mercoledì 31 maggio 2023

RECENSIONE | "Il manicomio di Guillon" di Gabriele Raho

Il 31 maggio esce “Il manicomio di Guillon”, un thriller di Gabriele Raho edito da Newton Compton. Si tratta di un romanzo che accoglie il lettore mettendo in scena le ambiguità dei protagonisti coinvolti nelle contestazioni per la costruzione di una residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza, REMS. Verranno alla luce segreti che, come in un girotondo, vedono gli abitanti di Guillon legati da un evento drammatico sepolto nel tempo.

STILE: 7 | STORIA: 7 | COVER: 7
Il manicomio di Guillon
Gabriele Raho

Editore: Newton Compton
Pagine: 384
Prezzo: € 5,99 (ebook)
Sinossi

A Guillon, piccolo gioiello incastonato tra le montagne della Valle d’Aosta, scorre un fiume sotterraneo di inquietudini che minaccia di venire alla luce quando viene annunciata la costruzione di un ospedale psichiatrico per criminali in prossimità del centro abitato. Sono in molti a temere che quel ricovero per “matti” possa turbare la pigra monotonia quotidiana, e il malumore comincia a serpeggiare tra gli abitanti, sfociando in un’incontenibile tensione. Fino a che non accade l’impensabile. Il ritrovamento di un cadavere trasforma rapidamente la piccola località montana in una scena del crimine in cui paura e sospetto sembrano essersi impadroniti di ogni sentiero o abitazione. Nel condurre le indagini per assicurare il colpevole alla giustizia, il maresciallo Sebastiano Chavoux e il criminologo Victor Bernard dovranno prestare attenzione a ogni dettaglio, per evitare che, come in una slavina, un crimine efferato si trasformi in una valanga capace di spazzare via ogni cosa. Certi rancori possono sopravvivere per anni, inespressi, dietro una serenità solo apparente, per poi riemergere all’improvviso con una violenza inaudita.




“Capisco la componente emotiva, ma cerchi di tenere a mente che solo gli investigatori stupidi partono dal movente”.

“E quelli intelligenti?”

“Loro partono dai fatti. Le ragioni per cui qualunque essere umano X può voler  uccidere un altro essere umano Y, a ben vedere, non mancano mai.”

A Guillon, piccolo gioiello incastonato tra le montagne della Valle d’Aosta, scorre un fiume sotterraneo di inquietudini che minaccia di venire alla luce quando viene annunciata la costruzione di un ospedale psichiatrico per criminali in prossimità del centro abitato. In molti temono che ciò possa turbare la pigra monotonia quotidiana, e il malumore comincia a serpeggiare tra gli abitanti, sfociando in un’incontenibile tensione. Fino a che non accade l’impensabile. Il ritrovamento di un cadavere trasforma la piccola comunità montana in una scena del crimine in cui paura e sospetto  sembrano essersi impadroniti di ogni sentiero o abitazione. Al maresciallo Sebastiano Chavoux e al criminologo Victor Bernard, l’arduo compito di condurre le indagini. Dovranno fare molta attenzione a ogni dettaglio, per evitare che, come in una slavina, un crimine efferato si trasformi in una valanga capace di spazzare via ogni cosa. Certi rancori possono sopravvivere per anni, celati dietro una serenità solo apparente, per poi riemergere con una violenza inaudita capace di spezzare ogni catena.

La prima parte del romanzo si presenta come una panoramica sul paesino di Guillon. Conosceremo i suoi abitanti e i loro problemi. Vite apparentemente slegate da cui emerge una cupa visione della vita, le persone non sono mai quelle che sembrano o che dicono di essere. Si realizza così una catena, ogni personaggio ne rappresenta un anello ed è ossessionato da qualcosa: dalla nostalgia, dal passato, dal buio del futuro, da un amore naufragato, da un ricordo, da una polvere bianca, da un evento accaduto che ha portato a delle dolorose scelte. Ogni personaggio appare intrappolato e ognuno reagisce a modo proprio. Nel limbo dei sentimenti troviamo, in precario equilibrio, passioni nascoste, desideri naufragati, disagi, insoddisfazioni, attrazioni fatali e colpi di scena imprevedibili. Il campionario umano è variegato: Lisa, mamma di Robin e Albert,  vive in una solitudine sociale a cui Guillon l’ha condannata perché i suoi bambini non hanno un padre; Fabien Noir, il primo cittadino di Guillon, vorrebbe fuggir via con il suo grande amore ma deve prima risolvere vari problemi; Isotta, gestisce la pensione più grande del paesino, è l’inospitabilità fatta persona; Sebastiano, maresciallo dei carabinieri, consumato da un amore tragico; Daniele, il guardiano del cimitero, sempre pronto a litigare con tutti ; Delphine, fragile donna, prigioniera dell’eroina. Ognuno ha ferite nel corpo e nell’anima eppure nessuno smette di cercare l’amore scandagliando le sfumature di questo sentimento: quello tra marito e moglie, quello tra amanti, quello tra genitori e figli. Ognuno vive emozioni travolgenti, c’è chi si confida con un diario, chi ripone fiducia nell’amicizia, altri non sanno gestire le proprie emozioni e ricorrono alla violenza. In un perturbante alternarsi di voci, tra tante indecisioni, una certezza c’è, si percepisce nell’aria: da un momento all’altro accadrà qualcosa di terribile. E qualcosa accade, un omicidio.

Un mistero che ha squarciato il silenzio della montagna con un urlo. Un coro che si compone dell’orrore di tutti i residenti. Una ferita che non si rimarginerà.

“Il manicomio di Guillon” è un thriller avvincente in cui la storia procede in un presente imperfetto mescolando amore, crime e dramma. In un crescendo di menzogne nelle quali ci sono frammenti di verità, portatori d’una sofferenza che diventa possessività e ossessione, ne nasce una prigione in cui i personaggi, tutti a vario livello fragili e incapaci di gestire la propria persona, sono relegati con la loro vulnerabilità che diventa bussola per orientare le loro esistenze.

Nella seconda parte del thriller compare un nuovo personaggio. Si tratta di Victor Bernard, perito criminologo che dovrà occuparsi, oltre dell’omicidio, anche di una misteriosa scomparsa. Inizia con Bernard l’analisi incrociata di interrogatori che si giova di una tecnica particolare per non contaminare le domande e scoprire se ciò che viene detto corrisponde alla verità o alla menzogna. La comunicazione interpersonale non si basa solo sulle parole dette perché dietro le parole si cela un mondo nascosto di messaggi non verbali. L’autore ha reinterpretato la Statement Analysis ai fini della storia narrata rendendola ancor più interessante.

“Il manicomio di Guillon” è un thriller costruito con intelligenza, ma è anche uno specchio in cui si riflettono meccanismi di violenza e dipendenza. Il tutto è narrato con una scrittura essenziale, senza orpelli, che ci porta direttamente dentro la psicologia dei personaggi che, per un motivo o per l’altro, sono ancorati a un tempo antico che sopravvive dentro di loro e costruisce ciò che sono, le dinamiche dei rapporti con gli altri. Il tutto condito da menzogne, segreti, affetti che si esauriscono. In un mondo spesso disperato, difficile, problematico, fa capolino la paura del domani.

Alla fine qualche vita si aggiusta, altre si perdono irrimediabilmente in quel labirinto di volti e sentimenti che chiamiamo vita.

venerdì 26 maggio 2023

BLOGTOUR | "Labirinti" di Franck Thilliez | I 5 motivi per leggere il romanzo

“Labirinti”, in libreria per Fazi Editore dal 30 maggio, è il nuovo romanzo del re del thriller francese, Franck Thilliez. Ho aspettato con ansia questa nuova pubblicazione per scoprire un nuovo mistero nato dalla mente geniale dell’autore. “Labirinti” è un dedalo infernale lastricato di tranelli e vicoli ciechi, in cui i personaggi verranno intrappolati.

Se siete pronti a inseguire misteri e a farvi incantare da personaggi enigmatici, ecco cinque motivi per leggere “Labirinti”, un thriller che non potrete lasciare prima di aver letto l’ultima, sconvolgente, pagina.

Deve sapere che ci sono cinque protagoniste nel racconto che sto per condividere con lei. Solo donne. Scriva, è importante per il prosieguo: “la giornalista”, “la psichiatra”, “la rapita”, “la scrittrice”… Manca la quinta persona... Arriva solo in seguito, ed è la chiave di tutto.



Labirinti
Franck Thilliez

Editore: Fazi
Pagine: 334
Prezzo: € 19,00
Sinossi
Una giovane poliziotta, Camille Nijinski, si trova nello studio del dottor Fibonacci, uno psichiatra che si accinge a raccontarle una storia incredibile di cui è l’unico depositario. Si tratta della testimonianza raccolta da una paziente, la quale è stata trovata priva di sensi e di memoria in un bosco accanto al cadavere di un uomo. Camille, incaricata di seguire le indagini, ha bisogno di capire di più riguardo a questa improvvisa perdita di memoria, ma lo psichiatra ha molto altro da rivelarle. Prima di dimenticare tutto, la sua paziente ha condiviso con lui i fatti del suo passato: una storia lunga e complessa, senza dubbio la più straordinaria che Camille ascolterà in tutta la sua carriera. Le protagoniste sono cinque. Tutte donne. La giornalista, la psichiatra, la rapita, la scrittrice… E la quinta? La quinta donna è il filo del labirinto, è colei che fornirà le risposte a tutte le domande e, forse, anche una via d’uscita.



I 5 motivi per leggere il romanzo

1. Perché “Labirinti” è un rompicapo letterario, una tela nera tessuta da cinque donne pronte a giocare una partita a scacchi con il male.

Una giovane poliziotta, Camille Nijinski, si trova nello studio del dottor Fibonacci, uno psichiatra che si accinge a raccontarle una storia incredibile di cui è l’unico depositario. Si tratta della testimonianza raccolta da una paziente, la quale è stata trovata priva di sensi e di memoria in un bosco accanto al cadavere di un uomo con la faccia ridotta in poltiglia a colpi di attizzatoio. Camille, incaricata di seguire le indagini, ha bisogno di  capire di più riguardo a questa improvvisa amnesia, ma lo psichiatra ha molto altro da rivelarle. Prima di dimenticare tutto, la sua paziente ha condiviso con lui i fatti del suo passato: una storia complessa, senza dubbio la più straordinaria che Camille ascolterà in tutta la sua carriere. Le protagoniste sono cinque. Tutte donne. La giornalista, la psichiatra, la rapita, la scrittrice. E la quinta? La quinta donna è il filo del labirinto, è colei che fornirà le risposte a tutte le domande e, forse, anche una via d’uscita.

Passò la notte raggomitolata sul letto, senza chiudere occhio. Quando si accese la luce, scoprì la ragione di quella visita notturna. Su un grande foglio era disegnato un labirinto. Nella vaschetta attaccata alla lavagna c’era un pennarello nero. Una sfida. Dopo averle mostrato l’orrore, quel pazzo voleva giocare. Come ai bei vecchi tempi.

2. Perchè Franck Thilliez non si stanca mai di giocare proponendoci enigmi intricati, sorretti da ambientazioni da brivido e una tensione costante. I suoi romanzi sono puzzle diabolici in cui realtà e finzione si intrecciano in un abbraccio mortale. L’autore racconta, con grande maestria, stati d’animo e mostri provenienti dal profondo. Noi lettori diventiamo testimoni di crudeltà indicibili perché, non dimentichiamolo mai, l’umano e il disumano procedono insieme dandosi la mano. Tuttavia l’autore, come sempre, intreccia il mistero con alcune tematiche importanti come l’elettroipersensibilità: insieme di sintomi fisici e psicologici correlati alla vicinanza di campi magnetici, elettrici ed elettromagnetici. Le persone sensibili alle onde elettromagnetiche accusano  sintomi   come acufeni, psoriasi, insonnia e atroci emicranie. È il caso di Véra, la psichiatra di “Labirinti” che per vivere è costretta a rifugiarsi in una foresta sui Vosgi, dove non esistono moderni mezzi di comunicazione.

I criminali sono i volti del male, la negazione dell’umano e, in fondo, ci rassicurano, perché pensiamo di non essere come loro. Abbiamo bisogno di vedere quei volti, di stare a guardare le azioni più vergognose, per evitare di dover affrontare cosa succede in casa nostra. Ma, in realtà, siamo tutti i mostri di qualcuno.

3. Perchè se amate i labirinti mentali, questo thriller è pane per i vostri denti. Vi ritroverete proiettati in un meccanismo perfetto che vi riporterà, per i lettori affezionati come me, sulle tracce di “Il Manoscritto” e “C’era due volte” i precedenti romanzi di Thilliez. Per stuzzicare la vostra curiosità vi svelo che in “Labirinti” farà capolino una vecchia conoscenza creando uno stupefacente gioco di specchi tra i romanzi e al centro di tale macabro gioco ci sarà Julie, rapita giovanissima da un genio della scrittura, che vivrà un incubo a occhi aperti fatto di sfide con il suo carnefice. State attenti però a non perdere il filo di Arianna perché potreste incontrare il Minotauro.

4. Perchè fin dalle prime pagine la narrazione procede in parallelo tra ben quattro piani diversi. In ogni piano è collocata una storia che sembra godere di vita propria. Leggendo, capitolo dopo capitolo, mi sono ritrovata a inseguire tante facce della verità nutrita da oscure emozioni. Le protagoniste sono ingranaggi di un orologio narrativo perfetto. Thilliez apre le porte dell’universo femminile e fate attenzione a ogni pur minimo dettaglio per separare, se ci riuscirete, il vero dal falso. Vi faranno compagnia anche Lysine, una giornalista coinvolta in un’indagine iniziata con il ritrovamento di un filmino orripilante che mescola perversità e ricerca artistica. Per ampliare ancor di più la schiera delle protagoniste, Thilliez ci presenta Sofia, la scrittrice, che ha il dono, forse, di prevedere ciò che accadrà. Naturalmente saranno tutti eventi raccapriccianti, un filo rosso che attraverserà tutto il libro fino all’epilogo davvero sorprendente ma che lascia totalmente soddisfatti della lettura.

5. Perchè la Fazi, per festeggiare l’uscita nelle librerie del nuovo rompicapo del re del thriller francese Franck Thilliez, ha organizzato, in collaborazione con The Impossible Society, un’Escape Room dedicata a “Labirinti”, un’esperienza divertente e intrigante ispirata alle suggestioni e ambientazioni del romanzo. Se siete appassionati di gialli, amanti della suspense e della tensione, potrete divertirvi e mettervi alla prova, in una corsa contro il tempo, con codici, enigmi, indovinelli per trovare la “via di fuga” dal labirinto totalizzante del capolavoro do Franck Thilliez. Avrete a disposizione un’ora per vincere e uscire da questo mondo parallelo, per tornare alla realtà, grazie all’intuito, la logica e il gioco di squadra, misurando le vostre abilità di detective.

La  temporary room sarà aperta al pubblico dal 24 maggio al 31 luglio in centro a Milano (Corso di Porta Ticinese 107). Riuscirete a trovare la via d’uscita?

“Labirinti” è un thriller ipnotico e perfetto in cui perdersi. Lo consiglio a tutti coloro che amano le sfide e che vogliono scoprire chi sia la quinta donna, la chiave di tutto.



martedì 9 maggio 2023

RECENSIONE | "Delitto in riva al mare" di Antonio Lanzetta | [Review Party]

“Delitto in riva al mare” è un libro di Antonio Lanzetta pubblicato da Newton Compton. Si tratta di una storia nera e coinvolgente. L’omicidio brutale di una ragazza. Un bambino che ha vissuto l’orrore. Oscure verità che si celano dietro la follia. Un thriller mozzafiato che vi porterà alle radici del male nella certezza che alcune ferite non si rimarginano mai.

STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 7
Delitto in riva al mare
Antonio Lanzetta

Editore: Newton Compton
Pagine: 256
Prezzo: € 9,90
Sinossi

Il corpo senza vita di Elena Perna, una ragazza di diciannove anni, viene trovato riverso su una spiaggia di Salerno. Il caso viene affidato al commissario Massimo Trotta e a Lidia Basso, psicologa forense e consulente della questura. Le indagini assumono da subito dei contorni a dir poco inquietanti. Lidia e Massimo ricevono infatti una chiamata dal Santacroce, una struttura che ospita giovani pazienti psichiatrici: un diciassettenne di nome Matteo fa da giorni disegni che sembrano ritrarre proprio Elena, la ragazza che è stata uccisa. Senza averla mai vista. Nessuno, in quel reparto del Santacroce, ha contatti con l’esterno né con i mezzi di informazione. Lidia fa di tutto per avere un colloquio con Matteo. La sfuggente personalità del ragazzo la affascina, ma a irretirla è la storia di cui in passato è stato protagonista. Una vicenda segnata da indicibili sofferenze e violenze inimmaginabili, nota alle cronache come “La casa degli orrori”, sulla quale aleggiano ancora interrogativi destinati a non trovare risposta. Com’è possibile che ci sia un legame tra Elena e Matteo? Eppure, nelle sue allucinazioni, sembra nascondersi una chiave per individuare l’assassino…



Nei miei sogni ho ancora sette anni e mi sveglio per ascoltare il suono della tempesta che sferza il podere. Il vento ulula in mezzo agli alberi e la pioggia batte rabbiosa sulle assi di legno che mio nonno ha inchiodato alla finestra.

Il corpo senza vita di Elena Perna, una ragazza di diciannove anni, viene trovato riverso su una spiaggia di Salerno. Le indagini, che assumono subito dei contorni inquietanti, sono affidate al commissario Massimo Trotta e a Lidia Basso, psicologa forense e consulente della questura. Lidia e Massimo ricevono una chiamata dal Santacroce, una struttura che ospita giovani pazienti psichiatrici: un diciassettenne di nome Matteo fa da giorni dei disegni che sembrano ritrarre proprio Elena, la ragazza che è stata uccisa. Marco non ha mai visto la ragazza e nessuno, in quel reparto, ha contatti con l’esterno né con i mezzi di comunicazione. Lidia è affascinata dalla sfuggente personalità del ragazzo, ma a intenerirla è la storia di cui in passato è stato protagonista. Una vicenda segnata da indicibili sofferenze e violenze inimmaginabili, nota alle cronache come “La casa degli orrori”. Com’è possibile che ci sia un legame tra Elena e Matteo?

Nelle allucinazioni del ragazzo sembra nascondersi una chiave per individuare l’assassino.

“Delitto in riva al mare” è la storia di un brutale assassinio, di ricordi spezzati sepolti nel tempo pronti a riemergere dal passato. È un thriller appassionante con un tocco di gotico e un filo d’Arianna per non perdersi nel labirinto della follia.

Il romanzo è un crocevia di storie ma io sono stata totalmente coinvolta e rapita dalla storia di Marco. Sappiate che “Marco” non è il vero nome del ragazzo ricoverato al Santacroce. Nessuno conosce il suo nome e alcuni lo chiamano ragazzo X. Lui vive in una specie di limbo, creato dalla somministrazione di potenti medicine, e ricorda poco del suo doloroso passato in cui si nascondono le ombre di crudeli mostri. Mi sono ritrovata a seguire passo dopo passo la sua storia, i traumi subiti da bambino, provando la sua stessa angoscia ma sapendo di essere spettatrice immobile della partita che il ragazzo X gioca con il suo destino. Lui e Lidia percorrono vie che s’incrociano in un disegno, un volo di matita nel mondo degli incubi. Lascio a voi il gusto della scoperta inoltrandovi in un territorio dove ogni passo cela un pericolo e strane presenze sono pronte a seguirvi.

Le ombre si staccano dai muri e scorrono sul pavimento come grosse macchie di olio. Iniziano a ribollire e a contorcersi. Fremono come se fossero cose vive. Hanno schiene ricurve, dita lunghe e nere. Si muovono su quattro zampe, annusano l’aria come cani. Stanno fiutando il mio odore.

Antonio Lanzetta ha costruito un thriller teso, crudo, ma anche pieno di umanità, un caleidoscopio di personaggi ben descritti che ci guidano in un labirinto di travolgente pazzia. I protagonisti alternano le loro voci dando vita a frammenti di ricordi dai quali scaturisce una forza oscura che si aggira tra le pagine ed è pronta a colpire. L’autore si dimostra abile nel mantenere sempre viva l’attenzione del lettore. A ogni capitolo concede un tassello del quadro finale che si compone generando uno stato di ansia che non si placa prima dell’ultima pagina. Sicuramente Lanzetta ha giocato una partita vincente dando molta importanza al fattore umano e psicologico all’origine del male. La crudeltà presente negli uomini è un abisso senza fine. Da questo abisso, sotto la maschera dell’orrore e del brivido, emergono anche problematiche sociali come la violenza domestica, il bullismo e lo stalking. Restare indifferenti è impossibile e ci si ritrova a navigare nel buio, personificazione delle nostre paure per ciò che non conosciamo e che nel buio possiamo intravedere.

Antonio Lanzetta riesce rende palpabile l’inquietudine usando un linguaggio visivo e onirico che rende la parola un’arma potente pronta a trasformarsi in suoni e immagini. I delitti, le violenze e gli incubi, segnano solchi in cui i protagonisti procedono con gran difficoltà. Anche Lidia e Massimo, la psicologa e il commissario, portano il fardello di un passato drammatico ed è quasi possibile udire gli scricchiolii minacciosi proveniente da un altrove che si fa realtà nel romanzo. Chiudete gli occhi e immaginate una stanza chiusa a chiave dove la luce è esiliata e al suo posto c’è un ossessione che diventa bisturi nelle vostre mani per incidere ed esplorare la psiche umana. In quella stanza chiusa alla vita ci si sente sperduti in un delirio che non promette nulla di buono. Eppure la paura che scorre nelle vene del romanzo arriva ad essere poetica e struggente.

Con Antonio Lanzetta, miei cari lettori, “si va tra la perduta gente”. Trattenendo il fiato ho percorso un tratto dell’Inferno e dopo aver letto l’ultima pagina sono uscita “a riveder le stelle”. I miei complimenti a Lanzetta, non vedo l’ora di leggere altri suoi lavori. 



giovedì 4 maggio 2023

BOOKTOUR | "Il canto di Medusa" di Claire Heywood

Con “Il canto di Medusa”, edito da Newton Compton, Claire Heywood torna in libreria con un’ originale reinvenzione del mito di Perseo. Io adoro la mitologia greca, mi affascina pensare alle divinità dell’Olimpo che si confondono con gli uomini interferendo nelle loro vite. Tra una moltitudine di eroi ci sono anche molte donne coraggiose sempre all’ombra degli uomini. Claire Heywood nel suo romanzo, rielaborando il mito di Perseo, mette in luce proprio i personaggi femminili che costituiscono lo specchio in cui si riflette una nuova versione del mito seguendo la vita di tre donne destinate a intrecciare i loro destini così diversi. Danae, la madre, Medusa, il trofeo, e Andromeda, la moglie, sono le colonne portanti del romanzo, della rivisitazione  dell’antico mito. Un coro di voci femminili che affrontano con coraggio la loro sorte e diventano protagoniste presentandosi, a noi lettori, in nuove vesti.


Il canto di Medusa
Claire Heywood

Editore: Newton Compton
Pagine: 320
Prezzo: € 9,90
Sinossi
Danae è fuggita a causa di una profezia: il figlio che porta in grembo, Perseo, provocherà un giorno la morte del padre, il re di Argo. Sola, incinta e lontana da casa, la principessa dovrà costruirsi una nuova vita in un modesto villaggio di pescatori. Medusa, reclusa nelle profondità dei boschi insieme a un gruppo di donne note come Gorgoni, da sempre evita ogni contatto con il mondo esterno. Ma la sua solitudine è destinata a terminare il giorno in cui incontra nella foresta un uomo ferito: Perseo. Quando una tempesta di sabbia minaccia di distruggere il suo popolo, una tribù nomade del deserto, Andromeda sa che gli dèi esigono un sacrificio per placare la loro ira. È pronta a tutto, ma a scombinare i suoi piani arriva il giovane Perseo. La leggenda del grande eroe è una stella in ascesa nel firmamento, ma ci sono ombre che si nascondono dietro la sua abbagliante fama. Ossessionato dalla conquista della gloria, Perseo porterà violenza e distruzione nella vita di tre donne.



La figura di Medusa

In questo booktour dedicato al romanzo, ho il gradito compito di approfondire la figura di Medusa, donna tormentata e condannata, soggiogata al volere degli uomini, colpevole di fidarsi delle loro promesse. Esistono varie versioni del mito di Medusa e Perseo. La versione classica narra che Medusa era una delle tre Gorgoni. Lei era la più bella ed era l’unica mortale. Poseidone ne fu così ammaliato che finì per violentarla tra i marmi di un tempio dedicato ad Atena. La dea non tollerò la profanazione e trasformò Medusa in un orribile mostro. I suoi capelli divennero serpenti e il suo sguardo pietrificava chiunque la guardasse.

Perseo era un eroe nato, secondo il mito, da Zeus e Danae. Acrisio, re di Argo, temeva per le sorti del suo regno e un oracolo gli predisse che  sua figlia Danae avrebbe avuto un bambino che l’avrebbe ucciso. Per scongiurare la profezia Acrisio fece di tutto ma la figlia concepì un bambino, era nato Perseo. Madre e figlio furono cacciati, messi in una cassa poi abbandonata in mare. La cassa arrivò sull’isola di Serifo dove un pescatore li trovò ancora vivi e li ospitò nella sua modesta casa. Fatto grande Perseo, per volere del tiranno dell’isola, che gli aveva chiesto la testa di Medusa come regalo di nozze, affronta un lungo e avventuroso viaggio per incontrare Medusa. Raggiunta la sua dimora, Perseo si avvicinò a lei proteggendosi dal suo sguardo mortale con uno scudo di bronzo scintillante e riuscì a decapitarla. Posta la testa in una bisaccia, Perseo, grazia ai calzari alati, fece ritorno.

Qui termina il mito di Medusa e Perseo. A ben vedere è la storia di una donna violentata, demonizzata e   trasformata in un mostro che verrà uccisa per mano di un uomo.

Da tutto ciò trae ispirazione Claire Heywood scegliendo questo mito come seme da cui nasce “Il canto di Medusa”.

La corona di serpenti scintillava nella tenue luce della sera. Medusa la rigirava tra le mani, osservando come il bagliore della torcia animasse le incisioni: i corpi dorati e intricati, i musi brillanti allerta. Le pareva di sentirli sibilare.

Medusa è un personaggio poliedrico, affascinante e l’autrice stravolge il mito e offre una nuova versione di Medusa sacerdotessa approfondendone la psicologia, i drammi, le paure e i desideri. Il romanzo si concentra sulla storia, sulla vita privata di Medusa come membro di un gruppo di donne che vivono nel profondo dei boschi, conosciute come le Gorgoni. Medusa evita ogni contatto con il mondo esterno cercando una vita migliore lontano dal mondo crudele. Giovanissima ha subito violenza ma da vittima si è ritrova ad essere colpevole, ad essere fissata da tutti con disprezzo e ad essere additata come profanatrice e sgualdrina. Solo le Gorgoni l’accolgono e si prendono cura di lei. Da quel momento il male che le è stato inferto è diventato la sua corazza, la paura è il suo scudo. Pur facendo parte di una piccola comunità di donne, la ragazza si sente sola. Fino al giorno in cui trova un giovane di nome Perseo nella foresta.

Tra gli alberi, a neanche una gittata di un sasso da lei, spuntò un giovane uomo. Nonostante avesse dovuto temerne l’apparizione molto di più rispetto a un lupo,  Medusa si ritrovò ad abbassare l’arco incuriosita.

«Qual è il tuo nome?», gli chiese.

«Perseo. E il tuo?»

«Medusa»

Quando una vipera affonda i suoi denti sulla caviglia del ragazzo, lei gli salva la vita. Quel ragazzo così giovane, che vuol dimostrare di essere un uomo per essere rispettato, accende in Medusa “una scintilla che illumina il vuoto che ha dentro. Un bisogno di compagnia e di affetto.” Per qualche giorno tutto procede per il meglio, Medusa si sente ammirata e abbassa la guardia. La presenza di Perseo è una piacevole distrazione ma quando lui la bacia e lei lo respinge, Perseo non la prende bene. Medusa pagherà a caro prezzo il suo rifiuto.

L’autrice descrive le emozioni, le speranze, le ansie di Medusa e le modella in una storia potente e coraggiosa mettendo in risalto  l’imperfezione degli esseri umani. Medusa è stata privata della sua bellezza, dell’onore e dello spirito. Tuttavia lei non cerca vendetta ma rinasce come donna libera in grado di controllare il suo passato così come il suo presente e il futuro.

La storia perde la presenza degli dei ma acquisisce la ricchezza della forza delle donne tenute sotto il giogo maschile nell’antica Grecia. La storia di Medusa è incredibilmente interessante perché l’autrice la descrive non come la Gorgone cattiva che tutti abbiamo conosciuto attraverso il mito, ma come vittima innocente. La storia dell’eroe Perseo e del mostro Medusa è stata raccontata molte volte. Questa è un’altra storia narrata all’interno di un contesto storicamente autentico dove sono poste in risalto  le scelte fatte dai protagonisti.

Viene spontaneo condividere il dolore di Medusa, ma non dimentichiamo anche Danae e Andromeda, e si è portati a riflettere  su cosa significasse essere donna in una società così fortemente patriarcale. Distruggere vite attraverso la violenza è ciò in cui i personaggi maschili riescono meglio sorretti dall’ambizione sfrenata. Mito, verità, nuova interpretazione fantasiosa, sono un mix irresistibile sulle donne del mito del grande eroe Perseo. Donne che hanno un ruolo secondario nella versione tradizionale. Tuttavia ascoltando le loro voci Perseo si rivelerà non come un eroe ma un giovane crudele plasmato da altri uomini e dai ruoli fissati dalla società.

Medusa temeva il mondo da cui Perseo proveniva, dove gli uomini detenevano tutto il potere e le donne non erano niente, dove la loro vita era considerata meno importante dell’onore di un maschio.

 Claire Heywood ci mostra come la verità di ciò che accade è manipolata dai vincitori che rimodellano gli eventi. Perseo è sempre più ossessionato dalla promessa del proprio destino, i suoi eroici viaggi gettano un’ombra di violenza e distruzione nelle vite di tutte e tre le donne. Ma anche se cerca di metterle a tacere, le donne potrebbero scoprire che reclamare la propria voce è la loro unica speranza per sollevarsi verso un futuro migliore. Tre donne. Danae. Medusa. Andromeda. Tre storie. Tre personaggi indimenticabili.