una giornalista di cronaca nera e scrive per “Il Secolo XIX”. Appare coraggiosa e determinata, conosce le sue fragilità e le trasforma in punti di forza perché è consapevole “di essere nata per combattere, in quanto guerriera, in quanto cocciuta, in quanto donna.”

A guidare le sue azioni è l’istinto, scoprire a tutti i costi la verità anche se occorre prima scalare una montagna di menzogne.
Orietta si nasconde dietro a una maschera fatta di sicurezza e ambizione. Ma è pur sempre una maschera con la quale cerca di nascondere la sua fragilità. Si butta nella mischia per vincere le sue paure. Sfida i pericoli e le situazioni estreme per dimostrare a sé stessa che i suoi timori sono falsi, superati. Prima o poi, però, questo comportamento le procurerà seri guai.
Goffredo e Lorenzo Spada, rispettivamente padre e figlio. Goffredo, ex poliziotto, ha notevoli doti nell’arte della deduzione e della logica investigativa. Ha l’innata capacità di leggere i dettagli e ricostruire gli eventi. Nel suo passato c’è tanto dolore e un tormento che non riesce a placare.
Sono proprio i dettagli anomali che ci devono guidare. È nelle pieghe delle scelte all’apparenza insensate che dobbiamo intrufolarci per scovare le motivazioni di chi ha ucciso.
Suo figlio Lorenzo ha 12 anni e si sente terribilmente solo e invisibile agli occhi del padre. La sua inesperienza lo porterà a cedere alle lusinghe di un misterioso sito, Black Bears, che propone delle prove da superare per mostrare il proprio coraggio, sincerità e forza interiore. Per diventare uno di loro, il ragazzo è deciso a dimostrare di non essere un debole, un rinunciatario, un bambino da controllare. Le prove, però, diventano sempre più pericolose. La figura di Lorenzo mi ha coinvolta emotivamente, ho percepito il suo disperato tentativo di richiamare l’attenzione su di sé. Coloro che avrebbero dovuto stargli vicino erano, secondo lui, distratti da altro. Il suo allenatore lo escludeva dalla riunione di fine partita, i professori spesso dimenticavano il suo nome, i compagni di scuola gli stavano alla larga. Soprattutto voleva richiamare l’attenzione del padre, voleva annullare quel distacco che percepiva intorno a sé.

Manzi, Spada, Costa sono le punte di diamante di questo intricato e intrigante romanzo. Ognuno conduce indagini per proprio conto per poi giungere a una collaborazione fruttuosa anche se difficile. La storia ci apre le sue porte con un attentato terroristico ponendo le basi di una vicenda che vede temi reali della nostra società intrecciarsi con la fantasia dell’autore. Entrare in una zona grigia, tra verità e false piste, permette a Malavasi di muoversi, con abilità, in un campo minato dove i pericoli si moltiplicano ad ogni passo. Il centro storico genovese, con il suo dedalo di caruggi, diventa teatro d’indagine per una storia complessa. La ricerca dei mandanti dell’attentato, la scomparsa di un sospettato, personaggi loschi dalla doppia vita, creano un tessuto narrativo molto efficace.

“Sei sospetti per un delitto” è il primo romanzo di Malavasi che leggo e ho molto apprezzato la sua narrazione veloce, il suo mescolare le carte e confondere gli indizi. La storia, ben scritta, ha il fascino del crimine che indossa la maschera della religione per condurci nella notte buia del terrorismo. La storia si tinge di nero anche a causa di altri temi come il bullismo, la manipolazione dei più fragili, i pericoli del web. L’autore, grazie a personaggi pronti a raccogliere ogni sfida, crea una storia che trasmette sensazioni di ansia, angoscia e paura ma l’arricchisce anche con momenti di pura suspense all’interno di un indagine atipica. Il legame con il lettore è immediato, il prologo conquista e si procede senza pensare mai di abbandonare la lettura.

Conoscerete personaggi che si mostrano vulnerabili e coinvolgenti, pronti a farvi da guida nel difficile mondo dei rapporti umani. Fate attenzione, non distraetevi, in questo romanzo gli indizi giocano a nascondino. Inizialmente sfacciatamente evidenti sembrano condannare un personaggio già noto alla polizia, poi avviene una metamorfosi e gli indizi accusatori si trasformano in prove d’innocenza. Tutto a posto? Assolutamente no. Le carte si mescolano ancora e ancora, cambiano pelle lasciando il lettore piacevolmente confuso.

“Sei sospetti per un delitto” è una storia nera, a tratti feroce, con uno sguardo impietoso sul presente e sulle lacerazioni di una parte della società che sceglie la cultura della Morte e volta le spalle alla vita. 

È un thriller a tre voci, una storia da brivido, inquietante e misteriosa. Oltre alla narrazione degli eventi, Malavasi racconta le persone con le loro aspirazioni, fragilità, difficoltà e pregiudizi. Guardando oltre la natura thriller del romanzo, Malavasi pone il lettore davanti a temi profondi che rispecchiano drammi devastanti sullo sfondo di scelte radicali e delusioni esistenziali.

martedì 21 luglio 2020

BLOGTOUR | “Solo Dio è innocente" di Michele Navarra | I 5 motivi per leggere il romanzo

“Solo Dio è innocente” di Michele Navarra, Fazi Editore, è un intrigante legal thriller ambientato tra la Roma degli studi legali e la Sardegna primitiva. Oscure minacce, vendetta, ricerca della verità, sono gli elementi portanti di questo romanzo scritto da Navarra con maestria e ritmo incalzante. Una lettura avvincente scandita da complesse dinamiche familiari, in cui le colpe dei padri, coinvolti in faide interminabili, ricadono inevitabilmente sui figli. Io amo le storie a matrioska, l’intreccio abile che semina indizi qua e là, l’opportunità di conoscenza e riflessione che la trama mi offre. Quindi, senza indugi, ecco i cinque motivi per leggere “Solo Dio è innocente”.




Solo Dio è innocente
Michele Navarra
Editore: Fazi

Prezzo: € 16,00
Sinossi
L’assassinio di un ragazzo nella terra appartata e misteriosa del Gennargentu dove il codice barbaricino, tramandato fin da tempi antichissimi, è ancora una realtà difficile da contrastare.
Nella Sardegna profonda, tra le alture della Barbagia, l’omicidio a sangue freddo di un quindicenne riapre vecchie ferite. La faida implacabile che oppone da sempre due famiglie rivali sembra non risparmiare proprio nessuno. Il principale sospettato del delitto, Mario Serra, ha già alle spalle una lunga storia di crudeltà e di sangue, forse troppo per poter credere che vi sia ancora un briciolo di umanità in lui. Questo è il dubbio che tormenta l’avvocato incaricato della sua difesa, Alessandro Gordiani, che, dal suo studio di Roma, parte per l’isola in vista di un processo che minerà le sue convinzioni sulla natura umana e sulla giustizia, che non sempre coincide con il giudizio espresso in tribunale. Costretto a immergersi in una società antiquata e omertosa, Gordiani si sposterà tra Roma e la Sardegna per prepararsi, anche emotivamente, a un complicato processo penale.



I 5 motivi per leggere il romanzo

1. Perchè il romanzo di Michele Navarra è un legal thriller, un romanzo giudiziario all’italiana con protagonista l’imperfetto avvocato Gordiani. Navarra è uno scrittore di genere, scrive storie giudiziarie prendendo spunto dalla realtà. In “Solo Dio è innocente” ad affascinare il lettore è la storia più che il delitto. L’avvocato Gordiani, incaricato della difesa del presunto colpevole d’omicidio, è una ricca fonte di riflessioni con le sue convinzioni sulla natura umana e sulla giustizia. Giustizia che non sempre coincide con il giudizio espresso in tribunale. Non aspettatevi numerosi colpi di scena, nel mono giudiziario italiano prevale un lavoro certosino di ricerca e studi preparatori. Nel romanzo troverete i dubbi e le perplessità di un avvocato alle prese con un cliente difficile. Toccherete con mano il mondo giudiziario italiano con i suoi aspetti accattivanti e le sue disfunzioni. Fare l’avvocato, riflette Gordiani, è sempre difficile, le cause durano all’infinito e ottenere giustizia è un’impresa quasi impossibile. Attraverso i suoi romanzi, Michele Navarra ci offre l’opportunità di comprendere come funziona il processo penale italiano. Il presunto colpevole, che nel romanzo risponde al nome di Mario Serra, è già noto. Occorre dissolvere i dubbi, analizzare l’azione delittuosa, esaminare e capire se ciò che sembra è verità. Una cosa è certa: spesso i due concetti di “legge” e “giustizia” vengono confusi. Il romanzo ci permette di seguire, con vivo interesse, il susseguirsi degli eventi e la preparazione della difesa. Realtà, fantasia, esperienze personali, sentimenti, si mescolano per dare origine aduna storia che parte da un frammento di verità ma che, occorre ricordare, è opera della fantasia generatrice di un gioco d’intrecci abilmente distribuiti nella storia. 

2. Perchè non potete non subire il fascino oscuro di una sanguinosa faida che si protrae da anni tra le due famiglie protagoniste di “Solo Dio è innocente”. I Serra e i Rutzu si odiano da sempre. Da una parte Davide Rutzu, 19 anni, era convinto della propria invulnerabilità, non aveva paura di nulla, quasi di nulla, temeva solo un nome che nella sua famiglia tutti conoscevano ma evitavano di pronunciare: Mario Serra, Mario il bastardo, Mario l’assassino. Per colpa di un muretto, sconfinato per neanche mezzo metro nelle terre di Serra, Mario aveva ucciso Efisio Rutzu. I Rutzu non avevano ottenuto giustizia dal tribunale e quindi ecco farsi avanti la “vendetta” feroce e inesorabile: il millenario codice barbaricino. 
Giustizia di tribunale che tarda, giustizia di fucile che interviene.

3. Perchè la vicenda si svolge nel cuore della Sardegna, in Barbagia, un tempo terra di un codice barbaricino composto da leggi non scritte. È un codice basato sull’onore, il rispetto e sulla vendetta. Contano solo i vincoli della famiglia. La vendetta assume il compito di ricostruire l’ordine che è stato destabilizzato. L’offesa del sangue è la più grave, non può essere mai dimenticata. Le parole “perdono” e “misericordia” erano state per sempre cancellate a vantaggio di lutti e rovine. Chi non vendica le offese, che non cadono mai in prescrizione, non è un uomo d’onore. Così gli odi si stratificano nel tempo e le vendette sono inesauribili. Lo Stato è impotente.

4. Perché i personaggi principali del romanzo conferiscono alla storia un fascino che cattura il lettore e lo aiutano a calarsi nella storia. Alcuni personaggi si amano immediatamente, sono simpatici e ispirano fiducia. Altri si odiano profondamente, senti a pelle la loro cattiveria, non ti fidi e ne hai paura. L’imperfetto avvocato Gordiani ispira fiducia. Per accettare la difesa di un presunto colpevole, doveva esser convinto lui per primo dell’innocenza del suo cliente o avere un ragionevole dubbio. Ciò che lo rende umano, non un eroe, è la sua paura di poter deludere le aspettative del cliente, l’ansia di aver tralasciato qualche particolare importante, di sottovalutare una testimonianza, un documento. Il presunto colpevole, Mario Serra, è un uomo sicuramente cattivo che ha già alle spalle una lunga storia di crudeltà e sangue, sicuramente è un assassino, ma c’è il ragionevole dubbio che in questo evento criminale sia innocente. La vittima è il giovane Gregorio Rutzu. Mario si difende dall’accusa di omicidio dando la sua versione dei fatti. Non è completamente colpevole. Non è del tutto innocente. 

Poi c’è il super cattivo che risponde al nome di Salvatore Cossu, un uomo prepotente che esercita una violenza psicologica e fisica su sua moglie. Lui lo odierete con tutto il cuore. 

Nel mezzo conoscerete molti altri personaggi e seguirete le loro vicissitudini con passione scoprendo una morale e un finale che ha il sapore amaro della vittoria.

5. 
Unu solu Deus est senza defetu. 
Perché solo Dio è senza peccato, solo Dio è innocente. E forse nemmeno lui. Sicuramente tutti sono, in qualche modo, colpevoli. In questo romanzo non ci sono vinti e vincitori. Tutti sono perdenti. Tutti colpevoli. Non aspettatevi una rigorosa divisione tra buoni e cattivi. Non ci sono buoni da salvare e innocenti da assolvere. Il finale vi mostrerà la sconfitta di tutti i personaggi coinvolti nella drammatica vicenda. 
Tutti colpevoli, a eccezione di Dio, perché solo Lui poteva dirsi senza peccato, solo Lui poteva essere considerato innocente. Ma era davvero così?
“Solo Dio è innocente” è un romanzo che intrappola il lettore in un labirinto di dubbi e supposizioni. La trama è un intrigante insieme di storie che si incastrano l’una nell’altra. L’avvocato Gordiani si muove in un mondo nero alla ricerca inquieta dei colpevoli tra ingiustizie, violenze, omertà. Una spirale di menzogne che crea un gioco di specchi appassionante.

lunedì 13 luglio 2020

RECENSIONE | "Tempesta maledetta" di Alex Connor [Review Party]

“I padri abbandonavano i figli ammalati. I notai si rifiutavano di far visita ai moribondi per redigere testamento. Frati e suore si occupavano dei malati, e i monasteri e i conventi si svuotarono presto quando anch’essi vennero colpiti dalla malattia. I corpi venivano abbandonati nelle case vuote, e non c’era nessuno a dar loro una degna sepoltura.” (Anonimo, Venezia 1508) 
Se volgiamo lo sguardo al passato possiamo affermare che nel corso del XVI secolo ci furono molte epidemie di peste. La morte nera, che colpì Venezia nel 1510, fece tante vittime. Molte non avevano nome e la peste non risparmiò nessuno, neanche Giorgione, un pittore veneziano tra i più enigmatici della storia dell’arte. Quindi se anche a voi piace viaggiare nel tempo e scoprire i misteri dell’anima e del cuore di una figura affascinante come Giorgione, non vi resta che leggere “Tempesta Maledetta” (Newton Compton) di Alex Connor, autrice di thriller e romanzi storici ambientati nel mondo dell’arte. I suoi romanzi, tutti bestseller, sono in cima alle classifiche di vendita.



STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 6
Tempesta maledetta
Alex Connor

Editore: Newton Compton
Pagine: 320
Prezzo: € 9,90
Sinossi
1510.
A Venezia la peste riempie le calli di cadaveri. Giorgione sta trascorrendo nel suo studio il coprifuoco imposto a tutti i veneziani, quando la sua nuo­va opera, la Tempesta maledetta, viene esposta per la prima volta. Ma l’iden­tità della figura femminile che vi è dipinta provoca un vero scandalo in città. E la situazione precipita quando il quadro svanisce nel nulla, come la modella: Giorgione è costretto a la­sciare il suo studio per salvarsi la vita e a indagare nei vicoli sferzati dalla malattia.
2020.
Mentre i morti da Coronavirus au­mentano, le gallerie d’arte di Lon­dra, New York e Venezia chiudono e le città si svuotano sotto l’effetto del coprifuoco. Ma il rischio di contagio non ferma la criminalità: un famo­so dipinto, la Tempesta maledetta di Giorgione, viene rubato.
Quando a Venezia e a Londra ven­gono uccisi due commercianti d’arte, Gil Eckhart si mette sulle tracce dei responsabili e si trova alle prese non solo con le restrizioni imposte dalle quarantene e con la spietatezza dei criminali, ma anche con un miste­rioso informatore che prende a tor­mentarlo, suggerendo che la chiave per scovare il colpevole sia legata alla figura di Giorgione…

E adesso sono venuti per uccidermi, per l’amore di una donna, per la vendetta di un uomo. Se faccio ritorno a casa, gli assassini mi uccideranno. Se rimango per strada, la peste mi ucciderà. E così mi raccomando a Dio – io, il pittore Giorgio Barbarelli da Castelfranco, noto come Giorgione – nell’anno di Nostro Signore 1510.
1510. A Venezia la pestilenza ha decimato la città e ha riempito le strade di cadaveri. Giorgione vive sotto il coprifuoco imposto a tutti i veneziani. Ma l’identità della figura femminile nel suo dipinto “La Tempesta” provoca uno scandalo e il pittore si ritrova scacciato dal suo studio. Tra le strade piene di peste una mano amica lo salverà.

2020. Con l’aumentare delle morti per Coronavirus, le gallerie d’arte di Londra, New York e Venezia vengono chiuse al pubblico e le città si svuotano sotto il coprifuoco. Ma il rischio di contagio non ferma il crimine e il famoso dipinto di Giorgione, “La Tempesta”, viene rubato.

Quando due commercianti d’arte vengono uccisi a Venezia e a Londra, Gil Eckhart inizia a investigare.
Quello dell’arte è un mondo claustrofobico; un ambiente riservato in cui la conoscenza vuol dire denaro, e le attribuzioni vanno di pari passo con il profitto. I commercianti migliori operano come i principi Borgia, sono una élite, al di sopra di ogni sospetto. Ma basta girare la medaglia e questo mondo puzza di vecchi avanzi di galera, trafficanti, falsari e leccapiedi che farebbero qualsiasi cosa per denaro.
“Tempesta maledetta” è un thriller storico che indaga il nostro presente e svela misteri vecchi di secoli. Arte, tradimenti, peste, omicidi, attraversano la linea del tempo per legare il famoso dipinto di Giorgione al nostro drammatico presente. Il romanzo è caratterizzato da una dicotomia narrativa tra i giorni neri della Venezia del 1500 e il nostro tempo sconvolto dalla pandemia di Coronavirus. La narrazione oscilla, come un pendolo, tra due estremi che mostrano il loro fascino pauroso e mortale ma seducente.

Iniziamo con il posizionare i pochi tasselli certi di questo maxi puzzle. 2020, il mondo vive con ansia e incertezza l’attacco da coronavirus. La nostra vita cambia, le abitudini più semplici vengono cancellate, si vive in una grande bolla di paura e incertezza sul futuro. Le città si fermano e sembrano dormire in un silenzio surreale. Il mondo spera nel miracolo di un vaccino, il tempo si dilata e i giorni, le settimane, i mesi si confondono. Solo il crimine non si ferma, il furto prospera e gli assassini non rispettano la quarantena.

Il virus Sars-CoV-2 è il nostro nemico invisibile. La storia, però, ha conosciuto altri nemici invisibili come il batterio Yersinia pestis o cocco-bacillo di Alexander Yersin, dal nome del ricercatore che lo isolò. Prima del 1894 il morbo veniva chiamato “morte nera” e nessuno sapeva come fermarla. La peste a Venezia destabilizzò i rapporti sociali ed economici, il terrore del contagio provocò la disgregazione di ogni regola civile. La gente iniziò a morire tra atroci sofferenze, bubboni e sangue. Sono gli anni in cui in città Giorgione dipingeva i suoi capolavori e sarà proprio il pittore, dalla vita misteriosa, il protagonista di una malinconica e disperata storia d’amore che non si arrenderà neanche davanti alla morte.

Leggere “Tempesta maledetta” è come entrare in un tempo sospeso, vivere le atrocità del passato e sentire il cuore battere per un’amore nato già finito. Florenza, la donna amata dal Giorgione, è una donna bella ma pericolosa. Amante del ricco Gabriele Vendramin, Florenza ruba il cuore di Giorgione e i due vorrebbero fuggire insieme. Il sogno però verrà trasformato dalla peste in un incubo a occhi aperti. Passano i secoli ma gli uomini continuano a sognare anche se il risveglio è la dura realtà. la stessa dura realtà che accoglierà il ritorno di Gil Eckhart, ricercatore ed ex investigatore di crimini d’arte, che verrà coinvolto dalla polizia nelle indagini per gli omicidi di due commercianti d’arte. 

Conosceremo collezionisti avidi e ossessivi, commercianti corrotti che farebbero di tutto per avere il dipinto che non ha nessun altro. L’oggetto del desiderio è proprio quella tela, “La Tempesta”, che vide Giorgione ritrarre la sua amata. Il dipinto verrà rubato e il furto unirà Londra, Venezia e New York con la Venezia del XVI secolo, devastata dalla peste.

“Tempesta maledetta” è un romanzo duro ma dal cuore tenero, a volte brutale ma con intarsi di amicizia, amore, solidarietà. Il pericolo è sempre in agguato, si traveste con ampi mantelli o completi alla moda ma non smette mai di minare la strada che i nostri personaggi devono percorrere. Una strada narrativa che ci porterà a riflettere su ciò che stiamo vivendo, sul “cigno nero” che ha stravolto le nostre esistenze.
Le persone stanno perdendo il senno, alcuni credono che la peste sia il giudizio divino e che si ammalino soltanto i peccatori. Li denunciano per purificare la città dal male, ma in realtà lo fanno per purificare loro stessi. 
L’economia globale è in ginocchio e se il Coronavirus fosse una sorta di guerra chimica? Un virus letale capace di uccidere se rilasciato nell’aria? Se fosse sfuggito accidentalmente da un laboratorio? Ieri come oggi, l’economia di tutto il mondo inizia a vacillare, gli uomini sono chiusi in casa e aspettano un barlume di speranza.

Leggere un libro scritto da Alex Connor è sempre un piacere, mai una delusione. Dai suoi romanzi traspare l’amore per l’arte ed è palpabile il fascino che la vita degli artisti esercita su di lei. Un lavoro certosino la vede impegnata a far emergere dal passato la figura di personaggi che appartengono alla Storia, ne illumina i pregi e i difetti, i caratteri irrequieti e i misteri che si riflettono nei loro lavori artistici. I libri di Alex Connor appassionano e coinvolgono e “Tempesta maledetta” non è da meno.

lunedì 6 luglio 2020

BLOGTOUR | “Il sogno" di Franck Thilliez | I 5 motivi per leggere il romanzo

“Il sogno” è un romanzo di Franck Thilliez, uno dei più talentuosi autori francesi di thriller. Il libro, nelle librerie dal 2 luglio, è pubblicato da Fazi Editore nella collana Darkside.




Il sogno
Franck Thilliez (traduzione di Federica Angelini)

Editore: Fazi

Prezzo: € 18,50
Sinossi
Se non fosse per le sue cicatrici e le strane foto che tappezzano le pareti del suo ufficio, si direbbe che Abigaël sia una donna come le altre. Se non fosse per i momenti in cui sprofonda nel mondo dei sogni, si giurerebbe che dica il vero. Ma Abigaël, la psicologa che tutti si contendono per risolvere i casi criminali più intricati, soffre di una grave narcolessia che le rende tutto più difficile. Spesso per lei il confine tra sogno e realtà si confonde, ed è costretta a ricorrere a bruciature e tatuaggi per assicurarsi di essere sveglia e che quello che vede stia realmente accadendo. L’indagine a cui sta lavorando insieme al fidanzato poliziotto Frédéric riguarda un rapitore seriale di bambini, Freddy. I piccoli scomparsi finora sono tre, a quattro mesi di distanza l’uno dall’altro. Ogni rapimento viene annunciato con uno spaventapasseri che indossa gli abiti del bambino rapito precedentemente. Intanto, Abigaël è l’unica sopravvissuta a un terribile incidente d’auto di cui non ricorda nulla e dove hanno perso la vita suo padre e sua figlia. Presto capirà che molte cose di quell’episodio non tornano. E si renderà conto che Freddy sa più di quanto dovrebbe. E non è il solo. Ma per Abigaël il nemico più pericoloso rimane uno: se stessa.



I 5 motivi per leggere il romanzo

Per far conoscere questo intrigante romanzo, la Fazi ha organizzato un Blog Tour che coinvolge molti blog tutti entusiasti nel presentare vari aspetti del thriller firmato da Thilliez, un maestro nell’evocare l’emozione della paura per usarla come un grimaldello che vi permetterà di entrare in un mondo spaventoso. Quindi, con gran piacere, vi propongo cinque ottimi motivi per leggere “Il sogno”.

1. Perchè è un romanzo “mutilato”. Sì, avete letto bene! Leggendo vi accorgerete di dover risolvere il mistero del “capitolo mancante”. Infatti dopo il capitolo 56 troverete il capitolo 58. Non si tratta di un errore. Chi vuole andare fino in fondo ha la possibilità di scaricare il capitolo 57 grazie a un codice di 7 cifre che verrà chiaramente citato da uno dei personaggi. Leggete, quindi, con molta attenzione ma non è tutto. I capitoli non sono disposti in ordine cronologico, l’autore ama giocare con i suoi lettori e collegandovi ad un sito web potrete accedere a un indice che vi mostrerà i capitoli per leggere la storia in ordine cronologico. Questo vi permetterà di affrontare la storia sotto una luce nuova. Coglierete dettagli che potrebbero esservi sfuggiti e comprenderete come l’autore è riuscito a costruire questo romanzo che vi condurrà in un mondo di suspense e di paura.

2. Perché è un viaggio nelle terre del male in compagnia di Abigael. Se non fosse per le sue cicatrici e le strane foto che tappezzano le pareti del suo ufficio, si direbbe che Abigael sia una donna come le altre. Se non fosse per i momenti in cui sprofonda nel mondo dei sogni, si giurerebbe che dica il vero. Ma Abigael, la psico-criminologa che tutti si contendono per risolvere i casi criminali più intricati, soffre di una grave narcolessia che la porta a confondere sogno e realtà. Per assicurarsi di essere sveglia deve ricorrere a bruciature e tatuaggi. Dite la verità, una protagonista narcolettica non vi era mai capitata. La narcolessia provoca attacchi di sonno improvvisi, cataplessia ( improvvisa e transitoria perdita del tono muscolare che si verifica dopo una forte emozione), allucinazioni ipnagogiche (esperienze intense e vivide che si verificano quando il soggetto crede di essere sveglio). Quando Abigael si addormenta tutto si confonde e si procede per vie tortuose. Per la maggior parte delle persone, il sogno si interrompe quando si svegliano. Non è così per la nostra protagonista costretta a lottare contro i suoi difetti. Naturalmente i gendarmi conoscono la sua narcolessia e il farmaco necessario per limitarne gli effetti. La narcolessia mina i suoi ricordi più remoti ma non altera minimamente le sue capacità di giudizio e di logica. Per la polizia il suo aiuto è fondamentale.


L’indagine a cui sta lavorando riguarda un rapitore seriale di bambini. Sono stati rapiti tre bambini, a quattro mesi di distanza l’uno dall’altro. Ogni rapimento viene annunciato con uno spaventapasseri.

Il rapitore costruisce una specie di spaventapasseri, utilizzando gli abiti della vittima precedente, incluse le scarpe, e lo inchioda a un albero. Gli abiti sono strappati da graffi e macchiati di sangue. La testa è fatta con un sacchetto di tela e i capelli sono quelli del bambino appena rapito. Sulla faccia, con un pennarello nero, il rapitore disegna grandi occhi neri a forma di stella, denti enormi, naso adunco…
3. Perchè questo romanzo è una trappola in cui l’autore rinchiude il lettore. L’architettura del romanzo è simile a una spirale che attira verso il fondo in caduta libera senza sapere se stai sognando o è realtà. Tutto ciò è altamente inquietante anche perché c’è una figura, date un’occhiata alla cover, che si comporta come uno spirito malvagio. Confonde il lettore, mescola i capitoli e ci proietta in un labirinto di situazioni drammatiche dove, come la protagonista, anche noi proviamo atroci dubbi. Il romanzo, l’avrete compreso, si legge in totale empatia con Abigael. Si percepiscono le paure, i tormenti, i dubbi, le ossessioni dei personaggi che ci coinvolgono isolandoci dal mondo reale e proiettandoci in una storia ben divisa tra la narrazione dei fatti e le emozioni dei personaggi. Abigael ci conduce nel suo mondo investigativo, ci presenta i bambini scomparsi e inevitabilmente sorgono spaventose domande. “Le vittime sono ancora vive o sono state uccise? Come può un essere angelico, come un bambino, sopportare tutto ciò?”

4. Perché è un mix tra il romanzo poliziesco e il thriller psicologico. La protagonista dovrà seguire due indagini, una relativa ai bambini scomparsi e l’altra più personale che vede coinvolta la sua famiglia. L’autore crea un’enigma diabolico che sonda la profondità dell’animo umano dove si nascondono i segreti più oscuri. Nel mondo creato da Thilliez si muovono uomini malvagi travolti dalle loro ossessioni. I mostri sono ovunque e il buio respinge la luce così come la morte cancella la speranza. L’autore è davvero bravo nel mettere a nudo la psicologia, la complessità, il passato dei personaggi. Di Abigael noi riusciremo a percepire i suoi pensieri, i suoi dubbi, i suoi limiti. Le sue indagini porteranno a sorprendenti eventi da cui nascono forti conflitti psicologici. Il lettore non può far a meno di sentirsi subito coinvolto, c’è tanta curiosità che cammina sul filo del dubbio.

5. Perchè “Il sogno” è un thriller duro che toglie il respiro. Originale nella forma, è ricco di colpi di scena e descrizioni dettagliate. I forti temi trattati (il rapimento dei bambini, la doppia vita di alcuni personaggi, il killer psicopatico, la malattia e la manipolazione) non sono estranei al genere thriller ma Thilliez è un formidabile narratore che rielabora gli argomenti plasmandoli a nuova vita. In un mare di dolore, morte e sofferenza, si erge un mostro che sparge i semi del male.

“Il sogno” è un serpente che cambia pelle, è un inganno pericoloso, è la perversione razionale che manovra la capacità umana del pensare. Il lettore si sentirà come un pellegrino che procede a piccole tappe tra dubbi, incubi e risposte poco affidabili. La frammentarietà degli episodi è alla base di un gioco che coinvolge il lettore, un modo per tener desta sempre l’attenzione e tentare di cogliere indizi importanti in una trama complicata e nella cronologia ballerina dei capitoli.

Se questi cinque motivi non vi hanno ancora convinto del tutto, sappiate che Franck Thilliez, nei suoi romanzi, propone un tema scientifico. Si prepara facendo molte ricerche, legge libri specializzati sull’argomento per poi trasmettere la sua conoscenza a noi lettori. Ad esempio “Il manoscritto”, thriller implacabile che ho molto apprezzato, si basa sui temi perturbanti del doppio e della memoria.

Quindi se volete provare brividi di paura restando comodamente seduti sul vostro divano, allora non vi resta che leggere “Il sogno” e ricordate : 
“Il caso è Dio che passeggia in incognito.” (Albert Einstein)