Dopo “La famiglia Aubrey”, la Fazi Editore
pubblica “Nel cuore della notte”, il secondo volume della trilogia a firma
Rebecca West. Se avete perso il primo libro, vi consiglio di recuperarlo per
meglio apprezzare la filosofia di vita degli Aubrey. Un modo semplice e diretto
per affrontare la vita, godendo di ogni singolo istante, apprezzando le cose
semplici senza mai perdere di vista il pilastro su cui ogni società si basa, la
famiglia.
STILE: 8 | STORIA: 9 | COVER: 8
|
Rebecca West (traduzione di F. Frigerio)
#1 La famiglia Aubrey (recensione)
#2 Nel cuore della notte
#3 Rosamund (recensione)
Editore: Fazi
Pagine: 406
Prezzo: € 20,00
Prezzo: € 20,00
Sinossi
È trascorso qualche anno da quando abbiamo salutato la famiglia Aubrey. Le bambine non sono più tali: i corsetti e gli abiti si sono fatti più attillati, le acconciature più sofisticate; l’ozio delle giornate estive è solo un ricordo. Oggi le Aubrey sono giovani donne, e ognuna ha preso la sua strada: le gemelle Mary e Rose sono due pianiste affermate e vivono le difficoltà che comporta avere un talento straordinario. La sorella maggiore, Cordelia, ha abbandonato le velleità artistiche per sposarsi e accomodarsi nel ruolo di moglie convenzionale. La cugina Rosamund, affascinante più che mai, lavora come infermiera. La madre comincia piano piano a spegnersi, mentre il padre è sparito definitivamente. Poi c’è lui, il piccolo Richard Quin, che si è trasformato in un giovane seduttore brillante e, sempre più, adorato da tutti. La guerra, che piomberà sulla famiglia come una catastrofe annunciata, busserà anche alla sua porta, e sconvolgerà ogni cosa. Mentre l’Inghilterra intera è costretta a separarsi dai suoi uomini, l’universo delle Aubrey si fa sempre più esclusivamente femminile: gli uomini e l’amore rimangono un grande mistero, un terreno inesplorato da attraversare, pagine ancora tutte da scrivere che, forse, troveranno spazio nel prossimo volume di questa appassionante saga familiare.
Scrivo tutto ciò con la piena consapevolezza che ora potrebbe sembrare irrilevante, dal momento che è proprio uno di quei tratti che differenziano il passato dal presente. Allora, ogni cosa aveva importanza. Ogni cosa dalla quale traevamo godimento aveva il medesimo valore.
Nel secondo volume della trilogia della famiglia Aubrey,
Rose, la voce narrante, descrive la vita tranquilla e lieta della sua famiglia.
Siamo in Inghilterra e all’orizzonte incombono le nuvole nere della Prima
Guerra Mondiale. Abbiamo lasciato, nel primo romanzo, gli Aubrey alle prese con
gravi problemi economici. Il capofamiglia è andato via senza dir nulla,
lasciando tutti nei guai. Ora il peggio è passato!
Le gemelle Mary e Rose sono due pianiste talentuose e
raccolgono un successo straordinario.
Cordelia, la sorella maggiore priva di talento musicale,
vorrebbe diventare la segretaria di un commerciante d’arte ma poi decide di
sposarsi ricoprendo così il ruolo di moglie votata all’obbedienza, alla
sottomissione e al sacrificio.
L’affascinante cugina Rosamund ha concluso i suoi studi da
infermiera e lavora in un ospedale per bambini.
Il piccolo di casa, Richard Quin, è ora un giovane ben voluto da tutti e vorrebbe continuare i suoi studi a Oxford.
Il piccolo di casa, Richard Quin, è ora un giovane ben voluto da tutti e vorrebbe continuare i suoi studi a Oxford.
Ciò che rendeva unico Richard Quin era che non aveva una sola goccia di asprezza maschile nel suo sangue, forse perché era così maschio che non aveva motivo per irritarsi di fronte alle differenze tra i sessi.
La guerra, però, mescola dolorosamente le carte in tavola
travolgendo il destino della famiglia Aubrey.
Entrare nel fantastico mondo degli Aubrey è stato quasi un
atto di liberazione dall’ansia, dalle angosce quotidiane e dai conflitti
interiori. In ogni pagina c’è l’esaltazione della quotidianità, la semplicità
delle cose e il desiderio di voler far del bene agli altri. È interessante
seguire la crescita e la trasformazione interiore, da adolescenti ad adulti,
dei vari personaggi. Si respira un’aria d’impegno e determinazione in cui tutti
coltivano i propri sogni diventando responsabili e pronti ad affrontare qualsiasi
vicissitudine col massimo della positività.
“Nel cuore della notte” è un romanzo intenso e raffinato,
dal ritmo lento ma godibilissimo. Con grazia e ironia, Rebecca West tesse una
trama che esalta, almeno nella prima parte, le gioie della vita. Ogni cosa è
preziosa per l’autrice, ogni evento è descritto nei minimi particolari senza
mai un calo di attenzione. Maxi sequenze narrative si alternano a pagine in cui
le riflessioni e le descrizioni regnano sovrane. La prima parte è un mare
narrativo tranquillo, privo di scossoni e fatti eccezionali. La società dell’epoca,
con le sue regole e i suoi pregiudizi, viene descritta con educata ironia e
nella suprema illusione della pace tra i popoli. Il ruolo della donna è ben
descritto, sottomissione è la regola anche se si hanno i primi tentativi di
fuga dal contesto casalingo per inserirsi nel mondo del lavoro. La scrittrice mette
in discussione il ruolo sociale del matrimonio e la disuguaglianza fra uomini e
donne.
Quando una donna era una grande donna non aveva bisogno di essere bella, poteva essere quello che voleva, perché aveva poteri magici superiori alla bellezza.
Una famiglia matriarcale quella degli Aubrey che mi ha fatto
ricordare un libro, amato e letto più volte, in cui la famiglia è protagonista
assoluta: “Piccole donne” di Louisa May Alcott. In entrambi i romanzi i
personaggi affrontano la vita vincendo le proprie paure guidati da una libertà
che nasce dal voler trovare il proprio ruolo nel mondo ed essere artefici di un
futuro affrontato a testa alta.
“Nel cuore della notte” è un romanzo in cui tutti i
personaggi sono ben delineati e ogni lettore avrà la possibilità di scegliere
con chi identificarsi. Io ho amato il personaggio di Rosamund per la sua forza
e per l’alone di mistero che la circonda.
La prima parte del romanzo offre una lettura rilassata e
fluida basata sui legami famigliari tenaci tenuti insieme da un filo di fiducia
e speranza. Quando quel filo verrà tranciato dalla guerra, il mondo sereno
degli Aubrey verrà frantumato. Tuttavia anche quando la morte busserà alla
porta della casa felice, non tutto andrà perduto. Anche quando tutto diventerà
più difficile, quando il dolore strazierà i cuori per gettarli “nel buio della
notte”, anche allora nulla sarà impossibile per chi conosce il segreto
dell’affetto e della solidarietà. L’amore diventa un grimaldello che apre ogni
porta, non importa se siamo sulla terra o liberi nei cieli, e concede all’anima
di liberarsi dal corpo prima di salutarsi per sempre.
Le ultime pagine del romanzo mi hanno coinvolta
emotivamente, ho provato anch’io un intenso dolore quando l’ombra della morte
ha cinto, nel suo freddo abbraccio, la famiglia Aubrey. Tacciono i pianoforti,
alla voce della musica si oppone il silenzio della sofferenza. Insieme
aspetteranno il finir della notte, insieme attenderanno la luce che prenderà il
posto del buio. Insieme guarderanno al futuro. Insieme!