“Blu” di Giorgia Tribuiani, Fazi Editore, è un viaggio vertiginoso nei recessi più oscuri della mente umana. È un libro sulle ossessioni, sulla colpa, sul desiderio di essere guardati.
STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 7 |
Blu, riaprì gli occhi.
Chiudili. Aprili e chiudili: tre. Aprili e chiudili: quattro. Aprili e chiudili, cinque. Non vorrai che accada qualcosa di brutto – aprili e chiudili, sei- a tua madre; non vorrai che tua madre – aprili e chiudili, sette – finisca al manicomio. Fu costretta a dirtelo, Blu, ricordi? Lasciami dormire, o finisco al manicomio. Ti aveva regalato gli orecchini adesivi, quel giorno, ricordi le stelline adesive? E tu, invece.
“Blu” è la storia di un’adolescente che pian piano trasforma i suoi sensi di colpa in ossessioni. In lei si frappongono il bene e il male. Quando il suo lato oscuro conquista la libertà di potersi manifestare, Blu lo vorrebbe eliminare ma non sa o non può annientarlo. Lei vorrebbe far del bene e invece a vincere è sempre quella forza negativa che si identifica con il male. Fondamentale sarà l’incontro della ragazzina con la performance art e le sue ossessioni si sposteranno sulla realtà, sugli oggetti e sulla performer che le mostra questo nuovo mondo. Ogni gesto quotidiano sarà vissuto come una performance. L’arte diventerà lo specchio con cui Blu guarderà nel suo personale abisso. Sarà solitudine e forza, sarà la capacità di trasformare il proprio dolore in bellezza, sarà plasmare un mondo nuovo. Il disturbo ossessivo compulsivo di Blu, i suoi rituali, trovano un conforto nella performance art e questa scoperta si trasforma in una vera e propria ossessione. Lei ama profondamente il mondo dell’arte e cerca rifugio nel disegno e nella pittura. Blu si dibatte in un bozzolo di sofferenza, vorrebbe rompere questo involucro di dolore per non doversi più odiare. Attraverso l’arte blu immagina di poter trasformare la propria malattia, il disagio, in opera d’arte.
Come dice Artaud: “Credo che da me venne fuori un essere, un giorno, che pretese d’esser guardato.”
“Blu” è un libro che ho letto trattenendo il fiato per il coinvolgimento totale che mi ha investito come un fiume in piena. Scivolare nel mondo di Blu è stato un atto immediato aiutato anche da una scrittura che si sottrae alle regole. La punteggiatura è quasi inesistente e il ritmo si adegua agli stati d’animo della protagonista diventando più incisivo man mano che la storia entra in un labirinto del male. Il romanzo è un viaggio interiore e la scrittrice adotta una narrazione in seconda persona rivolgendosi direttamente alla protagonista ottenendo un effetto narrativo del tutto particolare. Io mi sono sentita coinvolta nella vicenda con un forte senso di partecipazione. È come se la scrittrice mi avesse chiesto di mettermi nei panni di Blu, di essere quel Tu che viene descritto e di credere che la storia narrata sia vera. Se le intenzioni di Giorgia Tributaria erano queste allora devo dirle che ha raggiunto pienamente il suo obbiettivo.
Così mi sono immedesimata in Ginevra, per tutti Blu fin da bambina, una ragazza solitaria intrappolata in un mondo tutto suo fatto di rituali ossessivi e gesti scaramantici. I suoi genitori sono divorziati e Blu vive con la madre, una donna che lavora molto ed è spesso fuori casa. Blu ha un fidanzato che non riesce a lasciare perché teme di farlo soffrire. La ragazza ama l’arte e nel disegno mostra talento. Quando conoscerà la performance art, ne resterà folgorata. Anche questo amore si trasformerà in ossessione e i pensieri maniacali si faranno sempre più opprimenti. Finchè la sua determinazione a essere una brava ragazza, Ginevra è la parte cattiva, la porteranno a vivere uno sdoppiamento della personalità subdolo e pericoloso.
“Blu” è un romanzo duro che trascina il lettore nella mente claustrofobica di un’adolescente. La fragilità umana rivelerà il suo volto di determinazione e tra le sue lacrime scoprirete una forza di volontà che cresce pian piano. La protagonista sa cosa vuole e fa di tutto per ottenerlo. Le opportunità vanno prese al volo anche se manca la serenità per godere appieno di questi momenti.
Ginevra e Blu. Due nomi per una stessa persona, due identità, due parti di sé che si dissociano in base alle situazioni. Ginevra è la parte cattiva, quella a cui sono rivolti i rimproveri, Blu è la parte buona colei che non farebbe mai del male.
Quando ero piccola i miei mi chiamavano Blu perché ridevo, se dicevano questa parola, solo che poi hanno continuato a farlo anche quando ho smesso di ridere.
Ginevra e Blu, due volti nello stesso corpo.
Leggere “Blu” è come entrare in un sacco amniotico, in una bolla piena di liquido vitale in cui fluttua Blu.
“Cos’è che ti fa paura, Blu?”
“Io. Le mie colpe. I colori che si corrompono. Le cose che si corrompono. Rovinare le cose. Immaginare il male della gente.”
Ginevra, bimba cattiva. Blu, bimba buona.
Poi gli adulti iniziarono a chiamarla Blu anche quando era cattiva. Ginevra quasi scompare, Blu quasi scompare. Ginevra prigioniera di Blu, Blu prigioniera di Ginevra.
Blu, nella sua vita, riesce solo a far del male ai suoi genitori, al suo fidanzato, alla sua sorellastra. Blu si guarda allo specchio e vede Ginevra. Il bene si specchia nel male e viceversa. Blu si sente cattiva, ma non era lei la bambina buona? Blu ha paura dell’ignoto e delle sorprese. Vive camminando su un filo sottilissimo, in precario equilibrio, senza certezze e in compagnia della paura che è in lei.
Sei viva a metà Blu. Sei viva a metà Ginevra.
Se Ginevra non obbediva al papà e alla mamma, non mangiava, allora c’era Blu. Blu, almeno tu, obbedisci! Mangia! Non vomitare! Mangia, non vomitare.
Povera Blu, costretta a ferire gli altri per poi consolarli per avere un po’ d’amore. Peccato che non funzioni mai. Sentiti sporca Blu! Sei dannata e cattiva! Sei Ginevrablu! Sei zero! Tu vuoi amare, non vuoi essere esclusa, non vuoi più soffrire.
Le spalle di Blu si piegano sentendosi addosso tutta la tristezza del mondo. Cose orribili danzano davanti ai suoi occhi. Forse la lama di un coltello potrebbe risolvere ogni cosa. Potrebbe. Forse. Ora tace Blu. Tace Ginevra. Blu non vuole più sentirsi in colpa. Blu chiude gli occhi e Ginevra si apre alla vita.
Da leggere, assolutamente!