"La strada oltre il muro" è il primo esperimento narrativo di Shirley Jackson, la maestra della letteratura gotica americana, portato in libreria da Adelphi nella traduzione di Silvia Pareschi. Il romanzo è stato pubblicato per la prima volta nel 1948, lo stesso anno in cui appare uno dei suoi più famosi racconti, "La lotteria".
La storia, scritta da una giovane Shirley, ha in sé le caratteristiche dei futuri scritti. Si riconosce subito la cura del dettaglio, la presenza di ombre nell'animo umano, la visione distorta di microtragedie che generano eccitazione, panico, suspense.
![]() |
![]() STILE: 7 | STORIA: 8 | COVER: 6 |
Pagine: 219
"Per anni, nella piccola città dove sono cresciuta, è rimasto impresso nella memoria degli abitanti il ricordo degli avvenimenti che ebbero luogo allo zoo locale un venerdì di dicembre, pochi giorni prima di Natale. E per tutti questi anni, nessuno ha saputo cosa fosse realmente accaduto." Alla vigilia di Natale, una visita scolastica allo zoo si trasforma in una catastrofe. Cosa è successo esattamente? I genitori di Joséphine, una bambina che ha preso parte alla gita e che sembra sapere molte cose, sono decisi a scoprirlo. Diversi anni dopo, Joséphine, diventata adulta, decide di raccontare in un libro cosa è accaduto durante quella visita di classe, e nei fatidici giorni che l’hanno preceduta. Joséphine e i suoi compagni sapevano dal primo momento che non poteva essere stato un incidente, ma durante la loro indagine scoprono che una catastrofe non arriva mai da sola, le apparenze ingannano e le storie possono prendere una piega imprevedibile...

In certi luoghi il clima è più mite che in altri, a certe persone il mondo riserva uno sguardo più benevolo che ad altre. Certe località sono proverbialmente calde, e mantengono intatta, anche quando nevica, la loro reputazione di mete estive; certe persone sono automaticamente al di sopra di ogni sospetto.
È una tipica strada dei sobborghi americani Pepper Street, abitata ancora, siamo nel 1936 a Cabrillo, da una maggioranza Wasp che non si arrende all'arrivo degli invasori: cattolici, ebrei, cinesi. Gli uomini sono altrove, nella vicina San Francisco, assorbiti dal loro lavoro. Tocca dunque alle donne mantenere alte le barricate del conformismo.
Per quanto desideriamo trovare nuovi amici degni di stima, persone che ci entusiasmano per le loro idee nuove, o perché sono diverse, dobbiamo fare ciò che ci si aspetta da noi.
Afferma una di loro con infernale candore. E quando la figlia le chiede che cosa ci si aspetta da lei, risponde: obbedire.
A delimitare la strada c'è un muro che isola e intrappola, in un’ampolla di spazio e tempo, gli abitanti. Tutti sono ligi al dovere. Conosceremo le famiglie Perlman, esclusi perché ebrei; i Terrel che sono considerati maleducati e hanno una figlia con una disabilità dello sviluppo. I Martin sono poveri. I Desmond si sentono superiori a tutti.
La signora Desmond non era né intelligente né poco intelligente, perché il pensiero e tutti gli attributi correlati erano completamente al di fuori del suo programma di vita; i suoi valori non includevano la mente e nulla di ciò che intendeva richiedeva mai più del denaro.
Ma cosa c'è dall'altra parte del muro?
Al di là vivevano i ricchi, su una lunga strada sinuosa da cui non si vedeva alcuna casa; al di là c'era un quartiere così esclusivo che le vie erano senza nome, le case senza numero. I proprietari del muro vivevano lì.
Quando il muro viene abbattuto cade anche la patina di rispettabilità. Come sosteneva Hercule Poirot, uno dei personaggi della letteratura gialla che amo di più, creato dalla mitica Agatha Christie, "il mondo è pieno di brave persone che fanno brutte cose".
Fu la distruzione del muro ad aprire la prima crepa nella sicurezza di Pepper Street, una sicurezza così fragile che, una volta incrinata, andò in frantumi nel giro di poche settimane.
Gli abitanti della strada sono sempre pronti a giudicare, questo è giusto e quello è sbagliato. Le donne organizzano infinite ore del te. Gli uomini, che di sera rinascono a nuova vita, non disdegnano qualche scappatella.
Sempre la stessa vita, un giorno dopo l'altro, alla fine ci si stufa di tutto. Ma ne vale la pena?
I bambini, educati alla crudeltà e alla superiorità di classe, emarginano coloro che non hanno un corpo perfetto, chi è stato adottato o chi è ebreo.
Con il bisturi dell'introspezione, Shirley Jackson penetra nel piccolo mondo di queste donne che vivono nella perenne ostilità per difendere "il loro territorio". L'autrice svela pensieri e abitudini, la facciata radiosa che cela l'orrore quotidiano e i cupi segreti che sorreggono questo mondo: infedeltà, pregiudizi, malignità morbose, tensioni pronte a esplodere e che puntualmente esploderanno.
"La strada oltre il muro" è un romanzo caratterizzato da un'ironia leggera e corrosiva, da un occhio a cui nulla sfugge, da una lingua che non perdona. Emozioni e brividi dispensati con generosità fino al gran finale, una festa di quartiere che svelerà il volto crudele della natura umana. Sotto la superficie si nascondono gli istinti più oscuri e Shirley Jackson ci costringe ad affrontare l'aspetto malvagio della nostra natura umana.
Sin dall'inizio si respira un clima avvelenato, la tensione si nasconde nella normalità, nelle utili finzioni. L'autrice ci permette di sbirciare dalle finestre nelle case degli abitanti di Pepper Street. Vedremo una giostra di pregiudizi, pettegolezzi, snobismo, bullismo, crudeltà e segreti. Alcuni si sentono più rispettabili e considerano gli altri inferiori a loro. Dietro il velo delle apparenze, esiste un mondo sconosciuto, pericoloso e minaccioso. L'orrore non ci dà scampo.
Una moltitudine di personaggi sembra camminare sull'orlo del baratro. In particolare i bambini si mostrano ipocriti, vanesi, imbroglioni, crudeli. Sembrano adulti in miniatura, possono essere cattivi tanto quanto gli adulti, ma sono vulnerabili nei loro complessi.
In un tempo sospeso tante storie si intrecciano e Shirley Jackson trasferisce nel romanzo la sua infanzia. L'autrice era stata a suo modo una bambina non convenzionale. Sicuramente non era interessata al ricamo e all'ora del te. Sua madre le preferiva suo fratello. Quando da bambina Shirley aveva iniziato a prendere peso, le cose si erano complicate ancor di più. I suoi lettori sanno che la scrittrice ha utilizzato la scrittura come un unguento per sanare le sue ferite, soprattutto quelle legate al rapporto con la madre e poi alla delusione della vita matrimoniale.
Quindi finzione e realtà si fondono, ma la realtà viene quasi del tutto inglobata dalla finzione. Il vero volto delle cose si mostra raramente e subito nuovamente mascherato, protetto dall'oblio.
Al lettore non resta che lasciarsi inghiottire dal "male incontrollato" che si cela sotto una placida superficie. Gli impulsi più oscuri sono dentro gli esseri umani e fanno di tutto per emergere. Sono le crepe sulla nostra rispettabilità che si manifestano senza alcun preavviso. Spezzano gli equilibri, alterano l'armonia, abbattono le mura del perbenismo. Il momento in cui "le crepe" appaiono è il focus del romanzo. Tutto gira attorno all'attesa, tutto è preparazione in funzione di quel momento. A ben vedere la risoluzione dei misteri non è importante e i finali non sono quasi mai del tutto risolutivi.
"La strada oltre il muro" non fa eccezione e con un triplo salto mortale ci mostra come gli uomini, senza alcuna distinzione di ruolo sociale, non sempre riescono a fermarsi prima dell'inizio della fine.