giovedì 25 novembre 2021

RECENSIONE | "Il mistero delle dieci torri" di Marcello Simoni [Review Party]

Per festeggiare i dieci anni dalla pubblicazione del suo primo libro, “Il mercante di libri maledetti” (ha vinto il 60° Premio Bancarella), Marcello Simoni torna in libreria con “Il mistero delle dieci torri” (entrambi editi da Newton Compton editore), una raccolta di racconti che toccano temi e luoghi cari al suo immaginario. Vi avviso che il lettore non avrà scampo, verrà risucchiato in un vortice d’avventura in compagnia di personaggi unici.

STILE: 8 | STORIA: 7 | COVER: 6
Il mistero delle dieci torri
Marcello Simoni

Editore: Newton Compton
Pagine: 224
Prezzo: € 9,90
Sinossi
Quali misteri ha dovuto svelare Ignazio da Toledo, conosciuto come il mercante di libri maledetti, prima di partire dalla Palermo di Federico II e fingersi morto? Quali complotti ha ordito, in sua assenza, l’astrologus imperiale Michele Scoto? Ecco alcuni dei personaggi che popolano questa raccolta di racconti. Figure di un grande arazzo in cui fanno la loro comparsa anche il fratello gemello di Cosimo de’ Medici, il corsaro Khayr al-Dīn Barbarossa, il cavaliere ospitaliero Leone Strozzi e persino Licio Ganello, un mago fiorentino che, una volta morto, diventerà oggetto degli studi anatomici di Leonardo da Vinci. Un vero e proprio viaggio per terra e per mare, attraverso i secoli, che conduce il lettore in luoghi lontani nello spazio e nel tempo, facendogli incontrare sia volti già noti e amati, sia protagonisti del tutto nuovi. Dalla nascita della città etrusca di Spina alle battaglie navali avvenute nel Mar di Levante sullo scorcio del XVI secolo, passando per la Sicilia dello Stupor mundi, le corti rinascimentali e le lagune del basso ferrarese del secondo dopoguerra: con Il mistero delle dieci torri Simoni tocca temi e luoghi cari al suo immaginario, risucchiando il lettore in un vortice d’avventura, da maestro del genere qual è.





Quali misteri ha dovuto svelare Ignazio da Toledo, conosciuto come il mercante di libri maledetti, prima di partire dalla Palermo di Federico II e fingersi morto? Quali complotti ha ordito, in sua assenza, l’astrologo imperiale Michele Scoto? Ecco alcuni dei personaggi che popolano questa raccolta di racconti. Figure di un grande arazzo in cui fanno la loro comparsa anche il fratello gemello di Cosimo de’ Medici, il corsaro Khayr al-Din Barbarossa, il cavaliere ospitaliero Leone Strozzi e persino Licio Ganello un mago fiorentino che, una volta morto, diventerà oggetto degli studi anatomici di Leonardo da Vinci. Un vero e proprio viaggio per terra e per mare, attraverso i secoli, che conduce il lettore in luoghi lontani nello spazio e nel tempo. Incontreremo sia volti già noti e amati, sia protagonisti del tutto nuovi. Dalla nascita della città etrusca di Spina alle battaglie navali avvenute nel Mar di Levante sullo scorcio del XVI secolo, passando per la Sicilia dello Stupor mundi, le corti rinascimentali e le lagune del basso ferrarese del secondo dopoguerra.

Il regno dell’immaginario non ha confini per Marcello Simoni. I suoi thriller storici, accurati nella ricostruzione storica e con un intreccio ben congegnato e sempre credibile, affascinano tra enigmi e misteri da svelare. I suoi libri si trasformano in macchine del tempo capaci di trasportare il lettore indietro, in epoche lontane dal fascino misterioso.

Nella prefazione del suo nuovo libro, lo stesso Simoni ci fornisce la chiave di lettura dei dieci racconti che compongono la raccolta. Immaginate, scrive l’autore, un castello con dieci torri, e all’interno di ogni torre un personaggio con una storia da raccontare. Alcuni personaggi sono a noi noti, altri non li abbiamo mai conosciuti. I racconti sono stati scritti per diversi giornali e antologie. Simoni aveva il desiderio di recuperare tutta questa “letteratura sommersa”.

Il pensiero di quei dieci racconti gettati al vento come foglie secche, senza che nessuno potesse più leggerli, mi rattristava anche un po’.

Quindi li ha selezionati, ordinati secondo un criterio logico e in parte rimaneggiati. Nasce così “Il mistero delle dieci torri”.

Ad aspettarci nelle prime due torri troviamo Ignazio da Toledo, mercante di reliquie mozarabo, e l’astrologus Michele Scoto. Entrambi protagonisti di brevi storie ambientate nella Palermo del XII secolo. Proseguendo, nelle altre torri, troveremo storie di mare a cavallo tra il Quattrocento e il Cinquecento, un omaggio ai romanzi avventurosi di Salgari. Nell’ultima sezione dedicata ai racconti del mistero, trovano collocazione anche il mistery e il racconto gotico. Ora faccio mie le parole di Simoni per formularvi un invito intrigante:

Non resta che abbassare il ponte levatoio, sollevare le saracinesche e aprire il portale del castello, così da darvi accesso a ognuna delle dieci torri.

I racconti sono suddivisi in tre sezioni con illustrazioni dello stesso autore: Racconti di Sicilia, Racconti del mare e Racconti del Mistero.

Nella prima sezione Ignazio da Toledo indaga su una misteriosa morte, mentre, nel secondo racconto “Libro alla catena”, ritroviamo Michele Scoto. Sommo astrologo della corte imperiale di Palermo è alle prese con la sua sconfinata curiosità. Per ottenere un libro, scritto dai sapienti magi d’Oriente, è disposto a estreme soluzioni.

Nei Racconti del mare brilla di luce propria il racconto “I pirati di Negroponte”, un omaggio a Emilio Salgari,  in cui vengono narrate le avventure di una spedizione segreta che ha il compito di recuperare la carta del Nuovo Mondo custodita dai pirati di Negroponte. Da menzionare anche “Il viandante”, prequel del romanzo “L’eredità dell’abate nero” e “Il monastero del mare”, sequel di “L’isola dei monaci senza nome”.

Nella raccolta conclusiva, Racconti del mistero, segnalo il breve ma intenso racconto “La maledizione dello scarabeo”. Questa storia mi è piaciuta per il suo fascino inquietante e ben la vedrei come spunto per un bel romanzo gotico intricato e intrigante. Il racconto è ambientato nella Laguna di Comacchio, dicembre 1954. Il guardiano di Valle Baràba, in perlustrazione durante una rigida notte della Vigilia di Natale, si imbatte in una mano congelata che spunta dall’acqua e stringe uno straordinario cimelio etrusco tra le dita: uno scarabeo d’oro. L’uomo prende lo scarabeo e da quel momento sarà coinvolto in una serie di raccapriccianti sventure in cui si intrecciano i furti dei tombaroli e antiche superstizioni legate al culto dei morti.

I racconti sono tutti godibili, avventurosi e misteriosi. Hanno in comune l’elemento acqua, infatti i suoi personaggi solcano i mari verso terre lontane e vivono, portandoci con loro, avventure mozzafiato. Anche le lagune e i canali sotterranei vengono attraversati da personaggi dalle mille sfaccettature.

Ogni racconto è un’emozione, uno scrigno in miniatura che cela l’essenza di una storia. Anche se il mio gusto mi porta a scegliere storie più articolate, riconosco la bravura dell’autore nell’affrontare la sfida “racconto”: in poche righe bisogna catturare l’attenzione del lettore. Simoni vince la sfida concentrando, in un batter di ciglia, attimi di incognite e pericoli in un gioco di prestigio che fonde avventura e intrigo.

“Il mistero delle dieci torri” è una lettura pronta a far breccia nell’immaginario del lettore. Intrighi e leggende oscure diventano un terreno fertile perfetto per costruire storie.

Il racconto è, secondo me, un genere difficile da scrivere bene in modo che abbia un inizio e una fine di senso compiuto. Sicuramente bisogna leggere con attenzione, si entra subito nel vivo della storia e la tua immaginazione deve attivarsi velocemente così come l’empatia verso i personaggi. Marcello Simoni dimostra, nelle sue brevi storie, che è possibile trasmettere mistero, odio, vendetta e passione anche in poche pagine. La ricerca della verità, l’enigma, l’avventura e il fascino del passato rimangono pregi anche nei racconti e Simoni lo dimostra senza fatica grazie alla fluidità della sua scrittura e a personaggi molto apprezzati dai lettori. La qualità dei suoi scritti si mantiene sempre alta.

Nell’attesa del prossimo romanzo del maestro italiano del thriller storico, potete, se volete, trascorrere piacevolmente alcune ore con “Il mistero delle dieci torri”. Aprite il portale del castello e lasciatevi conquistare dal talento di Marcello Simoni.

giovedì 18 novembre 2021

RECENSIONE | "Dentro la vita" di Luciana Boccardi

Oggi, 18 novembre, arriva nelle librerie il secondo episodio dell’appassionante saga veneziana iniziata con “La signorina Crovato” (recensione). “Dentro la vita” (Fazi Editore) di Luciana Boccardi, racconta l’evoluzione della protagonista da semplice “signorina Crovato”, intraprendente e volenterosa, a donna combattiva e capace, fiera dell’indipendenza conquistata e pronta a  imporsi come persona, oltre che come stimata giornalista di moda.

Luciana Boccardi, storica decana del giornalismo di moda e studiosa di costume che ha visto nascere il Made in Italy, scrive la trilogia ispirandosi alla sua personalissima storia familiare, interamente ambientata a Venezia.


STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 7
Dentro la vita (vol.2)
Luciana Boccardi

Editore: Fazi
Pagine: 350
Prezzo: € 18,00
Sinossi

La signorina Crovato è diventata grande. Adesso lavora stabilmente per la Biennale organizzando le principali manifestazioni culturali della città. Negli uffici di Ca' Giustinian, oltre a sbrigare il lavoro pratico, ha il privilegio di respirare l'atmosfera che la circonda e l'eleganza di chi le sta accanto. Grazie agli incontri con personaggi del teatro e della musica, Luciana impara a coltivare la spinta vitale e ad affinare il suo carattere bilanciandoli con un atteggiamento di sana umiltà e un'incessante voglia di migliorarsi. Intanto, nella sua vita privata, la morte dell'amatissimo padre porta con sé inevitabili conseguenze. Luciana decide di sposarsi per salvare una situazione diventata insostenibile ma, in seguito a questi avvenimenti, è costretta a lasciare la Biennale. Grazie alla sua tenacia e a un pizzico di fortuna, però, trova subito lavoro a Parigi e intanto inizia a scrivere. Con un racconto, vince a sorpresa un concorso letterario importante e il traguardo inaspettato le offre l'occasione di firmare i primi pezzi per il giornale della sua città occupandosi di moda, un incarico che le aprirà le porte di un mondo del tutto sconosciuto ed eccitante. Cambia l’universo nel quale si muove Luciana, ex signorina Crovato, e nel frattempo arriva un figlio a imporre scelte impegnative: di vita, d’amore, di responsabilità.


Luciana, tu non immagini neppure la meraviglia che sei. Tu trasmetti energia sana, l’energia della vita. Tu sei la vita dentro. Sei riuscita a superare scogli, tempeste e fulmini restando intatta, senza mai cambiare. E senza mai ferire nessuno. Sei una meraviglia della vita e io ti ho amato tanto anche per questo. Resta sempre così: forte, inossidabile, vera.

La signorina Crovato è diventata  grande. Ora lavora stabilmente per la Biennale organizzando le principali manifestazioni culturali della città. Grazie agli incontri con personaggi del teatro e della musica, Luciana impara a coltivare la spinta vitale e ad affinare il suo carattere bilanciandoli con un atteggiamento di sana umiltà e un’incessante voglia di migliorarsi.

Noi nati tra il ’30 e il ’40 risentivamo ancora delle suggestioni di una società maschilista, anche se guardavamo con curiosità ai nuovi fermenti progressisti, che anticipavano silenziosamente la protesta rivoluzionaria destinata a esplodere nel ’68.

Intanto, nella sua vita privata, la morte dell’amatissimo padre, “era l’approdo, il porto sicuro, l’Onnipotente”, porta con sé inevitabili conseguenze.

Era lì, morto. Finito il viaggio terreno di un uomo straordinario, un artista vero che aveva fatto della musica il nostro linguaggio di vita. Il ribelle generoso aveva chiuso il suo percorso, il suo lungo, difficile viaggio. Per me invece ne cominciava un altro, quello della memoria, dell’amore infinito che mi avrebbe consentito di portarlo con me ogni giorno.

Luciana decide di sposarsi per salvare una situazione diventata insostenibile ma, in seguito a questi avvenimenti, è costretta a lasciare la Biennale. Grazie alla sua tenacia e a un pizzico di fortuna, trova subito lavoro a Parigi e intanto inizia a scrivere. Con il racconto breve “Lettera a Casanova” vince il premio Mentasti, premio che le venne consegnato da Georges Simenonn, e ciò le offre l’occasione  di firmare i primi pezzi per il giornale della sua città occupandosi di moda, in un tempo in cui le sfilate stavano nella pagina dei necrologi.  Questo incarico le aprirà le porte di un mondo del tutto sconosciuto ed eccitante. Cambia l’universo nel quale Luciana si muove, e nel frattempo arriva un figlio a imporre scelte di vita, d’amore, di responsabilità.

Il clima sociale intanto si andava intorbidendo. Tra i più giovani, soprattutto tra gli studenti, cresceva l’insofferenza per le consuetudini, i valori radicati, le tradizioni, i doveri. Il primo obiettivo era la famiglia, considerata come un luogo di oppressione. Basta con l’obbedienza dovuta dai figli ai genitori, basta con i vecchi e con le loro regole! Libertà ed emancipazione erano le parole d’ordine… Quanto alle donne, le nuove femministe scendevano in piazza convinte di parlare a nome di tutte… Ma nessuna si preoccupava di insegnare alle “compagne” come arrivare a quella reale emancipazione per cui avevano lottato le prime femministe dell’Ottocento, vincendo battaglie importantissime.

“Dentro la vita” è un tuffo nella vita adulta della protagonista, ci si muove tra eventi, scelte, capovolgimenti, ideali, lotte successi, amore. Con coraggio, senza mai abbandonarsi al dolore, si va avanti nonostante tutto.

Luciana Boccardi narra, ma soprattutto racconta se stessa, le storie di una vita piena vissuta sempre in prima linea, trasmettendo la passione e la vitalità che le hanno permesso di perseguire le sue ambizioni con tenacia e forza. Usa uno stile autentico e accurato, ricco di descrizioni e dettagli che vanno dalla sopravvivenza quotidiana ai sentimenti seguendo un percorso di vita attraversato, ma mai travolto, dalle avversità della vita.

Racconto una serie di fatti e vicissitudini inimmaginabili. A volte apparentemente scabrosi. Ma tutti veri, che mi sono capitati tra i miei 18 anni e 58 anni.

“Dentro la vita” è un libro da cui emerge con forza la convinzione che nella nostra esistenza possiamo, anzi dobbiamo, sempre combattere le avversità con una forza che è dentro di noi. Non sarà sicuramente una passeggiata, ma la speranza è pronta a tenderci una mano a cui noi dobbiamo aggrapparci. Se hai voglia di riuscire nella vita devi guadagnarti ogni passo avanti che fai, ma ce la puoi fare. Determinazione e voglia di arrivare. “Mai paura di niente” era la frase che il padre, rimasto cieco dopo essersi buttato nel fuoco della cabina di proiezione per salvare lo stabile dove lavorava, le ripeteva e che è diventato il motto di Luciana Crovato, in arte Luciana Boccardi.

Io ho amato “Dentro la vita” per la sua vivacità e schiettezza, per quel riflesso di modernità che caratterizza ogni pagina. Le vicende, una favola reale, mi hanno portata indietro nel tempo quando anche l’inimmaginabile poteva succedere e nello stesso tempo mi sono sentita coinvolta in questa storia incredibile. È una vita straordinaria che la Boccardi ha deciso di condividere con noi e che ha radici profonde in una Venezia amata e testimone delle sue battaglie e delle sue molteplici attività. Tra le righe appare un messaggio importante: siamo noi gli artefici del nostro destino. Ora non mi resta che aspettare con ansia il terzo capitolo di questa saga familiare italiana sospesa tra finzione e realtà.

mercoledì 3 novembre 2021

BLOGTOUR | "C'era due volte" di Franck Thilliez | I 5 motivi per leggere il romanzo

Cari lettori, l’attesa è finita! Da domani sarà disponibile nelle librerie “C’era due volte” (Fazi Editore), il nuovo geniale rompicapo di Franck Thilliez, re del thriller francese. Il romanzo è un vero e proprio puzzle disseminato di trappole, in cui ogni tassello vive di vita propria. Dopo il grande successo de “Il manoscritto” e “Il sogno”,  Thilliez ci propone una trama diabolica, imperdibile per tutti gli amanti della suspense. Ed è quindi con grande piacere che vi propongo ben 5 motivi per leggere “C’era due volte”.



C'era due volte
Franck Thilliez

Editore: Fazi
Prezzo: € 18,50
Pagine: 500
Sinossi
Nel 2008, in un piccolo paese di montagna, il tenente Gabriel Moscato è alla disperata ricerca della figlia, diciassettenne piena di vita scomparsa da un mese. Uniche tracce la sua bicicletta, i segni di una frenata e poi più nulla. Deciso a indagare sull’hotel due stelle dove la ragazza aveva lavorato l’estate precedente, Moscato si stabilisce nella stanza 29, al secondo piano, per esaminare il registro degli ospiti. Legge attentamente ogni pagina, prima di addormentarsi, esausto dopo settimane di ricerche infruttuose. All’improvviso, viene svegliato da alcuni suoni attutiti. Quando si avvicina alla finestra, si rende conto che piovono uccelli morti. E ora è nella stanza 7, al pianoterra dell’hotel. Si guarda allo specchio e non si riconosce; si reca alla reception, dove apprende che è il 2020 e che sono dodici anni che sua figlia è scomparsa: la memoria gli ha giocato uno scherzo crudele. Quello stesso giorno il corpo di una giovane donna viene trovato sulla riva del fiume Arve...



I 5 motivi per leggere il romanzo

1. Perché la trama è un congegno a orologeria che si carica con la frustrazione, l’odio, la rabbia, la speranza, la violenza e la follia dei personaggi. Noi lettori veniamo intrappolati nell’atto del voltar pagina in un conto alla rovescia che non si può fermare.

Nel 2008, in un piccolo paese di montagna, il tenente Gabriel Moscato è alla disperata ricerca della figlia diciassettenne scomparsa da un mese. Uniche tracce la sua bicicletta, i segni di una frenata e poi più nulla. Deciso a indagare sull’hotel due stelle dove la ragazza aveva lavorato l’estate precedente, Moscato si stabilisce nella stanza 29, al secondo piano, per esaminare il registro degli ospiti. Legge attentamente ogni pagina, prima di addormentarsi, esausto dopo settimane di ricerche infruttuose. All’improvviso, viene svegliato da alcuni suoni attutiti. Quando si avvicina alla finestra, si rende conto che piovono uccelli morti. E ora è nella stanza 7, al pianterreno dell’hotel. Si guarda allo specchio e non si riconosce. Si reca alla reception dove apprende che è il 2020 e che sono trascorsi 12 anni dalla scomparsa della figlia Julie. La memoria gli ha giocato uno scherza crudele. Quello stesso giorno il corpo di una giovane donna viene trovato sulla riva del fiume Arve.

2. Perché Franck Thilliez, ingegnere elettronico nato ad Annecy nel 1973, con “C’era due volte”, si conferma un maestro del thriller. Con una scrittura precisa e tagliente, l’autore crea un mix i cui ingredienti sono l’ambientazione cupa, le storie agghiaccianti, le follie e gli incubi, i dettagli raccapriccianti di eventi criminali che vengono a galla in modo crudele e atroce permettendoci una partecipazione immediata agli eventi. Ci si muove tra memoria e oblio, tra rigore scientifico e fervida immaginazione, alla ricerca della verità con indagini parallele, polizia e Gabriel procedono insieme, che ci porterà nei misteri più intimi della vittima e nelle storie delle persone che hanno vissuto questa tragedia. Noi non possiamo che essere avidi di voler sapere come finisce la storia e la conclusione, siatene certi, lascerà una marea di dubbi e ci sarà da ragionare per un bel po’. A mescolare le carte ci si mette anche la “nota dell’autore” che vi riserverà una nuova sorpresa e una nuova tappa della sfida-gioco creatasi tra lettori e autore. Thilliez sicuramente si diverte tanto, noi un po’ meno presi dalla voglia irrefrenabile di conoscere ogni piccolo dettaglio di una storia.

3. Perché c’è una chicca per tutti noi che abbiamo amato “Il manoscritto”: ritroveremo una vecchia conoscenza, che tornerà a fare capolino in queste pagine creando un affascinante gioco di specchi fra i due romanzi. La parola “Xifòpago”, vi ricorda qualcosa? Forse il nome Caleb Traskman vi riporta alla mente vecchi e mai sepolti incubi? Ricordate che quello che leggerete è solo la metà di quello che c’è realmente. Un vero enigma vi aspetta! quindi attenzione durante la lettura e ricordate che ogni romanzo è un gioco di illusioni, tutto è vero quanto falso.

4. Perché Thilliez ha la capacità di catapultare il lettore in un mondo che forse non esiste ma dove ogni cosa è frutto di un preciso disegno. Diventa una sfida voler scoprire come l’autore spiegherà, in modo razionale, una pioggia di uccelli morti (che evoca Hitchcock) e un blackout di 12 anni nella vita del protagonista. I capitoli con finale sospeso ci spingono a proseguire e sicuramente non avremo un attimo di quiete. Tra le righe scopriremo un testo nascosto, proseguire tra palindromi e anagrammi, tra labirinti e xiphopages, sarà un’avventura dal fascino indiscutibile. In alcuni momenti, posso testimoniare, avrete l’impressione che un vento gelido vi stia accarezzando il corpo. Brividi.

5. Perché il titolo “C’era due volte” è già un mistero, è un riferimento alle fiabe ma è anche la sorgente da cui sgorga un enigma. “Due volte” implica una ripetizione, un rinnovamento, una seconda possibilità. Il tutto naturalmente disseminato di insidie. Un labirinto diabolico, oscuro, intelligente in cui il protagonista, affetto da amnesia retrograda psicogena, ci conduce. Nel labirinto si muovono personaggi tormentati, profondi e complessi, che affrontano i loro demoni. L’ambientazione è suggestiva a tratti cupa. Infatti anche la natura selvaggia, con boschi impervi e percorsi secondari, ha un ruolo e ricorda i meandri delle menti criminali. Menti in cui aleggia l’ossessione del delitto perfetto. Per raggiungere la perfezione occorre non far ritrovare mai i corpi delle vittime, non lasciare tracce che possano aiutare nell’indagine o passare a miglior vita prima di poter rispondere dei propri crimini? Lascio a voi l’ardua sentenza ma non dimenticate l’evoluzione delle indagini investigative grazie alla tecnologia.

“C’era due volte” è un romanzo machiavellico ed è impossibile non accettare la sfida che Thilliez lancia ai suoi lettori. Dobbiamo trovare la chiave dell’enigma e fate attenzione perché l’aver paura potrebbe piacervi! Sarà l’ennesima prova di coraggio a cui l’autore ci sottopone.