"La villa sulla collina" è un libro di Elizabeth Hand, pubblicato da Astoria nella collana Contemporanea, traduzione di Raffaella Arnaldi. Si tratta di una storia davvero intrigante che riporta "in vita" i luoghi e le atmosfere dell'incubo di "Hill House", il romanzo-culto di Shirley Jackson.
Elizabeth Hand proietta quelle atmosfere da incubo nel nostro presente mettendo a nudo le nostre angosce e le nostre paure nascoste nelle zone più oscure della nostra mente.
STILE: 7 | STORIA: 8 | COVER: 8 |
Pagine: 400
Siete pronti ad aprire quella porta? Per sessant'anni è rimasta disabitata, ma ora la villa sulla collina ha nuovi ospiti... ignari del loro destino. Che cosa c'è di meglio di una villa enorme, isolata e disabitata per mettere in scena un testo teatrale ispirato alla caccia alle streghe? È quello che pensa Holly, l'autrice, ed è quello che pensano anche gli attori che ha convocato lì per le prove e che adesso ne occupano, affascinati e incuriositi, le stanze cavernose, cariche di segni del tempo. Esaltata da quell'atmosfera irreale, Holly non bada all'inquietudine della sua ragazza, Nisa, che invece ha la netta sensazione che la casa emani un'energia minacciosa. E non cambia idea neppure quando una serie di strani avvenimenti coinvolgono tutti gli ospiti: voci misteriose – e maligne – sembrano riecheggiare nei corridoi, spifferi gelidi si alternano a folate caldissime, macchie rosse si allargano a dismisura, ombre dalle strane forme appaiono in giardino... Ma cosa sta succedendo davvero a Hill House? In una lotta violenta tra la razionalità e il terrore, mentre l'impossibile diventa sempre più reale e la realtà sembra scivolare via, un pensiero si fa strada in tutti gli abitanti della villa sulla collina: abbandonarla, tornare alla normalità, potrebbe rivelarsi impossibile...
La maggior parte delle case dorme, e quasi tutte sognano: conflitti e festeggiamenti, nascite e pavimenti deformati, passi di bambini e tavole da riparare, animali domestici malati e vernici scrostate, veglie e matrimoni, e finestre che non difendono più dalla pioggia e dalla neve. Hill House non dorme né sogna. Avvolta nel manto dei suoi prati incolti e delle sue distese boschive, nelle lunghe ombre delle montagne e delle querce secolari, Hill House osserva. Hill House aspetta.
Per sessant'anni è rimasta disabitata, ma ora la villa sulla collina ha nuovi ospiti... ignari del loro destino. Che cosa c'é di meglio di una villa enorme, isolata e disabitata per mettere in scena un testo teatrale ispirato alla caccia alle streghe? È quello che pensa Holly, l'autrice, ed è quello che pensano anche gli attori che ha convocato lì per le prove e che adesso ne occupano, affascinati e incuriositi, le stanze cavernose, cariche di segni del tempo. Esaltata da quell'atmosfera irreale Holly non bada all'inquietudine della sua ragazza Nisa, che invece ha la netta sensazione che la casa emani un'energia minacciosa. E non cambia idea neppure quando una serie di strani avvenimenti coinvolgono tutti gli ospiti: voci misteriose e maligne riecheggiano nei corridoi, spifferi gelidi si alternano a folate caldissime, macchie rosse si allargano a dismisura, ombre dalle strane forme appaiono in giardino. Ma cosa sta succedendo davvero a Hill House? In un duello violento tra razionalità e terrore, mentre l'impossibile diventa sempre più reale e la realtà sembra scivolare via, un pensiero si fa strada in tutti gli abitanti della villa sulla collina: abbandonarla, tornare alla normalità, potrebbe rivelarsi impossibile.
"La villa sulla collina" può essere considerato come una specie di sequel autorizzato dell'Incubo di Hill House di Shirley Jackson. È come se la casa avesse attraversato sessanta lunghi anni aspettando l'arrivo di varie generazioni.
Bene, se siete pronti ad aprire quella porta, siete tutti invitati a Hill House.
Io adoro vedere i film del terrore che hanno come protagonista una casa abitata da sinistre presenze. Chi varca i cancelli di queste dimore è destinato a un atroce destino. A questo punto viene spontaneo chiedersi perché le vittime di turno non si allontanano subito, senza voltarsi indietro, prima che sia troppo tardi. La domanda è lecita ma il soggetto è sbagliato. Non sono coloro che entrano nella casa a poter decidere se rimanere o andar via, è la casa che sceglie per sempre.
"La villa sulla collina" ha come protagonista assoluta Hill House, una dimora signorile in stile gotico vittoriano in cima alla collina nei dintorni di Hillsdale, nello stato di New York. La villa gotica, seppur fatiscente conquista Holly che si sente ispirata e decide di trasferirsi per due settimane nella cupa dimora. Con lei ci sono altri attori, ognuno con i propri fantasmi. Ma procediamo con ordine e conosciamo i vari personaggi che Hill House evoca, terrorizza, attira a sé.
Holly è una drammaturga in difficoltà, vuol ritornare in teatro mettendo in scena una riscrittura in chiave femminista di un fatto avvenuto durante il periodo della caccia alle streghe. Holly pensa che questo riadattamento sia il suo lascia passare per la celebrità.
Nisa, la ragazza di Holly, è interprete e autrice di struggenti murder ballads in cui i fantasmi della letteratura gotica convivono con il folklore e la cronaca popolare. Ha un rapporto quasi ossessivo con la sua voce e subisce il fascino dell'ignoto.
Stevie, progettista del suono, ha varie dipendenze e non è indifferente al fascino di Nisa. Il suo passato cela orrori consumati tra le mura domestiche.
Amanda, attempata attrice che ha smarrito la via del successo dopo un incidente devastante.
Poi c'è una strana coppia, marito e moglie che si occupano di preparare i pranzi ma, per nessun motivo, rimangono nella villa dopo il tramonto.
Tutti hanno dei segreti e dei traumi personali, non risultano particolarmente simpatici, sono egoisti e gelosi l'uno dell'altro.
Come nel romanzo di Shirley Jackson, ho adorato l'atmosfera spaventosa della casa con gli elementi soprannaturali che facevano capolino dando "vita" a immagini vivide e raccapriccianti. L'elemento novità consiste nelle atmosfere gotiche trapiantate in un tessuto sociale contemporaneo dove il male è di casa nei cuori degli uomini e delle donne. Hand racconta un horror moderno e così il suo romanzo diventa autonomo rispetto all'horror classico e non è imprigionato in un tempo antico.
Hill House, nel romanzi di Hand, diventa il palcoscenico per una storia ambientata ai giorni nostri. La casa amplifica le difficoltà della convivenza e interferisce, non positivamente, sui rapporti dei suoi inquilini.
Ogni vecchia casa ha una storia. Hill House fa leva sulle aspettative delle persone. Di solito pensano che li renderà felici.
Hill House si anima e si nutre dei mostri che i veri personaggi hanno dentro. Si nutre dei loro sogni, dei desideri, delle fantasie. Si nutre delle loro paure perché dal passato non si fugge. Non si scappa dai sensi di colpa, dai fallimenti, dai traumi e dalle aspettative deluse. Hill House scava dentro i personaggi, tra i loro affetti, tra i loro amori. Nel buio non ci sono tenere carezze ma abbracci spaventosi e oscuri silenzi. Ogni personaggio racconta la sua storia che diventa universale, sono storie intrise di tristezza e le tante emozioni sono ninfa vitale per questo luogo dove ognuno può collocare i propri fantasmi. Hill House caccia nella realtà, i suoi abitanti sono schiacciati dalla realtà perché si sentono incompleti, hanno sofferto, hanno fatto e ricevuto del male. La realtà diventa un incubo che ti stritola e ci sentiamo sempre più soli mentre camminiamo per i lunghi corridoi di Hill House. Camminiamo da soli e di ciò siamo stanchi. Anche la "casa" aspetta in solitudine. Allora perché non unire queste solitudini? Hill House approva, noi no!
Elizabeth Hand rende omaggio con "La villa sulla collina" alla grande Shirley Jackson, la regina del gotico. Se non lo avete ancora fatto leggete "L'incubo di Hill House", oltre il muro della realtà c'è di più: una lunga strada lastricata dagli impulsi più oscuri. Siete pronti a percorrerla?