giovedì 25 marzo 2021

RECENSIONE | "Blu" di Giorgia Tribuiani

“Blu” di Giorgia Tribuiani, Fazi Editore, è un viaggio vertiginoso nei recessi più oscuri della mente umana. È un libro sulle ossessioni, sulla colpa, sul desiderio di essere guardati.


STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 7
Blu
Giorgia Tribuiani

Editore: Fazi
Pagine: 220
Prezzo: € 16,00
Sinossi

Ginevra, per tutti Blu fin da bambina, ha diciassette anni, frequenta il liceo artistico ed è una ragazza solitaria intrappolata in un mondo tutto suo fatto di rituali ossessivi e gesti scaramantici. I suoi genitori sono divorziati e Blu vive con la madre, una donna che lavora molto ed è spesso fuori casa. Blu ha un fidanzato, che non riesce a lasciare perché divorata dai sensi di colpa, un ragazzo che vorrebbe amare e di cui, invece, sopporta appena la presenza. L’unica cosa che ama davvero è l’arte, e disegnare risulta un’attività in cui dimostra di avere talento. Così, quando durante una gita scolastica assiste a un’esibizione di performance art, resta folgorata da quel modo di esprimere l’atto creativo e dall’artista stessa, fino a sviluppare per lei una vera e propria ossessione. A questo punto, i pensieri maniacali si fanno via via più opprimenti, finché la sua determinazione a essere una brava ragazza la porta a vivere uno sdoppiamento della personalità subdolo e pericoloso. 


Blu, riaprì gli occhi.

Chiudili. Aprili e chiudili: tre. Aprili e chiudili: quattro. Aprili e chiudili, cinque. Non vorrai che accada qualcosa di brutto – aprili e chiudili, sei- a tua madre; non vorrai che tua madre – aprili e chiudili, sette – finisca al manicomio. Fu costretta a dirtelo, Blu, ricordi? Lasciami dormire, o finisco al manicomio. Ti aveva regalato gli orecchini adesivi, quel giorno, ricordi le stelline adesive? E tu, invece.

“Blu” è la storia di un’adolescente che pian piano trasforma i suoi sensi di colpa in ossessioni. In lei si frappongono il bene e il male. Quando il suo lato oscuro conquista la libertà di potersi manifestare, Blu lo vorrebbe eliminare ma non sa o non può annientarlo. Lei vorrebbe far del bene e invece a vincere è sempre quella forza negativa che si identifica con il male. Fondamentale sarà l’incontro della ragazzina con la performance art e le sue ossessioni si sposteranno sulla realtà, sugli oggetti e sulla performer che le mostra questo nuovo mondo. Ogni gesto quotidiano sarà vissuto come una performance. L’arte diventerà lo specchio con cui Blu guarderà nel suo personale abisso. Sarà solitudine e forza, sarà la capacità di trasformare il proprio dolore in bellezza, sarà plasmare un mondo nuovo. Il disturbo ossessivo compulsivo di Blu, i suoi rituali, trovano un conforto nella performance art e questa scoperta si trasforma in una vera e propria ossessione. Lei ama profondamente il mondo dell’arte e cerca rifugio nel disegno e nella pittura. Blu si dibatte in un bozzolo di sofferenza, vorrebbe rompere questo involucro di dolore per non doversi più odiare. Attraverso l’arte blu immagina di poter trasformare la propria malattia, il disagio, in opera d’arte.

Come dice Artaud: “Credo che da me venne fuori un essere, un giorno, che pretese d’esser guardato.”

“Blu” è un libro che ho letto trattenendo il fiato per il coinvolgimento totale che mi ha investito come un fiume in piena. Scivolare nel mondo di Blu è stato un atto immediato aiutato anche da una scrittura che si sottrae alle regole. La punteggiatura è quasi inesistente e il ritmo si adegua agli stati d’animo della protagonista diventando più incisivo man mano che la storia entra in un labirinto del male. Il romanzo è un viaggio interiore e la scrittrice adotta una narrazione in seconda persona rivolgendosi direttamente alla protagonista ottenendo un effetto narrativo del tutto particolare. Io mi sono sentita coinvolta nella vicenda con un forte senso di partecipazione. È come se la scrittrice mi avesse chiesto di mettermi nei panni di Blu, di essere quel Tu che viene descritto e di credere che la storia narrata sia vera. Se le intenzioni di  Giorgia Tributaria erano queste allora devo dirle che ha raggiunto pienamente il suo obbiettivo.

Così mi sono immedesimata in Ginevra, per tutti Blu fin da bambina, una ragazza solitaria intrappolata in un mondo tutto suo fatto di rituali ossessivi e gesti scaramantici. I suoi genitori sono divorziati e Blu vive con la madre, una donna che lavora molto ed è spesso fuori casa. Blu ha un fidanzato che non riesce a lasciare perché teme di farlo soffrire. La ragazza ama l’arte e nel disegno mostra talento. Quando conoscerà la performance art, ne resterà folgorata. Anche questo amore si trasformerà in ossessione e i pensieri maniacali si faranno sempre più opprimenti. Finchè la sua determinazione a essere una brava ragazza, Ginevra è la parte cattiva, la porteranno a vivere uno sdoppiamento della personalità subdolo e pericoloso.

“Blu” è un romanzo duro che trascina il lettore nella mente claustrofobica di un’adolescente. La fragilità umana rivelerà il suo volto di determinazione e tra le sue lacrime scoprirete una forza di volontà che cresce pian piano. La protagonista  sa cosa vuole e fa di tutto per ottenerlo. Le opportunità vanno prese al volo anche se manca la serenità per godere appieno di questi momenti.

Ginevra e Blu. Due nomi per una stessa persona, due identità, due parti di sé che si dissociano in base alle situazioni. Ginevra è la parte cattiva, quella a cui sono rivolti i rimproveri, Blu è la parte buona colei che non farebbe mai del male.

Quando ero piccola i miei mi chiamavano Blu perché ridevo, se dicevano questa parola, solo che poi hanno continuato a farlo anche quando ho smesso di ridere.

Ginevra e Blu, due volti nello stesso corpo.

Leggere “Blu” è come entrare in un sacco amniotico, in una bolla piena di liquido vitale in cui fluttua Blu.

“Cos’è che ti fa paura, Blu?”

“Io. Le mie colpe. I colori che si corrompono. Le cose che si corrompono. Rovinare le cose. Immaginare il male della gente.”

Ginevra, bimba cattiva. Blu, bimba buona.

Poi gli adulti iniziarono a chiamarla Blu anche quando era cattiva. Ginevra quasi scompare, Blu quasi scompare. Ginevra prigioniera di Blu, Blu prigioniera di Ginevra.

Blu, nella sua vita, riesce solo a far del male ai suoi genitori, al suo fidanzato, alla sua sorellastra. Blu si guarda allo specchio e vede Ginevra. Il bene si specchia nel male e viceversa. Blu si sente cattiva, ma non era lei la bambina buona? Blu ha paura dell’ignoto e delle sorprese. Vive camminando su un filo sottilissimo, in precario equilibrio, senza certezze e in compagnia della paura che è in lei.

Sei viva a metà Blu. Sei viva a metà Ginevra.

Se Ginevra non obbediva al papà e alla mamma, non mangiava, allora c’era Blu. Blu, almeno tu, obbedisci! Mangia! Non vomitare! Mangia, non vomitare.

Povera Blu, costretta a ferire gli altri per poi consolarli per avere un po’ d’amore. Peccato che non funzioni mai. Sentiti sporca Blu! Sei dannata e cattiva! Sei Ginevrablu! Sei zero! Tu vuoi amare, non vuoi essere esclusa, non vuoi più soffrire.

Le spalle di Blu si piegano sentendosi addosso tutta la tristezza del mondo. Cose orribili danzano davanti ai suoi occhi. Forse la lama di un coltello potrebbe risolvere ogni cosa. Potrebbe. Forse. Ora tace Blu. Tace Ginevra. Blu non vuole più sentirsi in colpa. Blu chiude gli occhi e Ginevra si apre alla vita.

Da leggere, assolutamente!

martedì 23 marzo 2021

RECENSIONE | "Ossessione" di Laura Gronchi

“Ossessione” di Laura Gronchi, Porto Seguro Editore, è un romanzo dal titolo eloquente, un mix  di vari generi che rendono la lettura avvincente e mai noiosa. È un vaso di Pandora dal quale fuoriescono ossessioni e demoniache presenze. Non temete non ci sono spiriti cattivi in questo romanzo, ma forse aveva ragione Hobbes nel dire: "Homo homini lupus (ogni uomo è lupo per l’altro uomo).”

Laura Gronchi nasce a Pontedera nel 1967. Ha partecipato al Peperoncino Festival con il racconto giallo “Piccoli misfatti”, ha inoltre scritto due romanzi “Fragili emozioni” e “Il volo del destino” ed un racconto breve “Mènage a due”, tutti in corso di pubblicazione.


STILE: 7 | STORIA: 8 | COVER: 6
Ossessione
Laura Gronchi

Editore: Porto Seguro
Pagine: 526
Prezzo: € 19,90
Sinossi
Le vicende dell'infermiera Sara Toni e del maggiore dell'aeronautica Sergio Morelli, dopo il loro incontro in Etiopia e il loro ritorno a Pisa, si intrecciano con un passato burrascoso e col rapimento di lei da parte di un gruppo terrorista; il presente appare sereno, ma si rivela quanto mai labile, messo a rischio da un ex marito violento e da una ex fiamma talmente vendicativa da risultare patologica, mentre il futuro li riporterà in Africa, dove li attendono altre vicissitudini. Un romanzo composito, di vendetta, amore e violenza, dai toni soffusamente noir.





Pisa, 19 agosto 2016

La stanza era piccola, grigia e spoglia, con solo una piccola branda appoggiata alla parete, perpendicolare alla porta sbarrata. Il chiarore dei lampioni filtrava da due strette finestrelle, piazzate appena sotto  il soffitto e chiuse da vetri spessi, rendono l’atmosfera spettrale. Faceva caldo. Sara si asciugò i rivoli di sudore che le scorrevano lungo il collo e la faccia con il palmo della mano, stupita dalla quantità di acqua che era ancora in grado di emettere il suo corpo, e si ripulì sulla tela dei calzoni militari che indossava.

Inizia così “Ossessione”, un bel romanzo ricco d’azione e dall’anima noir. La protagonista, Sara Toni, giovane cooperante di Medici Senza Frontiere, è stata rapita da un gruppo di terroristi durante una missione umanitaria in Etiopia, ma la sua storia ha dei risvolti ancora oscuri. La modalità con cui è avvenuta la liberazione non convince del tutto. Su di lei grava il sospetto di essere una spia al servizio dei terroristi che l’hanno rapita. Al suo fianco il maggiore dell’Aeronautica Sergio Morelli nella duplice veste di liberatore e fidanzato della ragazza. Sara è una vittima innocente o una piccola intrigante capace di manipolare un uomo di comprovata esperienza? Forse anche il bel Sergio ha qualcosa da nascondere? A complicare ancor di più una situazione già di per sé ingarbugliata, Sara e Sergio dovranno vedersela con Marco, l’ex marito di lei, e un ex corteggiatrice respinta di lui, Samantha. Entrambi sono divorati da una patologica voglia di vendetta. Sara e Sergio non dormiranno sonni tranquilli  e per loro il futuro ha in serbo un’ulteriore sorpresa: dovranno ritornare in Africa e affrontare ancora mille pericoli. Infatti il colonnello Fabbri, superiore di Sergio, è determinato a catturare la banda di terroristi che ha rapito la ragazza.

"Ossessione" è un romanzo che si legge con interesse perché affronta temi attuali con risvolti criminologici e sociali che toccano tutti i paesi europei. La storia di Sara e Sergio viene utilizzata da Laura Gronchi come un canovaccio che lascia ai lettori ampio margine d’interpretazione e riflessione soggettiva.

 L’elemento che mi ha coinvolta maggiormente è l’analisi personologica dei personaggi. Fin dall’inizio  non vedrete, davanti ai vostri occhi, uno schieramento netto dei buoni contro i cattivi, del bene contro il male, della luce contro le tenebre. A mescolare gli estremi ci pensa un sentimento proprio dell’essere umano, una voglia di “regolare i conti” davanti a un torto subito, un’incapacità di controllare le proprie emozioni: la vendetta. Alcuni personaggi mostrano i loro pensieri concentrati ossessivamente sulla vendetta per appagare un proprio senso di giustizia. Il narcisismo offeso chiede vendetta e l’ossessione si svela. Vedere Sara e Sergio felici, fa impazzire Marco e Samantha due persone con empatia zero, narcisisti con un alto tasso di rabbia e mi è sembrato quasi di udire il rimuginare dei loro pensieri che trasformano la vendetta in ossessione. Interessante vedere come i due  si approcciano in modo diverso alla realizzazione dei loro intenti crudeli. Samantha non ha fretta, viziata e fragile, è più raffinata nel mettere in atto il suo piano di rivincita, ci ragiona, vuol colpire l’immagine e la reputazione dei due innamorati. Marco, uomo geloso all’ennesima potenza e che considera l’ex moglie un oggetto di sua proprietà, è più violento e istintivo.

Ora facciamo un passo indietro e conosciamo meglio i due protagonisti.

Sara è una ragazza sensibile e decisa. Dopo la sua prigionia in Etiopia non ricorda appieno tutto il tempo trascorso nella base dei terroristi. Ha cancellato dalla sua mente gli atroci ricordi e le sue notti sono popolate da incubi. Tuttavia per superare questo trauma, la ragazza ha bisogno di ricordare i fatti, la sua prigione, i suoi carcerieri. Per lei questa necessità di ricordare si trasformerà ben presto nella sua ossessione.

Il Maggiore Sergio Morelli è un uomo delle istituzioni. Onore, patria, senso di appartenenza sono i suoi ideali che spesso, però, si scontrano con la diplomazia e la politica. Ha combattuto in Medio Oriente, soprattutto in Afghanistan, dove si era distinto portando a termine missioni molto pericolose.

Il loro ritorno in Etiopia segna l’inizio della parte più rocambolesca, crudele e drammatica, del romanzo. In questa terra martoriata dalla guerra conosceremo un personaggio davvero spietato e sanguinario. Si tratta del generale Ikpeba al comando della cellula terroristica islamica che rapisce Sara.

Ikpeba è un istrione con il potere e il carisma di ammaliare gli animi, con rosee promesse infarcite da un islam sempre più fanatico e integralista.

Con lui vige la legge del terrore. Si sente onnipotente, nessun legame sentimentale, vuole passare alla storia come il più feroce.

In questo contesto la scrittrice ci pone di fronte a un’altra ossessione: il fanatismo religioso che vede il vivere occidentale come un demone. I gruppi terroristici si presentano come unici detentori della religione che però viene manipolata e usata per i propri interessi.

“Ossessione” è un romanzo dal respiro sociale che, come un fiume in piena, travolge il lettore coinvolgendolo in una gincana con varie difficoltà da superare. Iniziamo in maniera tranquilla esultando per la liberazione di Sara e per il suo rientro in Italia. Viviamo ancora qualche momento idilliaco assistendo alla nascita di un profondo amore tra lei e il maggiore Morelli. Poi all’improvviso si alza un vento di burrasca che travolge tutti ed ecco entrare in scena Marco e Samantha uniti dall’ossessione di vendetta nei confronti dei due ragazzi. Poi, inaspettatamente il vento cala, la burrasca si placa e la quiete ci accompagna per alcuni capitoli. Falsa illusione. All’orizzonte compaiono nuvole nere che annunciamo forti temporali. Temporali che ci coglieranno quasi impreparati nella bellissima e devastata terra dell’Etiopia. Qui si raggiunge l’apice dell’azione. Missioni mozzafiato, coraggio profuso a piene mani, crudeltà, disperazione e il desiderio ossessivo di farsi giustizia da sé. Il finale ci lascia senza fiato ma con una carezza sul nostro cuore.

“Ossessione” presenta tutti gli ingredienti per essere una lettura avvincente e rocambolesca. È un libro interessante con personaggi molto ben definiti che si trovano ad affrontare situazioni imprevedibili che esulano dalla quotidianità. L’ossessione del titolo è coniugata in vari modi e viene vista come un demone  che distrugge la vita di molti.  Ogni personaggio ha la propria storia e l’autrice narra, in modo esaustivo, come nascono queste ossessioni. Tutti nella vita sbagliamo, l’importante è avere il coraggio di riscattarci.  Solo i demoni non hanno pietà, mai!

giovedì 18 marzo 2021

RECENSIONE | “Una vita da ricostruire” di Brigitte Riebe

Con l’uscita in libreria di “Una vita da ricostruire” di Brigitte Riebe, la Fazi ci propone il primo capitolo della trilogia bestseller “Le sorelle del Ku’damm”, un sincero spaccato della vita nella Berlino del dopoguerra. In primo piano ci sono la storia  della famiglia Thalheim e la ricostruzione di una società decimata  dal secondo conflitto mondiale. Questa lettura è ideale per chi ha amato le saghe di Carmen Korn e dei Cazalet.


STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 8
Una vita da ricostruire
(Le sorelle del Ku’damm Vol. 1)
Brigitte Riebe

Editore: Fazi
Pagine: 463
Prezzo: € 17,50
Sinossi

Berlino, maggio 1945: è l’ora zero. Il vecchio mondo è finito. La città è ridotta a un cumulo di macerie, così come le anime dei suoi abitanti. La villa dei Thalheim, agiata famiglia di commercianti, è stata requisita e il loro negozio di abiti è stato bombardato. Le donne di casa, rimaste sole dopo che gli uomini sono scomparsi in guerra, devono ricominciare tutto da capo. Le tre sorelle Rike, Silvie e Florentine, trascinate dalla determinazione della maggiore, imprenditrice nata, decidono di provare a realizzare un sogno: riaprire l’attività di famiglia, riportare colore nella tetra Berlino del dopoguerra con tessuti sofisticati e abiti alla moda, riuscire a far sì che le berlinesi tornino a sentirsi donne. Riesumate le Singer, le forbici da sarta, i vecchi cartamodelli e le preziose stoffe che Rike aveva saggiamente nascosto insieme al padre, le ragazze si rimboccano le maniche e nel giro di poco le loro creazioni sono sulla bocca di tutti. Ma i tempi nuovi portano nuovi problmi: oscuri segreti inaspettatamente rivelati gettano una luce ingloriosa sull’attività e sulla famiglia, mettendo tutte a dura prova. 


“Berlino, giugno 1932

La cosa  più bella  che abbia mai visto! Sbalordita, Rike afferra la mano del padre. Per un attimo è in imbarazzo, dopotutto è la sua primogenita e ormai da tempo non è più una mocciosa come la sorella e il fratello minori. I gemelli invece si rincorrono a perdifiato sulle scale mobili, Oskar come sempre in testa, Silvie al seguito. Quando la mamma lo richiama, lui non ci pensa proprio a obbedire. Altrimenti a che serve essere il principe ereditario della famiglia? Papà è convinto che un giorno sarà lui, ovviamente, a sostituirlo.”

Siamo a Berlino, nel maggio 1945: è l’ora zero. Il vecchio mondo è finito. La città è ridotta a un cumulo di macerie, così come le anime dei suoi abitanti. La villa dei Thalheim, agiata famiglia di commercianti, è stata requisita e il loro negozio di abiti, inaugurato nel 1932, è stato bombardato. Le donne di casa, rimaste sole dopo che gli uomini sono scomparsi in guerra, devono ricominciare tutto da capo. Le tre sorelle Rike, Silvie e Florentine, trascinate dalla determinazione della maggiore, imprenditrice nata,  decidono di provare a realizzare un sogno: riaprire l’attività di famiglia, riportare, nella cupa Berlino del dopoguerra, i colori di tessuti meravigliosi con cui confezionare abiti alla moda. Le donne devono avere la possibilità di sentirsi di nuovo belle. Leggerete di gelosie, di amori e di storie torbide che riemergono dal passato per complicare ancor di più una situazione già precaria.

È stato coinvolgente poter camminare al fianco delle protagoniste e riesumare  con loro le Singer, le forbici da sarta, i vecchi cartamodelli e le preziose stoffe che Rike aveva nascosto, insieme al padre, prima della guerra. Ho respirato un’aria di nuove idee e progetti per il futuro. Infatti le ragazze si erano date da fare e nel giro di poco le loro creazioni erano diventate il desiderio segreto di molte donne berlinesi. Nulla era facile, la Germania era un enorme campo di macerie. Lo stato nazista non esisteva più e il Paese era occupato dalle truppe americane, sovietiche, inglesi e francesi. La preoccupazione per la sopravvivenza, il mercato nero per l’acquisto di beni di prima necessità, erano importanti per la maggior parte dei tedeschi che avevano perso l’interesse per la politica. In loro convivevano gli incubi del passato, le preoccupazioni del presente e l’insicurezza del futuro. I vincitori avevano deciso di dividere la Germania in varie zone sotto la loro influenza e la rimozione delle macerie era un lavoro ciclopico per un popolo che soffriva la fame e il freddo. Nel dicembre del 1946 Berlino fu colpita da un’ondata di freddo glaciale che durò mesi. Gli alberi del Tiergart venivano utilizzati come legna da ardere. Iniziava la “Guerra fredda” e il processo di Norimberga scuoteva profondamente la coscienza dei tedeschi. In questo contesto storico si evolvono le storie dei componenti della famiglia Thalheim. Anche loro dovranno fare i conti con le preoccupazioni, con la fame e con la svalutazione dei marchi. Una pagnotta costava sul mercato nero fino a 35 marchi. Non si pagava più in denaro ma in sigarette americane. Anche Silvie e Rike andavano in campagna per scambiare con i contadini merce di ogni genere per ottenere burro, zucchero o patate. Attraverso la loro storia rivivremo il blocco di Berlino e la successiva divisione della Germania in due: la Repubblica Federale ad ovest e la Repubblica Democratica ad est.

È questo lo sfondo storico in cui si muovono le sorelle Thalheim. Non si fermeranno davanti a nulla e lavoreranno per ripulire la città dalle macerie, solo così avranno diritto alla tessera degli alimenti. Saranno le “donne delle macerie” e diventeranno un simbolo della ricostruzione.

Rike, la maggiore, aveva un forte senso di responsabilità, era coraggiosa e  intelligente, combattiva, una donna d’affari pronta a scontrarsi con i pregiudizi maschili che volevano le donne relegate in casa.

Silvie conserva, anche dopo la guerra, il suo ottimismo e la fiducia nel prossimo. Era solare, sensuale, spensierata, amava la vita.

Flori, la più piccola, non sembrava cogliere a pieno la gravità della situazione. Amava disegnare.

Questa carneficina fa emergere la parte più brutta di ognuno di noi. E chi ha voglia di guardare nella sua palude interiore?

La guerra aveva portato via ogni bene ai Thalheim, gli uomini della famiglia erano dispersi in guerra e Rike aveva assunto il comando del nucleo famigliare.  

Se non crediamo nel nostro futuro, non ne avremo uno.

Certo che immaginare un futuro quando si è circondati da macerie è davvero difficile, ma non impossibile. Nella mente di Rike prendono forma idee per un nuovo inizio: una nuova collezione di abiti, una sfilata  tra le macerie per le donne che vogliono ancora sentirsi belle. I grandi magazzini Thalheim sarebbero rinati. Il ritorno di Friedrich dalla guerra, segna un momento importante per la famiglia. La vita a Berlino procedeva tra tessere annonarie, carenze di ogni genere e tanti regolamenti e divieti che lasciavano poco spazio alla moda. In famiglia si discuteva su come procedere, le questioni politiche erano fonte di dissapori e le ragazze avevano una visione del mondo che le portava spesso a essere in contrasto con il padre. Come se tutto ciò non bastasse iniziavano a riemergere i segreti di famiglia che avrebbero potuto far crollare i Thalheim come un castello di carte. A tutto ciò aggiungete una misteriosa eredità che vedrà coinvolta Rike.

“Una vita da ricostruire” è un romanzo che vede le donne in prima linea nella ricostruzione del dopoguerra. L’autrice descriva le loro vite senza edulcorare nulla. Non nasconde desideri e sconfitte, illusioni e progetti. Le sofferenze e le delusioni camminano con tutti i personaggi immersi in una società in cui colpevoli e innocenti si confondono. Il punto di forza della storia sta nel descrivere i personaggi in un periodo storico complesso, sottolineando il loro coraggio ma anche la loro vulnerabilità. La “forza” mostra il desiderio di andare avanti ma anche le lacrime e il dolore sono espressione di tenacia. Mettere a nudo le emozioni più profonde, lottare contro antichi pregiudizi e convenzioni, fanno delle tre sorelle delle paladine della ricostruzione.

“Una vita da ricostruire” è un riuscitissimo intreccio tra i grandi avvenimenti storici e le vicende private dei protagonisti. Nel romanzo troverete delle protagoniste, molto diverse l’una dall’altra, unite nell’affrontare il mondo nel bene e nel male. Assisteremo alla metamorfosi di Berlino e vedremo le ragazze Thalheim crescere e cambiare. L’empatia nei loro confronti è forte, accresciuta dal condividere paure, speranze, gelosie, sconfitte e coraggio. Tutti i personaggi sembrano prender vita in questa storia che nasce dal dolore e  insegna tanto. Affezionarmi alla famiglia Thalheim è stato un atto immediato. Se siete increduli come San Tommaso non vi resta che provare per credere. Non ve ne pentirete.

lunedì 8 marzo 2021

BLOGTOUR | "L'altro" di Thomas Tryon | Presentazione ed estratto

Buongiorno, cari lettori! Se state cercando un bel libro da leggere a Marzo, vi consiglio di seguire il blogtour organizzato per presentare un grande classico dell’horror: “L’Altro”. Il romanzo, scritto da Thomas Tryon ed edito Fazi, sarà nelle librerie dall’11 marzo.

Sono felice di ospitare nel mio blog la prima tappa del blogtour. Il mio compito è quello di presentarvi il romanzo e vi dico subito che sarà una storia basata sugli aspetti oscuri dell’animo umano. È un libro da scoprire pian piano, pagina dopo pagina, ricco di cattivi presagi che daranno vita a una storia agghiacciante, avvincente, con un finale malvagio tutto da scoprire.



L'altro
Thomas Tryon

Editore: Fazi
Prezzo: € 16,50
Sinossi
Holland e Niles Perry sono gemelli identici di tredici anni. Molto legati, tanto da poter quasi leggere il pensiero l’uno dell’altro, ma anche molto diversi: Holland, audace e dispettoso, negli occhi una luce sinistra, esercita il suo carisma sul fratello Niles, gentile e remissivo, desideroso di compiacere gli altri, il tipo di ragazzo che rende orgogliosi i genitori. Hanno da poco perso il padre in un tragico incidente e vivono in una fattoria del New England con la madre e la nonna. Le giornate estive in campagna sono lunghe e noiose ma la fantasia multiforme dei ragazzi è un’arma efficace, che si alimenta di oggetti preziosi custoditi gelosamente in una vecchia scatola di latta, assi che scricchiolano e orecchie tese a percepire passi misteriosi, spettacoli macabri inscenati in cantina e vecchie storie che sembravano dimenticate. Ecco però che l’incantesimo dell’infanzia si spezza: una dopo l’altra, una serie di figure vicine ai ragazzi vengono coinvolte in cruenti fatti di sangue. E diventerà presto chiaro che la mano dietro a queste inquietanti tragedie può essere una sola… 



Presentazione ed estratto

Siamo in una  piccola fattoria del Connecticut negli anni ’30. Qui vivono Holland e Niles Perry, sono gemelli identici di tredici anni. Pur essendo fisicamente identici sono caratterialmente molto diversi. Holland è audace e malizioso, mentre Niles è gentile. Il padre dei gemelli è morto in uno sfortunato incidente nella fattoria e la  madre non si è più ripresa dallo shock per la fine raccapricciante di suo marito e vive segregata nella sua stanza lasciando i suoi figli liberi di vagare per la campagna. Con il passare dell’estate  gli scherzi di Holland diventano sempre più sinistri e Niles scopre di non poter trovare più scuse per le azioni del fratello. Il lato oscuro e minaccioso dell’infanzia vi aspetta. i gemelli Perry vi inviteranno a un gioco soprannaturale che inizierà lentamente per poi diventare vertiginoso, terribile e spaventoso. Non potrete tirarvi indietro e non vi resterà che giocare fino all’ultimo respiro. Attenti alle botole nel fienile, ai forconi dimenticati . la cattiveria è appena cominciata e potete tranquillamente abbandonare l’idea di un lieto fine.

Estratto:

Così uguali, eppur così diversi. Niles un figlio dell’aria, uno spirito gioioso, ben disposto, cordiale, affettuoso, la sua indole si rispecchiava anche nel suo viso: tenero, allegro, premuroso. Holland? Di nuovo qualcosa di diverso. Holland era un figlio della terra, silenzioso, guardingo, chiuso in se stesso, intrappolato da segreti non condivisi. Ardentemente desideroso di affetto, ma incapace di darne; così misteriosamente introverso.

La nascita stessa di Holland… il suo corpo che si dimenava, lacerando l’utero, uscendo morto. Rianimato a furia di schiaffi dal medico. Venti minuti dopo, quando la mezzanotte era scoccata e passata, apparve Niles con facilità miracolosa. Il parto più tranquillo che abbia mai visto, aveva detto il dottor Brainard, togliendo delicatamente la membrana amniotica. Figurarsi, nato con la camicia.

All’inizio erano stati inseparabili, come dovrebbero essere due gemelli. Che diamine, avevano condiviso la stessa culla, da capo a piedi – quella vecchia culla di vimini, ancora nel ripostiglio – finché non erano diventati troppo grandi, e allora dormivano nello stesso lettino. Si sarebbe detto che fossero gemelli siamesi, tanto erano uniti; un unico essere ospitato in due forme. Che cosa era successo? Di chi era la colpa? Non sapeva dirlo. Sempre la stessa domanda, all’infinito…

Thomas Tryon (Hartford, 14 gennaio1926- Los Angeles, 4 settembre 1991) è stato un attore teatrale, cinematografico e televisivo americano. Ha ottenuto premi e elogi della critica per il suo ruolo in “Il cardinale” di Otto Preminger (1963). Nei primi anni ’70 abbandona la  sua carriera di attore ed esordì con soddisfazione come scrittore di romanzi di fantascienza e horror. Il suo primo romanzo, “The Other” (1971), rimase nella lista dei bestseller per molti mesi e ispirò   a sua volta il film   diretto l’anno successivo da Robert Mulligan “Chi è l’altro?”. Nel 1973 pubblicò “La festa del raccolto”, in cui molti commentatori hanno ravvisato temi analoghi a quelli del racconto di Stephen King “I figli del grano”. Nel 1974 Tryon scrisse “Lady” e nel 1976 uscì una raccolta di quattro romanzi brevi, che prende il titolo da uno di essi, “Fedora”. Tryon è morto nel 1991, a 65 anni.

Ora non vi resta che seguire tutte le tappe del blogtour per scoprire preziose tessere di un puzzle narrativo che vi conquisterà.