“La montagna ci offre la cornice…
tocca a noi inventare la storia che va con essa!”
tocca a noi inventare la storia che va con essa!”
Questa citazione di Nicolas Helmbacher mi pare
perfetta per introdurre un romanzo che scalda il cuore accarezzando l’anima. Si
tratta de “La manutenzione dei sensi” di Franco Faggiani, Fazi Editore.
STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 6
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Franco Faggiani
Editore: Fazi
Editore: Fazi
Pagine: 250
Prezzo: € 16,00
Prezzo: € 16,00
Sinossi
A un incrocio tra casualità e destino si incontrano Leonardo Guerrieri, vedovo cinquantenne, un passato brillante e un futuro alla deriva, e Martino Rochard, un ragazzino taciturno che affronta in solitudine le proprie instabilità. Leonardo e Martino hanno origini ed età diverse, ma lo stesso carattere appartato. Il ragazzo, in affido temporaneo, non chiede, non pretende, non racconta; se ne sta per i fatti suoi e non disturba mai. Alle medie, però, a Martino, ormai adolescente, viene diagnosticata la sindrome di Asperger. Per allontanarsi dalle sabbie mobili dell'apatia che sta per risucchiare entrambi, Guerrieri decide di lasciare Milano e traslocare in una grande casa, lontana e isolata, in mezzo ai boschi e ai prati d'alta quota, nelle Alpi piemontesi. Sarà proprio nel silenzio della montagna, osservando le nuvole in cielo e portando al pascolo gli animali, che il ragazzo troverà se stesso e il padre una nuova serenità. A contatto con le cose semplici e le persone genuine, anche grazie all'amicizia con il burbero Augusto, un anziano montanaro di antica saggezza, padre e figlio si riscopriranno più vivi, coltivando con forza le rispettive passioni e inclinazioni. Una storia positiva è al centro di questo romanzo che trabocca di umanità e sensibilità autentiche e che contiene una riflessione sul labile confine che divide la normalità dalla diversità. Un romanzo sul cambiamento, la paternità, la giovinezza, in cui padre e figlio ritroveranno la loro dimensione più vera proprio a contatto con la natura, riappropriandosi di valori irrinunciabili come la semplicità e la bellezza.
Ma quando mi guardavo allo specchio consideravo quello di fronte a me un estraneo, un usuraio dei sentimenti, sempre più avaro nel concederli, sempre più arraffone nel pretendere quelli degli altri. La mia vita stava andando alla deriva, ne ero consapevole; ma non trovavo, o non volevo trovare, un relitto a cui aggrapparmi in questo triste navigare.
La storia narrata da Faggiani nasce da due fatti reali.
Leonardo, il protagonista adulto, ripercorre la storia dello scrittore: un
brillante giornalista in crisi. Anche il bambino, Martino nel romanzo, esiste
realmente. Scrittore e ragazzino si sono incontrati in montagna, hanno
trascorso del tempo insieme. Queste radici reali hanno dato vita a una storia
positiva, ricca di sentimenti che fa del cambiamento un’ancora di salvezza per
due persone alla deriva nella vita.
Leonardo Guerrieri, vedovo cinquantenne, un passato
brillante e un futuro incerto, incontra Martino Rochard, un ragazzino taciturno
che affronta da solo le proprie instabilità. Leonardo prende Martino in affido
temporaneo. Martino non racconta, non chiede, non pretende. Ama starsene da solo
e non disturba mai nessuno, non si lamenta mai, dove lo metti rimane. Alle
medie, a Martino, viene diagnosticata la sindrome di Asperger. Guerrieri lascia
Milano e per dare una svolta al suo rapporto con il ragazzino, si trasferisce
in una grande casa in mezzo ai boschi, nelle Alpi piemontesi. A contatto con le
cose semplici, con persone burbere ma genuine, riusciranno a coltivare le
rispettive passioni costruendo un rapporto solido e sereno.
Io non ero suo padre, lui non era mio figlio.
Conosciamo Leonardo e Martino pronti a lasciare Milano per
la montagna. Perché un cambiamento così radicale, perché fuggire dalla città
per offrire a se stessi la possibilità di un cambiamento? Cambiar vita per
ritrovare se stessi non è una scelta facile. In città ci lasciamo fagocitare
dal quotidiano, siamo abituati ai rumori, a correre a destra e a sinistra,
prigionieri in celle dalle sbarre invisibili. Padre e figlio sono due estranei,
tra loro non c’è comunicazione. Cambiando ambiente Leonardo vuol darsi e dare a
Martino l’occasione per liberarsi dalle barriere che li dividono. Per
affrontare la montagna, accogliente e crudele nello stesso tempo, devi
liberarti dallo schema “vita in città”. Occorre abituarsi ai silenzi, a un
tempo scandito dalla natura, a una vita semplice in cui trovano spazio le cose
importanti. Il valore dei sentimenti e il rapporto tra le persone, il valore
del lavoro manuale e dei sacrifici, il rispetto per la natura e la conoscenza
del territorio, l’amicizia e il rispetto, le passioni di ognuno e la libertà di
scelta, il crescere seguendo le proprie inclinazioni.
In montagna bisogna imparare a fare ma bisogna imparare soprattutto a fare senza.
Per conoscere meglio i personaggi dobbiamo considerarli
nella loro vita prima del cambiamento.
Leonardo, dopo la morte dell’amata moglie, ha imboccato la
pericolosa strada della rassegnazione sia nel lavoro che nel quotidiano. È
soffocato dai sensi di colpa: quando la moglie è deceduta lui era lontano per
lavoro. La vita perde i suoi brillanti colori, i progetti fatti insieme, le
difficoltà superate in due. La coppia svanisce, basta un attimo e si è soli. L’anima
si incupisce, non prova più emozioni e il sorriso si spegne.
Ma tu, quando hai saputo che Chiara era morta, cos’hai detto?
Non scherzi stasera con le domande, eh? Vuoi proprio saperlo? Non ho detto niente. Non sono riuscito a dire una parola per giorni, avevo un dolore allo stomaco che non mi faceva stare in piedi. E la testa leggera, perché vuota. Sono andato avanti così per un bel po’.
E poi?
Poi qualcuno mi ha salvato.
Martino è un ragazzino a cui la vita sembra aver voltato le
spalle. È orfano. La madre l’ha abbandonato quando aveva pochi mesi, per poi
scomparire, e suo padre è morto in carcere. Viene dato in affido temporaneo a
Leonardo ma il rapporto tra i due è difficile. Martino ama i documentari sulla
natura, i cambiamenti climatici, le previsioni, gli uragani e le tempeste, il
comportamento degli animali. Ha una capacità intellettiva superiore a quella di
molti suoi compagni, ma la indirizza solo verso le materie che a lui piacciono.
Momenti eccellenti si alternano a momenti di totale rifiuto. Martino non riesce
a relazionarsi. Sa fare origami complicati e bellissimi, usa in modo eccellente
il computer, ma rifiuta d’imparare le poesie a memoria, si fa i fatti suoi e
non ama le smancerie.
Leonardo e Martino, imprigionati e imperfetti.
Non abbiate paura, questo romanzo non è una triste storia su
una patologia ancora poco conosciuta. L’Asperger è considerata non come una
malattia ma come una condizione. L’imprevedibilità fa parte della vita di un
ragazzino come Martino ma l’imprevedibilità non è una condizione esclusiva
dell’Asperger, fa parte del mondo, della vita di tutti noi. Tutti noi creiamo,
nei momenti difficili, uno scudo per proteggerci dal mondo. In montagna Martino
e Leonardo ritrovano pian piano la serenità e lo scudo svanisce.
“La manutenzione dei sensi” ha nel titolo il profondo significato
della sua storia. I sentimenti non sopravvivono senza una cura costante, hanno
bisogno di equilibrio. I sentimenti danno forza alla realtà, il dolore la
demolisce. Appare evidente il contrasto tra il termine tecnico “manutenzione” e
la sfera emozionale dei sensi lo stesso contrasto percepito tra la vita di
città e la vita semplice, spesso difficile, in montagna.
Ho letto questo libro con totale coinvolgimento riflettendo
sul labile confine tra normalità e diversità. È un romanzo in continua evoluzione
che affronta i cambiamenti, la crescita, la giovinezza, la scelta di un futuro
in cui si è protagonisti. La montagna, la salita verso la cima, è un invito a
non porsi mai dei limiti anche se nulla è facile. La scalata, come la vita,
costa sudore e fatica, perdono e speranza, scelte difficili e distacchi
dolorosi, gioie e lacrime. Consiglio a tutti voi la lettura di questo romanzo.
La montagna vi accoglierà a braccia aperte, vi regalerà emozioni e vi
consiglierà di non sottovalutare mai la natura. Attenzione e prudenza per
apprezzare solo la bellezza e il suo fascino senza incorrere in pericoli
inutili. La montagna è l’opportunità per riprendersi la propria vita, per
ritrovare la strada maestra. Tuttavia ricordate che
“La montagna più alta
rimane sempre dentro di noi.”
(Walter
Bonatti)