Nelle librerie dal 22 ottobre "Portami a casa" è l'atteso nuovo romanzo di Sebastian Fitzek, pubblicato da Fazi, nella collana Darkside, traduzione di Elisa Ronchi. Si tratta di un thriller dalla fitta trama arricchita di colpi di scena, traumi e allucinazioni, paure e relazioni tossiche. La carica emotiva è notevole in un gioco messo in opera da due protagonisti in equilibrio tra casualità, trappole, confronto e inganno. In una lunga notte la storia nasce e muore intrappolando il lettore in un vorticoso viaggio nel cuore dell'oscurità più profonda.
In questo post troverete ben 5 motivi per scegliere "Portami a casa" come la vostra prossima avventura letteraria.
Chi conosce l'ora della propria morte ha già iniziato a morire.
1. Perché "Portami a casa" è stato definito come il romanzo più emotivamente destabilizzante e spaventoso scritto da Sebastian Fitzek.
È sabato sera, a Berlino. Sono da poco passate le 22. In un silenzioso appartamento d'epoca di Charlottenburg, Jules Tannberg è al telefono. Sta sostituendo un amico che lavora per una linea telefonica dedicata alle donne che tornano a casa di notte: donne che cercano una voce rassicurante che faccia loro compagnia lungo il tragitto, o anche qualcuno a cui chiedere aiuto in caso di bisogno. Mentre guarda le ultime notizie in TV, Jules riceve una strana telefonata: all'altro capo della linea c'è una donna che sostiene di aver chiamato per sbaglio. Ma si capisce che è terrorizzata. Klara, questo è il suo nome, gli confida di essere seguita da un uomo che l'ha già aggredita e che ha dipinto con il sangue una data sul muro della sua camera da letto: la data della sua morte. E a quel giorno mancano poche ore. Là fuori, Jules lo sa bene, c'è un serial killer in libertà, noto come "il killer del calendario" per il suo modus operandi. Comincia così una lunga notte da incubo, una notte in cui niente è casuale e niente è come sembra.
Sui-ci-dio. Tor-tu-ra. Do-lo-re. Nella vita di Klara molte parole trisillabe avevano un significato orribile. Ma non v'era nessuna che raggiungesse il livello di orrore di ma-ri-to. Nessuna che le fosse più odiosa. Nessuna che avesse imparato a temere così tanto nel corso del tempo. Nessuna che fosse cambiata così tanto con il passare degli anni. Da a-mo-re a sa-di-smo. Da dol-cez-za a vio-len-za.
2. Perché se siete appassionati di thriller psicologici non potete perdervi questo romanzo travolgente. Fitzek è molto abile nel creare personaggi complessi e profondamente umani che ci trascinano in un mondo oscuro dove niente è ciò che sembra. I protagonisti, Klara e Jules, mettono a nudo i loro tormenti interiori. Provare una forte empatia nei loro confronti è inevitabile. Io mi sono spesso chiesta: che cosa avrei fatto al posto di Klara o di Jules. La risposta non è facile ed è bene fare attenzione per non cadere nella trappola della manipolazione e degli oscuri segreti. La tensione e l'angoscia dei personaggi è quasi tangibile. Il pericolo, la paura, la disperazione e l'amore fanno fare cose impensabili. Così quando il castello dei nostri sogni crolla, allora tutto è impossibile e si scende sempre più in basso e si è incapaci di reagire per venir fuori da un abisso di violenze, soprusi e torture.
La protagonista, Klara, si trova in una situazione disperata. Bloccata tra un marito psicopatico e un serial killer che ai psicopatici non ha nulla da invidiare, riuscirà a sopravvivere?
Anche Jules, uomo tranquillo che ha dedicato la sua vita al bene del prossimo, vive un presente difficile propaggine di un passato drammatico: un padre violento succube dei suoi demoni. Entrambi i protagonisti hanno un pesante carico emotivo nella percezione di un pericolo costante, incombente ma invisibile. Sia Klara che Jules hanno sempre lo sguardo rivolto al passato e non riescono a immaginarsi un qualunque tipo di futuro.
3. Perchè il romanzo è una tela che imprime lividi sul corpo, annienta il cuore e inibisce la mente dei protagonisti. Un muro di violenza domestica si erge dalle pagine del romanzo che traccia il calvario di una donna succube del marito. I primi tempi del matrimonio sono una continua "luna di miele": carezze, certezze, coccole. Poi qualcosa succede e tutto cambia. Le carezze diventano sberle, le certezze vacillano e le coccole si trasformano in violenze fisiche e psicologiche. Eppure la donna spera sempre di poter ritrovare l'idillio perso. Le botte passano, i lividi passano, ritornerà nuovamente il sereno e tutto sarà ancora più bello, almeno per un po'. Una relazione tossica è la palude del male, uscirne è difficile ma non impossibile. La violenza domestica si declina in tanti modi: violenza fisica, sessuale, psicologica o economica. Nel romanzo, il marito di Klara, è un partner intimo che infligge sofferenze di ogni tipo alla moglie colpevole di comportarsi in modo non consono secondo il suo giudizio. Colpevolizzare la vittima definendola come la responsabile delle azioni da lui compiute è un'ulteriore violenza. La donna, Klara nella storia ma tutte noi nella realtà, aumenta la sua insicurezza e insorgono ansia, fobie e attacchi di panico, disperazione e sensazione di impotenza, autolesionismo o idee di suicidio. L'uomo vuol acquisire potere e controllo sulla vittima, distruggere la sua autostima e usare i bambini, nel romanzo c'è una dolce bambina contesa, per controllare la donna-madre.
4. Perché il romanzo, oltre a denunciare la violenza dell'uomo sulla donna, racconta perchè la vittima non si sottrae a questo incubo a occhi aperti, perchè annulla se stessa per accontentare gli altri. Klara, se state attenti coglierete l'attimo del cambiamento, chiede aiuto ma nessuno ascolta il suo grido di dolore. Lei che aveva messo la sua vita nelle mani del marito manipolatore, burattinaio spregevole dell'esistenza altrui, pensa di aver trovato la soluzione al suo tormento. Fitzek non risparmia al lettore la descrizione di scene difficili da leggere, dure, violente, con dettagli sanguinosi e brutali. La violenza del patriarcato viene denunciata a gran voce ma c'è di più, molto di più. Tra la nebbia dei depistaggi, seminati ad arte dall'autore, si intravede la paura della fuga, i timori del ricatto affettivo, il desiderio maschile che si fa violenza, la legge del silenzio e di parole non dette. Tutto diventa un peccato originale da scontare. Attraverso atti estremi del male si cancella qualsiasi speranza di felicità.
"Portami a casa" mette a nudo sottomissioni e pulsioni che possono far parte del vissuto di ognuno e tracciano un percorso di riflessioni per comprendere la vastità del problema della violenza sulle donne, per non chiudere gli occhi e chinare il capo, per non tacere, per trovare il coraggio di liberarsi dalla tossicità di relazioni claustrofobiche.
5. Perché Sebastian Fitzek è uno degli autori più venduti in Germania. I suoi thriller hanno un ritmo che mozza il fiato e lasciano il lettore in bilico fino all'ultima riga. "Portami a casa" non fa eccezione. Fitzek, ribattezzato come "lo Stephen King tedesco", è da considerarsi uno scrittore che sperimenta nuove tecniche nel genere psycho thriller. Il suo stile coinvolge il lettore e spesso le immagini visive degli eventi sembrano prendere forma davanti ai nostri occhi. Fitzek è abile nel dosare momenti di pura adrenalina e momenti di quiete che annunciano svolte ricche di tensione. Il male, in questa storia, non è appannaggio esclusivo dei protagonisti, ma riguarda l'intera società e coinvolge tutti i ceti sociali. L'autore invita il lettore a immergersi con lui nel torbido mare dell'animo umano. Il buio della notte è un'ambientazione perfetta per raccontare il vortice di eventi che vede una donna decisa a sfidare la morte. La storia evolve continuamente, non ci sono pagine di calma piatta. È un bel rompicapo con al centro sia il corpo che la mente umana. Capire come stanno realmente le cose e cosa sia reale non è cosa facile. È un guanto di sfida che lo scrittore getta al lettore. Io ci provo a comprendere dove sia la verità ma spesso sono travolta da eventi che si susseguono alla velocità della luce e si smentiscono con altrettanta velocità. Si dice sempre che leggere sia sinonimo di evasione, di libertà, di puro piacere. Ebbene leggete i thriller firmati da Fitzek e ditemi se non vi siete sentiti anche voi intrappolati al fianco dei protagonisti. Il finale fornirà ogni spiegazione e vi sorprenderà.
"Portami a casa" è un diabolico gioco del gatto con il topo; ma chi è il gatto e chi il topo?
Ciao Aquila Reale, wow, il libro sembra interessante... Destabilizzante e spaventoso... È sicuramente adatto a me!
RispondiEliminaA presto e buona settimana 😘
Ciao Fra, questo libro potrebbe piacerti. Unisce l'adrenalina dei thriller con le riflessioni verso temi importanti. Mi piacerebbe leggere la tua opinione:)
EliminaSembra davvero un libro interessante! Grazie per la bella recensione :)
RispondiEliminaGrazie a te per aver letto la mia recensione :)
Eliminaeh questo mi strizza l'occhio, anche perché letto qualcosa di Fitzek e... merita eccome!
RispondiEliminaé in wishlist *___*
ciao aquila, grazie per le motivazioni, assolutamente convincenti per quanto mi riguarda.
Ciao Angela, Fitzek è un autore che riesce, nei suoi scritti, a porre delle domande su temi importanti come la violenza sulle donne. Cercare di capirne l'origine è importante. I thriller, come in questo caso, possono aiutare a riflettere. Un abbraccio :)
EliminaNon rientra fra le letture che sono "solita" affrontare o leggere... Ma mai dire mai 😊😊
RispondiEliminaCiao Gresi, quando avrai voglia di variare le tue letture ricordati del genere thriller in generale e di questo romanzo in particolare. Vedrai, sarà un viaggio strepitoso. Un abbraccio :)
EliminaTroppo noir per i miei gusti!!!
RispondiEliminaInvece ho letto La portalettere, tratta da una storia vera, e mi è piaciuto molto.
Ho letto anch'io "La portalettere" e condivido il tuo parere positivo. Un caro saluto :)
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