La volta che Lila e io decidemmo di salire per le scale
buie che portavano, gradino dietro gradino, rampa dietro rampa, fino alla porta
dell’appartamento di do Achille, cominciò la nostra amicizia.
Mi ricordo la luce violacea del cortile, gli odori di una
serata tiepida di primavera. Le mamme stavano preparando la cena, era ora di
rientrare, ma noi ci attardavamo sottoponendoci per sfida, senza mai rivolgerci
la parola, a prove di coraggio. Da qualche tempo, dentro e fuori scuola, non
facevamo che quello. Lila infilava la mano e tutto il braccio nella bocca nera
di un tombino, e io lo facevo subito dopo a mia volta, col batticuore, sperando
che gli scarafaggi non mi corressero su per la pelle e i topi non mi
mordessero. Lila s’arrampicava fino alla finestra a pianterreno della signora
Spagnuolo, s’appendeva alla sbarra di ferro dove passava il filo per stendere i
panni, si dondolava, quindi si lasciava andare giù sul marciapiede, e io lo
facevo subito dopo a mia volta, pur temendo di cadere e farmi male.
In questo primo volume della quadrilogia, Raffaella Cerullo
(detta Lila) sparisce nel nulla. Suo figlio Rino la cerca disperatamente e
chiede aiuto ad Elena Greco, l’amica di sempre. Elena comprende subito che Lila
ha messo in atto un suo proposito coltivato per ben tre decenni: sparire nel
nulla senza lasciar traccia. A Elena il compito di ripercorrere la loro storia
basata sull’amicizia, iniziata sui banchi di scuola.
Leggeremo di Elena e Lila, della loro infanzia, adolescenza,
università e matrimonio. La loro straordinaria amicizia nasce e cresce in una
Napoli turbolenta, dall’inizio degli anni Cinquanta del secolo scorso fino ai
nostri giorni.
Non ho nostalgia della nostra infanzia, è piena di
violenza. Ci succedeva di tutto, in casa e fuori, ma non ricordo di aver mai
pensato che la vita che c’era capitata fosse particolarmente brutta. La vita
era così e basta, crescevamo con l’obbligo di renderla difficile agli altri
prima che gli altri la rendessero difficile a noi.
Le due ragazze sono molto diverse tra loro ma si
rispecchiano l’una nell’altra. Ognuna vuole provare le esperienze, le emozioni
dell’amica e questo le porta a vivere un rapporto a volte turbolento a volte di
una sconfinata tenerezza.
Nel rione dove vivono Lila e Lenù, la vita è difficile,
dura. Crescere vuol dire combattere quotidianamente la propria battaglia e non
tutti sono adeguatamente preparati. Lila è una ragazzina molto intelligente che
interrompe gli studi, per volere dei genitori, e inizia a lavorare per aiutare
il padre. Lila è irrequieta, pronta ad affrontare sempre nuove sfide, ama i
libri.
Lenù è dolce, affidabile, tenace, timida. Lo studio è un
modo per affermare se stessa ma non è sempre facile superare le mille
difficoltà che si presentano sul suo cammino.
Lenù subisce le cattiverie di Lila, per lunghi periodi si
sottrae all’influenza dell’amica ma basta uno sguardo, una muta richiesta
d’aiuto e tutto ricomincia. Tra invidia e consolazione, complicità e
confidenze, primi amori e scelte dolorose, le due ragazze vivono la loro
infanzia e l’adolescenza. Molti i fatti narrati, tanti i protagonisti minori
che accompagnano la crescita delle protagoniste. La loro amicizia, pur tra ali
e bassi, è vissuta in modo profondo influenzandosi reciprocamente, vivendo i
sentimenti buoni e cattivi che nutrono, nel tempo, l’una per l’altra.
Assisteremo al mutamento delle persone, al cambiamento del rione napoletano, al
progredire dell’Italia. Lila e Lenù ci guidano attraverso questi cambiamenti
che riguardano sia la società sia la loro amicizia. Per scoprire come evolverà
questa strana o geniale amicizia non mi resta che procedere con la lettura
delle quadrilogia formata da:
"L’Amica Geniale" (2011)
"Storia del nuovo cognome" (2012)
"Storia di che fugge e di chi resta" (2013)
"Storia della bambina perduta" (2014)
Ho aspettato di avere tutti e quattro i libri prima di
avventurarmi tra le pagine di un romanzo lungo una vita. Volevo leggere di
seguito i romanzi per apprezzare al meglio le sfumature di una narrazione che
conquista pian piano. “L’amica geniale” è una lettura fluida anche se spesso mi
sono ritrovata a “parlare” con i protagonisti della storia: le scelte dei loro
genitori, la violenza dilagante nel quartiere, le rivalità e le cattiverie
gratuite, i fidanzamenti “da scalata sociale” sono alla base del mio interagire
con l’evolversi dei fatti. Pagina dopo pagina conosciamo non solo dei ragazzi
che cercano il loro posto nella microsocietà di un quartiere, ma anche un modo
di concepire lo studio, la famiglia, l’amore, l’amicizia che può sembrare
superficiale e arrogante ma che rivela la fragilità delle persone. Quando si
vuole nascondere tale fragilità ecco che la violenza ha il sopravvento.
Crescere non è facile e sicuramente nel rione di Lila e Lenù è una sfida
quotidiana. In questa lotta quotidiana “è geniale” la loro amicizia ricca di
sfumature e contraddizioni tale da diventare “il filo d’Arianna” che guiderà il
lettore attraverso la narrazione di molteplici storie. La scrittrice riesce a
conquistare il lettore con la semplicità della narrazione che si rivela
avvolgente, impregnata di emozioni che giocano con i ricordi, con il tempo che
passa, i gesti, le scelte.
Da più di vent’anni Elena Ferrante scrive libri pubblicati
sempre dalla stessa casa editrice (la romana e/o) e dai suoi primi due romanzi
sono stati tratti film di successo: “L’amore molesto” di Mario Martone e “I
giorni dell’abbandono” di Roberto Faenza.
Elena Ferrante è uno pseudonimo dietro il quale si cela una
persona che vuole essere riconosciuta non per la sua “immagine” ma per ciò che
scrive, per il contenuto delle sue storie. Spesso il nome famoso fa da
apripista a un libro che acquistiamo a scatola chiusa richiamati dalla fama di
colui/ei che l’ha scritto. Non è importante conoscere chi si nasconde dietro a
Elena Ferrante, i suoi romanzi sono intensi e ricchi di emozioni. Da leggere!