Grazie a Fazi
Editore, nella Collana Darkside, torna nelle librerie italiane la “Trilogia
Nera”, il manifesto letterario e capolavoro indiscusso di Léo Malet. La
trilogia comprende tre storie disperate intrise di ferocia e crudeltà, che
indagano la psicologia umana, l’anima criminale che si nasconde in ogni uomo.
Quindi se siete pronti vorrei invitarvi a un tour nella Parigi noir e vi
elencherò ben cinque motivi per intraprendere questo viaggio avventuroso.
Prezzo: € 19,00
1. Perchè la trilogia narra di uomini colpiti duramente dalla violenza sociale alla quale rispondono con la propria violenza che sarà autodistruttiva. La Trilogia comprende “La vita è uno schifo”, “Il sole non è per noi” e “Nodo alle budella”. I tre romanzi formano un classico intramontabile della letteratura noir e una pagina fondamentale della letteratura del Novecento francese. I primi due romanzi videro la luce tra il 1948 ed il 1949 mentre il terzo, “Nodo alle budella”, dovette attendere ben vent’anni prima di essere pubblicato perché inizialmente venne rifiutato dall’editore di Malet.
2. Perchè sono storie che non lasciano scampo e il lieto fine è bandito insieme alla compassione umana. In ogni uomo è nascosto un mondo fatto di oscurità.
“La vita è uno schifo”, pubblicato originariamente alla fine degli anni Quaranta, è considerato il romanzo apripista del noir francese. Racconta le imprese di un gruppo anarchico che finanzia l’azione rivoluzionaria con delle rapine. Jean Fraig, protagonista solitario, violento, anarco-comunista, ossessivamente innamorato di Gloria, donna bellissima e sfuggente, si ritrova a condurre da solo una spietata lotta contro il mondo fino al tragico e struggente epilogo. È un romanzo duro, romantico e violento.
La trama di “La vita è uno schifo” è ispirata alle azioni della celebre banda Bonnot che, agli inizi del Novecento, terrorizzava la Francia utilizzando, come nel romanzo, veloci e inafferrabili automobili per portare a segno le proprie rapine. Capo della banda era Jules Bonnot, un operaio che prima di darsi al crimine politicizzato, era addirittura l’autista, secondo alcuni storici, di Sir Arthur Conan Doyle, ideatore di Sherlock Holmes.
“Il sole non è per noi” è un romanzo ambientato nel 1926, “l’epoca della gioia di vivere”, come annota con sarcasmo Malet. André Arnal, giovane squattrinato aspirante artista, giunge a Parigi e ben presto scopre come sia facile mettersi nei guai. Incarcerato per vagabondaggio, uscito dal carcere dopo qualche mese, sopravvive grazie a espedienti e truffe insieme ad altri ragazzi come lui, senza una casa né un lavoro. Quando incontra Gina, Andrè vi riconosce la ragazza che stava aspettando da tanto. Insieme cercheranno di cominciare una nuova vita, ma nulla è semplice come sembra. Il baratro è pronto ad accoglierlo mentre il sole illumina il benessere delle classi agiate e non si preoccupa di chi vive nell’ombra. André si accorgerà che la miseria non concede scampo, è come una maledizione, come un abbraccio mortale.
“Nodo alle budella” narra di Paul Blondel, piccolo truffatore, che, per amore di una donna, è finito in una banda dedita al crimine. Ma tutte le notti ha un incubo ricorrente: un ometto grigio che lo tormenta e che presto inizierà a infestare anche i suoi giorni, costringendolo a fuggire da tutto e tutti, a cominciare da se stesso. Durante questa fuga Paul conosce Jeanne, una ragazza bellissima, e per amore di lei aumenta la portata delle proprie truffe finendo in una banda dedita a furti e rapine. Sarà costretto alla fuga senza speranza da chi lo ha tradito, da chi gli addebita i crimini che non ha commesso e soprattutto dalla propria sconfitta di uomo. Per combatterlo trasformerà la propria esistenza in un incubo ben peggiore dal finale amarissimo.
3. Perchè gli elementi che costituiscono le magistrali storie della “Trilogia Nera” sono alla base di molti romanzi scritti da Léo Malet. L’amour fou (l’amore fatale, la passione ostinata e irragionevole) e l’impeto rivoluzionario, sogni che si vogliono ardentemente trasformare in realtà e incubi che sono la realtà, destini condannati senza scampo alla fine peggiore. I protagonisti Jean Fraiger (“La vita è uno schifo”, traduzione Luigi Bergamin), André Arnal (“Il sole non è per noi”, traduzione Luigi Bergamin) e Paul Blondel (“Nodo alle budella”, traduzione di Luciana Cisbani) sono “le vittime di un inciampo nella vita”, uno scherzo del fato dal quale risulterà impossibile riprendersi. L’autore sostiene che non esiste nessuna possibilità di redenzione, nessuna giustizia. Il male è una costante che spesso nasce dai vizi, dalla viltà, dalla disperazione, dalla rabbia, dall’amore dei protagonisti. Eppure ognuno giustifica le proprie azioni.
4. Perché l’ambientazione ha il fascino della Parigi proletaria di metà secolo. Le storie ci portano nei bassifondi e nella periferia della città. Se leggerete con attenzione, riscoprirete temi autobiografici come il carcere, il vagabondaggio, l’anarchia. Il pessimismo regna sovrano e la vita finisce per assomigliare a un incubo da cui non ci si può svegliare. Tutti i romanzi vengono narrati in prima persona dagli infelici personaggi che sono, allo stesso tempo, colpevoli e vittime. Sono ambigui e oscuri ma, con loro, si crea immediatamente un’empatia profonda.
5. Perchè Léo Malet riscrive il genere noir francese con uno stile semplice e diretto ma decisamente avventuroso. Il noir è un romanzo psicologico costruito intorno alla figura della vittima. Anzi è proprio la vittima la voce narrante del romanzo che racconta la propria discesa all’inferno senza alcuna possibilità di redenzione. Nei romanzi della trilogia non c’è un ordine interrotto da un evento criminale che vedrà la giustizia trionfare ricostituendo l’ordine iniziale. Nel noir di Malet gli eventi cambiano continuamente, non esistono regole da rispettare e non c’è un lieto fine inteso in modo convenzionale. La vittima-carnefice si rende conto della propria condizione, si ribella e riesce a sottrarsi alla legge diventando l’artefice di una situazione completamente differente da quella iniziale.
Nella trilogia avrete l’opportunità di leggere due lettere che René Magritte scrisse a Léo Malet nel 1956. Viene trattato il clima entro il quale si è sviluppato il noir di espressione francofona.
La “Trilogia Nera” è un mix di disperazione e tenerezza, amore folle e violenza. Godetevi questa lettura andando oltre la trama perché vien facile pensare che la disperazione, la casualità, la violenza fanno parte anche della vita reale. L’unica differenza è che Jean Fraiger, André Arnal e Paul Blondel vivono l’abisso e la violenza, mentre noi le leggiamo ma non le giudichiamo. Anzi ci si commuove per il destino dei tre protagonisti che non hanno un barlume di speranza. Il noir non è per chi ama sognare. Nell’oscurità delle storie tutti perdono.