giovedì 20 marzo 2025

RECENSIONE | "Il teatro dei delitti" di Marcello Simoni

Vitale Federici e il suo giovane discepolo Bernardo della Vipera, tornano con una nuova indagine nel romanzo "Il teatro dei delitti" (Newton Compton Editori) di Marcello Simoni, amatissimo autore di thriller storici.

Si tratta di un intrigante giallo ambientato in un teatro pieno di segreti. Se volete trascorrere qualche ora in compagnia di una piacevole lettura allora lasciatevi portare per mano da Simoni: è giunta l'ora di alzare il sipario che nasconde la verità.


STILE: 7 | STORIA: 7 | COVER: 7
Il teatro dei delitti
Marcello Simoni

Editore: Newton Compton
Pagine: 224
Prezzo: € 9,90
Sinossi

Firenze, Carnevale 1794. Nel Teatro della Pergola è in corso il primo atto del dramma in musica "Le feste d'Iside" quando uno strepito riecheggia tra i palchetti degli spettatori. A urlare è stata la contessina Ludovica di Corvino, persuasa di aver visto una donna che veniva decapitata sotto un'arcata del fondale scenico. Il precettore Vitale Federici e il suo giovane discepolo Bernardo della Vipera, intenti a seguire lo spettacolo dalla balconata del granduca di Toscana, saranno chiamati a indagare sul caso. Ma all'interno di un teatro, realtà e finzione sono destinate a intrecciarsi in un gioco di specchi, dando all'acuto Federici l'impressione di essere entrato lui stesso a far parte di un'enigmatica messa in scena.





Lo sguardo della contessina Ludovica di Corvino, reso tre volte più acuto dalle lenti del cannocchiale, aveva colto un violento palpitare di luci proveniente da un arco situato fra le colonne del tempio dipinto sul fondale. Quindi scrutò con maggior attenzione in quel punto. Fino a quando un grido d'orrore non le straripò dalle labbra, lacerando la sala teatrale.

Firenze, Carnevale 1794. Nel Teatro della Pergola è in corso il primo atto del dramma musicale "Feste d'Iside" quando un grido riecheggia tra i palchetti degli spettatori. A urlare è stata la contessina Ludovica di Corvino, persuasa di aver visto una donna che veniva decapitata sotto un'arcata del fondale scenico. Il precettore Vitale Federici e il suo giovane discepolo Bernardo della Vipera, intenti a seguire lo spettacolo dalla balconata del granduca di Toscana, saranno chiamati a indagare sul caso.

Il personaggio di Vitale Federici richiama alla mente il detective Sherlock Holmes trasportato nel Settecento, per l'arguzia e il formidabile spirito di osservazione, per l'abilità deduttiva, per gli omicidi in serie, per le situazioni potenzialmente pericolose, per i delitti apparentemente senza soluzione.

Con Marcello Simoni si diventa viaggiatori nel tempo in compagnia di personaggi, buoni o cattivi, che non nascondono le loro fragilità, le loro emozioni e le loro speranze. Tutti nascondono dei segreti e hanno desideri inconfessabili. La Storia è già un gran mistero da risolvere e Simoni è bravo ad armonizzare le nozioni storiche con gli elementi narrativi. Nei suoi romanzi c'è sempre la ricerca del colpo di scena, di una narrazione dal ritmo incalzante che spinge il lettore a voltare una pagina dopo l'altra, fino alla fine della storia.

"Il teatro dei delitti" non si sottrae a questo vademecum e trasporta il lettore in un vortice d'avventura creato nel teatro della Pergola che esiste davvero a Firenze. Fondato dall'Accademia degli Immobili nel 1657,  era dotato  dei caratteristici palchetti del teatro all'italiana. Inizialmente riservato alla corte, fu poi aperto al pubblico pagante. Anche "Le feste d'Iside" è un dramma in musica esistito realmente e mandato in scena per la prima volta alla Pergola il 10 febbraio 1794, in occasione del Carnevale. Qui si innesta la fantasia dell'autore che crea personaggi pronti ad affrontare nuovi misteri e intrighi. Il duo investigativo, Vitale Federici e Bernardo della Vipera, è affiatato e quasi infallibile.  

Marcello Simoni, in questo romanzo, costruisce una narrazione ricca di enigmi e colpi di scena, una storia intrigante e dal ritmo avvincente con capitoli brevi e personaggi inventati che interagiscono con quelli realmente vissuti. Anche qui, come in tutti i lavori dell'autore, vi è un minuzioso lavoro di documentazione che permette a Simoni di descrivere le armi da fuoco, i meccanismi del teatro, l'orologeria, che hanno caratterizzato l'epoca in cui è ambientata la storia. Nel complesso posso dire di aver apprezzato questo romanzo breve che ho letto in poche ore.

Marcello Simoni con "Il mercante di libri maledetti", il suo romanzo d'esordio, è stato per oltre un anno in testa alle classifiche e ha vinto il 60esimo Premio Bancarella. La saga che narra le avventure di Ignazio da Toledo ha consacrato Simoni come autore culto di thriller storici. Con la Newton Compton ha pubblicato numerosi bestseller, tra cui la trilogia Codice Millenarius Saga e la Secretum Saga.

"La cattedrale dei morti", "La taverna degli assassini" e "Il teatro dei delitti" sono i primi tre titoli della serie che vede Vitale Federici sempre alle prese con casi complessi in cui si assiste alla metamorfosi del male. Ciao Simoni, ci si rivede tra le pagine del tuo prossimo romanzo!

martedì 18 marzo 2025

RECENSIONE | "Il male che non c'è" di Giulia Caminito

Nel nuovo romanzo di Giulia Caminito,"Il male che non c'è" (Bompiani), il protagonista è ossessionato dalle malattie. Le sente dentro di sé e nella sua mente. Nel tentativo di scoprire cosa non va nel suo corpo, l'uomo, giovane trentenne, trascura il lavoro, la fidanzata e la famiglia. Allontana amici e conoscenti. I suoi rifugi sono il web e i ricordi d'infanzia.


STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 7
Il male che non c'è
Giulia Caminito

Editore: Bompiani
Pagine: 272
Prezzo: € 18,00
Sinossi

Tutto comincia nel tempo dell’infanzia, che Loris trascorre nell’orto di nonno Tempesta. Quando è insieme al nonno, il bisogno eccessivo di leggere per scacciare le angosce scompare e lui impara cose meravigliose come costruire una voliera per allevare i colombi, fedelissimi e iridescenti. Ma ora Loris ha trent’anni, ha fatto della lettura il suo mestiere, ha un appartamento e una fidanzata. Ma il lavoro in casa editrice è precario, l'ansia di non essere all'altezza dell'età adulta lo schiaccia, lo divora. Tempesta, i colombi, l’infanzia sembrano perduti per sempre. Giorno dopo giorno, Loris scivola dentro sé stesso, concentrato sui segnali di allarme che il corpo gli manda. C’è un male che lo assedia, ne è certo, un male che nessuno vede tranne lui, così come solo lui vede Catastrofe, la creatura mutaforme – occhi di gatta, pelle di pesce, orecchie da lupa – che gli siede accanto nei momenti più difficili.





Non so se lei può capire, dottore, ma io sono certo ci sia qualcosa, ognuno di noi conosce il proprio corpo e lo sente, e poi non c'entrano i valori comuni del sangue, l'emocromo completo, e non c'entra l'ecografia, il gel freddissimo sulla pelle, io voglio vedere dentro, voglio indagare le anse, i pertugi, i vicoli ciechi del mio intestino, delle mie membrane, dove si annidano i ragni violino, i più cattivi.

Il protagonista del romanzo di Giulia Caminito è un giovane uomo ossessionato dalle malattie. Per scoprire le patologie, frutto di fantasia, che secondo lui lo affliggono, si sottopone a continui esami diagnostici e assume numerosi farmaci che lui stesso si autoprescrive. Ma tutti i dottori consultati, ogni analisi eseguita, confermano un'unica diagnosi: Loris non ha nulla, è tutto frutto della sua mente.

Loris, questo è il nome del personaggio, è un uomo cupo prigioniero di un male, come dichiara il titolo, che non c'è. Anche se il male non c'è, Loris percepisce un dolore reale che invade ogni parte del suo corpo. Quel dolore, come una Bestia che lo divora, lo tiene lontano dal mondo intero e lo proietta in un'esistenza fatta di ricerche sui siti medici, di compilazioni di lunghi elenchi di sintomi spie di multiple patologie e di voli pindarici nel campo medico con atterraggi nei blog di malati veri o presunti. L'uomo si rifugia allora nei ricordi d'infanzia e ha un'amica immaginaria. Si tratta di Catastrofe, una creatura seducente, beffarda e mutaforme (gatta, lupa, amica, sposa), che si manifesta nei momenti in cui il dolore si fa quasi insopportabile. È come se Loris desse un corpo al proprio dolore, lo rendesse visibile e concreto.

Grazie ai blog, Loris non si sente solo. Ci sono tante persone che condividono con lui problemi seri di salute come Maddie che nel suo blog ha un diario sulla sua malattia. Lei racconta quotidianamente la sua odissea e raccoglie fondi per la terapia.

Il protagonista sembra vivere due vite. Quella reale lo vede immerso tra i suoi libri, non coinvolto dal lavoro di stagista presso una piccola casa editrice, quasi sempre in disaccordo con la fidanzata e con i genitori. In lui domina l'ansia di non essere all'altezza dell'età adulta. Ansia che lo schiaccia e lo divora. Poi c'è la vita parallela che lo vede attivo nella ricerca dei suoi sintomi, nel districarsi tra studi medici per prenotare visite di controllo specialistiche che, naturalmente, non portano mai a nulla. L'uomo sente di avere un male dentro di lui, un male capace di cancellare ogni barlume di speranza.

Loris accoglie in sé le aspettative che gli altri hanno proiettato su di lui. Non sarà mai il lavoratore propositivo, il figlio modello, il fidanzato premuroso. Non si riconosce in nessun ruolo sociale e fugge via sull'isola felice della sua infanzia. Scopriremo un Loris bambino che adora trascorrere il suo tempo con il nonno Tempesta che alleva colombe in una grande voliera posta in giardino. Con lui, Loris è felice e scompare il suo bisogno eccessivo di leggere per allontanare le angosce. Nonno Tempesta e l'amico Gelo, arrivato dalla Romania, sono un balsamo per il bambino. Il nonno, vissuto in Africa al tempo del colonialismo, ha tanti aneddoti e avventure da raccontare all'amato nipotino.

Giulia Caminito racconta se stessa e la sua generazione che ha sperimentato la solitudine della Rete e della precarietà. Lo fa alternando momenti colmi di spietata tensione a periodi in cui l'emozione regna sovrana. Tuttavia si può scorgere, fate attenzione, un'ombra di speranza. Un'ombra in trappola nella torre della solitudine.

L'ipocondria diventa protagonista di una storia intensa. L'insicurezza e l'angoscia crescono in modo direttamente proporzionale alla crescita del protagonista. Diventare adulti non é facile. La precarietà, l'isolamento a cui ci ha condannato la tecnologia, la depressione sempre dietro l'angolo, sono mali invisibili che ci accompagnano. Sono i peggiori, i più crudeli. Da questo terreno fertile nasce Catastrofe, l'ipocondria che si materializza e si manifesta nei momenti più bui.

Catastrofe è l'insieme di tante paure, dell'angoscia di non farcela, di non essere come gli altri, di ammalarsi e di morire.

Caminito usa uno stile essenziale per presentare personaggi che si perdono in un mondo simile a una corsa a ostacoli, per dare voce a un'oscurità che esiste. Non tutti hanno resistenza e volontà, diventa sempre più difficile emanciparsi dalla famiglia, farsi strada in un mondo lavorativo dominato dallo sfruttamento, sopravvivere con un misero stipendio, affrontare i disservizi del sistema sanitario nazionale, affrontare il primo appuntamento con la Morte che si porta via una persona cara.

La nostra società è fatta di maschere che giudicano, i volti sono davvero pochi. In questa nebbia di malessere e aggressività è facile perdersi. Sono innanzitutto persone che vogliono essere visti non tanto per i propri pregi ma per le proprie mancanze. Incatenati a un malessere che nasce anche dall'essere non capiti, vivono un dolore perenne per ciò che non sono in grado di essere. Si sentono non compresi, non ascoltati, non visti. Sono continuamente alla ricerca di un'identità, vogliono essere riconosciuti per ciò che sono comprese le loro imperfezioni e insicurezze.

Riuscirà Loris ad approdare a un lieto fine? Ci sarà una luce in fondo al tunnel?

Giulia Caminito riesce a trasformare i disagi in parole, con sensibilità procede lungo il confine tra dolore fisico e mentale, tra quello che vediamo e quello che facciamo finta di non vedere. Una lettura ricca di poesia, un viaggio nella vulnerabilità che ripercorre un'oscurità che si cela nel corpo.

Il dolore sta lì e spinge, spinge e diventa bolo, nodulo, è sodo, lo puoi tastare sottopelle, finché il guscio non si crepa e qualcosa esce.

L'ipocondria, la fragilità emotiva, il malessere che ci portiamo dentro, sono zavorre che appesantiscono il nostro cammino per le vie del mondo. Eppure, ne sono sicura, una possibilità di rinascita c'è. L'ancora di salvezza è in noi, il difficile è trovarla.

venerdì 14 marzo 2025

RECENSIONE | "Una mente assassina" di Angela Marsons

"Una mente assassina" (traduzione di Anna Ricci per Newton Compton) è l'attesissimo nuovo thriller della bestsellerista inglese Angela Marsons. Si tratta del tredicesimo capitolo della saga che vede protagonista la detective Kim Stone, comparsa per la prima volta nel romanzo giallo "Urla nel silenzio" (2016, Newton Compton).

Questa volta Kim e la sua squadra dovranno vedersela con una comunità apparentemente pacifica dentro cui si annidano il male e un assassino spietato.


STILE: 7 | STORIA: 8 | COVER: 7
Una mente assassina
Angela Marsons

Editore: Newton Compton
Pagine: 384
Prezzo: € 12,90
Sinossi

Quando la detective Kim Stone viene chiamata a casa di Samantha Brown, trova la giovane donna distesa sul letto con la gola tagliata e un coltello in mano. Senza segni di effrazione o lotta, Kim classifica la sua morte come un tragico suicidio. Ma una visita ai genitori di Samantha fa scattare in Kim dei segnali d'allarme: è sicura che non le stiano dicendo tutta la verità. Grazie a un dettaglio nascosto in una fotografia, la detective si rende conto di aver commesso un gigantesco errore. Samantha non si è tolta la vita, è stata assassinata. Quando in un lago della zona viene trovato il corpo di un giovane, anche lui con la gola tagliata, Kim capisce che c'è un collegamento tra questa nuova vittima e Samantha. In comune hanno un soggiorno a Unity Farm, un ritiro per persone che vogliono abbracciare uno stile di vita alternativo. Sotto la facciata accogliente del luogo, la detective e la sua squadra scoprono una comunità sinistra che si nutre delle vulnerabilità emotive dei suoi adepti. Kim sa che mandare uno dei suoi agenti sotto copertura alla Unity Farm è rischioso, ma sa anche che è l'unica possibilità per catturare l'assassino prima che un'altra vita venga spezzata...  Una comunità apparentemente pacifica dentro cui si annidano il male e un assassino spietato. Un nuovo caso per la detective Kim Stone.





Aveva bisogno di qualcosa che la convincesse a darle il permesso di indagare al meglio sulla morte di Samantha. Continuò a scorrere le foto. La posizione. Il coltello. Il sangue. La mano. Maledizione, non c'era nulla che non fosse già presente nei suoi ricordi.

"Una mente assassina" non lascia tempo agli indugi e catapulta subito il lettore sulla scena di un crimine dove è stato simulato il suicidio di una ragazza. Il corpo senza vita è quello di Samantha Brown. La ragazza è distesa sul letto, impugna un coltello, ha la gola tagliata, ovunque schizzi di sangue. Non ci sono segni di autodifesa o di violenza. Tuttavia Kim non riesce ad archiviare il caso come suicidio. Qualcosa le dice che le apparenze possono ingannare. Occorre comprender le ragioni celate ed è proprio nei dettagli, in ciò che risulta invisibile ma c'è, che si nasconde l'indizio che farà crollare la prima ricostruzione dei fatti. Il finto suicidio è in realtà un omicidio che darà il via a un'indagine appassionante non scevra da pericoli. Quando in un lago della zona viene trovato il corpo di un giovane, anche lui con la gola tagliata, Kim capisce che c'è un collegamento tra questa nuova vittima e Samantha. In comune hanno un soggiorno a Unity Farm, un ritiro per persone che vogliono abbracciare uno stile di vita alternativo. Sotto la facciata accogliente del luogo, la detective e la sua squadra scoprono una comunità che si nutre delle vulnerabilità emotive dei suoi adepti. Una comunità apparentemente pacifica, dove tutti sono felici. Tuttavia fra tanta serenità si annidano il male e un assassino spietato. Kim sa che per scoprire qualcosa deve mandare uno dei suoi agenti sotto copertura alla Unity Farm. Sa che è rischioso. Ma sa anche che è l'unica possibilità per catturare l'assassino prima che un'altra vita venga spezzata.

Angela Marsons è una scrittrice che arricchisce da sempre i suoi scritti affrontando temi anche molto delicati, di carattere sociale, culturale o educativo.

"Una mente assassina" non fa eccezione rivestendo il duplice ruolo di strumento di svago e occasione di riflessione. Con la detective Kim Stone esploreremo il mondo oscuro e angosciante delle sette. Non si tratta di sette religiose ma di gruppi che rispondono a esigenze affettive di persone in difficoltà. Persone vulnerabili che fanno scelte opinabili e dettate dal desiderio di sentirsi accettate e amate.

La storia camaleontica porta il lettore a uscire dalla sua comfort zone mentale per entrare in un territorio oscuro che genera una sensazione di pericolo imminente.

La scrittrice permette al lettore di camminare al fianco di Kim e della sua squadra. Ciò crea una tensione costante in un susseguirsi di eventi imprevedibili. Ci si muove tra protagonisti fragili che devono superare ostacoli emotivi e non sanno cosa fare. Ed è proprio sulla pelle di queste persone che vivono momenti di difficoltà affettiva che viene costruito un mondo oscuro dove la manipolazione psicologica regna sovrana. La linea di confine tra ciò che costituisce una setta e ciò che è socialmente accettabile è sottilissima. Nel romanzo ripercorreremo le tappe che portano alcune persone ad allontanarsi dalla famiglia per entrare in un'altra "famiglia" che ti parla di serenità, sicurezza e protezione, mentre ti isola, ti manipola, espropria i tuoi bene.

Nel thriller "Una mente assassina" non tutto è come sembra. Come una sarta, l'autrice cuce più storie insieme realizzando un romanzo in cui l'esca ha il sapore dolce della comprensione e dell'ascolto, ma cela un leader carismatico di vitale importanza sia per la sopravvivenza della setta, sia per la trama del romanzo. Kim dovrà procedere con molta cautela se vuole portare a galla la verità. La sua sarà una strada in salita tra personaggi misteriosi molto abili a confondere le indagini.

Quello che rende unica Angela Marsons è il suo abile intreccio di trama e personaggi complessi che si muovono in una fitta rete di intrighi e di menzogne. Ogni libro è un nuovo caso, una nuova sfida per Kim e il suo team. Io, come sempre, mi sono goduta questo viaggio emozionante nel mondo oscuro del Male. Ogni capitolo contribuisce al buon ritmo del romanzo e non si ha mai un attimo di tregua. Anche perché in parallelo alla storia principale si sviluppa anche un'altra vicenda che vede il sergente Bryant alle prese con un suo vecchio caso: lo stupro e l'omicidio della quindicenne Wendy Harrison. L'omicida, Peter Drake, sta per ottenere la libertà vigilata e Bryant è convinto che ucciderà di nuovo.

La serie di Kim Stone si legge con vero piacere. Mi piace l'aria di cooperazione che si respira nel suo team. Tutti partecipano alla risoluzione dei casi, ognuno con i propri talenti sempre pronti ad aiutarsi a vicenda. Anche la protagonista ha smussato qualche angolo del suo carattere, è amata e rispettata dai suoi colleghi.

Quindi se amate le storie che vi catapultano sulla scena del crimine, se volete indagare quanto sia profondo l'abisso del Male, allora non vi resta che lasciarvi affascinare dalla serie poliziesca bestseller di Angela Marsons. Da leggere tutto d'un fiato!