"La morte di Belle" di Georges Simenon (pubblicato, come le altre opere dello scrittore belga, da Adelphi con la traduzione di Laura Frausin Guarino) è la storia di un omicidio e delle dinamiche che portano il protagonista, principale sospettato, a isolarsi e a precipitare in un baratro dove l'aspetta il Male e il destino inesorabile.
"La morte di Belle" fa parte dei romans durs scritti da Simenon. Nel 2024 il romanzo è stato adattato per il grande schermo con il film "Il caso Belle Steiner".
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![]() STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 7 |
Pagine: 176
In un cottage di una tranquilla città americana, una ragazza diciottenne, Belle Sherman, viene uccisa. Quella sera, casualmente, il professor Spencer Ashby, che ospitava la giovane, figlia di un'amica della moglie, era rimasto solo in casa con lei. Questa circostanza fa di Ashby il principale indiziato del delitto e a poco a poco la scuola in cui insegna, la piccola comunità puritana, "i giusti", cominciano a guardarlo con sospetto, a trovarlo "diverso", a isolarlo. E' quanto basta per far risorgere in lui antichi turbamenti, fantasie sessuali, un disordine interiore che, dopo anni di vita senza scosse, credeva sopito, represso. Il coroner incalza con i suoi interrogatori e il precario equilibrio del professore si sfalda...

Può capitare che un uomo, in casa propria, vada su e giù, faccia i gesti abituali, i gesti di tutti i giorni, con l'espressione distesa di chi è solo, e poi, alzando gli occhi all'improvviso, si accorga che le tende non sono state tirate e che qualcuno, da fuori, lo sta osservando. Per Spencer Ashby fu un po' così.
L'intreccio ci porta in un lindo cottage di una tranquilla cittadina americana. Qui abitano il professor Spencer Ashby e sua moglie Christine. I due vivono una vita tranquilla, fatta di abitudini e piccole certezze quotidiane. Tutto cambia quando la coppia decide di ospitare l'avvenente Belle, una ragazza diciottenne figlia di un'amica di Christine.
Quando la ragazza viene trovata strangolata nella sua camera da letto, i sospetti cadono su Ashby: in casa, quella sera, c'era solo lui e non ci sono tracce di altre persone. Tuttavia mancano indizi chiari, prove che lo inchiodino, ma per Ashby ha inizio un vero e proprio incubo, un'odissea giudiziaria, sociale ed esistenziale lunga settimane. A poco a poco la scuola in cui insegna, la piccola comunità puritana, "i giusti", cominciano a guardarlo con sospetto, a trovarlo "diverso". A isolarlo. Tutti gli voltano le spalle, è come se la comunità l'avesse già condannato.
La comunità era forte, ma lo spirito del male si aggirava, instancabile, assumendo tutte le forme possibili nell'intento di appagare il suo odio per il giusto.
Lui appare freddo, schivo, ama chiudersi nel suo studio e nel suo laboratorio di falegnameria, dove lavora al tornio, piuttosto che partecipare alla vita sociale della cittadina. L'indagine non sembra scagionarlo e l'uomo si ritrova intrappolato in un meccanismo diabolico. Anche la moglie inizia ad avere dei dubbi sulla sua innocenza.
Dopo l'omicidio riaffiorano in lui antichi turbamenti, fantasie sessuali, un disordine interiore che pensava di aver represso e invece dormivano nascosti in qualche anfratto della sua mente. Il precario equilibrio del professore inizia a vacillare e un'altra realtà verrà fuori. Tutti, intorno a lui, si sentono forti e senza macchia, sentono di essere la Legge, la Giustizia. Ashby, invece, si sente sempre più debole e solo.
"La morte di Belle" esplora i temi della colpa, del sospetto e della pressione sociale. È un giallo intrigante, elegante ed enigmatico, specchio dell'ambiguità del male, delle abitudini che sono in realtà perversioni, del chiacchiericcio della provincia che nasconde, dietro la maschera del perbenismo, il vero volto del risentimento. Il dubbio è come un veleno che, lentamente ma inesorabilmente, riesce a insinuarsi anche nelle relazioni più solide.
"La morte di Belle" è la trasformazione di un crimine in un'analisi psicologica dell'essere umano e delle dinamiche sociali. Il delitto e l'indagine diventano tasselli per un'osservazione acuta e incisiva delle figure umane e dell'ambiente in cui si muovono. L'ossessione è tra i temi principali: ossessione di essere giudicati, di essere guardati dal di fuori, di essere costretti dagli altri a essere qualcosa, anche un assassino. Quando si è condannati dal pregiudizio è difficile mostrare la propria innocenza. La società si difende mettendo al bando il diverso: il protagonista, sospettato di essere "il peccatore" viene isolato, gli amici non lo salutano più, riceve telefonate anonime e sulla facciata della sua casa viene tracciata, con del catrame, una grande M (Murderer).
Essere sospettati non vuol dire essere colpevoli. Il mondo spietato emette subito il verdetto: colpevole.
Tutto ciò porta alla luce il lato nascosto di Ashby, gli argini sono travolti e il "male" inonda ogni cosa e per lui non ci sarà salvezza.
Io non mi stanco mai di leggere i romanzi di Simenon. I suoi personaggi mostrano sempre una profonda complessità psicologica. Simenon innesta le sue storie sulla quotidianità, tutto è realistico e il lettore ha la possibilità di riflettere e interpretare gli eventi. Non ci sono verità scalfite su pietra. L'autore riesce a catturare subito l'attenzione del lettore. Osserva e racconta gli uomini con i suoi personaggi insoddisfatti che scoprono il loro malessere radicato nella quotidianità delle loro vite. In molti sopravvivono nell'insoddisfazione, assediati dai dubbi, dal senso di vuoto e dalle emozioni che li tormentano. Spesso le emozioni dei personaggi sono le stesse che anche noi lettori, in circostanze particolari, abbiamo provato. Non sono però emozioni di felicità, sono baratri in cui si cade continuamente. Cambiare è impossibile, il fallimento è una certezza. Non si può evadere dalle prigioni che costruiamo intorno a noi.
I romanzi di Simenon non danno una visione confortante dell'umanità. Egli è sempre alla ricerca "dell'uomo nudo", l'uomo privato delle infrastrutture sociali e culturali, con le sue paure e i suoi desideri nascosti che diventano incontrollabili e mettono a rischio la tranquilla esistenza banale a lungo costruita. Nei suoi romanzi duri cadono le maschere e l'autore esplora le menti dei personaggi, i loro conflitti interiori e le loro fragilità.
Il suo stile è essenziale, caratterizzato da atmosfere dense. Le descrizioni di luoghi e persone sono racchiuse in poche righe. Tutto è realtà, nuda realtà. Narrazione, riflessioni e dialoghi si alternano in modo bilanciato.
Nei romanzi di Simenon ritrovo la profondità di una lettura psicologica. Il protagonista libera la sua parte più repressa e con essa libera anche una violenza che non riesce a frenare. Si ha così una lettura sociale che pone attenzione all'ambiente sociale soffocante e convenzionale, una lettura che rimanda a un trauma primario che ha segnato il protagonista e che, privandolo della veste sociale, lo mette a nudo sottraendolo alla finzione di vivere.